LE ONG DENUNCIANO: “SIAMO LI’ PERCHE’ NON C’E’ L’EUROPA, VOGLIONO CANCELLARE LA PRESENZA DI OCCHI LIBERI PER NASCONDERE LA VERITA'”
“C’E’ UN PRECISO DISEGNO DIETRO LA NOSTRA CRIMINALIZZAZIONE, IL GOVERNO ITALIANO RISPONDERA’ DEL SUO COMPORTAMENTO ILLECITO DAVANTI AI GIUDICI”
“Le navi delle Ong sono scese in mare quando è finita la missione Mare Nostrum, con il Mediterraneo che si era trasformato in una tomba per oltre 1.200 persone in una settimana, siamo lì perchè non c’è l’Europa” dice la presidente di Msf Italia Claudia Lodesani, sottolineando che la distinzione tra i soccorsi delle ong e della Guardia Costiera “è una falsa contrapposizione”, perchè “le navi delle ong effettuano i soccorsi sempre in coordinamento con la Guardia Costiera. Ed infatti a bordo dell’Aquarius c’erano 400 persone precedentemente soccorse dalla Guardia Costiera italiana”.
“Non salviamo vite umane perchè siamo buoni, lo facciamo perchè apparteniamo a uno stato di diritto e la salute è un diritto affermato in trattati firmati da nazioni civili” le fa eco Elda Baggio, medico chirurgo di Msf appena tornata da Gaza e dall’Iraq.
“Quello che sta succedendo oggi – osserva Giorgia Linardi, portavoce di SeaWatch – è il tentativo di cancellare la presenza di occhi liberi e indipendenti che raccontino quello che succede in mare”.
Proprio la ong tedesca con la sua Sea Watch 3 ha rinunciato martedì scorso a prendere a bordo 42 migranti soccorsi dalla nave militare Usa Trenton perchè da Roma non è arrivata l’autorizzazione a portarli in Italia.
Per Riccardo Gatti, capo missione della spagnola Proactiva Open Arms, “questa criminalizzazione delle Ong è andata crescendo e c’è qualcosa di orchestrato, vogliono portare alla scomparsa delle Ong. Eravamo 12 ora siamo rimaste in 4. Anche la magistratura ci ha attaccato”.
“Abbandonare innocenti in mare non può mai considerarsi una strategia politica ma rimane inequivocabilmente una violazione dei diritti umani di cui l’Italia sarà chiamata a rispondere”, sostiene padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati.
“Le dispute tra stati vanno risolte in sede diplomatica senza prendere in ostaggio donne e bambini”, afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
Durissima è la posizione espressa da Guido Barbera, presidente del Cipsi, coordinamento di 34 associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale: “Nessun Paese ha il diritto di chiudere l’accesso alla speranza di vivere e alla sopravvivenza — afferma – La solidarietà è un dovere. Salvare le persone in mare e portarle in terra è un obbligo”.
Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento campagne e programmi in Italia di Oxfam: “Se il ministro fosse davvero interessato a contrastare l’immigrazione clandestina e i trafficanti di esseri umani — dice Bacciotti ad HuffPost — invece di fare la voce minacciosa con le Ong, farebbe meglio a negoziare con i suoi omologhi europei l’aumento di canali legali e sicuri per l’ingresso in Europa. La politica di dividere tra chi può salvare e chi non può farlo, è strana e inaccettabile. È il diritto internazionale a indicare ciò che si può e deve fare e non il ministro di un singolo Paese”.
(da “Huffingtonpost”)
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