Ottobre 24th, 2010 Riccardo Fucile
I SINDACI DI TERZIGNO, BOSCOREALE E TRECASE NON HANNO FIRMATO IL DOCUMENTO PRESENTATO DA BERTOLASO: VOGLIONO UN VERO DECRETO CHE IMPEGNI IL GOVERNO A NON APRIRE LA SECONDA DISCARICA DI CAVA VITIELLO E CHE CHIUDA QUELLA DI TERZIGNO… OGGI MIGLIAIA DI PERSONE IN PIAZZA, NELLA NOTTE SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA
I sindaci di Boscareale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase non hanno firmato il documento presentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Bertolaso, giunto a Napoli per tentare di risolvere la crisi rifiuti che si è determinata nell’area vesuviana.
Nell’incontro di oggi i sindaci campani hanno mantenuto la posizione presa ieri sera negli uffici della Prefettura napoletana, in cui è stata illustrata la manovra del governo.
L’intesa, stilata da Bertolaso, dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli Andrea De Martino e dal presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, prevedeva la sospensione, per tre giorni, dei conferimenti nella cava Sari a partire dalla giornata di sabato 23, per consentire non solo la copertura del terreno, ma anche l’avvio dei prelievi tecnici necessari per gli accertamenti di natura sanitaria e ambientale disposti dalle istituzioni.
Un tempo necessario per attendere, inoltre, il responso delle analisi alla presenza di specialisti individuati dagli enti locali.
Dopo questa temporanea sospensione, nella cava Sari potrebbero essere sversati unicamente i rifiuti della “zona rossa”, ossia quelli dei comuni vesuviani. Il bacino, salvo particolari criticità , dovrebbe essere riempito fino ad esaurimento. Per quanto riguarda, invece, la cava Vitiello, che dovrebbe essere il secondo sito da realizzare nel territorio di Terzigno, è previsto il congelamento di ogni decisione fino a quando non ci sarà la possibilità di garantire la difesa dei cittadini.
Nell’incontro di oggi i sindaci hanno chiesto maggiori garanzie non solo per la non apertura di cava Vitiello, ma anche per una maggiore sicurezza della discarica Sari di Terzigno.
«Dobbiamo avvertire i nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno – ha spiegato il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella lasciando il Palazzo della Prefettura – c’è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica».
Langella ha poi confermato la possibilità di avanzare denuncia all’Asìa per la presunta cattiva gestione della cava, così come avevamo segnalato in un esposto alla Procura di Nola.
La protesta ha però oggi avuto anche un volto “pacifico”, come dimostra il corteo che si è snodato in mattinata fra Terzigno e Boscoreale.
Sulle note dell’inno nazionale il corteo pacifico dei cittadini di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase contro l’apertura della nuova discarica nel Napoletano è partito dalla rotonda dei Passanti per raggiungere rigorosamente a piedi, come chiesto dagli organizzatori, la rotonda di via Panoramica, luogo del presidio permanente della protesta.
Un vero e proprio corteo «funebre» con tanto di carro delle onoranze e corona di fiori firmata: «I cittadini del parco nazionale del Vesuvio».
Alle finestre sono appese le lenzuola bianche e sugli striscioni si legge: «Voi mangiate i nostri soldi, noi mangiano camorra e rifiuti», e ancora: «Berlusconi e Bertolaso anche l’Europa vi ha schifato».
Sventolano bandiere dell’Italia con su scritto: «Abbbiamo la stessa bandiera ma non siamo italiani». In testa al corteo mamme e bambini di Boscoreale.
Si avvicina probabilmente un’altra notte di scontri, mentre una nuova riunione tra sindaci e Bertolaso è stata fissata per martedi.
Ma il governo è troppo vago: gli abitanti temono che la proposta di Bertolaso sia solo finalizzata a prendere tempo, non a risolvere i problemi reali.
E visto i precedenti, difficile dar loro torto.
