Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
QUALCUNO LO DICA A MINNITI, E’ ORA DI APPLICARE LA LEGGE: PIAZZA PULITA SUL WEB E NON SOLO
La polizia britannica sta “valutando la sicurezza nelle moschee, per fornire ulteriori risorse prima della fine del Ramadan, che durerà ancora una settimana”.
Lo ha annunciato la premier del Regno Unito, Theresa May, parlando a Downing Street dopo aver presieduto la riunione del Comitato di emergenza Cobra sull’attacco avvenuto davanti alla moschea londinese di Finsbury Park, dove un uomo si è lanciato con un furgoncino sulla folla dopo che era da poco terminata la preghiera di rottura serale del Ramadan. “È un attacco ai musulmani vicino al loro luogo di culto”, ha detto May.
La premier – che sta affrontando un momento molto difficile tra terrorismo, delusione elettorale e incendio alla Grenfell Tower – ha condannato duramente quanto avvenuto a Finsbury Park: si è trattato di “un attacco contro i musulmani in un loro luogo di culto e come tutti gli attacchi di matrice terroristica punta a dividerci… E noi non consentiremo che accada”.
Secondo la first minister, in Gran Bretagna, in questi anni, “c’è stata troppa tolleranza nei confronti dell’estremismo, in diverse forme, anche l’islamofobia. Per questo il mio governo agirà per isolare le ideologie dell’odio, anche su internet”.
E ancora: l’ultimo attacco “ci ricorda che terrorismo, estremismo e odio assumono forme diverse, ma la nostra determinazione deve essere la stessa, chiunque sia il responsabile”.
Appello alla calma. La comunità islamica di Londra è sotto shock. Il centro islamico situato a Seven Sisters Road e il sindaco della capitale inglese, Sadiq Khan, hanno invitato i cittadini a “non speculare” su quanto accaduto. L’attentato, condotto da un uomo inglese che si è lanciato con un furgone sulla folla, ha causato un morto e dieci feriti, tutti islamici.
“Abbiamo lavorato intensamente per decenni per costruire una comunità pacifica e tollerante qui a Finsbury Park e condanniamo totalmente ogni atto di odio che cerca di dividere la nostra meravigliosa comunità “, si legge nella nota diffusa dal Muslim Welfare House.
Il sindaco di Londra ha invitato i concittadini a restare “calmi e vigilanti” dopo un incidente che ha descritto come “un orrendo attacco terroristico”. “Questo appare un attacco contro una comunità particolare, ma come i terribili attacchi di Manchester, Westminster e London Bridge è anche un attacco contro i nostri valori condivisi di tolleranza, libertà e rispetto”, ha aggiunto il sindaco.
“La situazione – ha spiegato Khan – è ancora in evoluzione e invito tutti i londinesi a restare calmi e vigilanti”, ha proseguito il sindaco musulmano della capitale britannica, sottolineando che sono stati schierati altri agenti di polizia per “rassicurare le comunità , specialmente quelle che osservano il ramadan”.
(da agenzie)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
TRA STEREOTIPI E PREGIUDIZI, IL DOVERE DELL’INFORMAZIONE
Questa volta si sono invertite le parti. Nella notte un uomo si è lanciato con un furgone a tutta velocità contro i fedeli musulmani della moschea di Finnsbury Park, a Londra. L’uomo alla guida sarebbe già stato arrestato dalla polizia: ha 48 anni ma non si conosce ancora la sua identità . Quel che sembra chiaro è che dietro non ci sia la mano dello Stato Islamico, nè di un’altra cellula jihadista.
Il fatto è avvenuto subito dopo la preghiera serale del Ramadan, questo indica che chi ha colpito lo ha fatto con uno scopo ben preciso.
Le vittime sono tutte persone di fede islamica. Per il Muslim Council of Britain, si tratta di “una violenta manifestazione d’islamofobia”.
C’è chi azzarda possa trattarsi di un fondamentalista cristiano. È possibile, le circostanze lo suggeriscono. Ma siamo nel campo delle ipotesi.
L’occasione è comunque utile per aprire una riflessione più profonda.
Primo: se non è mai stato uno scontro di civiltà , lo sta diventando. Finora l’Isis aveva colpito il cuore dell’Europa scandendo slogan e anatemi profetici, ricorrendo a simbologie e a codici tipici dei vecchi imperi.
