Settembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile
MILLE MUSULMANI SI ERANO RADUNATI SUL GRETO PER FESTEGGIARE LA FINE DEL RAMADAN… “AVRANNO INNEGGIATO ALL’11 SETTEMBRE, SENTO PUZZA DI TERRORISMO” DICE IL CAPOCOMICO DI TREVISO… “IL PIAVE DEVE ESSERE VIETATO A ZINGARI, TOSSICI, LUCCIOLE, GAY E ISLAMICI”… AI COGLIONI NO?
Improvvisamente la Lega passa dalla secessione all’amor di patria e riscopre il tricolore.
Non parliamo dei funerali dei nostri sei soldati uccisi a Kabul per i quali il senatur Bossi ha detto: “Avevo votato per la missione in Afghanistan, ma non per farli morire”, pensando forse di aver votato per mandarli a giocare a monopoli.
Parliamo invece dell’apologia del tricolore contro gli austroungarici, del fiume sacro in cui persero la vita tanti italiani anche non padani, ovvero del Piave, quello del “non passa lo straniero”.
Il prosindaco di Treviso, il raffinato Giancarlo Gentilini, venuto a conoscenza che, a causa dell’impossibilità di avere un luogo pubblico concordato, un migliaio di islamici si è ritrovato domenica scorsa sul greto del fiume tricolore, in località Ponte della Priula, piccolo centro della Marca, per festeggiare la fine del ramadan, peraltro senza causare alcun problema, è insorto lancia in resta. Dalla sua testa è uscita questa approfondita analisi: “Si tratta di un’eresia: il Piave è vietato agli zingari, ai tossicomani, alle lucciole e ai gay” ( che esista un’apposita segnaletica?).
E ammonisce che “ora deve essere vietato anche agli islamici, con le loro preghiere forse hanno inneggiato all’11 settembre e al 17 settembre. Sento puzza di terrorismo, se tornano sul Piave, allerterò le forze dell’ordine per bloccarli”.
Piccola considerazione: se Gentilini è a conoscenza che in quella occasione si è inneggiato al terrorismo è suo dovere presentare regolare denuncia, se è una sua illazione, stia zitto, se non altro per non istillare altro odio di cui non se ne sente proprio il bisogno. Continua »
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Settembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile
POVERA QUELLA DEMOCRAZIA DOVE SI HA PAURA DELLE IDEE E SI CENSURA L’OPPOSIZIONE, INVECE CHE MANIFESTARE L’ORGOGLIO NELLE PROPRIE TESI… SI DIA SPAZIO ANCHE ALLE MINORANZE NON RAPPRESENTATE IN PARLAMENTO, INVECE CHE LOTTIZZARE.….E UN DOMANI ANCHE LA SINISTRA FACCIA ALTRETTANTO
Prima lo spostamento di “Ballarò” per permettere al premier di “celebrare” la consegna ai terremotati delle casette della Provincia di Trento, poi la questione di “Report” in cui sullo staff della Gabbianelli viene fatta gravare la spada di Damocle della mancata copertura legale che la Rai non intende garantire, esponendo così i giornalisti direttamente a potenziali querele.
Ora siamo arrivati alla vigilia del ritorno di “Anno Zero”, la trasmissione di Santoro, e volano gli stracci.
L’azienda continua a rinviare la firma del contratto a Travaglio e Santoro dichiara che senza di lui non andrà in onda.
Ieri il conduttore ha riassunto tutti gli ostacoli che gli sono stati posti dalla direzione Rai nelle scorse settimane: contratti firmati solo una settimana fa, troupe al completo solo due giorni fa in un programma dove è rilevante l’inchiesta filmata, spot apparsi solo negli ultimi giorni.
Santoro vede nel boicottaggio alla sua creatura un “tentativo di normalizzazione” dei programmi sgraditi al governo”.
Il direttore di rete riesce a peggiorare la situazione adducendo come scusa il fatto che “Santoro ha chiesto delle troupe particolari e degli operatori esterni” e si becca gli urlacci del conduttore: “Sei un bugiardo, querelami se vuoi”.
Il povero Liofredi precisa subito “Nessuna querela” e sta zitto quando Santoro gli ricorda “Le troupe le abbiamo avute ieri”. Continua »
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Settembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile
FINI CONTA SU 100 PARLAMENTARI E I SONDAGGI GLI DANNO UN 8% IN CASO DI SCISSIONE… CHIEDE UN RIDIMENSIONAMENTO DELLA LEGA, IL CONFRONTO INTERNO NEL PDL, LA FINE DELLE CANDIDATURE DECISE SOLO DA BERLUSCONI… “RESTANO VISIONI DIVERSE, ORA ASPETTIAMO I FATTI”
Nell’incontro a casa Letta (nessun pranzo, solo stuzzichini a base di parmigiano), Fini ha esordito mettendo in chiaro un aspetto che gli stava particolarmente a cuore: “Non mi importa di partecipare alle tue cene del lunedì con Bossi, mi preme che poi il Consiglio dei Ministri non sia convocato per ratificare gli accordi che hai preso con lui, senza che gli altri abbiano diritto a essere ascoltati: il Pdl lo abbiamo fondato in due”.
Il Presidente della Camera stavolta partiva da una posizione di forza: i boatos del Parlamento confermano che può contare su almeno 100 parlamentari, in grado di mettere in crisi il Governo in qualsiasi momento e un istituto di ricerca poi ha appena reso noto un sondaggio che danno Fini da solo, con un nuovo partito, all’8% già solo come base di inizio, con ampie possibilità di espandersi. Al premier in realtà interessava ottenere dall’incontro la promessa che Fini non ostacoli, nel suo ruolo istituzionale e con le sue truppe, alcune leggi per lui fondamentali.
Ovvero un’eventuale riforma del lodo Alfano, in caso di bocciatura del testo da parte della Suprema Corte, la riforma della Giustizia, il testamento biologico ( per recuperare un rapporto col voto cattolico) e la Finanziaria.
Per questo motivo ha dimostrato di essere molto conciliante, venendo incontro, almeno a parole, alle altre richieste di Fini: ridimensionamento delle pretese della Lega, revisione dei coordinatori del Pdl e dei candidati alle regionali, scelte collegiali, linea politica discussa negli organismi previsti dallo Statuto.
Sono restate fuori per ora le polemiche sui “contenuti”, rinviate alle discussioni interne auspicate da Fini. Continua »
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