Settembre 18th, 2009 Riccardo Fucile
LA GELMINI: “A SCUOLA NON SI FA POLITICA” … I PROBLEMI DI STRUTTURE, DI SICUREZZA, IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CLASSI, LA MANCANZA DI FONDI SONO ASPETTI SECONDARI PER LEI… NEL 61% DELLE SCUOLE MANCA IL SAPONE, 3 SCUOLE SU 10 SONO SPORCHE, NELLA META’ DEI WC MANCA LO SCOPINO
Per una volta siamo d’accordo con la Gelmini quando afferma “Chi fa politica deve farla fuori dagli edifici scolastici”, anche perchè, con altrettanta onestà , occorrerebbe far valere la regola che “Chi non sa fare politica deve farla fuori dal Ministero”, dato i gravi danni che potrebbe causare.
E dato che la Gelmini ha pensato bene di aggiungere che chi vuole fare politica deve avere il voto personale del popolo, ci permettiamo ricordarle che, essendo le liste bloccate, neanche lei ha preso uno straccio di voto personale, ma è stata messa in lista per essere sicuramente eletta, come peraltro tutti gli altri.
Quanto poi a passare esami senza sostenerli nella giusta sede, lei è sicuramente un’esperta, visto che l’esame di Stato per avvocato è andato a darlo a Catanzaro e non a Brescia dove ha studiato, per evidenti percentuali maggiori di passarlo.
Fatta questa premessa, ieri sono ricominciate le scuole e con esse le polemiche.
Un avvio di anno scolastico pieno di incognite. I tagli della finanziaria stanno determinando delle criticità che, come anche evidenziato dal rapporto Ocse, vanno oltre la lotta dei precari: la mancanza di strutture, la sicurezza, l’incognita dell’influenza, la grave crisi finanziaria e amministrativa degli istituti e il sovraffollamento delle classi che ha spinto il Codacons a denunciare la Gelmini stessa.
Il sovraffollamento, ad es, potrebbe bloccare l’apertura dell’anno scolastico in molte realtà e la stessa didattica. Continua »
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Settembre 18th, 2009 Riccardo Fucile
OGNI ORATORE SI FERMERA’ PER PERMETTERE LA TRADUZIONE IN DIALETTO… FINALMENTE SI AMMETTE CHE LA PLATEA NON CONOSCE NEANCHE L’ITALIANO… E SE UN VENETO NON COMPRENDE IL LOMBARDO?… IL PRANZO MENEGHINO SARA’ SERVITO DA PARLAMENTARI LEGHISTI IN VESTE DI CAMERIERI: NON E’ UNA NOVITA’, A SERVIRE A TAVOLA SONO ABITUATI DA UNA VITA
La notizia è stata data con enfasi rivoluzionaria dall’insigne teologo Matteo Salvini, esperto in messe cantate ai napoletani e posti riservati sul metrò.
Tra un boccale di birra e un rutto padano, il buon Salvini, ricco dell’esperienza al Parlamento europeo dove esiste la traduzione simultanea degli interventi degli europarlamentari, onde consentire a tutti i colleghi di altre nazionalità di capire le sue elucubrazioni mentali, ha pensato bene che fosse giunta l’ora di tradurre anche i comizi della Lega.
Dato il livello della fascia d’ascolto e la poca dimestichezza che gli uditori hanno con un corretto uso della lingua italiana, i congiuntivi e il condizionale ( non la libertà condizionata), don Matteo, in occasione della festa provinciale di Cassina Anna di Bruzzano, inaugura il comizio con traduzione simultanea.
Non dal dialetto all’italiano, ma dall’italiano al dialetto.
Il che pone già una discriminante non da poco che don Matteo sottovaluta. In primis, essendo evidente che a queste occasioni culinarie il popolo padano giunge da ogni dove, attratto come le mosche dalla m… armellata, si dovrebbe dare per scontata la presenza di lombardi con variazioni provinciali, di veneti con differenze localistiche di accenti, di piemontesi, liguri, trentini, friulani e nullafacenti vari.
E non può cavarsela don Matteo con un misero traduttore lumbard, suvvia, non vorrà certo discriminare i convenuti da altre regioni?
Non vorrà dare l’impressione di un latente razzismo localistico?
Bisogna fare cosi: il comiziante deve parlare un minuto e poi via a 7 interpreti di provata madrelingua. Continua »
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Settembre 18th, 2009 Riccardo Fucile
APERTA UN’INCHIESTA DALLA PROCURA DI AGRIGENTO PER AVER RESPINTO I MIGRANTI SENZA VERIFICARE IL LORO DIRITTO A FARE DOMANDA DI ASILO POLITICO… I COMANDANTI DELLE MOTOVEDETTE POTREBBERO ESSERE INCRIMINATI PER VIOLAZIONE DELLA LEGGE…LORO HANNO ESEGUITO SOLO DEGLI ORDINI: SI CERCHI IL MANDANTE
Avevamo lanciato l’allarme da tempo: il governo italiano può attuare i respingimenti, ma solo dopo aver verificato, negli appositi Centri di accoglienza, diventati ora di identificazione ed espulsione, il diritto dei clandestini a richiedere il diritto di asilo politico, in quanto provenienti da Paesi in guerra o dove sono in atto guerriglie interne.
Questo dicono le leggi e le convenzioni internazionali checchè ne pensi qualche apprendista stregone in camicia verde.
Ci sono stati richiami pesanti verso l’Italia dal Presidente della Repubblica, dal Presidente della Camera, dai massimi vertici dell’Onu, dell’Unione Europea, delle varie commissioni ed organismi internazionali.
Risultato: le solite risposte giuridicamente irrilevanti e politicamente arroganti di Maroni & Co. che si limitavano a parlare dell’accordo bilaterale con la Libia ( che non c’entra nulla col trattamento dei profughi).
La brutta figura internazionale ormai è stata fatta, ci mancava giusto l’inchiesta giudiziaria: ora c’è anche questa, così la frittata è completa.
La notizia è che i comandanti delle motovedette della Marina e della Guardia di Finanza che hanno “respinto in mare”, riportandoli di forza in Libia, un migliaio di disperati sui barconi, ora rischiano di essere incriminati per aver eseguito un “ordine illegittimo” e per omissione di atti d’ufficio.
Un fascicolo in tal senso è stato, infatti, aperto dalla Procura di Agrigento, per adesso contro ignoti: il procuratore Angeli Di Natale e il suo aggiunto Ignazio Fonzo stanno raccogliendo tutti gli articoli di stampa dedicati ai respingimenti e le testimonianze dei sopravvissuti. Continua »
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