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Ottobre 24th, 2010 Riccardo Fucile
DENUNCIA DELLA CISL: BOOM DI RICHIESTE PER ACCEDERE ALLE “CORSIE PREFERENZIALI” CREATE DALLA STESSA GELMINI COME SALVAGENTE… PUO’ FARE DOMANDA SOLO CHI AVEVA UNA CATTEDRA ED E’ RIMASTO DISOCCUPATO
Boom di precari della scuola appiedati dalla riforma Gelmini.
Quasi 42 mila, tra docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), coloro che dopo anni di precariato sono rimasti a casa senza lavoro e stipendio.
E che adesso cercano di acciuffare qualche supplenza attraverso il cosiddetto “salva-precari”: un decreto che dà ai supplenti “tagliati” la priorità negli incarichi d’istituto e, di fatto, anticipa loro soltanto l’indennità di disoccupazione.
A fornire i dati è la Cisl scuola, che parla di “emergenza occupazionale”.
Il sindacato, in questo modo, smentisce le ultime dichiarazioni del ministro Gelmini circa l’impatto sull’occupazione della riforma avviata da due anni.
La Gelmini di fronte agli attacchi dell’opposizione e alle proteste aveva minimizzato gli effetti della riforma sul personale della scuola: alle 67 mila cattedre tagliate, secondo il ministro, occorreva sottrarre i 55 mila pensionamenti degli ultimi due anni.
In totale: “appena” 12 mila posti in meno.
“Non pochi” aveva dichiarato ma “frutto di una manovra assolutamente sopportabile e indispensabile per invertire il trend di crescita della pianta organica non proporzionato al numero di posti richiesto dalla scuola italiana”.
Neppure una parola invece sui 30 mila posti di bidello, assistente di laboratorio e assistente amministrativo tagliati in 24 mesi.
Purtroppo, però, i conti non tornano.
I docenti che quest’anno sono rimasti senza incarico e hanno presentato domanda per il salva-precari sono quasi 30 mila.
Il decreto dello scorso 15 settembre parla chiaro: poteva presentare domanda “il personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento”, che nel corso del 2009/2010 aveva avuto una “nomina a tempo determinato di durata annuale o sino al termine delle attività didattiche o, attraverso le graduatorie d’istituto, una supplenza di almeno 180 giorni in un’unica istituzione scolastica” e che si sia “trovato nella condizione di non poter ottenere, per l’anno scolastico 2010/2011, nomina o di averla ottenuta per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto in assenza di disponibilità di cattedre o posti interi”.
Si tratta, quindi, di persone che fino all’anno scorso lavoravano e quest’anno sono precipitate nel baratro della disoccupazione.
Anche coloro che in mancanza di altro sono disposti ad accettare uno degli incarichi previsti dagli accordi tra il ministero dell’Istruzione e le regioni sono aumentati: da 5.600 si passa a 13.800.
E se ai docenti sommiamo il personale amministrativo, tecnico e ausiliario scaricato dal ministero, si tocca quota 41.477 precari appiedati.
Per tutti si apre una stagione di incertezza anche perchè nel 2011/2012 è prevista un’altra sforbiciata pari a 35 mila posti (20 mila docenti e 15 mila Ata) che aggraverà certamente la situazione.
Non era il caso di raccontare l’ennesima balla insomma.
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Ottobre 24th, 2010 Riccardo Fucile
PLUSVALENZA RECORD PER LA OFF-SHORE DEI MISTERI, DUE MILIONI DI DOLLARI PER I TERRENI…I DETTAGLI DEL CONTRATTO E DEI PAGAMENTI: TRASFERITI DAL 2006 AL 2008 BEN 22 MILIONI DI EURO
Dovrà evitare di stendere i panni all’aperto oppure di rovinare il verde comune e non potrà nemmeno issare una parabola o un’antenna sul tetto per ricevere i suoi canali televisivi preferiti, il premier Silvio Berlusconi quando andrà in vacanza ad Antigua.
Il regolamento che ha firmato comprando il terreno di quattro acri nell’isola caraibica è molto stringente e come in qualsiasi altro condominio lascia poco spazio alla creatività architettonica dei suoi occupanti.
