LE MASERATI DI LA RUSSA FINISCONO ALL’ASTA
LA SPENDING REVIEW DETERMINA LA MESSA IN VENDITA DELLE PRIME 25 BERLINE DEI MINISTERI DI GIUSTIZIA, INTERNI E DIFESA
La #svoltabuona – come ama definirla Matteo Renzi – a ben vedere comincia oggi con un profilo eBay. Ad aprirlo sarà Palazzo Chigi e anche questo è un segno dei tempi che cambiano. Sul popolare sito di ecommerce e sul sito della presidenza del Consiglio comparirà un banner recante l’elenco di circa 170 auto blu (in uso da diversi ministeri tra cui gli Interni, la Giustizia e la Difesa) che saranno messe all’asta a cadenza settimanale fino al 16 aprile.
L’operazione
Verranno suddivise in 6 tranche da 25 (la prima – assicurano a Palazzo Chigi – sarà bandita tra qualche giorno dopo aver sistemato tutti gli adempimenti tecnici del caso, come il via libera da parte dell’Agenzia del Demanio e degli uffici legislativi competenti).
Poi i fanatici della Maserati Quattroporte (nel 2011 l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ne fece acquistare 15 a 117 mila euro ciascuna suscitando più di qualche critica per il presunto sperpero di denaro pubblico) potranno ambire a diventare proprietari di queste berline «ministeriali» il cui prezzo di mercato attuale è di circa 50 mila euro, secondo le rilevazioni della rivista Quattroruote .
Tra le vetture all’asta su eBay anche alcuni modelli che avranno quasi il sapore di un cimelio, come le Lancia K di Interni e Giustizia (l’ultima prodotta risale al 2001 e il valore attuale oscilla tra i mille e 1.500 euro), la Lancia Thesis diffusa un po’ tra tutti (in un range che oscilla tra i 2.500 e i 12 mila euro a seconda dell’anno di produzione e della versione) e la Volvo S60 del Viminale (la prima serie arriva fino al 2009 e può valere dai 3 mila ai 9.500 euro; la seconda, attualmente in produzione, può raggiungere anche i 30 mila euro).
Dovrebbero essere inserite nell’elenco anche le Bmw 525d alcune delle quali in servizio al dicastero di via Arenula guidato da Andrea Orlando, le potentissime Audi A6 il cui valore può toccare i 50 mila euro, infine le Alfa Romeo 159 (valore compreso tra i 5 mila e i 16 mila euro) e 156 in dotazione agli Interni, che ne avrebbe messe a disposizione la parte più consistente per volere del ministro Angelino Alfano.
Complicato calcolare il ritorno economico per lo Stato (al netto della spesa di nove euro per l’inserzione, oltre ai 35 di commissione per ogni auto venduta), anche perchè non si conoscono ancora le basi d’asta, ma difficilmente si scosteranno molto dalle rilevazioni di Quattroruote . Soprattutto è prematuro calcolare l’effetto emotivo della prima procedura di messa in vendita pubblica di auto blu.
La scelta della presidenza del Consiglio di privilegiare eBay risponde a due motivazioni: dare un messaggio di trasparenza e al tempo stesso sperare nel massimo introito possibile considerato il bacino potenziale di 3,5 milioni di utenti attivi di eBay in Italia che potranno sfidarsi in un’insolita corsa al rialzo.
Rileva Irina Pavlova, responsabile comunicazione della filiale italiana di eBay, che la cosiddetta «offerta per procura» (la funzione prevista dal sito di ecommerce di dare all’utente la possibilità di definire all’inizio dell’asta la somma che si vuole impegnare senza dover stare poi fisicamente davanti al pc vista la procedura automatica di rilancio) potrebbe far salire il prezzo teoricamente all’infinito.
Al netto delle tecnicalità resta la volontà dell’esecutivo Renzi di dare un messaggio simbolico ai cittadini e di ridurre i costi della macchina amministrativa.
Proprio il presidente del Consiglio si è reso protagonista di un episodio a suo modo esemplificativo due anni fa quando era sindaco di Firenze: per dare un segnale alla cittadinanza aveva deciso la vendita di quattro auto di servizio di grossa cilindrata (una berlina Volvo e tre Alfa Romeo a gasolio) ma il ricavato alla fine è stato inferiore alle attese (17.774 euro) anche perchè era stato utilizzato il modello della busta chiusa che non consentiva il rilancio. Visto il precedente, ecco spiegato il perchè della scelta di eBay.
La spending review
D’altronde anche il commissario alla spending review , Carlo Cottarelli, qualche giorno fa in un’audizione al Senato ha fissato l’asticella: «Non più di cinque auto per dicastero» e l’uso consentito solo a ministri e viceministri.
Se qui siamo nel campo delle intenzioni, i numeri finora raccontano una realtà ancora diversa.
La contabilità delle auto di servizio della Pubblica amministrazione e degli enti locali la fornisce da anni il centro studi Formez alle dipendenze del ministero della Funzione pubblica.
Al 31 dicembre 2012 – l’ultimo bilancio fornito dall’ente – le cosiddette «auto blu» sono 58.688 (al netto delle vetture in uso dalla Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato) per un esborso complessivo di quasi 950 milioni di euro tra spese di acquisto, noleggio, gestione di personale: 118 milioni di euro in meno rispetto al 2011.
Rileva Carlo Flamment, presidente del Formez, che il tema delle auto di servizio investe soprattutto gli enti locali più che ministeri e amministrazione centrale: «Le Regioni hanno oltre 51 mila auto, oltre il 90% del totale e sono proprio loro i centri di spesa più evidenti».
A confermarlo anche la quantità di consiglieri regionali indagati in questi anni per i rimborsi gonfiati sotto la dicitura «spese di trasporto».
La centrale Consip
Altro tema è quello degli acquisti di nuove vetture sotto la regia di Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione.
All’attivo ora ci sono un paio di convenzioni stipulate dall’ente dal valore di 40 e 15 milioni di euro per l’acquisto complessivo di 5.500 tra berline e utilitarie da qui al 2015.
Beninteso: sono soltanto accordi quadro, delineano cioè i limiti (anche di prezzo) entro i quali gli enti centrali e locali potranno acquistare nuove auto per esigenze di servizio.
Ecco non si vorrebbe che tutto si tramutasse in una partita di giro.
In quel caso non ci salverebbe neanche eBay e la #svoltabuona.
Fabio Savelli
(da “il Corriere della Sera”)
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