SI UBRIACA UN MILIONE E MEZZO DI GIOVANI: 6 SU 10 SOLO PER STORDIRSI
IL PRIMO CONTATTO CON L’ALCOL GIA’ A 12 ANNI… NON SI BEVE PER IL GUSTO, MA PER UBRIACARSI… DIMENTICATA LA BIRRA, SI PUNTA SU SUPERALCOLICI PRESI SPESSO A STOMACO VUOTO… IL SABATO SERA UNA MEDIA DI 5 BICCHIERI A TESTA PER SBALLARE
Binge drinking lo chiamano: bere per ubriacarsi, non per il gusto. Sempre di più, sempre più spesso, sta diventando un’emergenza internazionale, dai paesi del Nord Europa al Mediterraneo, cambiano consumi e costumi.
Sono otto milioni e mezzo gli adulti e un milione e mezzo i giovani italiani a rischio alcol: perchè ormai 6 ragazzi su 10 bevono con l’unico obiettivo di stordirsi.
In Italia il primo contatto con l’alcol avviene già a 12 anni, l’età più precoce di tutta Europa, la cui media è di 14,6 anni.
E, secondo Advisory Council of Drugs, il 50% dei quindicenni inglesi si ubriaca una volta alla settimana, in Francia 8 giovani su 10, tra i 15 e i 17 anni, sperimentano il “binge drinking” il sabato sera, mentre in Russia l’alcol, secondo il governo, provoca più morti della guerra in Afghanistan. Bevitori sempre più giovani in Italia, terra del vino, ma dove si beve sempre meno a vantaggio di superalcolici a stomaco vuoto, magari mascherati nelle bibite ai sapori di frutta che non fanno sentire rhum, vodka o gin, in aperitivi che durano fino a notte, fino al rischio di ritrovarsi in coma etilico.
Sono un milione e mezzo, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sull’alcol, i ragazzi tra gli 11 e i 24 anni che hanno uno stile di consumo dannoso.
Beve, infatti, per ubriacarsi il 64,8% dei ragazzi e il 34% delle ragazze.
Fra questi i minorenni ( fra gli 11 e i 18 anni) sono sempre di più (42% dei ragazzi e 21% delle ragazze).
E tra i teenager tra i 14 e i 17 anni, negli ultimi dieci anni è cambiato il modo di bere in maniera più netta rispetto agli adulti.
Dimezzato il consumo quotidiano, passato da 6,3% al 3,9%, è cresciuto quello occasionale dal 39,8% al 43,3%, soprattutto fuori pasto ( dal 15,2% al 22,7%).
Dimenticata la birra, che cala dal 14,3 all’8,4%, sono più che raddoppiate le bevute a base di aperitivi e superalcolici che passano dal 2,9 al 7,1%.
Basti pensare alla media di cosa consumano i giovani sotto i 18 anni il sabato sera: 4,5 bicchieri a testa i ragazzi e 6 bicchieri a testa le ragazze.
E ci si fa l’idea di quanto il fenomeno stia diventando una vera e propria emergenza sociale e sanitaria.
Spesso bevono per sentirsi all’altezza del gruppo, per spirito di emulazione, per darsi importanza. Secondo molti psichiatri “proibire” non serve a nulla, la “paura” genera l’effetto contrario, perchè il giovane ama rompere le regole, la proibizione attira.
Le famiglie non svolgono spesso alcun ruolo nel contenere il fenomeno, sulla base di una concezione educativa che non premia nè il dialogo, nè la responsabilizzazione dei figli.
Salvo poi lamentarsi quando il figlio si è cacciato nei guai.
E una grossa responsabilità ce l’ha uno Stato che di etico ormai ha ben poco, incapace di trasmettere valori e modelli adolescenziali che non siano la ricerca del successo, del facile guadagno e il rincoglionimento dei giovani.
Droga o altro poco importa, purchè non rompano le palle ai “grandi”, che siano in famiglia o i “Grandi della terra”.
La regola è sollazzarsi, cazzeggiare o sballare di testa.
Ragionare mai, costa fatica.
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