Ottobre 9th, 2010 Riccardo Fucile
QUATTRO ALPINI DELLA JULIA UCCISI IN UNA IMBOSCATA DAI TALEBANI: LE VITTIME ITALIANE SALGONO A 34 IN SEI ANNI…I LINCE NON OFFRONO ADEGUATA PROTEZIONE… UN QUALSIASI PREMIER OCCIDENTALE AVREBBE INTERROTTO I SUOI IMPEGNI, RIENTRANDO IN ITALIA, SILVIO PREFERISCE RIMANERE A MOSCA A FARE FESTA CON PUTIN
Un’esplosione e uno scontro a fuoco.
E’ stato un attacco “combinato” quello che oggi, in Afghanistan, ha ucciso quattro alpini del settimo reggimento di Belluno, arrivato in Afghanistan due mesi fa.
Un loro commilitone è rimasto ferito in modo grave, «ma è cosciente e non è in pericolo di vita», assicurano al comando del contingente italiano.
Dal 2004, quando è cominciata la missione Isaf, le vittime italiane salgono così a 34.
I fatti si sono verificati alle 9.45 locali, nel distretto di Gulistan, a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l’Helmand.
I militari italiani, a bordo di blindati Lince, stavano svolgendo un servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l’allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata “Ice”.
All’improvviso l’esplosione, violentissima.
Uno “Ied”, vale a dire un ordigno rudimentale di grande potenza, è esploso al passaggio di un blindato, distruggendolo.
Per quattro dei cinque alpini a bordo non c’è stato niente da fare.
Nell’attacco hanno perso la vita Sebastiano Ville ( 27 anni, di Francofonte, nel Siracusano), Marco Pedone (23 anni, della provincia di Lecce), Gianmarco Manca (32enne di Alghero) e Francesco Vannozzi (26 anni, di Pisa).
Dopo lo scoppio è seguito un violento scontro a fuoco, al termine del quale i militari italiani, come riferiscono al comando di Herat, hanno «messo in fuga gli aggressori».
Il convoglio era già stato attaccato ieri con armi leggere.
Le vittime erano a bordo di un blindato «Lince», considerato ormai non più all’altezza della situazione.
Il Lince è stato in passato capace di resistere alle cariche esplosive degli Ied, gli ordigni improvvisati e messi insieme con materiale bellico di vario genere, ma di recente i miliziani hanno perfezionato i loro attacchi, usando cariche esplosive sempre più potenti e tali da rendere necessaria una maggiore protezione.
È chiusa nel dolore la famiglia del caporalmaggiore Francesco Vannozzi che vive in una villetta a San Giovanni alla Vela, una frazione di Vico Pisano (Pisa). In casa, assieme alla mamma Lia, ci sono alcuni militari che le sono vicini in questo momento.
“Francesco era un ragazzo straordinario” – ha detto un parente giunto all’abitazione dei Vannozzi
Francesco Vannozzi aveva sul suo profilo di Facebook la foto con la divisa militare. E la citazione: “Io non credo nel paradiso, credo nel dolore, credo nella paura, credo nella morte”.
Era invece orfano di padre Gianmarco Manca, 32 anni; la madre Pierina Cuccuru e la sorella Antonella vivono ad Alghero.
Sul suo profilo di Facebook il 15 agosto scriveva: “Inizia una nuova avventura. Ciao Italia ci si vede presto”.
E come motto sul suo profilo aveva scelto “E’ meglio morire in piedi che vivere una vita strisciando”.
Era partito lo scorso 16 agosto per la sua prima missione in Afghanistan il caporalmaggiore Marco Pedone, il più giovane dei quattro.
La notizia è stata comunicata in tarda mattinata alla madre Assuntina da alcuni ufficiali dell’esercito che l’hanno raggiunta nella villetta di famiglia a Patù (Lecce).
Al padre, bidello in una scuola di Maglie, la notizia è stata data poco fa. Il sindaco di Patù ha annunciato la proclamazione del lutto cittadino per la giornata dei funerali.
Dopo sette anni di ferma volontaria il primo caporal maggiore degli Alpini, Sebastiano Ville, sarebbe diventato effettivo nel dicembre prossimo.
Le condizioni dei familiari di Sebastiano Ville sono drammatiche dal punto di vista psicologico, hanno avuto bisogno di assumere dei sedativi.
“Oltre al dolore c’è anche la rabbia di avere appreso la notizia da alcuni giornalisti e questo li ha sconvolti ancora di più”, ha riferito un parente.
Mentre da tutto il mondo istituzionale arrivano messaggi di cordoglio, fa riflettere la posizione del premier che esprime solidarietà alle famiglie, ma non intende rientrare in Italia da Mosca, dove è arrivato venerdi sera per una visita privata di piacere a Putin, prima della data prevista di domenica sera.
E’ stato detto sui media che il premier sarebbe andato a festeggiare il compleanno di Putin: ricordiamo solo che Putin ha compiuto gli anni il giorno prima, ovvero giovedì.
Che poi non si ritenga doveroso rientrare subito in Italia, di fronte a questa tragedia, preferendo fare bisbocce e festicciole con Putin, ci genera solo il voltastomaco.
Questa “fintadestra” ormai non solo pensa a come sfuggire ai processi, ma evidentemente anche alle proprie responsabilità e ai riferimenti valoriali.
Noi preferiamo abbracciare i figli del nostro popolo, piuttosto che Putin (o Gheddafi).
