Ottobre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
PAOLO ORESTE, IN POLIZIA DA 13 ANNI, E’ ANCHE CONSIGLIERE COMUNALE DI BOSCOREALE: “HANNO MANGANELLATO GENTE INERME PER TERRA, A UNA RAGAZZINA SEDUTA SU UN MURETTO HANNO SPACCATO IL NASO”…”CHI PROTESTA HA RAGIONE: LA SECONDA DISCARICA E’ ILLEGALE E CRIMINALE”
C’è un poliziotto tra i blocchi stradali di Terzigno. Un poliziotto che sta dalla parte dei manifestanti.
E’ in prima linea al fianco dei comitati civici contro l’apertura della seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio.
E critica severamente “l’uso sproporzionato della forza da parte dei miei colleghi: ho assistito coi miei occhi a scene di violenza inenarrabili”.
L’agente anti-discarica si chiama Francesco Paolo Oreste, ha 37 anni ed è in polizia dal 1997. Attualmente lavora nei servizi investigativi e di polizia giudiziaria del commissariato di Pompei. Da due anni e mezzo è consigliere comunale del a Boscoreale. Ha fondato un’associazione, ‘Eureka’, che organizza iniziative culturali e presentazioni di libri.
Che giornate sta vivendo?
“Vivo da barricato”.
Qui è pieno di barricate.
“Le barricate ce le hanno create intorno lentamente. Un muro di gomma formato in due anni di silenzio. Le proteste non sono iniziate ora: accogliemmo il decreto del 2008 con responsabilità , senza scendere in piazza, ma cercando di dialogare, di esporre le nostre ragioni.
La gran parte dei sindaci di questo territorio è del Pdl. Dovevano essere loro a tradurre le nostre istanze, ma si sono fidati delle promesse verbali del governo del Pdl.
Il governo, attraverso i suoi rappresentanti come Guido Bertolaso, diceva loro informalmente che aprire uno sversatoio nel Parco era una soluzione temporanea, che non sarebbe stato conferito il tal quale ma solo rifiuto trattato, che Cava Vitiello non sarebbe stata aperta.
Con questo governo ci volevano invece impegni scritti”.
Ora la protesta si è inasprita, ci sono stati degli scontri, dei feriti: di chi è la colpa?
“Da poliziotto dico che i cittadini stanno manifestando correttamente il loro dissenso. Se dieci facinorosi qualificano migliaia di dimostranti come facinorosi, allora anche un massone nel governo qualificherebbe il governo come massone… Quanto ai feriti, non ho visto da parte della polizia un uso della forza proporzionale alla resistenza dei manifestanti”.
Ha letto le dichiarazioni del capo della polizia Manganelli? “Siccome si deve sversare, faremo in modo che sia possibile anche se dovesse costare l’uso della forza”.
“Parole che sono benzina sul fuoco. Come fa un tutore della legge a non partire dal presupposto giuridico di un uso proporzionale della forza? Se si manganellano le persone sedute per terra… Non si può usare la violenza contro la resistenza passiva, altrimenti si diventa uno strumento del governo incapace di risolvere i problemi attraverso le soluzioni politiche. Invece si preferisce accomunare dieci facinorosi a mille dimostranti pacifici per poter così reprimere tutto il dissenso, violando il diritto costituzionale alla protesta”.
La seconda discarica è prevista dalla legge
“La seconda discarica è comunque illegale e criminale. Lo dicono la commissione europea e la Costituzione. Piazzarla vicina ai centri abitati è un attentato al diritto alla salute. Anche il lodo Alfano era una legge. Ma era incostituzionale ed è stata bocciata”.
Le è mai capitato di dover obbedire a ordini che riteneva ingiusti? In fondo i poliziotti in tenuta antisommossa a Terzigno stanno eseguendo degli ordini.
“Ho lavorato allo sgombero di piazze occupate. Se mi chiedessero di interrompere una manifestazione della quale condivido i valori, obbedirei comunque. Perchè sono un servitore dello Stato. Ma non un servo. E sgombererei secondo i crismi della legge e della Costituzione. Quindi se trovo persone sedute, le sollevo e le sposto: non potrei certo caricare ragazzine inermi e sedute su un muretto come ho visto fare durante le proteste di Terzigno: a una ragazzina hanno spaccato il naso”.
Lei ha assistito anche a questo?