Per quei quattro acri, Berlusconi ha versato 2,3 milioni di dollari.
Se il terreno è lo stesso, è un pezzo di costa nella parte occidentale di Antigua, nella zona di Nonsuch Bay, sulla quale ha costruito la sua villa. Secondo gli accordi, i suoi capomastri dovevano iniziare le opere a 18 mesi dalla stipula del contratto e finire il tutto entro 40 mesi.
Visto che la data della vendita è il 15 gennaio 2007, i tre anni e quattro mesi sono belli che passati e la villa, manco a dirlo, svetta sopra tutta la baia.
L’atto di trasferimento del terreno è stato siglato il 20 settembre 2007 al Land Register di St John’s, la capitale di Antigua.
Le clausole architettoniche sembrano essere state rispettate.
Berlusconi non ha dipinto i muri esterni come voleva, non ha tende diverse da quelle degli altri vicini, non ha appeso il motore del condizionatore alla facciata della villa, le finestre e le porte sono dei colori giusti.
Se avesse voluto fare qualche modifica avrebbe dovuto chiedere il permesso a Gianni Gamondi, l’architetto che si occupa del progetto, che, per ironia della sorte, è anche il suo architetto, quello che ha creato Villa Certosa.
Ora dovrà solo stare attento a non disturbare i vicini, a non portare con sè animali noiosi e a non usare la proprietà per nessuno scopo commerciale o di business, nemmeno per qualsiasi altra “libera professione”.
Sono le regole di convivenza che il premier ha accettato acquistando insieme al terreno un’azione dell’Emerald Cove Consortium, una sorta di club che riunisce tutti gli inquilini del Resort, costruito dalla Flat Point Development, una società offshore di Antigua.
Da chi realmente abbia acquistato poi non è dato saperlo, perchè a monte della catena di controllo della Flat Point siedono altre due scatole vuote la Emerald Cove Engineering e la Kappomar Holding, entrambe di Curacao (Antille Olandesi).
Uno dei fiduciari di queste società , l’avvocato Carlo Postizzi (gli altri sono il commercialista Giuseppe Poggioli e il dirigente di Banca Arner Flavio De Paulis) ha detto che è tutta roba sua, ma la sua stessa attività di fiduciario ha fatto storcere il naso ai malpensanti.
In ogni caso, la Flat Point, e chi c’è dietro di lei, sembra aver fatto davvero un grande affare vendendo il terreno al nostro premier.
I 29 acri sui quali la Flat Point sta sviluppando il suo progetto turistico sono iscritti in bilancio a fine dicembre 2006 al costo storico di 2,7 milioni di dollari caraibici che ai cambi attuali equivalgono grosso modo a un milione di dollari (poco più di 700 mila euro).
Trasformando il tutto in metri quadri, Berlusconi avrebbe pagato 143 dollari al metro quadro contro gli 8,6 dollari del valore originario.
Una lauta plusvalenza che andrà in tasca alla Flat Point e ai suoi proprietari che risiedono in un Paese stupendo, ma pur sempre offshore.
Peccato che come non torna il proprietario della Flat Point così non torna nemmeno la corrispondenza tra i versamenti del premier e le date, nonchè le cifre, dei contratti.
Il contratto è di gennaio, il trasferimento del terreno è di settembre 2007, ma i versamenti di Berlusconi alla Flat Point iniziano già l’anno prima, nel 2006.
Il 2 febbraio 2007 il premier versa 2,5 milioni di euro, non esattamente la cifra del contratto, mentre tra settembre e ottobre, a ridosso del trasferimento presso il Land Register, paga prima una tranche da 1,7 milioni di euro e poi un’altra da 3,6 milioni.
A cosa si riferiscono quei pagamenti?
Complessivamente in quell’anno sono oltre 13 milioni che Berlusconi trasferisce alla Flat Point e ai suoi proprietari. In tre anni, dal 2006 al 2008, salgono a 22 milioni di euro.