Il Califfato, la bandiera nera dell’aquila (rayat al-`uqab) utilizzata da Abu Muslim nella sua rivolta degli Abbasidi per estromettere la dinastia Umayyad, ma rivisitata agli inizi degli anni ’90 dai telebani in Afghanistan e quindi, poco dopo, da al-Qaeda. Tracce di un’escatologia islamica stravolta, concentrata da alcuni gruppi criminali unicamente sul binomio “credente/miscredente”, “fedele/peccatore”, per aprire uno spartiacque incolmabile tra il mondo arabo e l’Occidente.
Ma sono falsità . Dietro non c’era e non c’è nulla di tutto questo.
Non c’è l’islam, non c’è il Corano, bensì un intrecciato e controverso senso del potere, che oggi coinvolge Paesi sponsor del wahabismo come i Saud e il Qatar. Chiamiamola realpolitik.
Il punto però è che questa narrazione dell’intransigenza islamica ha finito per prevalere sul senso comune. Ha vinto la bugia contro la verità , la mistificazione contro l’autenticità , la propaganda contro la realtà .
E la religione islamica è diventata una minaccia per il mondo civile. Ogni musulmano un possibile attentatore o estremista.
In casi come questi prima o poi si erge una controparte. Magari si esprime in forme più randomiche e casuali, ma finisce per costituirsi come contrapposizione o risposta al problema percepito. In Italia alcune dimostrazioni di questo genere si sono verificate in passato.
Ricordiamo la storia di don Angelo Chizzolini, il parroco di Arnasco che a gennaio 2016 si rifiutò di benedire la salma di una donna marocchina solo perchè non aveva ancora completato il suo cammino di conversione al cristianesimo.
Una storia di eresia e fanatismo. Di eresia perchè contraddiceva i precetti della Bibbia, secondo cui tutte le persone sono creature di Dio (Colossesi 1:16) e Dio ama tutto il mondo (Giovanni 3:16); di fanatismo perchè Aicha Bellamoudden era stata dapprima considerata un’apostata, poi un essere umano.
Eccolo lo scontro di civiltà , uno scontro nato e viziato da strumenti poliedrici di comunicazione e manipolazione.
I giornali mainstream e i canali ufficiali dell’Isis dal 2014 a oggi hanno praticamente seguito le medesime regole del gioco, seppur con obiettivi diversi. Ciononostante il risultato prodotto è stato lo stesso.
In rarissimi casi infatti i grandi quotidiani internazionali hanno puntualizzato differenze e semplificazioni sull’islam.
La scia emotiva della morte in mondovisione, della decollazione e del sacrificio ha valicato il principio professionale privilegiando quello del racconto enfatico. Ora ne paghiamo le conseguenze. Con un pianeta diviso in due blocchi: quello buono e cristiano e quello cattivo e musulmano.
Un nuovo stereotipo che faticherà a tramontare. Salvo che qualcuno non cominci a spiegare punto per punto come stanno realmente le cose.
Ovvero che i fanatismi non hanno alcuna natura religiosa, forse sacrale (l’etimologia ci aiuta: dal latino “fanaticum”, “ispirato da una divinità , invasato da estro divino”; derivato di fanum “tempio”, da avvicinare a fas “diritto sacro”), il che è diverso.
E che proprio perchè sacrale possono coinvolgere ogni sfera della società .
Il Ku Klux Klan è un esempio. Lo è anche Anders Breivik, il terrorista norvegese conosciuto in quanto autore degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia dichiaratosi un anti-multiculturalista, anti-marxista, anti-islamista e sionista; autore del “memoriale 2083 — Una dichiarazione europea d’indipendenza”, in cui si definisce un “salvatore del cristianesimo” e “il più grande difensore della cultura conservatrice in Europa dal 1950”.
Un altro esempio è l’Esercito di resistenza del Signore (o Lra per Lord’s Resistance Army), una formazione di guerriglieri di matrice cristiana che opera principalmente nel nord dell’Uganda, nel Sudan del Sud, nella Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica Centrafricana da oltre 30 anni. Il gruppo è stato accusato di aver compiuto atrocità contro i civili, tra cui omicidi, mutilazioni, stupri e in alcuni casi anche cannibalismo.
