RIVOLUZIONARI PADAGNI: CALDEROLI RITIRA 500.000 EMENDAMENTI DOPO CHE IL PD HA NEGATO L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO DI LUI
CHE FARSA: L’OSTRUZIONISMO NON ERA CONTRO LA RIFORMA DEL SENATO, MA SOLO PER SALVARSI DAL PROCESSO
Dopo che il Senato ha negato, con il voto determinante del Pd, l’autorizzazione a procedere contro di lui per il reato di istigazione all’odio razziale per aver diffamato l’ex ministro Cecile Kyenge, ecco che spunta l’ipotesi, a palazzo Madama, che possa essere ritirata gran parte della mole di emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali, soprattutto dalla Lega Nord, sulle riforme.
A condizione, giusto per salvare la faccia, che si discuta in quella sede del ddl Costituzionale, prima di portarlo all’esame dell’assemblea.
Passaggio che invece la maggioranza vorrebbe evitare andando direttamente in aula.
Il senatore della Lega, sarebbe orientato a mantenere solo le proposte di modifica di merito, come quelle che riguardano le funzioni del nuovo Senato. E del Titolo V.
Non solo la Lega Nord sarebbe pronta a ritirare gli emendamenti.
Il senatore Pd, Francesco Russo, membro della commissione affari costituzionali del Senato, scrive su twitter che “anche Forza Italia con Bernini dichiara la disponibilità a ritirare gran parte di emendamenti”.
Nel frattempo, “Calderoli chiede la riunione di un comitato ristretto per eventuali punti di convergenza”.
“Il ritiro degli emendamenti è solo una manovra politica, come lo è stata la presentazione: manovra prima, manovra ora”. Così il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, ha commentato l’annuncio del ritiro degli emendamenti alle riforme da parte delle opposizioni.
Sulla questione è intervenuta anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: “Il governo sull’organizzazione dei lavori in Commissione non può dire nulla. Certo è che anche dopo il ritiro degli emendamenti (da parte delle opposizioni, ndr) ne rimangono tremila. Attendiamo ora le decisioni della capigruppo”.
Il gioco delle parti si avvia alla conclusione: il Pd ha salvato Calderoli e il centrodestra contraccambia il favore: della riforma del Senato non frega nulla a nessuno.
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