“NON CI SONO SEDIE, PORTATELE DA CASA”: LO SFASCIO DELLA SCUOLA ITALIANA
L’APPELLO E’ DI UNA PRESIDE DI UN ISTITUTO PROFESSIONALE DI MILANO, NON DI UN PAESE DEL TERZO MONDO… LA GELMINI PENSA A TAGLIARE GLI INSEGNANTI, LE ISTITUZIONI LOCALI ANCHE LE SEDIE: E’ LA NUOVA RIFORMA DELLA SCUOLA
Basta con il limitarsi a portare solo libri ed astucci, la scuola italiana è innovativa e proiettata a livelli europei, come ripete il disco rotto di casa Gelmini.
Infatti ora gli studenti dovranno portarsi a scuola anche la sedia: succede non in una città del terzo mondo o in qualche sperduto istituto del meridione, ma nella civile e padana Milano, istituto professionale Bertarelli.
Da qui la preside ha lanciato l’appello agli studenti: “In questa scuola mancano almeno 100 sedie, chi ne avesse una in più a casa è pregato di portarla con sè alla riapertura delle lezioni”.
L’appello forse stupirà gli iscritti al primo anno e le loro famiglie, non certo gli studenti veterani che già conoscono la situazione della loro scuola in pieno centro milanese.
Per tutto l’anno la preside ha scritto alla Provincia per denunciare la “cronica mancanza si arredi scolastici”, senza alcun esito.
L’istituto conta 750 studenti che fino ad oggi hanno sopperito al problema con operazioni degne delle “grandi manovre” militari, tipiche delle commedia all’italiana degli anni ’70.
Si è assistito a spostamenti di “sedie volanti” da un’aula ad un’altra, a seconda di quelle disponibili e delle ore di lezione, a “furti” delle sedie di studenti assenti finite nell’aula vicina, spesso insieme al relativo banco, visto che anche quelli scarseggiano.
Basti pensare che la prima e unica fornitura di arredi risale al 1965, anno di inaugurazione della scuola: in 45 anni molte sedie sono andate rotte e il numero degli studenti è pure aumentato, ma il problema pare non interessi a nessuno.
La preside ha dato fondo alle casse della scuola e ha acquistato tre mesi fa,, in un grande magazzino, 100 sedie pieghevoli per 5 euro l’una, ma ne mancano ancora altrettante.
Una studentessa ha detto che “è meglio portarsi la propria sedia da casa una volta per tutte, piuttosto che dovermi sedere sul banco, come succede spesso” e ha concluso che “è scandaloso che le istituzioni non facciano il proprio dovere”.
Va rimarcato che la preside aveva anche sollecitato la Provincia a tinteggiare le pareti che erano in uno stato pietoso: alla fine ha dovuto comprare le vernici e i bidelli si sono offerti di dipingere loro aule e corridoi.
E qualcuno poi si meraviglia ancora che la scuola italiana sia stata bocciata dall’Ocse?
Per la scuola in Italia si spende il 4,5% del Pil, contro una media europea del 5,7%, persino l’Estonia spende più di noi.
Ma l’importante è tagliare: tagliare insegnanti, tagliare stipendi, tagliare strutture, tagliare attività didattiche, tagliare le ore per i disabili.
Ora finalmente è arrivata la svolta innovativa.
Hanno iniziato a tagliare anche le sedie.
Leave a Reply