SPINELLI AGGRAVA LA POSIZIONE DI TOTI: “LO PAGAI PERCHE’ SI ERA INTERESSATO”
IL VERBALE DI SPINELLI: IL RINNOVO DI 30 ANNI PER LA CONCESSIONE A CUI SEGUONO 4 BONIFICI… LE CENE DI TOTI A MONTECARLO
Altro che erogazioni “liberali”. A fare un collegamento diretto fra i finanziamenti elettorali a Giovanni Toti e i favori ricevuti è proprio il terminalista Aldo Spinelli, in un passaggio del suo interrogatorio davanti ai magistrati: “I 40 mila euro glieli abbiamo dati perché si era interessato, ma era tutto regolare, li abbiamo divisi tra tutte le società”.
Il riferimento è al rinnovo trentennale della concessione del terminal Rinfuse (il 2 dicembre 2021), a cui sono seguiti, appena 5 giorni dopo, 4 bonifici diretti da differenti aziende del gruppo Spinelli al Comitato Giovanni Toti presidente. Sebbene Spinelli ritenga sia “tutto regolare”, per la Procura di Genova quello che sta descrivendo è un vero e proprio do ut des, la prova del rapporto corruttivo con Toti. Un’ipotesi suffragata per gli inquirenti dalle intercettazioni registrate a bordo dello yacht “Leila 2”.
Non è la sola novità che emerge dal verbale: per la prima volta Spinelli, assistito dagli avvocati Alessandro Vaccaro e Andrea Vernazza, racconta di cene a Montecarlo, insieme all’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini (in carcere, accusato di corruzione), a cui avrebbe partecipato anche Toti, che in alcuni casi si sarebbe accompagnato a Flavio Briatore (non indagato).
Ieri il Fatto ha chiesto un commento ai legali di Spinelli: “Al momento non abbiamo niente da dire – replica Vaccaro – stiamo analizzando le carte e ci riserviamo di farlo nei prossimi giorni”.
“Richieste per le elezioni”
Spinelli si presenta davanti al gip Paola Faggioni e al pm Luca Monteverde alle 12:43 di lunedì, accompagnato dall’avvocato Vernazza. Originario di Palmi, 84 anni, Spinelli è un affermato imprenditore della logistica, un self made man in possesso della quinta elementare. Il suo yacht “Leila 2” era un crocevia di politici, e uno dei luoghi chiave in cui si svolge l’indagine: “In barca avevo invitato tanti miei amici”. È a bordo del panfilo che la Finanza l’1 settembre 2021 intercetta Toti mentre chiama Signorini, interessandosi del Rinfuse: “Sono qui buttato in barca da Aldo, quando gliela portiamo sta proroga in Comitato?”. Solo 59 minuti dopo, Toti chiama la segretaria Marcella Mirafiori (non indagata) e le annuncia una donazione in arrivo: “Mandi alla segreteria di Spinelli i documenti dove vogliamo che faccia un versamento (…) ti fai dire chi è (…) così lo fai e poi dopo il resto ti dico a voce”.
Nell’interrogatorio, Spinelli rievoca questi primi abboccamenti: “Per la pratica trentennale, le dico di sì, lui ha detto sui giornali che l’aveva risolta, ma non è vero. Avevo chiesto di andare velocemente perché avevamo presentato il piano di impresa, salvando il posto a 200 persone. Toti non ha fatto niente. In quell’occasione non gli ho promesso il finanziamento. Lui mi aveva chiesto di dargli una mano quando ci sarebbero state le elezioni”.
Spinelli sembra provare a descrivere il governatore come un politico che tende a esagerare: “Toti è un giornalista, ha continuato a parlare di cene. Finanziamenti niente. In quella circostanza non abbiamo parlato del finanziamento. Parla a vanvera, le cose elettorali le ho sempre date a lui. La mano gli ho detto che gliela avrei data in campagna, sono i 4.500 euro, soldi tutti documentati (…) Se me lo autorizzavano il finanziamento ai partiti si può fare, ho mandato soldi anche a Pannella e Bonino, che non li conosco, mi hanno mandato una lettera chiedendo aiuto”.