È guidato da Joseph Kony, un pazzo che si autoproclama portavoce di Dio e medium dello Spirito Santo, ideologicamente animato da una miscela sincretica di misticismo tradizionale africano, nazionalismo Acholi e fondamentalismo cristiano.
Mira a istituire uno Stato teocratico sulla base dei dieci comandamenti, così come al Baghdadi a Raqqa (Siria), così come Boko Haram a Borno (Nigeria).
Le differenze tra le due galassie sono impercettibili.
L’attacco di questa notte alla Moschea evidenzia un vulnus sociale e antropologico di cui debbono tenere conto dapprima i media internazionali, poi i rappresentanti politici. La via da seguire è chiara: torniamo noi, professionisti dell’informazione, a dettare l’agenda
Proviamo a riprendere in mano il timone e non lasciamo che siano i timori e le paure altrui a guidarci in questo complicato percorso.
La porta che abbiamo davanti è quella del buon senso. Apriamola, guardiamoci dentro e cambiamo le cose. Prima che le cose cambino noi.
Non abbiamo altra scelta.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
“BASTA SEGUIRE L’ONDA DI CHI LA SPARA PIU’ GROSSA, CI STIAMO INARIDENDO”
Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus. l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Di Pietro su Ius Soli: “Su questo argomento il mio pensiero è chiaro. Un batuffolo che nasce quel giorno che colpa ne ha di tutti i macelli? Ha messo i piedi per terra e quella è la sua terra. Se si chiama ius soli e non si chiama in italiano, vuol dire che già 2000 anni fa avevano conosciuto questo problema e lo avevano risolto. Sono favorevole senza se e senza ma allo ius soli. Lo ius sanguinis qualcuno già l’ha fatto, avete visto cosa ha combinato? Sì allo ius soli perchè il bambino non ha nessuna colpa di quello che hanno fatto i genitori. Se un bambino nasce qui, è uno come me. Ci stiamo inaridendo, stiamo insegnando i nostri figli ad odiare, a maledire, a trattare tutti a pesci in faccia, senza pensare che per ogni schiaffo che dai ne ricevi in cambio due. Tutto questo è mortificante. Io qui in campagna vedo tanti animali. Si vogliono più bene di noi”.
Sul Movimento Cinque Stelle e lo ius soli: “Mi pare che la loro presa di posizione arrivi dalla pancia. Come quando, finito di mangiare, ti scappa un rutto. Su certe cose non deve ragionare d’istinto. Sullo ius soli non la penso come loro. Si sta creando un problema, la non voglia di riflettere, il seguire l’onda di chi la spara più grossa, la colpa è dell’italiano stesso, che non ha più diritto di rimanere ignorante. Ci rifletta: ius soli. Chi nasce da qualche parte i piedi li deve mettere”.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
FORSE LEGGENDO LE QUOTIDIANE ISTIGAZIONI ALL’ODIO DI CERTI POLITICI ANCORA A PIEDE LIBERO?… COME QUEI DELINQUENTI CHE ACCUSANO LA MOSCHEE DI CREARE TERRORISTI?… BORIS JOHNSON: “NON PERMETTERMO ALL’ODIO DI DIVIDERCI”
L’attentato alla moschea di Finsbury Park, nella zona nord di Londra, dove un camion ha falciato la folla uccidendo un uomo e ferendo otto persone, “potrebbe essere terrorismo”, dice Theresa May.
Un atto di terrore, deliberato e mirato contro “londinesi innocenti, molti dei quali avevano finito le preghiere durante il mese santo di Ramadan”, le fa eco il sindaco Sadiq Khan.
Oggi la Seven Sisters Road è blindata, a terra resta il sangue così come nei “terribili attentati a Manchester, Westminster e London Bridge. Questo, che sembra un attacco a una comunità particolare, è anche un assalto di tutti i nostri valori condivisi di tolleranza, libertà e rispetto”, continua Khan.
Ma la fogna si alza impaziente su Twitter.
L’ex leader del movimento di estrema destra Tommy Robinson, accusa in un tweet la moschea di “creare terroristi”.
“Stai sostenendo che quindi c’è una scusa per attaccare i musulmani?”, gli risponde un utente. “Stai cercando di giustificare questi atti? “, un altro tra i centinaia di commenti. “Cioè, va bene, è giusto? Cosa stai cercando di dire”. Spiegati, gli dicono, ripeti, sei impazzito. Così, uno dopo l’altro, a distruggere un tentativo politico mal riuscito, amaro.
