“SILVIO, TI FAI COMANDARE DA TRE RAGAZZINE”: E VERDINI SE NE VA
“VAI PURE, FINIRAI MALE COME GLI ALTRI”
Finisce come annunciato: una scissione e fiumi di muti rancori.
Tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini l’addio è gelido, perchè si conoscono da decenni e hanno attraversato assieme terreni troppo minati per sollevare polveroni pubblici.
Nel chiuso di Palazzo Grazioli — di fronte a Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Nicolò Ghedini — trovano però sfogo le accuse di sempre.
«Io continuo a volerti bene, presidente. Ma lascio — sibila l’ex coordinatore, secondo quanto riferiscono — perchè non posso prendere ordini da tre ragazzine ».
Pensa al cerchio magico fondato da Maria Rosaria Rossi, Debora Bergamini e Francesca Pascale.
«Con Renzi non hai futuro, non conterai più nulla e sarai irrilevante», prevede l’anziano leader. Il resto è battaglia di numeri e reclutamento di senatori tra due esperti del ramo.
Quando varca la soglia dell’ufficio romano dell’ex premier, Verdini già conosce l’esito del faccia a faccia. L’ha confidato proprio a Confalonieri, incontrato segretamente una settimana prima: «Io voterò le riforme. E non riuscirò a far capire a Silvio che sta sbagliando linea».
Il presidente Mediaset, fan della linea del dialogo, gli consiglia di sostenere l’esecutivo restando nel partito.
Di più, l’idea è quella di puntellare la maggioranza dai banchi dell’opposizione, appoggiando lo sforzo anti-tasse promesso da Renzi.
Troppo tardi, però, perchè l’ingranaggio non si può fermare e Verdini ha bisogno di mostrarsi ufficialmente “renziano”.
Berlusconi, invece, continua a contrastare Palazzo Chigi.
Eppure due sere fa, a cena con i senatori, si è detto incuriosito dalle mosse del premier: «Bisogna capire se riuscirà davvero a costruire il “partito della nazione”…».
Si combatte con il pallottoliere alla mano, a questo punto.
Numeri certi non ne esistono.
La controinformazione dissemina falsi indizi.
(da “La Repubblica“)
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