SCANDALO FIRME FALSE: RACCOLTE DAL PDL E POI CLONATE PER GLI ALLEATI
SI ALLARGA A GENOVA LA VICENDA FIRME TAROCCATE: CITTADINI CHE AVEVANO FIRMATO LA LISTA DEL PDL SE LA SONO VISTA IN CALCE A QUELLA DEL NUOVO PSI… LA CLONAZIONE AVVENIVA PER FAVORIRE LISTE COLLEGATE IN DIFFICOLTA’ NELLA RACCOLTA FIRME… POSIZIONE DELICATA PER POLITICI DEL PDL CHE LE HANNO AUTENTICATE
Molte firme registrate regolarmente in calce alla lista del Pdl a Genova sono state clonate e riprodotte per favorire la presentazione di altre liste alleate della coalizione.
Non solo quindi firme sospette, come era già emerso nei primi giorni di indagine della Procura, ma veri e propri “furti di identità “, con elettori che avevano posto la firma di adesione alla lista del Pdl e ora se la sono trovata nell’elenco di altri partiti, a loro insaputa.
Il quotidiano ligure “il Secolo XIX” ha interpellato alcune di queste persone che sono cascate dalle nuvole, mentre la segreteria locale del partito sostiene di non saperne nulla.
Ma esistono alcuni dati certi: in primo luogo interi fogli, con 20 certificazioni ciascuno, riportano firme diverse, ma tracciate dalla stessa grafia.
In secondo luogo i fogli sono intestati al Nuovo Psi, alleato del centrodestra e autenticati da un consigliere provinciale del Pdl, Antonio Vaccarezza.
Tra le persone contattate dal quotidiano per una verifica, alcuni sostengono di non aver firmato nulla, altri di aver dato la propria adesione al Pdl e non al Nuovo Psi.
Procede contestualmente l’indagine circa le dichiarazioni di Andrea Pescino che ha affermato di aver venduto per 20.000 euro circa 7.000 firme a entrambi gli schieramenti.
L’ipotesi che circola negli ambienti giudiziari è che altre liste minori potrebbero aver usufruito della clonazione della identità dei sottoscrittori e che siamo di fronte a molte liste elettorali che ad una attenta verifica non avrebbero probabilmente i requisiti per partecipare alle elezioni.
Anche perchè di banchetti raccolta firme in giro quest’anno se ne sono viste ben pochi e risulta strano che siano così tanti i partiti che hanno raggiunto la quota di firme necessarie per la presentazione.
Vige una certa prassi, confermata da diversi esponenti politici: copiare elenchi di simpatizzanti senza neanche interpellarli (nella migliore delle ipotesi), utilizzare elenchi di raccolta firme conservati in archivio e utilizzati per l’occasione (ipotesi mediana) o addirittura ususfruire di elenchi a caso.
Nella speranza che nessun controllo venga effettuato sulla volontà del cittadino.
Ma se si apre una falla, si rischia di trovarsi di fronte un fiume in piena.
E chi si presta ad autenticare tali firme è come un detenuto in libertà vigilata, incombe sempre su di lui la mannaia di un ‘inchiesta giudiziaria.
E già si parla di avvisi di garanzia in partenza.
Clonare i propri elenchi per girarli a partiti amici è una prassi diffusa, ma non certo regolare e chi la attua compie un illecito.
Anche perchè permette la presentazione di liste (talvolta di disturbo) che finiscono per alterare la competizione.
Ma evidentemente i partiti sperano sempre in qualche deroga o amnistia e continuano a perseverare in tale prassi.
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