Ottobre 2nd, 2010 Riccardo Fucile
“FUTURO E LIBERTA’ SARA’ LA GARANZIA DEL RISPETTO DEL PROGRAMMA”… “LA POLITICA DEVE AVERE LA CAPACITA’ DI RISPONDERE AI PROBLEMI DEGLI ITALIANI, DEVE CESSARE DI ESSERE UN TORBIDO AFFARE”… “I FONDI FAS PER IL SUD SONO STATI DIROTTATI AD ALTRI SCOPI, MENTRE IN MERIDIONE C’E’ UNA DISOCCUPAZIONE DRAMMATICA”
No a riforme della giustizia che «penalizzino la magistratura», «restiamo fedeli al governo ma il programma non venga tradito».
Il giorno dopo lo scontro tra Berlusconi e l’Anm, Gianfranco Fini interviene nel dibattito sulla giustizia e fissa i suoi paletti.
Il presidente della Camera è intervenuto telefonicamente ad un convegno organizzato da “Futuro e Libertà ” per l’Italia a Salerno, alla presenza del capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino.
«Non vuol dire – ha detto Fini nel suo intervento – che tutti i magistrati sono eccellenti servitori dello Stato. Ce ne sono che, come in altre categorie, hanno dei difetti. Ma non si può e non si deve in alcun modo pensare di dar vita a una riforma della giustizia che parta dal principio che si deve punire o penalizzare la magistratura italiana».
Il presidente della Camera ha poi fatto questa previsione sull’esito della riforma sulla giustizia: «Lo vedremo nelle prossime settimane nel dibattito alla Camera», dove Futuro e libertà per l’Italia «è determinante in termini numerici», e ciò è «garanzia» per il rispetto del programma.
Fini lancia poi un avvertimento agli alleati: «Nei prossimi mesi – dice il presidente della Camera nel suo intervento telefonico alla convention di Generazione Italia in corso a Salerno, intervento ripreso da Sky Tg24 – gli italiani avranno la possibilità di verificare se la politica per davvero è un torbido affare in cui polemiche, personalismi, dossier, avvelenano quotidianamente il vivere civile o se al contrario la politica è la capacità di rispondere ai problemi reali dei cittadini».
Quindi dall’ex leader di An un passaggio su Fli: “Abbiamo una grande voglia di rinnovare la politica e dopo gli ultimi vent’anni bisogna resistere alle difficoltà ed affermare le nostre idee”. Perchè nella sfida lanciata con la nascita di Futuro e Libertà , “ce la faremo, non ho dubbi”.
Poi, sottolinea il presidente della Camera, “chi aderisce al movimento finiano ha messo in chiaro di fare politica non certo per interessi di parte o addirittura di carattere personale. E’ la più bella garanzia che possiamo offrire alla gente. Io sono convinto che con l’entusiasmo, con la pulizia delle idee, con la onestà dei comportamenti, con la coerenza delle azioni, in tempi brevi avremo ancora maggiori soddisfazioni”.
Per Fini il centrodestra è «fin troppo attento alle esigenze e alle richieste di un partito, la Lega» e «in molte circostanze sembra dimenticare che buona parte del suo consenso arriva dal Sud, dal meridione».
Fini ricorda che «stando agli impegni presi dal presidente Berlusconi nel discorso programmatico alle Camere», il meridione «deve tornare ad essere al centro dell’agenda politica. Ma occorre aspettare che alle buone intenzioni seguano fatti concreti e stanziamenti».
A giudizio del fondatore di Futuro e Libertà «è sacrosanto ricordare che servono le infrastrutture per il Sud», ma non va dimenticato che «in questi mesi i fondi Fas sono stati considerati un salvadanaio a cui attingere per far fronte alle tante emergenze che l’Italia di volta in volta doveva affrontare».
