SCHEDATURA DEGLI SCIENZIATI IN BASE ALLE IDEE POLITICHE: CHIESTE LE DIMISSIONI DELLA MINISTRA GRILLO
“IN NESSUN PAESE SI EPURANO STUDIOSI ED ESPERTI, DOSSIERAGGIO DA DITTATURA”: OPPOSIZIONI SCATENATE DOPO LA PUBBLICAZIONE DELLA LISTA DI PROSCRIZIONE… FATTORI (M5S) CONTRO LA MINISTRA: “NON ESISTE PAESE AL MONDO DOVE GLI SCIENZIATI SONO VALUTATI IN BASE ALLE IDEE POLITICHE
Corrado Zunino su Repubblica racconta oggi una storia che riguarda la ministra della Salute Giulia Grillo e l’allontanamento dei 30 membri del Consiglio superiore di Sanità , organismo di primo livello scientifico che annovera scienziati di chiara fama come il farmacologo Silvio Garattini, il genetista Bruno Dallapiccola, l’endocrinologo Andrea Lenzi.
La decisione, si viene a sapere oggi, è stata preceduta da un’attività di dossieraggio interna al ministero che doveva servire a indicare gli scienziati più “compromessi” con la politica per allontanarli; poi, siccome non si potevano allontanare soltanto alcuni, la ministra Grillo ha cacciato i trenta.
Il documento è stato richiesto dalla ministra, spiegano a Repubblica due fonti dei Cinque Stelle, direttamente alla capogruppo della commissione Sanità alla Camera, Celeste D’Arrando, diploma di tecnico di laboratorio, tre anni da badante e poi formatrice di venditori di assicurazioni ai call center.
Il testo è stato quindi diffuso, a scioglimento avvenuto, in una chat riservata dei membri pentastellati delle commissioni Affari sociali e Sanità (Camera e Senato).
Il documento, una parziale e raffazzonata inchiesta sui membri del Css, è stato ispirato da fonti aperte (Positanonews, per dire) e ha messo nel mirino sei membri su trenta. Primo bersaglio è stato il vicepresidente del Consiglio superiore, Adelfio Elio Cardinale, professore di Radiologia all’Università di Palermo. Colpevole, sottolinea il testo, di essere sposato «con Magistrato Palma». S’intende Anna Maria Palma, già procuratore a Palermo e Caltanissetta, «precedentemente direttrice dell’Ufficio di gabinetto dell’ex ministro Schifani».
Del professor Francesco Bove, docente di Anatomia Umana alla Sapienza di Roma, la enquiry mette in evidenza come sia iscritto all’Ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti: ne viene offerto il numero di tessera segnalando che scrive per Repubblica.
Il professor Bove è stato, piuttosto, un collaboratore di Paese Sera, L’Unità e del Secolo XIX. Negli Anni Settanta.
Ancora, il professor Placido Bramanti, ordinario di Scienze mediche applicate all’Università di Messina, «è stato candidato alle amministrative in Sicilia».
Si legge nel documento: «Inizialmente presentatosi come indipendente apartitico, ha poi rivelato l’appoggio pieno del centrodestra». Rivelato, sì.
C’è un capitoletto riservato al professor Antonio Colombo, luminare della Cardiologia che ha lavorato negli ospedali di Stamford e della Columbia University. «Nessun attivismo politico», s’affretta a spiegare l’indagine, ma il professore di Medicina e Chirurgia ha il torto «di essere uno dei medici che ha operato Berlusconi».
L’epurazione, comunque, alla fine riguarderà tutti e trenta i nominati dal ministro della Salute. Giulia Grillo avrebbe preferito allontanare solo i sei membri con pedigree politico, ma il regolamento non lo ha consentito.
Quei trenta membri – di cui cinque erano stati individuati come vicini al vecchio sistema di centrodestra, uno (erroneamente) era stato schedato come “collaboratore di Repubblica” – lo scorso 3 gennaio sono stati mandati tutti a casa dalla ministra della Salute, Giulia Grillo, che ha sciolto il Consiglio presieduto dalla professoressa Roberta Siliquini scrivendo: “Siamo il governo del cambiamento, ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli”.
Con un testo postato su “Facebook” all’una del pomeriggio, la ministra Giulia Grillo ha cercato di spiegare: “Quel testo non è un dossier, ma costituisce un appunto del tutto informale che ho chiesto in chat ai miei colleghi parlamentari dopo aver sciolto la commissione. Perchè l’ho fatto? Semplicemente nel corso di normali interlocuzioni, ho chiesto ai colleghi se avevano notizie di attività politica da parte degli ormai ex membri.
Alcuni lettori del post commentano in presa diretta: “Ministra, ha pubblicato il documento che avvalora in pieno l’articolo di Repubblica”.
Il Pd sta valutando una mozione di sfiducia nei confronti della ministra e oggi 35 senatori del Pd, a partire dalla vicepresidente Simona Malpezzi, hanno firmato un’interrogazione urgente in cui chiedono se “gli esiti dell’indagine sul Consiglio superiore della Sanità abbiano influenzato la scelta di rimuovere i suoi componenti due anni prima della naturale scadenza”.
La deputata Pd Raffaella Paita chiede apertamente le dimissioni della Grillo: “Ormai siamo alle liste di proscrizione. La schedatura politica degli scienziati membri del Consiglio superiore di Sanità , voluta dalla ministra Giulia Grillo, è un affronto intollerabile al nostro sistema e ai nostri valori democratici. La sua iniziativa non è compatibile con il ruolo che ricopre”.
Chiede le dimissioni anche il senatore di Forza Italia Francesco Giro: “Questa è un’operazione di dossieraggio fascista per procedere all’epurazione politica di almeno sei scienziati di chiarissima fama. La ministra da oggi è incompatibile con il suo ruolo di guida amministrativa e politica di un settore così delicato e complesso come quello della sanità pubblica”.
Critiche si alzano anche all’interno dei Cinque Stelle.
La senatrice Elena Fattori, membro della Commissione Sanità , dice: “Non esiste Paese al mondo dove uno scienziato venga valutato per le sue opinioni politiche. In Italia purtroppo succede da decenni e se non sei affiliato a qualcuno difficilmente riesci a fare carriera in un ente pubblico. La soluzione, però, non è “ora epuriamo quelli della vecchia politica e facciamone entrare dei nuovi a noi fedeli”. La soluzione è molto semplice: valutiamo le competenze e prendiamo i migliori. Nella scienza è più semplice perchè esistono indici di qualità usati in tutto il mondo. Schedare per il passato politico francamente non l’ho visto da nessuna parte e riesco solo a immaginare conseguenze nefaste”.
(da agenzie)
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