“Ho assistito, abbiamo assistito a cose inenarrabili. Ho visto, abbiamo visto lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, uno poche ore fa ha colpito alla testa il mio dentista che passava da lì, hanno suturato la ferita alla nuca con dieci punti. Se da poliziotto nel corso di un arresto lasciassi un livido sulla coscia di uno spacciatore di droga, quello mi denuncerebbe e rischierei di passare un guaio. Qui invece si sta derogando a tutto. Come amministratore comunale ho aderito a un documento col quale chiediamo che cessino le violenze contro le popolazioni, che sono intollerabili”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Ottobre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
UN’ALTRA NOTTE DI GUERRIGLIA A TERZIGNO CON CINQUE AGENTI FERITI: LA PROTESTA E I BLOCCHI SI ESTENDONO ORA NEL NAPOLETANO… BERTOLASO RISPONDE CON LA SOLITA ARROGANZA: “INVECE CHE DARE GIUDIZI, TROVINO UNA SOLUZIONE”: MA LUI E’ PAGATO SOLO PER FARSI FARE MASSAGGI?
Ancora una notte di tensione e incidenti a Terzigno per la battaglia contro la discarica dei rifiuti.
A mezzanotte è iniziata l’ennesima guerriglia urbana con lanci di molotov, pietre, bottiglie, razzi e petardi.
La polizia ha risposto con un nutrito lancio di lacrimogeni verso la parte più violenta dei dimostranti.
Dopo tre ore di scontri il bilancio è di due poliziotti e tre carabinieri feriti, un operatore televisivo aggredito e la telecamera danneggiata.
La situazione si aggrava anche nella città di Napoli dove in nottata ci sono state decine di roghi di spazzatura da giorni non rimossi. Una nube di fumo si è alzata al corso Amedeo di Savoia, nei pressi del Museo Nazionale.
Incendi si registrano in via Foria, via Miracoli, via Duomo e via San Domenico. Sempre nella notte ignoti hanno incendiato la cabina di guida di un compattatore della società Enerambiente. Hanno fatto scendere il conducente dal mezzo e hanno dato fuoco alla cabina di guida.
A terra ci sono ben 2000 tonnellate di rifiuti. Ed è di nuovo emergenza.
“Sono molto preoccupato per quanto succede attualmente in Campania”, scrive in una nota il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik. “La Commissione sta ancora valutando la documentazione che ci è stata trasmessa dalle autorità italiane all’inizio di ottobre, ma la situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dal 2007 in poi sono insufficienti”. Secondo Bruxelles, “la situazione odierna non è cambiata rispetto a quando la Commissione decise di bloccare i finanziamenti europei”.
Già il 5 ottobre scorso, dopo un incontro con una delegazione della Campania guidata dal governatore Stefano Caldoro, Potocnik aveva giudicato la situazione “seria” e aveva sottolineato come ci fosse bisogno di un’azione “determinata, sistematica e strutturale”.
Il 4 marzo scorso la Corte europea di giustizia giudicò che l’Italia era in infrazione rispetto al diritto comunitario in quanto non aveva realizzato in Campania una rete di impianti atta a garantire lo smaltimento dei rifiuti urbani in maniera sicura per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, è critico sulle perplessità espresse dall’Ue in merito alla possibilità di attivare una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. “L’Unione europea – ha detto Bertolaso- farebbe bene a fare il proprio mestiere e invece di dare giudizi dovrebbe dare una mano a trovare alternative”.
Come se non fosse lui che doveva pensarci.
Immediata la replica dell’Ue: la Commissione europea è sempre pronta ad “aiutare gli Stati” ha detto Joseph Hennon, portavoce del commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik. “Siamo pronti a fare il necessario nei contatti con lo Stato membro” perchè si adegui alle normative comunitarie, ha aggiunto il portavoce.
Alle prime luci dell’alba le strade adiacenti il teatro delle violenze nelle due aree circostanti la rotonda di via Panoramica, a metà tra i comuni di Boscoreale e Terzigno, sono piene dei segni della guerriglia che ha fatto da epilogo ai blocchi stradali, agli incendi e alle occupazioni della ferrovia della giornata di ieri.
La strada d’accesso al sito di Terzigno è sempre presidiata e sono arrivati una ventina tra blindati, camionette e auto di carabinieri, polizia e guardia di finanza .
Intanto alcune centinaia di persone continuano a presidiare l’ingresso della cava Sari nel comune di Terzigno (Napoli). In mattinata davanti all’ingresso dello sversatorio sono arrivati numerosi studenti della zona.
I manifestanti attendono l’esito del nuovo vertice convocato nel pomeriggio in prefettura tra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e i sindaci di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase.
Sul tappeto c’è la bonifica della cava Sari ma soprattutto la richiesta di scongiurare l’apertura di un secondo invaso nella cava Vitiello.
