NAVALNY: “VERRA’ IL GIORNO IN CUI SAREMO NOI A GIUDICARLI, MA LO FAREMO IN MANIERA ONESTA”
CONDANNATO A 15 GIORNI DI CARCERE IL LEADER DELL’OPPOSIZIONE IN RUSSIA DOPO LE PROTESTE DI TUTTO IL MONDO LIBERO (QUINDI SERVI PADAGNI ESCLUSI)
“Verrà il giorno in cui saremo noi a giudicarli, ma quel giorno lo faremo in maniera onesta”.
Alexey Navalny, l’oppositore di Putin arrestato dopo le manifestazioni a Mosca contro la corruzione, scrive su Twitter dall’aula del tribunale regionale di Tverskoi, poco prima della condanna a 15 giorni di arresto amministrativo per non aver obbedito agli ordini della polizia dopo essere stato fermato.
Aspirante candidato alle presidenziali russe del 2018, in mattinata è stato condannato anche al pagamento di un’ammenda di 20mila rubli (330 euro).
Ma dopo i cortei di ieri, da Mosca alle regioni più remote, in Siberia, negli Urali e in Estremo Oriente, al Washington Post ha spiegato che “la nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità ”.
Oltre a lui sono stati fermati dalle forze dell’ordine 1.030 manifestanti, che il Cremlino continua ad attaccare parlando di “provocazioni”.
Essendo notorio a tutti, salvo che al servo Salvini, che manifestare contro il governo (che non concede mai autorizzazioni) in Russia è considerato un reato.
Dopo l’arresto di ieri del leader dell’opposizione, ha detto il suo portavoce Kira Yarmysh, la polizia ha fatto irruzione nell’ufficio della sua Fondazione anticorruzione di Mosca, sequestrando computer ed altro materiale.
“Di fronte all’esigenza della polizia che le sue azioni cessassero, Navalny ha tentato di resistere, usando braccia e gambe”, hanno dichiarato i giudici, ai quali il leader dell’opposizione ha detto: “Io rispetto sempre le richieste legali della polizia”.
E, respingendo le accuse, ha aggiunto: “Non riconosco la mia colpevolezza. La gente è scontenta della corruzione e per questo ha deciso di partecipare alla manifestazione pacifica”. Ha anche denunciato sul suo profilo Twitter che circa 20 dipendenti del suo Fondo contro la corruzione sono stati fermati.
Usa: “Affronto ai valori democratici”
Gli Usa, però, si schierano dalla parte dei manifestanti e “condannano fermamente gli arresti“, oltre a chiedere “al governo russo di rimettere” i fermati “subito in libertà ”.
Il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner sostiene che “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”.
Inoltre “i russi, come tutti, meritano di avere un governo che sostiene la libertà di pensiero, la trasparenza e un governo trasparente e responsabile, una uguaglianza di trattamento davanti alla legge e la possibilità di esercitare i loro diritti senza temere rappresaglie”, ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato, il cui segretario Rex Tillerson volerà a Mosca a breve, anche per preparare un eventuale incontro tra Putin e Trump.
Stessa presa di posizione per l’Unione Europea, che chiede alla Russia di “rilasciare senza ulteriori rinvii i dimostranti pacifici che sono stati arrestati”.
“Le operazioni della polizia nella Federazione russa — si legge in una nota del portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini — per tentare di disperdere le dimostrazioni e che hanno portato al fermo di centinaia di cittadini, tra cui il leader dell’opposizione Alexey Navalny, hanno impedito l’esercizio della fondamentale libertà di espressione, associazione e assemblea pacifica, che sono diritti fondamentali previsti dalla Costituzione russa”.
“Facciamo appello alle autorità russe — afferma il portavoce — perchè rispettino pienamente gli impegni internazionali che si sono assunti, tra cui quelli del Consiglio d’Europa e dell”Osce, e perchè rilascino senza indugio i manifestanti pacifici che sono stati arrestati”.
Dopo le manifestazioni anticorruzione di ieri, che si sono svolte non solo a Mosca e Pietroburgo ma in oltre 80 città e cittadine del Paese, anche nelle regioni più remote, in Siberia, negli Urali e nell’Estremo Oriente russo, “la nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità ”. E’ quanto ha rivendicato Alexei Navalny in una dichiarazione rilasciata, via Facebook, al Washington Post dall’aula di tribunale dove è comparso oggi dopo l’arresto di ieri durante la manifestazione a Mosca
“Le manifestazioni di ieri, soprattutto quelle che si sono svolte nelle regioni più remote, dove non si vedevano dagli anni ottante, prima di tutto mostrano come sia completamente artificiale il famoso 84% di popolarità ” di Vladimir Putin, ha detto il leader del movimento anticorruzione che lo scorso dicembre ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2018. “Se migliaia di persone partecipano a manifestazioni non autorizzate in queste regioni allora vuol dire che milioni le sostengono — ha aggiunto — questo conferma che le persone si faranno avanti per votare una persona con le mie posizioni”.
Secondo il Guardian, solo nella capitale sono scese in strada oltre 7mila persone per dire basta al governo del presidente Putin e del premier Medvedev, accusati di corruzione. A quest’ultimo in particolare la gente contesta un presunto ‘impero segreto’ di proprietà — in patria e all’estero — del valore di un miliardo di dollari, mentre una larga fetta della popolazione fatica ad arrivare a fine mese.
Uno scandalo emerso grazie a un’inchiesta giornalistica. Centinaia gli arresti ieri, 600 nella sola Mosca, dopo che Navalny ha incoraggiato oltre 100 città a far sentire la propria voce.
(da “La Repubblica“)
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