“MAMMA, HO PERSO IL LIBICO”: LA STORIA TRAGICOMICA DI UN MILITARE VENUTO AD ADDESTRARSI IN ITALIA E SPARITO NEL NULLA
VENTIQUATTRO GUARDACOSTE LIBICI HANNO PRESO PARTE A UN CORSO DI ADDESTRAMENTO A GAETA… AL MOMENTO DI PRENDERE L’AEREO PER TRIPOLI ERANO 23
Se vuoi capire davvero cosa sta succedendo in Libia, sviando le veline dei palazzi governativi di Roma e non essere narcotizzato dall’informazione mainstream, ci sono poche “porte” mediatiche a cui bussare.
Una di queste è quella di Sergio Scandura, da Radio Radicale racconta il “caos” libico collezionando scoop a ripetizione.
Sergio non ha verità ideologiche da dispensare nè padroni politici a cui dar conto. Non fa sconti a nessuno, perchè così fa un giornalista libero, indipendente, che scava e porta in superficie verità scomode.
Per questo, mi permetto di condividere con i lettori di Globalist, queste sue considerazioni.
“Se fosse un film si chiamerebbe Mamma Ho Perso Il Libico. Dal 19 dicembre risulta infatti irreperibile uno dei 24 guardacoste libici che ha preso parte al corso di addestramento appena concluso alla base navale della guardia di finanza, a Gaeta. Di questo ennesimo lotto di training libico in Italia, se fosse un altro film potrebbe essere Natale a Gaeta – ovviamente le autorità italiane non ne hanno dato notizia, come tradizione vuole il memorandum Italia-Libia che naviga nella più totale assenza di trasparenza. Ma i libici si sa, sono esibizionisti, e già dal primo dicembre, dalle loro pagine FB avevano pubblicato le fotostory, guastando la festa all’Italia che cerca sempre di non far conoscere questo di eventi al pubblico e tenendo questo tipo di cose come un Segreto di Stato. Il 19 dicembre, ultimo giorno del corso, i libici erano attesi alla base navale di Gaeta per il trasferimento all’aeroporto di Napoli per l’imbarco di ritorno a Tripoli. Peccato che la navetta che li ha prelevati dall’albergo, all’arrivo presso la base navale non si sia accorto che ne mancava uno all’appello. I libici son stati sistemati per la durata del training al Grand hotel Villa Irlanda, albergo a quattro stelle che gli stessi libici non hanno lasciato in perfette condizioni e serenità , diciamo, ove non fossero già bastate le passate devastazioni di aule didattiche e camerate della base della Marina di Taranto per i corsi degli anni passati, dove l’Italia fu costretta a dimezzare il numero dei corsisti Libici.
Questo Training ha riguardato una seconda guardia costiera Libica che prende il nome di GACS, General Administration For Coastal security: Questo GACS, a differenza della c.d. guardia costiera libica sotto le dipendenze del ministero della Difesa, è invece alle dipendenze del ministro dell’interno Fathi Bashaga.
Il GACS a differenza della c.d. Guardia Costiera Libica, è una sorta di sheriffato composto da milizie e miliziani spesso non molto raccomandabili e ha appena ricevuto le prime due motovedette, con un appalto dove sono stati gli stessi libici a sceglierne unilateralmente il Cantiere Navale Vittoria di Adria che le ha costruite con le risorse del memorandum Italia-Libia.
Il guardacoste che ha fatto perdere le sue tracce, secondo fonti interne libiche, appartiene alla tribù Wershfana – Fouad questo sarebbe il nome del miliziano – avrebbe anche una buona autonomia finanziaria personale.
Irreperibile e con status irregolare, è ancora ricercato dalla Digos della questura di Latina, ma c’è da immaginare che se ne stiano occupando anche quegli stessi apparati che il presidente del consiglio aveva ringraziato gli apparati italiani e i libici che contengono (“contengono” disse proprio così’) i migranti che cercano di fuggire dall’inferno della Libia.
Della vicenda, a parte i microfoni di Radio Radicale e un articolo sul quotidiano locale Latina Oggi a firma di Graziella Di Mambro, non vi è traccia alcuna.
Hai visto mai se possa occupare il resto della stampa Italiana, hai visto mai se possa occupare il parlamento con una attività ispettiva che ne chieda conto ai ministri competenti.
(da Globalist)
Leave a Reply