Fli, garantisce quindi Gianfranco Fini, sarà «in prima linea per garantire il riscatto del Sud, per garantire che i giovani abbiano finalmente la possibilità di esprimere le loro capacità . Credo sia una emergenza drammatica la disoccupazione, specie nel meridione».
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Ottobre 2nd, 2010 Riccardo Fucile
MASI CONTESTA SANTORO, IL PDL PARLA DI VIOLAZIONE DEL CONTRATTO DI SERVIZIO …LO SCOPO E’ IL SOLITO. BLOCCARE LA TRASMISSIONE O RENDERLA INGESSATA COME LE TRIBUNE POLITICHE DI 40 ANNI FA…. LA STUPIDITA’ DI CERTA DESTRA ILLIBERALE RASENTA L’AUTOLESIONISMO: IL TG1 AFFONDA COME IL PDL, MA PER LORO MINZOLINI E’ UN “MAESTRO DI LIBERTA'”
Nello stesso giorno in cui va in onda, ovvero giovedì scorso, Michele Santoro ha ricevuto una lettera di censura di Mauro Masi: il direttore generale contestava al giornalista il prologo della puntata precedente, le metafore, le battute, le frasi.
Il dipendente non rispetta — osserva Masi — vari obblighi di lavoro: l’obiettivo è la sospensione, ora tocca ai difensori replicare.
Aspettando i cinque giorni canonici, previsti dal procedimento disciplinare, il conduttore ha risposto in diretta nel suo tradizionale prologo: “Le mie ragioni sono di chi s’è comportato sempre con professionalità ”.
Scatta insomma la solita offensiva per “mobbizzare” Santoro (per usare sue parole).
Un colpo da viale Mazzini e un colpo dal Pdl: in ordine di firma, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i tre coordinatori del partito, scrivono all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni — per denunciare la Rai: la prima puntata di Annozero avrebbe violato il contratto di servizio.
Imbeccata da politici, la Commissione per i servizi cestina il documento o apre un’istruttoria.
E l’istruttoria ha un doppio valore: economico, vuol dire milioni di euro; simbolico, tiene sotto scacco una trasmissione.
Chi siede in Commissione? Antonio Martusciello, ex dirigente di Publitalia, fondatore di Forza Italia, sottosegretario nei governi Berlusconi.
Insomma, una persona al di sopra di ogni sospetto.
Piani vecchi, regole nuove: la circolare del direttore generale, già ribattezzata “codice Masi” vuole imporre il contraddittorio immediato; un opinionista dice bianco, un secondo opinionista dice nero.
Par condicio fuori stagione, stessi tempi e stessi posti per ospiti di partitoni o nanetti.
Il Pdl vuole tornare alle tribune elettorali di 40 anni fa: una ammucchiata di partiti da destra a sinistra, un pensierino ciascuno e nessuna notizia.
E tutti i telespettatori dormono.
Peccato che la stessa Agcom abbia precisato che i cronometri della par condicio valgono zero nei programmi d’informazione.
Ma al Pdl interessa solo multare la Rai per colpire Santoro : “Annozero appare censurabile per la completa assenza di contraddittorio. E si segnala che alcuni passaggi hanno indiscussa natura diffamatoria e quindi la Rai rischia procedimenti civili per il risarcimento danni”.
A costo di ripeterci: un giornalista deve poter gestire un programma di informazione come gli pare, nel rispetto del pluralismo che deve essere garantito.
Anno Zero vede da tempo sempre presenti due correnti di pensiero politico: se anche una sera fossero prevalenti gli avversari che problema rappresenta?
Uno di destra non ha paura delle idee altrui, esprime le proprie.
Certi pseudo destrorsi non sono stati abituati alle assemblee studentesche dove il rapporto era di 100 a 1, (a quei tempi stavano a sorseggiare un aperitivo al baretto dei quartieri bene), altrimenti affronterebbero certe situazioni con massima serenità .
