Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
I TERRORISTI STAVANO PROCURANDOSI ARMI SEMIAUTOMATICHE E SAREBBERO ENTRATI IN AZIONE DURANTE LA FESTA DELLA RIUNIFICAZIONE DELLA GERMANIA
Sei neonazisti sono stati arrestati in Germania, con l’accusa di avere fondato un gruppo terroristico. Secondo la polizia, pianificavano attentati contro stranieri.
Gli arresti sono avvenuti in Sassonia e in Baviera.
I terroristi si erano dati il nome di “Rivoluzione Chemnitz”, dal nome della città della Sassonia teatro di una vera “caccia allo straniero”, scattata nell’agosto scorso dopo la morte di un medico tedesco di 35 anni
Gli arrestati appartengono agli ambienti neonazi, agli hooligan e agli skinhead.
Si tratta di giovani di età compresa fra 27 e 30 anni. Secondo le indagini della procura federale, che ha emesso i mandati di arresto, il gruppo aveva già provato a procurarsi armi semiautomatiche.
Fra gli obiettivi ci sarebbero stati stranieri e anche politici di orientamento diverso dal proprio.
Alle operazioni di polizia hanno partecipato oggi circa 100 agenti. Cinque delle persone arrestate avevano già preso parte agli scontri di Chemnitz, e sono accusate di aver aggredito e ferito diversi cittadini stranieri sul posto in quell’occasione.
L’attacco a Chemnitz doveva valere come prova generale per altri agguati pianificati per il 3 ottobre, data in cui in Germania si festeggia la Riunificazione.
(da agenzie)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
UN SISTEMA PER OTTENERE FINANZIAMENTI… ALLO STESSO INDIRIZZO REGISTRATA UNA FONDAZIONE AMMINISTRATA DA ESTREMISTI DI DESTRA INDAGATI PER SPIONAGGIO A FAVORE DELLA RUSSIA.. SOVRANISTI AL SERVIZIO DEGLI EX COMUNISTI
La piccola Rue des Allies, a Charleroi, in Belgio, dista poche decine di chilometri dal cuore dell’Unione europea.
Le casette primi ‘900, coi mattoncini rossi, ricordano la storia industriale di questa cittadina della Vallonia, una storia di lotte operaie.
Da qualche tempo però il civico 15 di Rue des Allies si è trasformato in una enclave nera. Anzi, nerissima. Con fili che portano a Mosca e a politici accusati di spionaggio a favore della Russia di Putin.
Dallo scorso aprile Luca Romagnoli ha trasferito a questo indirizzo di Charleroi la sede della sua creatura politica. Romagnoli, ex Fiamma tricolore, poi Destra sociale, oggi è vicino a Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni.
La fondazione di cui è presidente si chiama Identitès & Traditions Europèennes, in sigla Ite, ed è amministrata da un board di cui fa parte anche Bela Kovacs, eurodeputato ungherese meglio conosciuto in patria come KGBela.
Per i magistrati di Budapest, infatti, Kovacs è un agente sotto copertura del Gru, il servizio segreto militare di Putin.
Nella Ite di Romagnoli militava, fino al suo arresto, anche il polacco Matheusz Piskorski, finito in carcere con l’accusa di essere una spia, pure lui, al servizio dell’intelligence russa.
A ben guardare, comunque, Romagnoli non è l’unico italiano con un domicilio politico a Charleroi.
Allo stesso indirizzo troviamo anche il partito politico europeo – con annessa fondazione – appena creato da Fratelli d’Italia.
L’Alliance pour l’Europe des Nations (Aen) presieduta da Giorgia Meloni, così come la collegata Fondation pour l’Europe des Nations, sono state iscritte alla camera di commercio belga a fine agosto, pochi giorni prima dell’arrivo di Steve Bannon ad Atreju, alla festa di Fratelli d’Italia.
Nella casa di Rue des Allies 15 sono registrate in tutto 12 società .
Niente altro, però, che possa in qualche modo ricondurre al mondo della politica. C’è l’ufficio di un contabile, Patrick Gorloo, una ditta di commercio al dettaglio,
una piccola agenzia di comunicazione, un elettrotecnico e una profumeria.
La fondazione presieduta da Romagnoli è a sua volta l’emanazione dell’Alleanza europea dei movimenti nazionalisti, Aemn, fondata nel 2009 a Budapest da partiti di estrema destra ungheresi, belgi, italiani e svedesi.
Un gruppo eterogeneo, in cui Bela Kovacs è senza dubbio la figura di maggior peso politico. Esperto di relazioni internazionali, poliglotta, fino all’avvio delle indagini era un esponente di spicco dello Jobbik, partito magiaro forte di un 20 per cento alle ultime elezioni, che fa opposizione, da destra, a Viktor Orbà¡n.
Per due volte il Parlamento europeo ha votato – nel 2015 e nel 2017 – la decadenza dell’immunità parlamentare per Kovacs.