Tanto che Robinson, già dalla notte, inizia a cinguettare sempre più stridulo: “Mi state minacciando?”. “Ho paura”.
La rete non perdona scivoloni. E contro dichiarazioni che non rispettano il minimo senso umano di fronte la morte si espone anche J. K. Rowling, la creatrice di Harry Potter. È indignata.
La moschea di Finsbury è stata premiata per la sua attività contro l’estremismo, dice, e “questi giornali che accusano le vittime, sono disgustosi”. Contro il Mail Online, aggiunge: “Il quotidiano ha scritto male ‘terrorista’ definendolo ‘autista bianco del camion’. Ora discutiamo di come si è radicalizzato”.
Il conducente del furgone urlava “ucciderò tutti i musulmani”, racconta il testimone che ha bloccato l’uomo, basta questo.
E anche Jeremy Corbyn, popolare deputato da 35 anni del collegio di Islington North, di cui Finnsbury Park fa parte, si dissocia da dichiarazioni dal sottofondo insofferente e utilitarista di Robinson: “Sono completamente sconvolto dall’incidente avvenuto a Finsbury Park stasera, sono stato in contatto con le moschee, la polizia e l’Islington Council (il consiglio municipale della zona a Nord di Londra ndr). I miei pensieri sono con chi è stato colpito da questo terribile avvenimento”, scrive, sempre su Twitter, il leader dell’opposizione laburista britannica.
Il senso di Twitter riassunto nelle parole del ministro degli Esteri del Regno Unito Boris Johnson: “Le mie condoglianze alle vittime del spaventoso attacco di ieri notte a Finsbury Park. Non permetteremo mai all’odio di dividerci”.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
TUTTI IN SILENZIO: CHE ABBIANO IMPARATO DA DI MAIO L’ARTE DELLA FUGA QUANDI LE COSE VANNO MALE?
Uno spettro si aggira per l’Italia, è quello degli artisti “di sinistra” che hanno abbracciato il MoVimento 5 Stelle.
Spettro nel vero senso della parola perchè dopo la figuraccia del M5S sullo ius soli personaggi del calibro di Fiorella Mannoia, Sabrina Ferilli, Antonello Venditti o Claudio Amendola sono scomparsi.
Eppure fino a non poco tempo fa invitavano a votare per il MoVimento “tradendo” la sinistra e il PD
C’è chi, come Claudio Santamaria, si è impegnato in prima persona nella campagna elettorale di Virginia Raggi. Eppure dopo l’uscita della sindaca di Roma che ha riscoperto l’accoglienza zero nemmeno lui si è fatto sentire.
Se non altro per dare un consiglio alla sindaca. E invece niente. Non una parola per commentare la posizione del M5S sullo ius soli, così come nessuno ha commentato le uscite di Luigi Di Maio contro le ONG e i taxi del mare in combutta con gli scafisti. Forse la questione non è di alcun interesse.
Oppure è solo imbarazzo?
Così sembra di capire dalla risposta data dalla Mannoia ad un fan che le chiedeva di dire qualcosa sulla posizione del MoVimento riguardo la legge sullo ius soli.
Ma questo imbarazzato silenzio dei vip di sinistra che sono passati a sostenere il M5S ci dice forse qualcosa di più.
Ovvero che forse che dietro l’adesione di tanti Vip emigrati dalla sinistra al 5 Stelle c’era più la convenienza di stare con il nuovo che avanza per opportunismo che altro. Eppure una parolina su Di Maio che dice “pensiamo ai disoccupati, non allo ius soli” non sarebbe stata poi così male.
Curiosamente l’unica che ha criticato le uscite anti migranti del M5S e di Di Maio è stata Sabina Guzzanti. Ma era l’11 maggio e la Guzzanti ancora non ha detto nulla sulla scelta del MoVimento di astenersi al Senato sullo ius soli.
Eppure che il M5S non veda di buon occhio i migranti e i loro figli non è una novità dell’ultima settimana.
Poi c’è il caso di Fedez, lui non è mai stato di sinistra anzi: ha scritto l’inno del partito di Beppe Grillo.