Soldi che dall’Italia, attraverso Banca Arner sono finiti in una cassaforte offshore.
Insomma i numeri generali non quadrano molto, ma, stando al contratto, quel che è certo è che entro il 31 luglio di ogni anno Berlusconi riceverà il bollettino con le spese da pagare, elencate rigorosamente nel preventivo che la Emerald Cove invia ai proprietari ogni primo di giugno.
Alla fine di agosto, invece, arriverà puntualmente il resoconto. A seguire, se serve, la fattura.
Walter Galbiati
(da “la Repubblica”)
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Ottobre 24th, 2010 Riccardo Fucile
“IL PARTITO CARISMATICO PUO’ FARE VINCERE LE ELEZIONI, MA NON SERVE A GOVERNARE: SE L’ESECUTIVO CADESSE SI APRIRA’ UNA FASE NUOVA”…. “BERLUSCONI NON DICA CIO’ CHE FARA’ QUANDO SI VOTERA’, MA COSA VUOLE FARE ORA”…”IL LODO ALFANO NON PUO’ ESSERE REITERABILE”
Gianfranco Fini torna a proporre i suoi distinguo da Silvio Berlusconi e dal Pdl e, a più riprese nel corso di diversi interventi attacca il “partito carismatico”, avverte il Cavaliere che se il suo governo cade “si apre una fase nuova” e precisa: “Un nuovo esecutivo non sarebbe un colpo di Stato”.
Poi chiede “un aumento delle tasse sulle rendite finanziare del 25%”.
Colpi in sequenza contro i capisaldi del berlusconismo: il partito, il governo e la battaglia antifisco.
Su quello che chiama “il partito carismatico” Fini è chiarissimo: “E’ il miglior strumento per vincere le elezioni, ma il peggiore per governare perchè deriva dal fatto che il cosiddetto partito carismatico forse non è ‘cosiddetto’, essendo basato su un rapporto diretto tra il leader e il popolo, essendo spesso senza intermediari, senza un dibattito interno e una democrazia”.
Quanto al governo, il presidente della Camera ricorda che Fli “è determinante per tenere in vita la maggioranza “, si tratta di vedere se il governo “è in grado di cambiare passo, di aggiustare il tiro” su alcuni temi, come sud, povertà , la stessa riforma della giustizia.
Se non accadesse, “su alcune leggi potremmo votare contro.
E se ciò portasse alla caduta del governo, allora si aprirebbe una fase nuova”.
Fase nuova che, specifica il leader di Fli, non significa immediate elezioni.
In caso di crisi dell’esecutivo, spiega “è del tutto evidente che con la Costituzione vigente il presidente della Repubblica ha il diritto dovere di verificare se può nascere un altro governo, chi dice il contrario in qualche modo si pone contro la Costituzione, fuori dalla Costituzione. Poi, del tutto diverso è il discorso dell’opportunità politica”.
Fini ha aggiunto che “Berlusconi ha il diritto di governare, ma anche il dovere di governare. Non dica ciò che farà quando si voterà ma cosa vuole fare ora che il voto non c’è” per risolvere i “problemi che gli italiani affrontano quotidianamente”.
Poi annuncia che Futuro e libertà presenterà in parlamento un emendamento per alzare l’aliquota di tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5 al 24-25%, in linea con la media europea.
“La tassazione delle rendite finanziarie – ha detto il fondatore di Fli – non è nè di destra nè di sinistra e con le nuove entrate si può finanziare la riforma dell’università “.
Quanto al tema della giustizia, secondo il presidente della Camera, lo scudo processuale per le alte cariche dello Stato non può essere reiterabile.
«Se la filosofia è tutelare la funzione quale che sia la persona – spiega – non credo che il Lodo possa essere reiterabile perchè non sarebbe una tutela di una persona per un periodo di tempo, ma un privilegio garantito ad una persona».
Per questo motivo, aggiunge Fini, Futuro e Libertà chiederà che il testo sia modificato.
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