“Aponte telefonò”
La proroga del Rinfuse trova l’opposizione dei membri del Comitato portuale – Giorgio Carozzi, Andrea La Mattina e Rino Canavese – convocati come testimoni in questi giorni. Il solo a votare contro sarà Canavese, al quale Spinelli riserva un passaggio velenoso, ricordando i suoi incarichi per la concorrenza: “Nel Comitato c’era un (ex) amministratore delegato di Gavio, numero uno del terminal di Savona. Canavese ha investito soldi pubblici, ha comprato i locomotori con i soldi dello Stato. La pratica della proroga era già passata in Comitato, doveva solo essere ratificata, Paolo (Signorini, ndr) non ci riusciva, ho chiamato Toti”.
A questo punto Spinelli cita anche il suo socio nel terminal Rinfuse, l’armatore Gianluigi Aponte, una sorta di amico-nemico: “Toti non ha fatto nulla, io ho detto che sarei andato in Procura. Allora Aponte ha chiamato non so chi, mi hanno dato 30 anni, ma io ne volevo 50. Ho accettato. Toti non ha fatto niente, si è interessato, telefonava (…) Si era mosso, ma non ha fatto niente, ha telefonato, così come mi rivolgevo a Burlando quando avevo problemi”.
Dal verbale – il cui testo è raccolto in modo riassuntivo – sembra di capire che Spinelli arrivi al collegamento tra soldi e rinnovo solo dopo che gli vengono mosse alcune obiezioni.
Di Toti vengono infatti intercettate “continue sollecitazioni” a Spinelli: “Sto aspettando ancora una mano, eh”, dice il 17 settembre. Il primo dicembre: “Ci dobbiamo vedere (…) se no qua finiscono le elezioni”. Il primo dicembre: “Ora finiamo st’operazione, poi ci vediamo per parlare di un po’ di robe… Festeggiamo le Rinfuse a Montecarlo!”.
Il 2 dicembre il Comitato portuale concede a Spinelli l’agognata proroga. Il 7 dicembre da Spinelli parte l’ordine per i bonifici (erogati al Comitato Giovanni Toti attraverso le società Centro servizi Derna srl, Spinelli srl, Saimare Spa). Il 9 dicembre il governatore ringrazia: “Grazie di tutto, eh, Aldino”. Il denaro, ammette per la prima volta Spinelli nell’interrogatorio, era legato all’“interessamento” per la pratica.
L’imprenditore nega invece che altri soldi dati a Toti siano connessi al riempimento di Calata Concenter (avvenuta nel 2022, anticipato e seguita da due donazioni da 15 mila euro) e per la privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo, a Celle Ligure, di cui Toti si interessa nel corso di un’altra telefonata a bordo dello yacht: “Mi sono rivolto al governatore (…) abbiamo i Bagni Marini, davanti c’è la spiaggia, abbiamo chiesto se si poteva usufruire facendo le cose regolarmente, ma non si poteva (…) Io spendo 2 milioni e mezzo e non mi dai un pezzo di spiaggia? Toti non ha fatto niente”.
“Toti a cena a Montecarlo”
A sorpresa, dal colloquio coi magistrati emergono dettagli sulla presenza a Montecarlo di Toti in vari ristoranti di lusso: “Toti è venuto al Grill a mangiare, ultimamente con la moglie, si trovava lì per lavoro con Briatore e anche lì non ha pagato nessuno. Al Grill credo sia venuto questa volta e poi basta, Al Beach mai. Poi un’altra volta eravamo stati invitati da un amico a Montecarlo e c’era anche Toti, ma eravamo una trentina di persone. All’Hotel de Paris è venuto solo a mangiare, poi è andato per conto suo con Briatore, ma non so se in un hotel che costava meno. Alla cena c’erano tante ragazze, la Monica, la sorella della Monica, Tamara, Signorini con sua moglie, è stato di recente perché è andato per lavoro con Briatore”.
Spinelli ammette di aver pagato cash il matrimonio della figlia di Signorini: “Gli ho dato 15 mila euro, non ricordo come, credo in contanti. Glieli ho dati con la promessa che lui me li restituirà entro luglio di quest’anno (…) Non volevamo fare risultare il pagamento perché lui è un uomo pubblico (…) mi sono meravigliato che non avesse i soldi per il matrimonio”. Quanto alla vita dorata di Signorini a Montecarlo, Spinelli dice di avergli messo a disposizione benefit e carta di credito, mentre il presidente dell’Autorità portuale ligure avrebbe pagato le proprie giocate: “Lui beneficiava della mia carta vip”.
(da il Fatto Quotidiano)
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