Qualche tempo fa Fedez ha spiegato che i 5 Stelle sono “gli unici che si oppongono al sistema“. Oggi invece è troppo impegnato ad organizzare il suo matrimonio e a sfoggiare l’ennesimo outfit per preoccuparsi di quello che succede in Parlamento. Forse non votare lo ius soli è un modo per essere contro il sistema e contro la Kasta rappresentata dai bambini “stranieri” nati in Italia.
Magari quegli adolescenti che cantano le sue canzoni ai suoi concerti.
Il comico Dado, già protagonista al raduno pentastellato di Palermo, invece se la prende con la Raggi. Ma solo per la decisione di imporre il limite di 30 chilometri orari sulla Cristoforo Colombo.
Dado insomma si occupa dei problemi concreti della Capitale, non di quisquilie come il piano per sgombrare i campi Rom, l’accoglienza dei migranti o la legge sullo ius soli.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
E IL PADRE ATTACCA : “SE L’INCONTRO CASALEGGIO-SALVINI C’E’ STATO E DI MAIO NEGA, SIAMO IN PRESENZA DI UNA PICCOLA TESTA DI CAZZO”
Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera scrive oggi che Alessandro Di Battista potrebbe prendersi “una pausa” dall’impegno politico in contemporanea con la nascita del figlio, decidendo di non ricandidarsi a un secondo mandato per adesso e pur rimanendo “a disposizione del MoVimento”
Tuttavia nelle ultime settimane Di Battista – che questa settimana sarà impegnato nel tour elettorale per i ballottaggi – avrebbe detto ai suoi colleghi parlamentari di volersi dedicare con impegno alla sua prossima paternità .
Niente tour estivi massacranti, quindi. Ma non solo.
Il deputato romano avrebbe confidato a una ristretta cerchia di parlamentari di meditare addirittura la necessità di un break, di una pausa, che potrebbe tradursi in uno stop volontario per le prossime Politiche. Secondo mandato rinviato, pur rimanendo a disposizione del Movimento.
Un’ipotesi solo accarezzata e difficile da far digerire agli stessi vertici pentastellati che vedono nel deputato romano uno degli uomini di punta – specie nelle piazze e in tv – dei 5 Stelle.
La decisione di Di Battista arriva dopo le parole del padre Vittorio, che a Radio24 sabato era intervenuto per sostenere il M5S sulla vicenda del presunto incontro Casaleggio-Salvini ma con qualche distinguo: «Se per caso questo incontro ci fosse stato e Di Maio o altri negano che ci sia stato, allora – aveva argomentato papà Di Battista – non si tratterebbe solo di non candidarsi premier, ma di un piccolo testa di ca… che è stato travolto dagli eventi».
Lo stesso Vittorio Di Battista in un post sul suo blog dedicato al doppio mandato se l’era presa con un deputato che non gli aveva risposto riguardo una sua proposta per Alitalia:
Quando si è parlato dell’ennesimo fallimento dell’Alitalia, ho mandato una proposta di “socializzazione” della Compagnia, ad un “deputato/a“. Al mio messaggio privato, il “deputato/a” ha risposto dopo circa un mese, quando i giochi dei Cialtroni di Stato e di sotto governo erano stati fatti.
“Non leggo spesso i messaggi privati, scusa ma su questo problema ci sono delle difficoltà anche fra di noi, ciao“.
Non ho espresso, li per li, le mie reazioni, lo faccio adesso, a mente fredda, riferendomi anche allo assordante silenzio sulle vicende del Monte dei Paschi o su quelle dei call center o su quelle dell’Ilva.
Ma vaffanculo!
Un vaffanculo che raddoppio anche perchè, credendo e sbagliando, all’altra regola del “uno vale uno“, avevo mandato, in precedenza, una proposta di “mutuo sociale” a favore di chi non può permettersi una casa, ottenendo un disarmante silenzio.
Ma pensate, portavoce, che il mandato consiste nel mandarvi alle trasmissioni televisive, belli, truccati, riverenti ed educati?
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 19th, 2017 Riccardo Fucile
L’ATTENTATORE E’ UN 48ENNE BIANCO, SOTTRATTO AL LINCIAGGIO GRAZIE ALL’INTERVENTO DELL’IMAN… SI INDAGA PER TERRORISMO… I SOVRANISTI FANNO SCUOLA
Londra senza pace. Torna l’incubo del terrore nella capitale britannica, dove questa volta a essere presi di mira sono i fedeli musulmani della moschea di Finnsbury Park investiti da un furgone bianco nella notte subito dopo la preghiera serale del sacro mese di Ramadan.