Un anno fa a Bruxelles è arrivato un dossier che lo vede accusato di frode in bilancio e utilizzo di documenti contraffatti. Ma la prima inchiesta, avviata subito dopo le elezioni del 2014, parla di «spionaggio ai danni delle istituzioni dell’Unione europea».
Secondo quanto ricostruito dalla stampa ungherese, Kovacs avrebbe agito per conto dei servizi militari russi, il Gru, con «l’obiettivo finale di creare un fronte anti Ue nel Parlamento europeo», riporta il sito di news Magyar Idok.
Questo sarebbe stato il vero obiettivo politico della sua frenetica attività a Bruxelles, secondo l’accusa, tra le sedute del Parlamento e l’attività dell’Aemn e della fondazione di Rue des Allies.
KGBela non è l’unico del gruppo di Charleroi sospettato di legami con Putin. Il polacco Matheusz Piskorski, noto in patria per le sue posizioni di estrema destra, risulta tra i membri dell’associazione Identitès & Traditions Europèennes di Romagnoli almeno fino al 2014.
Due anni dopo, le autorità di Varsavia hanno arrestato Piskorski con l’accusa di spionaggio a favore della Russia. Quando lo ammanettano i suoi colleghi di partito gridano al complotto, lanciando appelli di solidarietà .
Appelli raccolti non solo dall’estrema destra: oltre ad Antonio Razzi, anche l’europarlamentare di Forza Italia Alberto Cirio si è attivato inviando lettere alle autorità polacche, parlando di arresto politico.
Al pari di Cirio ci sono altri berlusconiani in qualche modo legati al crocevia nero di Charleroi. Dai documenti depositati a Bruxelles si scopre infatti che nel novembre 2017 Francesco Graglia, consigliere regionale forzista in Piemonte si è registrato come membro sostenitore dell’Aen di Giorgia Meloni.
Tra gli amministratori della collegata Fondation pour l’Europe des Nations, troviamo invece, insieme a due esponenti di Fratelli d’Italia – Marco Scurria e il senatore Stefano Bertacco, veronese – anche il forzista torinese Fabrizio Bertot, deputato a Bruxelles fino al 2014.
«Movimenti interessanti quelli che qui da Roma e da Atreju possono prendere corpo verso l’Europa delle Nazioni e delle Identità !», ha commentato entusiasta Bertot su Facebook dopo il discorso di Bannon alla festa di Fratelli d’Italia.
Lo stesso Bertot che nel recente passato si era più volte pubblicamente schierato contro le sanzioni a Mosca.
(da “L’Espresso”)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
“TRANQUILLI, IL DEBITO SCENDERA'”, MA NESSUNO CREDE ALLE FAVOLETTE DI TRIA… PIAZZA AFFARI AZZERA I GUADAGNI, BANCARI IN FORTE CALO, LO SPREAD SOPRA QUOTA 270
C’è più di un motivo per tenere sotto la lente i mercati finanziari nel primo giorno di ottobre.
Cambia proprio da oggi la strategia della Bce, che dimezzerà gli acquisti di titoli di Stato dell’area euro, ma è anche il giorno del Def all’Eurogruppo.
La Borsa tiene, con Piazza Affari in crescita attorno all’1% in scia all’accordo commerciale fra Usa e Canada per gran parte della giornata, ma sono poi proprio le parole che arrivano dal Lussemburgo ad azzerare i guadagni.
Allo stesso modo lo spread, dopo un’impennata iniziale fino a 288 punti, si era quietato sotto quota 270 per poi superare tale soglia.
“Cercherò di spiegare ai ministri che cosa sta accadendo in Italia” aveva detto ai giornalisti il ministro Tria arrivando all’Eurogruppo, aggiungendo che il suo messaggio sarà di stare “tranquilli”, anche perchè nel 2019 “il debito scenderà “.
Una tranquillità che non si respira tra i ministri e i commissari europei.
Sono dure, anche se ancora attendiste, le dichiarazioni dei commissari Ue. “Quello che so è che il deficit è del 2,4% non solo per il 2019, ma per i tre anni che vengono, ed è una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni che sono stati presi” afferma il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, secondo cui il 2,4% è “incompatibile” rispetto alle regole Ue. “Quello che noto è che il Governo italiano predilige la spesa pubblica e la spesa pubblica può rendere popolari, ma alla fine gli italiani capiranno totalmente la verità , chi paga”…
“Non vedo come queste cifre siano compatibili con le nostre regole, lavoro con Tria che vedrò oggi, lavoriamo sulla base di 1,6%. Con il 2,4% è chiaro che il deficit strutturale non sarà guardato per niente nello stesso modo”, ha affermato ancora Moscovici, ribadendo che “non è interesse dell’Europa provocare una crisi in Italia”, per cui “vedrò Tria con spirito di dialogo”.
Ma “ci sono due obblighi” che tutti i Paesi devono rispettare. “Primo, ridurre il deficit nominale sotto il 3%, e secondo ridurre lo strutturale che permette di ridurre debito”. Per il vice presidente Valdis Dombrovksis, inoltre, bisogna aspettare il testo della manovra per giudicare, ma “il piano di bilancio italiano non sembra rispettare le regole”.