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Ottobre 9th, 2010 Riccardo Fucile
IL BLUFF DEL FEDERALISMO: LE REGIONI POTRANNO AUMENTARE L’ADDIZIONALE IRPEF FINO AL 3% ENTRO IL 2015: DALL’AUMENTO SI SALVERANNO SOLO I CONTRIBUENTI CON UN REDDITO INFERIORE A 28.000 EURO….I COSTI STANDARD DELLA SANITA’ RIMANGONO UN MISTERO: NON SONO STATE INDICATE NEANCHE LE TRE REGIONI CHE DOVREBBERO FUNGERE DA MODELLO….IL TESTO NON PREVEDE SGRAVI FISCALI A LIVELLO STATALE: COSI’ AUMENTERA’ LA PRESSIONE FISCALE PERCHE’ SI SOMMERANNO LE TASSE STATALI A QUELLE REGIONALI
Più tasse per tutti.
Il governo ha varato il decreto legislativo sul federalismo fiscale, tanto caro alla Lega, che consentirà così alle Regioni di aumentare progressivamente l’addizionale Irpef fino al 3% entro il 2015.
Questa infatti è l’unica misura certa e circostanziata contenuta nel provvedimento che ora passa all’esame delle Camere.
Dagli aumenti si salveranno i contribuenti con un reddito inferiore ai 28.000 euro.
In realtà il testo doveva riguardare solo la futura autonomia delle Regioni, ma la fretta della Lega ha imposto di tagliare i tempi e così nel decreto sono finiti anche i costi standard della Sanità .
Ma solo in teoria, perchè nella pratica rimangono un mistero.
Non sono state neanche indicate le tre Regioni che dovrebbero essere prese a modello per calcolare i futuri costi della Sanità pubblica: si dice solo che saranno una del nord, una del sud e una del centro.
L’unica cosa certa è che i governatori avranno mano libera nell’aumentare l’Irpef regionale che oggi è compresa tra lo 0,9% e l’1,4%.
Sono previsti aumenti graduali fino ad arrivare al 3% nel 2015.
Saranno esentati dagli aumenti solo i primi due scaglioni dell’Irpef, tassati al 23% e al 27%.
Sopra i 28.000 euro di reddito i contribuenti saranno soggetti invece all’aumento della tassa regionale.
Non solo: i governatori potranno ridurre l’Irap solo se avranno aumentato l’Irpef oltre il tetto minimo annuale.
Alla fine tutta questa manovra rischia di portare solo ad un aumento della pressione fiscale perchè alle tasse statali si aggiungeranno gli aumenti dell’Irpef a livello regionale.
Tremonti nega questa possibilità solo in teoria, in quanto il testo approvato non prevede assolutamente sgravi fiscali a livello statale.
Non c’è neanche traccia del quoziente familiare tanto ventilato in questi giorni.
In pratica è stato blindato un testo che prevede solo un aumento della pressione fiscale e nessuna riduzione possibile.
Come primo passo, il federalismo all’italiana sta mostrando il suo vero volto.
Da patacca leghista.
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Ottobre 9th, 2010 Riccardo Fucile
INTERVIENE ALL’ASSEMBLEA DELL’OSCE A PALERMO: “PIU’ LIBERTA’ DI INFORMAZIONE PER LA LOTTA CONTRO IL CRIMINE”…. “SI DEVE PASSARE DALLA GENERICA INDIGNAZIONE AL CONCRETO CORAGGIO CIVILE”… L’IMPORTANZA DI INTERNET E DEI SOCIAL NETWORK
Nel suo intervento all’Assemblea dell’Osce, in corso a Palermo, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sostenuto che è il Parlamento a «dovere mettere a disposizione le risorse tecniche necessarie alle forze dell’ordine e alla magistratura che devono confrontarsi con la sofisticata tecnologia ormai nelle mani della mafia e della malavita».
«Si devono promuovere interventi legislativi e iniziative di carattere formativo e culturale – ha detto Fini – per ridurre la propensione delle persone, in specie dei giovani, ad alimentare la domanda dei mercati di beni illeciti, come ad esempio le sostanze stupefacenti»
Fini ha poi argomentato che «la lotta alla criminalità organizzata richiede la mobilitazione degli organi di informazione, presupposto importante per la mobilitazione dell’opinione pubblica che deve passare dalla generica indignazione morale al concreto coraggio civile».
«Per potere realizzare questi obiettivi – ha aggiunto Fini – occorre rafforzare gli spazi di libertà e di pluralismo della stampa e in generale dell’informazione. Un grande aiuto può giungere da Internet che attraverso lo sviluppo dei social network può rafforzare e rendere più coesa la reazione dell’opinione pubblica, agevolando forme di effettivo controllo da parte dei cittadini capaci di impedire o di ridurre le aree grigie che potrebbero consentire infiltrazioni alle forze criminali».
Per Fini, inoltre, «Kofi Annan, allora segretario dell’Onu, definì la Convenzione di Palermo per la lotta alla criminalità una risposta globale a una sfida globale. Occorre allora che la Convenzione e i tre protocolli allegati siano ratificati integralmente da tutti gli stati membri dell’Osce”.
“Senz’altro il più è stato fatto – ha osservato il presidente della Camera – ma ci sono ancora delle eccezioni che rischiano di alimentare zone d’inefficienza nella cooperazione internazionale, soprattutto nello scambio delle informazioni».
«In questa legislatura – ha sottolineato Fini – l’Italia ha fatto ulteriori passi in avanti. La Camera e il Senato hanno infatti ratificato l’anno scorso la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla corruzione e quest’anno la Convenzione del Consiglio d’Europa per la lotta alla tratta degli esseri umani».
Ma l’invito del Presidente della Camera è di andare ancora più avanti sulla strada della legalità e della difesa dei cittadini, assicurando a magistratura e forze dell’ordine un sostegno adeguato nella lotta alle organizzazioni criminali.
argomento: criminalità, denuncia, destra, emergenza, Fini, Giustizia, governo, mafia, PdL, Politica, Sicurezza | Commenta »