STUDENTI ALBANESI IN RIVOLTA CONTRO RENZO BOSSI E ORA SI MUOVE LA PROCURA DI TIRANA
I GIOVANI: “BOSSI DA CLANDESTINO NON POTEVA LAUREARSI”… DAL DATA BASE DELLA POLIZIA DI FRONTIERA ARRIVA LA CONFERMA: “RENZO BOSSI MAI ENTRATO IN ALBANIA”
I guai, l’imbarazzo e la polemica. La Procura di Tirana vuole vederci chiaro sulla laurea triennale presa da Renzo Bossi (e Pier Moscagiuro) all’Università privata «Kristal».
Gli inquirenti, poi, cercano anche di capire se il figlio del Senatur – chiamato a Tirana «Trofta» (trota, in albanese) – abbia mai messo piede nel Paese e come.
Secondo fonti della Polizia di frontiera nel «Tims» (il sistema che in Albania memorizza arrivi e partenze da porti e aeroporti) non ci sarebbe nessun documento riconducibile a Renzo Bossi.
E anche dall’Ambasciata italiana, in via preliminare, fanno sapere che a loro non risulta una comunicazione sull’arrivo dell’ex consigliere regionale lombardo.
Soprattutto dal 2010, anno del suo incarico al Pirellone.
«Per prassi – spiega un funzionario in servizio nell’ufficio diplomatico italiano a Tirana – l’arrivo nel Paese degli esponenti politici, nazionali e locali, ci viene comunicato».
Il «Trota», stando al certificato di laurea, è diventato «dottore» il 29 settembre 2010.
L’università privata «Kristal» giovedì sera ha confermato la veridicità del documento (che in Albania si chiama «diploma») e ha aggiunto che Renzo Bossi «si è laureato in Gestione aziendale.
È stato regolarmente iscritto, sulla base delle leggi albanesi, nell’anno accademico 2007/2008».
Più di un anno prima dell’esame di maturità superato nel 2009 non si sa come e dove.
Ma c’è di più.
«Come ha fatto il figlio del Senatur con gli esami in lingua albanese?», si chiedono ancora i magistrati.
Dall’università hanno deciso di non comunicare più con i giornalisti.
Ma una docente dell’ateneo ha detto che «le lezioni al “Kristal” sono quasi tutte in lingua locale e senza traduttori».
Poi c’è il giallo di uno dei professori che ha firmato il certificato di laurea.
Marenglen Spiro prima ha detto di non aver mai firmato quel documento, poi ha confermato che la sigla è la sua, aggiungendo che «Renzo Bossi ha studiato qui per ben quattro anni».
Il professor Spiro ai tempi era rettore del «Kristal». Ora fa lo stesso lavoro, ma in un altro ateneo privato di Tirana.
L’inchiesta italiana sull’ex tesoriere della Lega finisce per scatenare polemiche e accuse anche nell’altra parte dell’Adriatico.
Il leader socialista albanese Edi Rama – da Firenze, dove ha incontrato i connazionali che studiano in Italia – si è scagliato contro le «fabbriche dei diplomi a pagamento».
Mentre sul web molti lettori ironizzano sulla vicenda. «Ma il figlio di Umberto Bossi ha studiato da clandestino in Albania?», si sono domandati ieri decine di giovani albanesi di fronte al ministero dell’Educazione (che ha deciso di fare luce sull’ateneo privato).
Capeggiati da un partito appena nato, l’«Alleanza Rossonera», hanno chiesto le dimissioni del ministro Myqerem Tafaj.
«A noi in Italia ci fanno sputare sangue per avere il permesso di soggiorno per motivi di studio», hanno raccontato alcuni. «Renzo Bossi ce l’aveva quel pezzo di carta?».
A far luce sul caso ci penserà una task force della sezione «Crimini economici», hanno precisato dalla Procura di Tirana.
Nel gruppo «ci saranno alcuni esperti del ministero dell’Educazione».
Le indagini «si concentreranno soprattutto sul registro delle presenze dei corsi universitari per capire se Renzo Bossi sia davvero stato iscritto all’ateneo e se abbia mai frequentato una lezione».
Immersa tra grandi centri commerciali e altri atenei privati, la sede dell’università «Kristal» – fondata nel 2005, alla periferia della capitale albanese – vive negli ultimi giorni momenti di notorietà indesiderata.
È appoggiata da una tv privata, «Planet Television», che non manca di ricordare le eccellenze dell’ateneo.
E di far vedere la facciata della sede di Tirana (ce ne sono altre sparse in Albania) con il suo ingresso che vorrebbe ricordare un college americano.
Intanto ai microfoni di Radio24 Matteo Salvini, europarlamentare del Carroccio, non ha nascosto il suo fastidio per la vicenda: «Mi incazzo con Renzo Bossi, con quelli che fanno furbate. Rispetto e capisco chi non ci voterà più dopo questi fatti. Preferisco perdere questo giro piuttosto che avere l’indifferenza degli elettori».
E il «Trota»? «Ha chiuso con la politica – ha risposto l’europarlamentare -. Se si dovesse candidare di nuovo glielo diranno gli elettori».
Leonard Berberi
(da “Il Corriere della Sera”)
Leave a Reply