RASAL, L’AMBULANTE CHE HA RESTITUITO 2.000 EURO: “NON VOGLIO NESSUNA RICOMPENSA, I MIEI GENITORI MI HANNO INSEGNATO A ESSERE ONESTO”
IL GIOVANE 23ENNE, ORIGINARIO DEL BANGLADESH, TROVA UN PORTAFOGLIO E LO RICONSEGNA AI CARABINIERI: “IL PROPRIETARIO HA INSISTITO PER DARMI UNA RICOMPENSA MA HO RIFIUTATO, NE VA DELLA MIA DIGNITA’, HO FATTO SOLO IL MIO DOVERE”
“Non ho dovuto neanche pensarci, quei soldi non erano miei ecco perchè li ho restituiti”. Mentre parla è imbarazzato Mossan Rasal, 23 anni appena compiuti e originario del Bangladesh.
Da due anni gestisce una bancarella di pelletteria tra via Nazionale e via Torino, in pieno centro nella capitale, proprio dove ieri mattina ha trovato un portafoglio con 2mila euro. Il giovane, senza esitare, lo ha consegnato ai carabinieri alla vicina stazione Macao che hanno rintracciato il proprietario
Mossan, quando ha aperto il portafogli e ha visto la mazzetta di banconote, come ha reagito?
“La prima cosa che ho fatto è stato accertarmi dei documenti. Ho capito subito che, per chi lo aveva perso, doveva essere davvero un bel problema. All’interno c’erano le carte di credito, la patente di guida e i documenti di identità . Tutto insomma. Poi certo, ho visto che era pieno di soldi. Non sapevo quale cifra perchè non li ho contati, mi sono limitato a portare tutto alla stazione dei carabinieri”.
Cosa le hanno domandato i militari
“Mi hanno chiesto dove lo avevo trovato e quindi ho riferito tutto. Non parlo molto bene l’italiano ancora ma mi sono fatto capire. Quando hanno visto la mazzetta di soldi erano sorpresi quanto me e solo a quel punto ho saputo che si trattava di 2mila euro. Sono stati i primi a ringraziarmi ma, per come sono stato educato, ho fatto solo il mio dovere. Lavoro e anche se quei soldi li ho trovati per caso, non erano miei”.
È stato comunque un bel gesto…
“L’ho ripetuto anche ai carabinieri, non credo di aver fatto nulla di eccezionale. Ho solo pensato a chi li aveva persi. Si è trattato di essere onesti, come la mia famiglia mi ha educato a essere. Sono arrivato a Roma 7 anni fa. I miei genitori hanno investito i loro risparmi per il trasferimento dal Bangladesh. I primi tempi in questa città sono stati difficili ma da circa due anni gestisco la bancarella di via Nazionale. Guadagno alla giornata e lavoro duramente. Non ho mai visto tanti soldi tutti insieme, ma non erano miei. Non li avevo guadagnati ed era giusto restituirli”.
Poi ha incontrato il “proprietario” del portafogli, come è andato il vostro colloquio?
“Poche ore dopo essere stato al comando, i carabinieri mi hanno chiamato e mi hanno informato che quell’uomo, un imprenditore, mi voleva incontrare. Inizialmente non volevo andare perchè non volevo tutta questa attenzione. Poi alla fine, mi sono convinto. Ora capisco di aver fatto bene a incontrarlo, era sinceramente felice di conoscermi e di potermi ringraziare di persona. Ma pure a lui ho spiegato che non era necessario perchè non ho fatto davvero nulla di eccezionale. Avrebbe voluto darmi una ricompensa, dei soldi. Però non ho voluto”.
Perchè ha rifiutato?
“Perchè non sarebbe stato dignitoso. Piuttosto l’ho invitato a visitare la mia bancarella, sarei felice se diventasse un mio cliente, questo sì. Ma non ho voluto dei soldi per avergli restituito il suo portafogli caduto proprio vicino al mio banchetto. Si è trattato di una pura casualità e non sarebbe stato giusto essere pagato per questo. Ci siamo stretti le mani, ci siamo conosciuti e abbiamo parlato a lungo. Si è dimostrato molto disponibile e questo per me è sufficiente. Spero però di poter essere un esempio per qualcuno e che la mia storia aiuti a riflettere”.
(da agenzie)
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