Al momento si contano un morto accertato e almeno dieci feriti ricoverati in ospedale, tre gravi, mentre l’uomo alla guida è stato arrestato dalla polizia dopo esser stato tirato fuori dal veicolo da alcune delle persone scampate all’investimento e bloccato in quella che testimoni hanno definito una violenta colluttazione.
La polizia indaga sull’accaduto come “un potenziale attacco terroristico”, ha dichiarato verso l’alba la premier Theresa May dopo le cautele ufficiali iniziali, annunciando per la mattinata la riunione d’un comitato di emergenza da lei stessa presieduta.
Per il Muslim Council of Britain, punto di riferimento istituzionale della numerosa comunità islamica del Regno Unito, non ci sono del resto mai stati dubbi: quelle persone sono state colpite “deliberatamente”, aveva denunciato l’organizzazione quasi subito in una nota, per poi rincarare la dose ed evocare “una violenta manifestazione d’islamofobia”, con la richiesta alle autorità di garantire maggiore “protezione alle moschee”.
Le testimonianze confermano la stessa impressione.
Tutti i presenti hanno raccontato di quel van piombato sulla gente ad alta velocità e di persone, giovani e anziani, colte di sorpresa e sbalzate sull’asfalto. Quando il mezzo si è fermato, l’uomo alla guida – descritto come “bianco e senza barba” e successivamente identificato da Scotland Yard come un 48enne – è stato affrontato dalla folla inferocita.
Uno di coloro che affermano di essere intervenuti, Abdikadar Warfa, ha detto ai media di aver tentato di “bloccare” con altri l’investitore per consegnarlo alla polizia.
L’uomo pare abbia reagito violentemente (secondo l’Evening Standard avrebbe anche accoltellato una persona, ma Scotland Yard al momento nega), venendo a suo volta colpito da pugni e calci.
Fino a quando gli agenti non sono arrivati, prendendolo in consegna. Voci incontrollate hanno continuato a ipotizzare anche la presenza di altre due persone sul van, datesi poi alla fuga, ma nemmeno questo trova per ora conferma.
La polizia intanto presidia la zona in forze e blocca l’accesso a Seven Sisters road, teatro dell’episodio. Mentre, in attesa di accreditare formalmente la pista dell’attacco, funzionari dell’antiterrorismo britannica risultano già sul posto Attorno alla moschea, in ogni caso, l’atmosfera è d’angoscia, con segnali crescenti di collera.
Aleggia l’ombra di un possibile doppio standard di giudizio.
“E’ terrorismo sia se le vittime sono cristiane, sia se sono musulmane”, ha detto un giovane con voce accorata. Mentre anche l’imam di Finnsbury, Mohammed Kozbar, ha parlato apertamente di “atto terroristico, come a Manchester, a Westminster o a London Bridge”.
“La gente cerca risposte”, ha detto alla Bbc Mohamed Shafiq, della Ramadan Foundation, accreditando anche lui lo scenario dell’attacco deliberato “contro fedeli musulmani innocenti”, ma facendo appello allo stesso tempo alla calma e a non cedere a chi vuole “dividere la comunità ” islamica dal resto del Paese. Shafiq si dichiara “scioccato”.
E “totalmente scioccato” si dice anche il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, popolare deputato da 35 anni del collegio di Islington North, di cui Finnsbury Park fa parte.
Corbyn assicura d’essere in contatto con i responsabili della moschea oltre che con la polizia. E così il sindaco di Londra, Sadiq Khan, musulmano egli stesso.
Un imam della moschea di Finsbury Park a nord di Londra, dove nella notte un uomo a bordo di un furgone ha investito alcuni fedeli musulmani, ha evitato che la folla linciasse l’autista subito dopo l’incidente e lo ha ‘protetto’ fino all’arrivo della polizia. Lo hanno riferito testimoni ai media britannici.
Tali testimonianze sono in linea con quanto affermato dalla Muslim Welfare House – scrive la Bbc online – che ha ringraziato l’iman Mohammed Mahmoud “il cui coraggio è servito a calmare gli animi dopo l’incidente e a prevenire ulteriore spargimento di sangue”.
(da agenzie)
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