TRIPOLI, IN FIAMME L’AMBASCIATA AMERICANA
ERA CHIUSA (NON AVEVANO DATO RETTA A SALVINI SUL “PORTO SICURO”)… L’APPELLO DELL’UNHCR: “RISPARMIATE I CIVILI”
Un “incendio è divampato nell’ambasciata degli Stati Uniti” a Tripoli: lo scrive il sito Alwasat citando il portavoce della Protezione civile libica, Osama Ali, a proposito della sede della rappresentanza diplomatica che notoriamente è chiusa.
“Le cause dell’incendio sono finora sconosciute”, scrive ancora il sito sempre citando il portavoce il quale ha premesso che “le unità della Protezione civile non sono riuscite ad accedere ai luoghi a causa dell’entità del fuoco”.
Gli scontri fra milizie libiche a Tripoli “sono ripresi in zone della via dell’aeroporto” e “le ambulanze non sono riuscite a recarvisi malgrado le richieste di aiuto degli abitanti”: lo scrive il sito Alwasat citando il portavoce della Protezione civile libica, Osama Ali.
Il portavoce ha precisato che gli scontri avvengono in un’area (Khelet ben aoun) circa 17 chilometri in linea d’aria a sud di Piazza dei Martiri, il centro di Tripoli, situato sul mare.
Unhcr: “Risparmiare i civili”.
Alla luce degli scontri in corso nella capitale della Libia, l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) esorta le parti in conflitto a risparmiare i cittadini e le infrastrutture civili e a consentire l’accesso ad aree più sicure a coloro che cercano protezione.
“Il recente bombardamento di quartieri abitati da civili ha provocato morte e distruzione, ha costretto le persone a fuggire ed è motivo di grande preoccupazione”, scrive l’Unhcr, ripercorrendo poi quanto accaduto nelle ultime ore.
Nella notte di domenica gli scontri a fuoco tra gruppi armati hanno ucciso due persone e ferito molte altre, compresi bambini, nel centro per sfollati Fallah 2 Tawergha. Il sito ospita oltre 900 cittadini libici sfollati. Nell’area di Janzour, nella parte occidentale di Tripoli, 27 famiglie libiche, tra cui due minori affetti da una malattia degenerativa, hanno cercato riparo in una scuola dopo aver abbandonato le proprie abitazioni a causa degli scontri a sud della città . Ieri, lunedì 3 settembre, un team dell’Unhcr ha visitato le famiglie e valutato la loro situazione.
L’Unhcr, in coordinamento con altre agenzie umanitarie, fornirà aiuti di emergenza a tutte le 150 persone che si trovano nella scuola. “Una squadra medica di una clinica locale è impegnata a visitare le famiglie e a fornire assistenza sanitaria di base, ma i bisogni sono in aumento”, avverte l’agenzia Onu.
“L’attuale situazione della sicurezza nella capitale libica è instabile, imprevedibile e sta limitando l’accesso delle agenzie umanitarie sia ai libici sfollati che ai rifugiati colpiti dagli scontri”, denuncia l’Unhcr.
Domenica scorsa l’agenzia stessa, in collaborazione con il ministero dell’Interno libico e il World Food Programme (Wfp), ha distribuito aiuti alimentari per una settimana nei centri di detenzione governativi di Triq Al Matar e Qaser Ben Ghasheer, dove sono detenuti 2.450 rifugiati e migranti. La distribuzione di aiuti nel centro di detenzione di Abu Salim, dove sono detenute 450 persone, è stata invece sospesa a causa dell’inasprirsi degli scontri nell’area.
“Stiamo monitorando da vicino la situazione, lavoriamo in collaborazione con la Direzione libica per la lotta contro la migrazione illegale e le Agenzie delle Nazioni Unite, e ci adoperiamo affinchè tutti i rifugiati e i migranti siano trasferiti in un posto più sicuro”, scrive l’Unhcr, aggiungendo che intanto sabato la Guardia costiera libica ha soccorso 276 rifugiati e migranti e li ha fatti sbarcare ad Al Khums, 120 km a est di Tripoli.
L’International Medical Corps, partner dell’Unhcr, era presente al punto di sbarco a Al Khums e ha fornito aiuti di emergenza e assistenza medica. In tutto sono sbarcati 195 uomini, 36 donne e 45 bambini, e sono stati recuperati due corpi durante l’operazione della guardia costiera.
L’Unhcr continuerà a fornire assistenza alle famiglie e ai rifugiati libici sfollati nonostante l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza a Tripoli.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply