UN’INUTILE GITA AL COLLE PER GRIDARE AL COMPLOTTO
IL PARERE DI LORENZO CUOCOLO, DOCENTE DI DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA BOCCONI DI MILANO, SULLA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DA PARTE DEL PDL
Ritenendo di fare cosa utile, pubblichiamo l’intervento del prof. Lorenzo Cuocolo, uno dei più qualificati costituzionalisti italiani, in merito alla pretestuosa richiesta, avanzata dal Pdl, di dimissioni del Presidente della Camera, Gianfranco Fini (tratto dal “Secolo XIX”)
Salire al Quirinale per chiedere al Capo dello Stato la testa di Gianfranco Fini, presidente della Camera, è un colpo di teatro legittimo, oppure l’annuncio di Berlusconi e Bossi stride con i principi della Costituzione?
La risposta è articolata: è vero infatti che il Presidente della Repubblica ha un ruolo di garanzia, ma è anche vero che il sistema è incardinato sul principio della separazioni dei poteri e su una prudente disciplina delle interferenze che possono manifestarsi tra i diversi organi istituzionali.
In questa prospettiva assume rilievo essenziale il principio di autonomia parlamentare, in base al quale ogni Camera sceglie il proprio presidente. L’autonomia è talmente marcata che neppure la Costituzione contiene una disciplina dettagliata di come debba eleggersi il presidente:l a scelta è rimessa al regolamento interno che prevede maggioranze qualificate, nell’intento di eleggere un presidente di garanzia che goda di un appoggio trasversale.
Non è un caso che che non si prevedono procedura di revoca: il presidente non ha un ruolo di parte e non deve essere esposto al possibile ricatto delle forze poitiche.
In caso di esplicita rchiesta a Napolitano di intervenire per ottenere le dimissioni di Fini è ragionevole ritenere che Napoitano declinerebbe qualunque competenza in materia e la gita al Colle si chiuderebbe con un nulla di fatto.
L’idea di tirare Napolitano nela mischia può però produre effetti perversi.
Di fronte a un suo rifiuto, la la maggioranza avrebbe buon gioco a fare fuoco sul Presidente della repubblica, rispolverado la tesi del complotto per impedire a Berlusconi di governare.
Successivamente l’atteggiamento di Napolitano potrebbe essere strumentalmente utilizzato per invocare elezioni anticipate, evitando i tentativi di formare un governo alternativo.
La salita al Quirinale sarebbe un disperato tentativo di appannare in un colpo l’immagine del Presidente della Repubblica e di quello della Camera.
Domanda: il presidente della Camera può essere anche un leader di partito? Il Presidente deve essere indipendente “nell’esercizio delle proprie funzioni”: non sarebbe ammissibile che piegasse le norme del regolamento per favorire il proprio gruppo politico.
Altra cosa è la provenienza elettorale.
Prima della riforma elettorale del 1993, i presidenti dei due rami del Parlamento venivano scelti in base a larghe intese tra maggioranza e opposizione.
Con la riforma maggioritaria del 1993, la coalizione vincitrice ha sempre scelto autonomamente i presidenti delle due Camere: proprio Berlusconi, con le elezioni di Irene Pivetti e Carlo Scognamiglio, inaugurò la stagione dei presidenti di parte.
Fra questi si pensi a Casini e a Bertinotti.
L’anomalia dunque non è senza precedenti
Lorenzo Cuocolo
professore di diritto costituzionale all’Università Bocconi di MIlano
(da il Secolo XIX)
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