In mattinata al presidio non ci sono state tensioni tra le forze di polizia e i manifestanti. A rendere il clima più sereno è stato anche il fatto che non sono giunti gli autocompattatori.
I primi cittadini si sono presentati al tavolo dicendo un no secco alle compensazioni economiche prospettate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
E nello stesso ribadendo l’opposizione totale alla apertura della seconda discarica.
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Ottobre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO: A RAPPRESENTARE L’ITALIA E MILANO MANDIAMO UN CONDANNATO IN PRIMO GRADO PER LESIONI, INGIURIE E RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE, ORA ANCHE INDAGATO PER TRUFFA E ABUSO D’UFFICIO AI DANNI DELLO STESSO COMUNE PER UN FINANZIAMENTO DI 580.000 EURO
Expo 2015 vola in Cina.
C’è da presentare l’avventura milanese e presenziare al gran finale dell’esposizione universale di Shanghai.
Peccato che a guidare la delegazione del comune di Milano ci sia un condannato in primo grado e ora imputato per truffa aggravata e abuso d’ufficio ai danni dello stesso Comune.
La notizia arriva nella giornata in cui il sindaco Letizia Moratti incassa l’ok parigino con il Bie che autorizza la registrazione di Expo 2015 all’Assemblea generale del prossimo novembre.
Nell’attesa c’è da far fronte all’ennesimo pasticcio di palazzo Marino.
Pietra dello scandalo è Stefano Di Martino, ex An e vicepresidente del Consiglio comunale, partito alla volta della Cina.
Nel luglio scorso Di Martino è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata e abuso d’ufficio.
Per il giudice avrebbe dato il via a finanziamenti pubblici per 580mila euro ad Alkeos, una onlus, nata nel 2004, con il compito di integrare la comunità cinese nel tessuto milanese.
Tanto denaro a cosa serviva?
Per iniziative, sostengono i carabinieri, che non sempre si sono realizzate. Tra le varie ed eventuali i 44mila euro stanziati per il giornaletto bilingue stampato in 4mila copie, oppure gli 80mila euro per il consultorio di ostetrica all’ospedale Buzzi, quando la struttura ospedaliera era già un punto di riferimento per la comunità cinese.
E ancora: 85mila euro per 150 questionari da distribuire.
Progetto, annotano gli inquirenti, supportato da non precisate consulenti.
Il 24 giugno scorso, lo stesso Di Martino ha incassato una condanna a nove mesi con pena sospesa per ingiuria, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e adunata sediziosa.
Tutti reati commessi durante la rivolta di Chinatown del 13 aprile 2007, arrivata due settimane prima dall’omicidio di due ragazzi cinesi, episodio che ha portato via Paolo Sarpi sulle prime pagine dei giornali nazionali.
Poche settimane dopo, il rinvio a giudizio.
Che Di Martino condivide con Guido Manca, ex assessore e presidente del Cda di Metroweb, azienda partecipata dalla municipalizzata A2A.
E manco a farlo apposta lo stesso Manca tra pochi giorni si unirà alla pattuglia morattiana in visita a Shanghai.
Contro Manca e Di Martino, il Comune di Milano si è costituito parte civile come si capisce leggendo la delibera di giunta dell’8 ottobre scorso.
Nel processo penale si presenterà anche la psicologa milanese Emanuela Troisi, già presidente della onlus Alkeos.
Secondo il pm Grazia Pradella, avrebbe incassato i 580mila euro in due tranche tra il 2004 e il 2005.
Una terza tranche da 200mila euro sarà invece bloccata dalla stessa Moratti pochi mesi dopo il suo insediamento nel 2006.
Fondata nel 2004, la Onlus con sede in piazza Gramsci a due passi da via Paolo Sarpi e dal cuore di Chinatown, nel tempo ha avviato corsi di lingua cinese, rapporti con l’Asl o iniziative sociali come il concorso di Miss China in Italy.
La richiesta di finanziamenti parte in quello stesso 2004 quando però l’associazione non è ancora nata.
Nonostante questo, Emanuele Troisi con il supporto di Stefano Di Martino, allora presidente della commissione Sicurezza, inizia un’istruttoria formale. Qui la palla passa a Manca. Il quale, secondo quanto scrive il pm, pur conoscendo la situazione, presenta due delibere per 580mila euro.
In tutto questo non mancano le implicazioni politiche. Di una politica, quella milanese e di maggioranza, sempre più arroccata in correnti.
Un conto che a donna Letizia potrebbe risultare salato in vista dello stesso Expo e della complicata situazione del nuovo Piano di governo del territorio.
Ma era proprio necessario mandare come capodelegazione un soggetto del genere?
