NELLA CORSA PER LE EUROPEE I PARTITI FATICANO A TROVARE I NOMI DI RICHIAMO DA METTERE IN LISTA
C’È IL PROBLEMA DEI COSTI: LA CAMPAGNA ELETTORALE SU UNA GRANDE CIRCOSCRIZIONE COSTA ALMENO 100MILA EURO A TESTA … SCHLEIN CORTEGGIA SAVIANO, PIOVANI E LA “PREZZEMOLINA” CHIARA VALERIO … NELLA LEGA L’IPOTESI VANNACCI RISCHIA DI FARE IL VUOTO INTORNO A SÉ. E IN FDI ARIANNA MELONI DEVE TROVARE FACCE CREDIBILI
Attenzione, attenzione: cercasi candidati disperatamente. I partiti, in vista delle europee, hanno il problema di trovare le persone giuste da mettere in lista. Non che non facciano gola, a chiunque, i 30mila euro che si guadagneranno una volta arrivati in Europa ma a quel paradiso in terra bisogna appunto arrivarci
Come dice l’eurodeputato leghista Antonio Maria Rinaldi, ma anche chi non è un economista come lui lo sa bene, «ci vogliono molti soldi per condurre la campagna elettorale in circoscrizioni che sono grandissime». E ancora: chi si arrischia per esempio nel Pd, dove tanti super big di partito devono avere il posto assicurato (vedi i governatori come Bonaccini o Emiliano), a mettere a repentaglio la propria carriera solo perché Schlein ha bisogno di nomi di richiamo?
L’altra sera, per esempio, vedendola entrare al concerto di Nicola Piovani al Parco della Musica, alcuni presenti si chiedevano più o meno ironicamente: «Elly è venuta qui per offrire la candidatura al pianista?». Magari no, ma lo scrittore Roberto Saviano è oggetto di pressing dem a cui tenta di sottrarsi. Idem Chiara Valerio, la matematica che vuole «un Pd modello aglio e olio» (sempre che significhi qualcosa) e il prezzemolo sarebbe lei, anzi la prezzemolina visto che è dappertutto nei ritrovi politicamente corretti e il cameo nell’ultimo film di Nanni Moretti sembra valere più di un triplo mandato a Strasburgo.
E che dire della Lega? L’ipotesi molto concreta della candidatura Vannacci rischia di fare il vuoto. Già sarà impossibile per il Carroccio ripetere l’exploit di 5 anni fa in cui elesse 29 deputati (meno della metà se ne prevedono stavolta). In più se tra i pochi posti previsti quello per Vannacci nella circoscrizione Centro è arci-sicuro (oltretutto ha i soldi per la campagna elettorale avendo guadagnato quasi un milione di euro con il suo libro), ed è certo anche quello al Sud per il ricchissimo e votatissimo imprenditore Aldo Patriciello in arrivo da Forza Italia, per gli altri leghisti è da folli smaniare per competere con questi due colossi.
Di fatto, da destra a sinistra, i partiti stanno per far partire i casting per i candidati ma manca la gente da visionare. E non solo perché non è da tutti avere oltre 100mila euro da spendere di tasca propria per condurre la lunga campagna elettorale (la legge dice che il tetto è 52mila euro a candidato ma poi sono consentite spese aggiuntive a seconda del numeri degli abitanti della circoscrizione in cui si corre).
In Forza Italia, per esempio, si è creata questa situazione. Con comunicato ad hoc diramato ieri, il vertice del partito ha giustamente stabilito che soltanto chi risana il proprio debito, ossia versa nella casse azzurre i contributi obbligatori che finora tanti non hanno pagato, verrà messo in lista per il 9 giugno.
Di fronte a questo, possono esserci ragionamenti del tipo: quanto mi conviene saldare il debito, avere un posto in lista, pagare la campagna, e poi magari venire bocciato nelle urne? Occhio poi a Letizia Moratti che, per varie ragioni, assicura da neo-big forzista: «Io nella partita delle Europee non mi ci butto affatto».
Quanto a FdI, il problema è che dagli attuali 4 eurodeputati potrebbe passare ad averne 25 e nel quale però le prime e seconde file sono già entrate nel Parlamento italiano, nel governo e nel sottogoverno e nelle aziende partecipate.
«Gli arruolabili sono pochi – dicono a via della Scrofa, il quartier generale meloniano – ma ci sforzeremo di trovare i migliori». Arianna come talent scout darà il meglio di sé. Ma sarà una fatica, condivisa con gli avversari.
M5S ha (quasi) ingaggiato Tridico, ex presidente grillino dell’Inps, solo dietro assicurazione che il movimento si farà carico di molte spese per la propaganda.
Luca Zaia punta al terzo mandato in Veneto, o a fare il sindaco di Venezia, e per ora non pensa a Strasburgo dove lo vorrebbe mandare Salvini. Nel Pd due colossi come Gentiloni e Bersani stanno rifiutando l’ingaggio.
(da agenzie)
Leave a Reply