POLITICA SENZA SOLDI: C’ERA UNA VOLTA LA “CASA” DEL PARTITO
DA PIAZZA DEL GESU’ A BOTTEGHE OSCURE, DA PIAZZA IN LUCINA A VIA BELLERIO: TUTTO FINITO
Il nome di Forza Italia sarà comunque per sempre legato a un altro indirizzo, via dell’Umiltà 36, sede degli anni d’oro. Cinque piani più magazzini nel sotterraneo.
Il partito azzurro vi si trasferì nel ’98 (da un altro civico nella stessa via), Scajola coordinatore.
Il palazzo sprizzava berlusconismo perfino nella sala d’aspetto, dove c’era una vetrinetta con tutti i gadget.
Nel 2005, in pieno slancio cristianodemocratico, Berlusconi volle commemorare con una targa quel luogo, dove pare che nel 1918 Don Luigi Sturzo concepì il Manifesto ai Liberi e Forti.
Quel palazzone dietro Fontana di Trevi è tappa irrinunciabile per un ideale tour nei luoghi della politica sepolta.
Che non può non toccare via del Corso 476. Oggi vi campeggia il logo Nike, che ha aperto uno store.
Fino ai primissimi anni ’90, invece, si affacciava dai muri un altro brand – perchè lo era in popolarità e attrattiva – quello del garofano.
Lì c’era il cuore pulsante del Psi di Craxi, e quelle stanze furono espressione accesa della rivoluzione anche estetica da lui impressa. Specchi, ascensori «parlanti», icone di partito sotto plexiglas.
Lo studio di Craxi all’ultimo piano. Tutto edonisticamente figlio degli anni ’80 della Milano da bere e della Roma conquistata.
Poi arrivò Tangentopoli e spazzò via tutto, financo il progetto di fare in quel luogo l’appoggio romano del leader, al posto dell’abituale hotel Raphael.
E arrivò, per i pontentissimi socialisti, lo sfratto da parte dell’Inps.
Oggi in parte di quelle stanze c’è l’Aran.
Altro polo del tour è Piazza del Gesù, a Palazzo Cenci Bolognetti dove fino al ’94 ebbe la sede la Dc.
Poi, quelle stanze furono oggetto di guerre giudiziarie ed economiche tra i cespugli generati dalla deflagrazione. Piano piano, uno dopo l’altro trovarono altre sistemazioni. Tuttavia si hanno notizie di una trattativa, a fine 2014, di Angelo Sandri, leader di uno dei tanti revival Dc, con la fondazione Cenci Bolognetti per riconquistare la posizione.
Leggenda vuole che a Piazza del Gesù si scontrino il Vento e il Diavolo. Difficile capire chi abbia vinto, con la fine della Dc.
L’altro «polo» della prima Repubblica è a via delle Botteghe Oscure, numero 4. Stanze dove, come in ogni epopea politica, si intrecciarono leggenda e realtà .
L’amore tra Togliatti e la Iotti; Berlinguer, che, curvo, scriveva i discorsi solitario, tra libri e sigarette. Rubli moscoviti e nostrane valigie piene di milioni.
Compromesso storico e questione morale. Finì tutto ai tempi del Pds.
Oggi c’è una sede dell’Associazione Bancaria Italiana.
Perchè, alla fine, la nemesi vince sempre.
Pietro De Leo
(da “il Tempo”)
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