Il problema non è fare tacere Santoro (che spesso dice anche cose condivisibili) è semmai far crescere un’altra trasmissione di qualità che faccia la sua stessa audience.
A destra qualcuno è stato capace di farlo?
No, e allora tacete.
Gli spazi di libertà vanno garantiti sempre: fosse per noi, a Santoro raddoppieremmo le puntate settimanali.
Se fosse anche fazioso, dovremmo forse avere paura delle sue idee?
No, perchè a differenza di tanti morti viventi del Pdl, noi le abbiamo e non abbiamo paura a confrontarle.
Pensate come crescerebbe nel Paese la stima per una destra così, altro che quella becera e bolsa che sa solo invocare il cappio della censura.
Pensate a che bei dibattiti e approfondimenti si potrebbero ospitare sul video con le parti contrapposte che si confrontano sulle idee e sulle proposte.
Andiamo oltre: una destra seria non avrebbe mai messo un Minzolini al Tg1, per capirci.
Con la sua faziosità ha solo fatto perdere telespettatori, creando pure un danno di immagine al Pdl.
O si spera di governare turlupinando le vecchiette che si bevono tutto?
Ma è questa la vostra destra del futuro?
E’ questa la destra liberale e sociale?
E’ questa la destra della libertà ?
Se è questa, tenetevela pure.
A noi la sinistra non fa paura e può parlare quanto vuole.
Anche perchè spesso purtroppo fa trasmissioni migliori delle vostre.
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Ottobre 2nd, 2010 Riccardo Fucile
SI TRATTA DELL’ON. RAINIERI, GIA’ INQUISITO DALLA PROCURA DI MILANO PER LA VICENDA DELLE QUOTE LATTE… LA LEGA EMILIANA SEMPRE NELL’OCCHIO DEL CICLONE GIUDIZIARIO E DELLE POLEMICHE INTERNE
Il deputato della Lega Nord Fabio Rainieri è stato rinviato a giudizio dal gup Paolo Scippa per l’ipotesi di reato di false fatturazioni.
Rainieri, che possiede il caseificio Giuseppe Verdi di Niviano di Rivergaro, nel 2009 era già stato condannato dal tribunale per il licenziamento illeggittimo compiuto ai danni di Luigi Bianchetti, che lavorava presso la sua azienda.
Il deputato del Carroccio ora risponde invece di una vicenda avvenuta nel 2004, quando Rainieri, titolare anche di altre aziende nella Bassa, aveva subito dei controlli da parte dei militari della guardia di finanza.
All’epoca il parlamentare era presidente di una cooperativa a cui era associata un’azienda che era stata al centro di accertamenti fiscali e tributari da parte dei militari.
L’azienda agricola aveva sede a Modena e qui inquirenti, prima che fallisse, hanno sostenuto di aver scoperto un giro di fatturazioni false riconducibili all’azienda stessa.
Il giudizio nei confronti di Rainieri comincerà il 22 ottobre prossimo a Fidenza davanti al giudice Carlo Ferraro.
Del resto Rainieri era già stato direttamente coinvolto nello sfondamento delle quote latte assegnate dell’Europa.
Tanto che nel giugno 2009 finì indagato dal pm di Milano, Frank Di Maio, nell’ambito dell’inchiesta sulle quote latte, in qualità di rappresentante legale della cooperativa parmense «Giuseppe Verdi 2001».
La Procura milanese ipotizza una maxi truffa da oltre 330 milioni da parte di 28 società cooperative, tra cui quella di Rainieri, che non avrebbero pagato per anni le multe dovute per lo sforamento dei limiti di produzione imposti dall’Ue.
Dopo i casi dell’on. Alessandri, delle rivelazioni di Lusetti, dello scandalo delle spese elettorali che hanno colpito esponenti regionali del Carroccio, per i vertici della Lega emiliana c’è il rischio di passare più tempo in tribunale a difendersi da pesanti accuse che a fare politica.
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