SEPARATI IN CASA: I CONTI DI AN NELLA FONDAZIONE, E IN CASSA 90 MILIONI
Settembre 13th, 2009 Riccardo FucileINOLTRE UN PATRIMONIO IMMOBILIARE DI 500 MILIONI DI EURO, CONFLUITO ANCH’ESSO IN UNA FONDAZIONE AD HOC… FINO AL 2013 ANCHE I CONTRIBUTI ELETTORALI RESTANO GESTITI IN MODO DISTINTO… IN CASO DI DIVORZIO DAL PDL ECCO LE BASI PER RITORNARE LIBERI
Prima dello scioglimento e della “fusione” con Forza Italia nel neonato Pdl, il rendiconto economico-finanziario di An era florido, a differenza di quello di Forza Italia, dove i debiti sono garantiti da fideiussioni personali delle società , tipo Dolcedrago, di proprietà di Berlusconi. Alleanza nazionale, nel 2008, invece contava su un avanzo di gestione di 10 milioni di euro, nonchè di una liquidità di oltre 30 milioni.
A questo denaro cash, occorre aggiungere il piatto forte: un patrimonio immobiliare stimato in 500 milioni, compresa da sede di via della Scrofa.
Frutto di un partito radicato sul territorio, con tante sedi di proprietà , conseguenza della necessità , ai tempi del Msi, di comprare i locali perchè in affitto nessun proprietario ci teneva ad avere come inquilini i missini, spesso vittime di attentati.
Come è accaduto per i Ds, anche An si è dotata di una Fondazione destinata a raccogliere non solo l’eredità spirituale e culturale di An, ma anche quelle economica.
La cassa comune del Pdl è ancora da venire: gli stessi contributi elettorali relativi al rinnovo del Parlamento sono divisi.
A Forza Italia sono andati 116,2 milioni, ad An 38,7. A cui vanno aggiunti i rimborsi della legislatura precedente, interrotta anzitempo e che continueranno a essere erogati fino al 2011, in totale altri 26,2 milioni
Fatti i conti finali, saranno oltre 90 i milioni a disposizione della costituenda Fondazione An che dovrebbe nascere entro il 2011.
Alla nuova istituzione andranno tutti i diritti del partito, inclusi quelli sull’immobiliare proprietaria del 30% delle 14.000 sezioni e di altri edifici.
La Fondazione ha due responsabili, entrambi vicini a Fini: Franco Pontone e Donato Lamorte e prevede l’adesione alla fondazione con versamento di 300 euro: così sono state reperite altre risorse. Per quanto riguarda il Secolo d’Italia, il quotidiano di partito, l’editore Enzo Raisi ne ha risanato i conti e considerando che l’organo di stampa percepisce un contributo statale di 3 milioni di euro l’anno, ormai vive in piena autonomia.
Si profila quindi un matrimonio in regime di separazione dei beni almeno fino al 2.013, fermo restando che il patrimonio passato non entrerà nel Pdl, in quanto trasferito alla Fondazione.
In caso di divorzio, risulta evidente a tutti che le spalle sono ancora ben coperte per poter strutturare rapidamente una nuova realtà ben ramificata in tutta Italia, con sedi e denaro liquido. Continua »