LA MACCHINA DEL FANGO CONTRO SIGFRIDO RANUCCI DI REPORT, LUI SPORGE DENUNCIA E TUTTA LA REDAZIONE LO DIFENDE
UNA LETTERA ANONIMA, UN ESPONENTE RENZIANO CHE PORTA IL CASO IN COMMISSIONE VIGILANZA RAI: TUTTO PER FAR TACERE IL GIORNALISMO D’INCHIESTA
Una lettera anonima, senza alcun riferimento, ma ricca di accuse (di vario tipo) nei confronti di Sigfrido Ranucci.
Questo “dossier” è stato reso noto dal parlamentare di Italia Viva Davide Faraone, sostenuto dal deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, durante l’ultima Commissione di Vigilanza Rai.
Il conduttore di Report ha respinto ogni addebito – si parla di presunti ricatti sessuali e mobbing proprio all’interno della redazione della trasmissione di RaiTre – e parla di “fango mediatico” nei suoi confronti e contro il suo programma. E gli stessi giornalisti e operatori che collaborano con lui lo difendono a spada tratta.
Ranucci parla di politica e a certi politici non piace: ecco perché lo ricoprono di fango
Sigfrido Ranucci è accusato delle peggiori oscenità senza nemmeno un sussulto in suo difesa, senza provare un po’ di vergogna nel vivere in un Paese in cui un unico giornalista sia stato accusato praticamente di tutto, spesso sempre dalla stessa parte politica, con la placida differenza della politica sempre famelica in cerca di nuovi eroi (mi raccomando, non disturbanti).
Si passa dalla vecchia storia di presunti 45mila euro pagati a una società lussemburghese tirata fuori dal renziano Luciano Nobili per insinuare che Report avesse pagato una fonte per ordire un complotto contro Matteo Renzi.
Nobili in quell’occasione si era addirittura superato: aveva sbagliato a indirizzare l’interrogazione parlamentare (il ministero dell’Economia non è competente in materia), si era beccato una minaccia di querela dalla società accusata (Tarantula) e poi ha ci ha deliziato con un mirabile dietrofront al grido di «forse mi hanno detto una stupidaggine». Eh già, l’importante è spargere l’ombra del dubbio.
Poi c’è stato un esilarante impegno per raccontare che esistessero presunte mail complici tra Ranucci e l’ex portavoce di Giuseppe Conte, Rocco Casalino, sempre per inoculare il dubbio che Ranucci fosse “al soldo” di qualcuno. Il fango, anche in quel caso, è durato ben poco vista l’inconsistenza della diceria ma intanto il ventilatore ha sparso un po’ di macchi in giro, ancora.
Poi c’è stato il tentativo di bollare Ranucci come stupido no vax per una puntata di Report. Sono tempi così: permettersi di criticare alcune decisioni o di indagare alcune responsabilità sulla pandemia derubrica tutto al “complottismo” e le tensioni sociali rendono ancora più semplice il trucco.
Ora gli onorevoli Davide Faraone (guarda un po’, sempre della scuderia di Renzi) e Andrea Ruggeri di Forza Italia estraggono dal cilindro una lettera che accuserebbe Ranucci di essere un molestatore.
Pensate la coincidenza: tutto accade proprio nella giornata contro la violenza sulle donne quando è molto più semplice entrare in tendenza sui social.
Peccato che chiarezza su quella lettera Sigfrido Ranucci l’abbia chiesta già da tempo presentando l’estate scorsa una denuncia alla magistratura.
«Credo che il nobile esercizio della funzione di controllo da parte di un parlamentare dell’istituto della vigilanza, mai abbia toccato un livello così basso», dice Ranucci e in effetti viene difficile dargli torto.
In tutto questo, vale la pena ricordarlo, Ranucci è anche sotto protezione per minacce di mafiosi che lo vorrebbero volentieri ammazzare. Minacce, queste sì, verificate e riscontrate dalla magistratura.
(da agenzie)
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