MORTO VALERIO ZANONE: FU MINISTRO E SINDACO DI TORINO
ESPONENTE STORICO DEL PARTITO LIBERALE, SI DEFINIVA “DEMOCRATICO, LAICO, EUROPEISTA, SOCIALE”
E’ morto stamattina, nella sua casa di Roma, Valerio Zanone, una delle figure di maggior spessore di quella che Mani Pulite archiviò come Prima Repubblica. Definizione che tende a inquinare con una connotazione deteriore il profilo di chiunque venga ad essa riportato. Invece è importante operare dei distinguo, soprattutto nel momento dell’ultimo ricordo.
Zanone non è stato un leader buono per tutte le stagioni, ma un intellettuale coerente con la sua visione dell’idea liberale: laicista, europeista, sociale.
Un liberaldemocratico della tradizione piemontese, Valerio Zanone, puro e anomalo, sin dalla contestazione iniziale di Malagodi a metà degli anni Sessanta. Contro la concezione elitaria del liberalismo.
Valerio Zanone, malato da più di un anno, avrebbe compiuto 80 anni il 22 gennaio. Torinese, per 10 anni è stato segretario del Partito Liberale, più volte ministro, sindaco di Torino dal 1990 al 1992 e parlamentare per sei legislature, presidente della Fondazione “Luigi Einaudi” di Roma per gli studi di economia e politica.
Dopo la fine del Pli, l’attività politica di Zanone è proseguita anche nel rivoluzionato panorama politico post Tangentopoli. Da presidente della Federazione dei Liberali ha preso parte alla fondazione dell’Ulivo di Romano Prodi. E’ stato nella Margherita con Francesco Rutelli, mai con il centrodestra. E all’idea liberale ha dedicato sempre il suo impegno politico.
I 50 anni di politica di Zanone hanno dunque attraversato la storia d’Italia durante la prima e la seconda Repubblica.
E’ consigliere regionale del Piemonte dal 1970, segretario del Partito liberale italiano dal 1976 al 1985, dopo Malagodi.
Sono gli anni della lotta al terrorismo, ma anche dell’alleanza dei liberali con i socialisti di Bettino Craxi, fissata nella storia della politica italiana con il sofferto referendum per l’abolizione della scala mobile, che svincola la dinamica degli stipendi dall’andamento dell’inflazione. Zanone è ministro tra il 1985 e il 1989 nei governi presieduti da Craxi (Ecologia, 1983-86, e Industria, 1986-87), De Mita e Goria (alla Difesa in entrambe le esperienze, 1987-89).
Nel 1986, da ministro dell’Ecologia, firma la legge istitutiva del ministero dell’Ambiente, una tra le prime in Europa.
Passato nello stesso anno al dicastero dell’Industria, organizza la Conferenza nazionale dell’energia sulla questione del nucleare, presieduta dall’ex governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi.
Da ministro della Difesa affronta la prima missione militare italiana nel Golfo Persico. Nel 1990 è eletto sindaco di Torino, incarico che lascia nel 1992 per tornare in Parlamento. Zanone è deputato dal 1976 per 18 anni e cinque legislature, fino al 1994. Nel 1992, Zanone ammette di aver aderito all’inizio degli anni Settanta a una loggia massonica, la “Augusta Taurinorum” di Torino.
Dopo le dimissioni dal Pli dà vita all’Unione Liberaldemocratica, vicino al centrosinistra, un piccolo movimento presente soprattutto in Piemonte. In vista delle elezioni politiche del 1994, con Berlusconi che scende in campo promettendo il suo “miracolo italiano”, Zanone si schiera con Mariotto Segni e il suo Patto di Rinascita Nazionale, detto poi Patto Segni, contestando la deriva berlusconiana di alcuni ex-liberali.
Dieci anni dopo, nel novembre 2004, si stacca dalla Federazione dei Liberali e aderisce alla Margherita, dando vita all’Associazione per la Democrazia Liberale, il cui obiettivo è di fermare la diaspora e compattare i liberali sparsi nei vari partiti del centrosinistra in modo da contribuire “con iniziative di segno schiettamente liberale al progetto dell’alternativa riformista”.
Così, dopo 12 anni fuori dall’impegno parlamentare ma non dalla politica, nel 2006 Zanone torna in Parlamento e vi resta per due anni, eletto al Senato nella lista della Margherita per la regione Lombardia, assumendo poi l’incarico di vice presidente della 4 ª Commissione permanente (Difesa).
Nel maggio del 2010 annuncia la sua adesione a Alleanza per l’Italia di Rutelli, tramite la promozione e costituzione del Comitato Liberale di Alleanza per l’Italia. Malgrado la malattia, dà fondo a ogni energia nell’ultima sua battaglia politica, insieme a Roberto Einaudi: evitare che la Fondazione Luigi Einaudi di Roma, fondata da Giovanni Malagodi nel 1962 e di cui è per anni presidente, finisca sotto il controllo di Silvio Berlusconi e di Forza Italia. Perchè “mai con la destra”.
Valerio Zanone voleva essere ricordato come “democratico, laico, europeista, sociale”. Ma per la sua lapide, al cimitero monumentale di Torino, ha scelto una parola: “Liberale”.
(da “La Repubblica”)
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