LE CELEBRAZIONI DELL’UNITA’ D’ITALIA: LA LEGA NELLA BUFERA, ANCHE IN EMILIA ABBANDONANO L’AULA QUANDO SUONA L’INNO NAZIONALE
ORA I VILI DEL PDL SI ACCORGONO CHE IN NESSUN PAESE AL MONDO UN PARTITO AL GOVERNO POTREBBE MAI RIFIUTARSI DI PARTECIPARE ALLA CELEBRAZIONE DELL’UNITA DELLO STATO, SEMINANDO ODIO… INVECE CHE PRENDERLI A CALCI NEL CULO, LI HANNO PORTATI AL GOVERNO…LO RIBADIAMO: AL NORD NECESSITA UNA COALIZIONE DI LIBERAZIONE NAZIONALE DAI RAZZISTI
Si moltiplicano gli episodi di “guerriglia” simbolica della Lega contro l’Unità d’Italia.
Dopo il caso del Consiglio regionale lombardo, anche in Emilia Romagna i rappresentanti del Carroccio hanno lasciato l’aula consigliare al momento dell’Inno nazionale.
Mentre è oramai ufficiale la decisione di lasciare “liberta’ di coscienza” ai propri parlamentari sul partecipare o meno ai festeggiamenti di domani a Montecitorio.
Una scelta che non piace affatto a Ignazio La Russa, che attacca: “La Lega cresca, e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all’identità nazionale. La Lega cresca, ripeto, e smetta di seguire le minoraze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo”.
Il ministro della Difesa, però, ha poi stemperato il suo affondo (altrimenti si offendono): “Non c’è obbligo di presenza, ma obbligo di rispetto”.
Più duro il commento dell’Udc, che con il segretario Lorenzo Cesa parla di atteggiamento “semplicemente vergognoso”.
“Questo dimostra – dice Cesa – che il Carroccio non sarà mai un partito di governo, ma è destinata a restringersi in un localismo diffuso”.
Singolare la motivazione data dal capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, che non parteciperà alla seduta comune del Parlamento convocata domani nell’aula di montecitorio in occasione delle celebrazioni per i 150 dell’unità d’italia.
“Non ci sarò – spiega Reguzzoni – Hanno deciso di chiudere gli asili, perciò io sarò con i miei figli”.
“Gli altri? non lo so, ognuno agirà secondo coscienza” – aggiunge l’esponente leghista .
Reguzzoni non partecipa insieme ai suoi ai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia? “Faccia quello che vuole, non voglio più occuparmene, non merita la mia attenzione.”. Così il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini.
l “no” alle celebrazioni per il 150° del’Unità d’Italia viene anche dal sindaco de l’Aquila, Massimo Cialente: in una nota ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, ha declinato l’invito a partecipare alla cerimonia celebrativa che si terrà domani a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato.
La decisione è stata assunta per protesta perchè – dice – “c’è un pezzo del paese ormai completamente abbandonato a se stesso e senza prospettive”.
I leghisti “non cantano l’inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo”, ma “per il resto vanno a caccia di poltrone e presidenze… nazionali”.
Lo scrive Famiglia Cristiana in un editoriale pubblicato on line che commenta la decisione dei consiglieri regionali lombardi della Lega Nord di lasciare l’aula, ieri, quando è stato intonato l’inno di Mameli.
“Furbacchiona questa Lega”, osserva il settimanale dei Paolini, perchè “rifiutarsi di cantare l’inno di Mameli, anzi rimpiazzarlo al bar con brioche e cappuccino, è uno di quei giochetti che danno ai protagonisti un brivido gladiatorio, non comportano rischio alcuno, procurano titoli sui giornali e spazi in tv”. Ma quando si tratta di “contenuti, stavolta poco padani e molto concreti, – si legge su Famiglia Cristiana – eccome se i leghisti se ne interessano. Non cantano l’inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo: ma se vengono in ballo presidenze di banche e direzioni di enti, anch’essi nazionali come Mameli; se oltre alle manovre romane c’è da occupare poltrone regionali, provinciali, comunali e rionali; se insomma si tratta di distribuire posti e prebende ad ogni livello, la Lega è già piazzata in prima linea”.
Durissimo anche Di Pietro, leader dell’Idv: “E’ un’offesa alla storia, alla dignità e al sacrificio dei nostri padri far finta che domani non accada nulla, andarsene magari al bar e non riconoscere che grazie a quel sacrificio siamo qui, siamo una nazione libera, che si è data una costituzione, che lo ricordiamo a questo governo, non deve essere toccata”.
Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, commenta aspramente: “Sarebbe una vergogna se davvero la Lega disertasse le celebrazioni per l’Unità d’Italia. “Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera”, ha ricordato, e “su questo non si può scherzare”.
Rincara la dose Massimo D’Alema: “E’ uno scandalo. Un atto intollerabile e grave. E’ evidente che un partito al governo ha il dovere di onorare l’anniversario dell’Unità d’Italia”.
Poi D’Alema chiama in causa politicamente Berlusconi: “Questo è un atto che riguarda il presidente del Consiglio. Lui è responsabile, anche perchè la Lega è notoriamente non responsabile”.
Un riflessione: ora i vili del Pdl, sotto ricatto da anni per via delle esigenze processuali del premier, fanno finta di scandalizzarsi.
Ma hanno dato a un partito secessionista e xenofobo addirittura il ministero degli Interni e il ministero dell’Economia, regalato presidenze di regioni che solo un ricattato poteva concedere, assegnato posti di potere ovunque.
Il vergognoso La Russa ora fa finta di indignarsi, ma a tavola con la feccia leghista si è seduto e lì continuerà a bivaccare.
Diventa sempre più impellente che al nord tutti i partiti si coalizzino contro la Lega e il Pdl se non si smarcherà .
A quel punto salterebbero tante belle poltrone alle chiappe padane del nord perchè senza il 50,1% se lo prendono in quel posto.
Colpirne uno per educarne cento e state tranquilli che la Lega torna al 5% in pochi anni se gli si segano le leve del potere.
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