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Ottobre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
IL RAPPORTO SULLA POVERTA’ DELLA CARITAS NETTE A NUDO LE DIFFICOLTA’ IN CUI SI DIBATTONO MIGLIAIA DI FAMIGLIE IN ITALIA…. AUMENTATI DI 500.000 UNITA’ I POVERI IN UN ANNO E DEL 25% GLI ASSISTITI DALLA CARITAS
Mezzo milione di poveri in più in Italia nel 2009.
Lo afferma la Caritas nel suo decimo rapporto su “povertà ed esclusione sociale” contestando i dati dell’Istat che parlavano di una situazione “stabile”.
Le persone che vivono al di sotto della soglia di “forte fragilità economica” sono 8.370.000 e non 7.810.000 come dicono i dati ufficiali: 560 mila persone in piu’ (+ 3,7%).
”Non è vero – afferma il documento – che siamo meno poveri come farebbero pensare i dati ufficiali del luglio 2010”.
Secondo la Caritas, l’affermazione dell’Istat si basa su calcoli che danno ”un’illusione ottica”.
Alle stime sui poveri, va aggiunto un 10%, quindi circa 800 mila italiani, di ‘impoveriti’.
Persone che pur non essendo povere hanno però cambiato il proprio tenore di vita e vivono in ”forte fragilita’ economica”
Questo il ragionamento del rapporto Caritas-Zancan: ”Secondo l’Istat lo scorso anno l’incidenza della povertà relativa è stata pari al 10,8% (era 11,3% nel 2008), mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Per l’Istat si tratta di dati ‘stabili’ rispetto al 2008. In realtà di tratta di un’illusione ‘ottica’.
Succede che, visto che tutti stanno peggio, la linea della povertà relativa si è abbassata, passando da 999,67 euro del 2008 a 983,01 euro del 2009 per un nucleo di due persone.
Se però aggiornassimo la linea di povertà del 2008 sulla base della variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009, il valore di riferimento non calerebbe, ma al contrario salirebbe a 1.007,67 euro.
Con questa posizione di ricalcolo, alzando la linea di povertà relativa di soli 25 euro mensili, circa 223 mila famiglie diventano povere relative: sono circa 560 mila persone da sommare a quelle già considerate dall’Istat con un risultato ben più amaro rispetto ai dati ufficiali: sarebbero 8.370.000 i poveri nel 2009 (+3,7%)”.
Secondo lo studio la povertà si conferma un fenomeno del Sud, delle famiglie numerose o monogenitoriali, di chi ha bassi livelli di istruzione.
Inoltre – continua il rapporto – ”sempre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere”.
Infatti, ”accanto ai dati ufficiali ci sono le persone ‘impoverite’ che pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica.
Sono persone che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare, in modo anche sostanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi, precedentemente ritenuti necessari”.
Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell’11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%.
E negli ultimi due anni si registra anche un aumento medio del 25% del numero di persone che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto.
Questo aumento interessa in egual misura tutte le regioni d’Italia.
Fra questi utenti, cresce del 40% la presenza di italiani.
Il rapporto fa riferimento ai segnali di tendenza provenienti dagli oltre 150 Osservatori diocesani delle povertà e delle risorse dell’associazione presenti in tutta Italia.
Gli utenti della Caritas sono sempre meno singoli individui e sempre più interi nuclei familiari.
Particolarmente vulnerabili le persone di mezza età , i separati e i divorziati, le donne sole con figli, i precari, i licenziati, le famiglie monoreddito.
Si stima che circa un milione di persone beneficiano ogni anno dell’intervento dei centri ascolto Caritas.
L’esperienza dei centri ascolto evidenzia, fra l’altro, ”una scarsa tempestività degli enti locali nell’affrontare le nuove povertà ”.
Per il rapporto, lo stato di povertà ”è sempre più veloce, complesso, multidimensionale. Anche se non si rimane a lungo in situazione di disagio economico, il persistere del ‘fiatone’ economico e il progressivo esaurimento delle risorse determina situazioni di disagio psicologico e conflittualità intrafamiliare”.
Dati del 2008 segnalano inoltre che il 68,9% degli utenti Caritas sono stranieri, il 30,7% italiani.
Rispetto ai bisogni, il 65,9% riguardano la povertà , il 62% l’occupazione, il 23,6% l’alloggio.
Le richieste, per circa il 50%, si riferiscono a beni e servizi materiali, come viveri e vestiti.
Uno spaccato di famiglie in difficoltà che dovrebbe indurre un governo a misure decise a sostegno di chi non ce la fa.
Altro che “non lasceremo indietro nessuno”, qua c’è gente di cui ci si è persa ogni traccia.
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