LE MASCHERINE RIDUCONO DEL 53% L’INCIDENZA DI COVID
LO STUDIO DI THEBMJ
Ci sono molti motivi per non abbandonare del tutto le buone abitudini di indossare la mascherina e lavarsi costantemente le mani. Oltre ad essere buone pratiche di igiene pubblica, infatti, stando ai risultati del primo studio sistematico condotto da The BMJ sull’efficacia delle misure di salute pubblica sia individuali che multiple nel ridurre l’incidenza, la trasmissione e la mortalità da covid-19, infatti, le mascherine avrebbero un impatto del 53% nella salvaguardia della salute contro Covid. La stessa percentuale garantita da una corretta igiene delle mani.
Un risultato non sorprendente, visto l’utilizzo di queste strategie soprattutto agli esordi della pandemia, quando i vaccini non avevano ancora aiutato la popolazione mondiale a mitigare notevolmente l’impatto che il Covid-19 ha avuto nelle nostre vite in termini di salute e di misure restrittive.
Ma i vaccini non bastano. A livello globale, i programmi di vaccinazione si sono dimostrati sicuri ed efficaci. Tuttavia, la maggior parte dei vaccini non conferisce una protezione al 100% e non è noto come i vaccini impediranno la futura trasmissione di SARS-CoV-2, date le varianti emergenti.
La soglia di vaccinazione, inoltre, varia in base al Paese e alla risposta della popolazione, ai tipi di vaccini, ai gruppi prioritari per la vaccinazione e alle mutazioni virali, tra gli altri fattori.
Fino a quando non verrà raggiunta l’immunità di gregge al covid-19, indipendentemente dai già dimostrati alti tassi di vaccinazione, è probabile che le strategie di prevenzione della salute pubblica rimangano come misure di prima scelta nella prevenzione delle malattie, in particolare nei luoghi con una bassa diffusione della vaccinazione. Misure come il lockdown (locale e nazionale), il distanziamento fisico, l’uso obbligatorio di mascherine per il viso e l’igiene delle mani sono state implementate come strategie preventive primarie per frenare la pandemia di covid-19.Benefici sostanziali nella riduzione della mortalità sono stati osservati in Paesi con lockdown totali, come Australia, Nuova Zelanda, Singapore e Cina. I lockdown totali non sono, tuttavia, sostenibili e occorre prendere in considerazione interventi più personalizzati: quelli che consentano di mantenere la vita sociale e le economie funzionanti, proteggendo al contempo gli individui ad alto rischio.
A questo fine, strategie meno impattanti, diventano fondamentali. Questo, dunque, è il primo studio che analizza in dettaglio i risultati di oltre 30 studi in tutto il mondo, che mostrano una riduzione statisticamente significativa del 53% dell’incidenza di Covid con l’uso della mascherina e una riduzione del 25% con il distanziamento fisico. Il lavaggio delle mani ha anche indicato una sostanziale riduzione del 53% dell’incidenza di Covid, sebbene ciò non sia statisticamente significativo, per il piccolo numero di studi sul lavaggio delle mani inclusi nella ricerca.
Un’analisi dettagliata non è stata possibile per altre misure, tra cui quarantena e isolamento, lockdown totali e chiusure di frontiere, scuole e luoghi di lavoro, a causa delle differenze nella progettazione degli studi, nelle misure dei risultati e nella qualità, hanno affermato i ricercatori.
L’uso della mascherina è stato adottato da molti Paesi all’inizio della pandemia, ma quasi due anni dopo molti hanno abbandonato alcuni o tutti i loro requisiti originali. Il governo olandese, ad esempio, questo mese ha deciso di reimporre l’uso obbligatorio delle maschere per il viso nel tentativo di rallentare l’ultimo picco di infezioni. Anche Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia hanno recentemente inasprito le norme sull’uso delle mascherine. Ma l’Ungheria, che ha visto un forte aumento dei casi questo mese, ha resistito a rendere obbligatorio l’uso della mascherina negli spazi chiusi. In Inghilterra, l’obbligo di indossare la mascherina è terminato a luglio, tranne che nelle strutture sanitarie e nelle case di cura, salvo esenzione. In Italia, l’uso obbligatorio delle mascherine rimane in vigore nei luoghi chiusi e nei mezzi di trasporto. Tuttavia, sono molte le persone che, soprattutto con l’apprestarsi della stagione invernale e il rialzo di tutte le curve epidemiche, sono tornati a coprirsi il volto anche all’aperto o in situazioni di particolare promiscuità. Grazie a questo studio sappiamo che è una pratica che dovrebbe essere utilizzata da tutti. Perché il vaccino salva la vita, e la mascherina anche.
/da agenzie)
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