Anche Parigi esprime tutta la sua preoccupazione per il Def italiano. “Ci sono regole e sono uguali per tutti perchè i nostri futuri” di Paesi dell’Eurozona “sono legati” ha detto il ministro dell’economia Bruno Le Maire rispondendo a una domanda sull’Italia. La Francia ha annunciato che il suo deficit/Pil salirà al 2,8% nel 2019, per finanziare un importante piano di sgravi fiscali, ma ha anche preso l’impegno di tornare nei ranghi nel 2020.
“Noi riduciamo il debito, rispettiamo le regole e stiamo sotto il 3% non per soddisfare la Commissione Ue ma perchè crediamo che ridurre la spesa pubblica, introdurre riforme sia buono per i francesi”, ha aggiunto.
Il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno non nasconde che “l’attenzione di tutti è sull’Italia” e prevede un “negoziato lungo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
“SENZA CORREZIONI ALLA MANOVRA RISCHIATE DI FINIRE COME L’ARGENTINA”
“Un paese sul baratro”. Il giornale economico tedesco Handelsblatt lancia l’allarme Italia, in un articolo che traccia uno scenario molto preoccupante: se il governo non corregge la rotta sui mercati la situazione può finire fuori controllo.
L’eurozona, in questo caso, non potrebbe più salvare il Paese e l’Italia finirebbe fuori dall’euro, nella situazione dell’Argentina.
“La Commissione europea ha fallito con la sua politica della generosità . Se il governo di Roma non correggesse il suo corso, un procedimento a causa del deficit troppo alto sarebbe inevitabile. Forse per questo è addirittura troppo tardi”, si legge. “Il premio di rischio sui titoli italiani sale, le banche sono sotto pressione, e la fuga di capitali è da tempo iniziata.
È possibile che il crollo sui mercati vada fuori controllo. Come nel caso di una recessione o di un rincaro dei tassi – continua l’analisi -. Per l’eurozona questo significherebbe una prova senza precedenti: dovrebbe possibilmente reggere anche per la prima volta l’uscita di un paese dall’euro”.
Secondo Handelsblatt, in uno scenario del genere, “all’eurozona non resterebbe altro che isolarsi: dovrebbe proteggere gli altri Stati membri e le banche, dall’essere coinvolti nella spirale deflazionistica. Per l’Italia non ci sarebbe più alcuna ancora di salvezza nell’unione monetaria. Quello che questo significa si può vedere in Argentina – è la conclusione -: iperinflazione, disoccupazione, impoverimento. Il prezzo per la negazione della realtà lo pagano tutti, non solo coloro che lo provocano”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
“E’ COME METTERE UN DITO NELL’OCCHIO DEI PARTNER EUROPEI”… “SE TRIA SI DIMETTESSE LA SITUAZIONE POTREBBE DIVENTARE ESPLOSIVA”
La scelta del governo gialloverde di fissare al 2,4 per cento il rapporto debito-Pil è “una strada rischiosa” che equivale a “mettere un dito nell’occhio” degli altri Paesi europei.
Se poi il ministro dell’Economia Giovanni Tria dovesse dimettersi la situazione “diventerebbe esplosiva”.
A scriverlo è il Financial Times, uno dei più autorevoli quotidiani economici, che titola sul “gioco pericoloso” dei leader politici italiani, aggiungendo che “l’irresponsabilità fiscale e l’atteggiamento di sfida potrebbero aggravare i problemi di Roma”.
“La politica di bilancio aggressiva – sottolinea il quotidiano britannico – ignora non solo i precedenti impegni di Roma con l’Ue ma anche le raccomandazioni del suo stesso ministro delle finanze”.
Ma “nonostante il trionfalismo del governo, la bozza di bilancio approvata la scorsa settimana non è una ragione di festeggiamenti”.
Al contrario: ci sono “rischi gravi e reali, che derivano tanto dall’atteggiamento e dal comportamento di Roma quanto dagli attuali obiettivi economici”, perchè il 2,4% di deficit va “ben al di là del tipo di cifra con che l’Ue e i mercati possano accettare”.
Dopo aver sottolineato che “se l’Italia diventa un violatore flagrante delle regole” neanche la Bce potrà più intervenire, il quotidiano rileva che “la possibilità di uno scontro con le autorità europee agiterà solo di più i mercati”, dove gli investitori avevano sperato nella capacità di moderazione del ministroTria.
Ma se lui dovesse dimettersi, “una situazione altamente infiammabile potrebbe diventare esplosiva”.
Per questo, conclude il Ft, “prendersi a cornate con l’Ue potrebbe ritorcersi contro entrambe le parti. Bruxelles lo sa. E’ il momento che lo realizzino anche i leader politici a Roma”.
(da agenzie)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
IL CANTAUTORE FRANCESE DI ORIGINI ARMENE SI E’ SPENTO ALL’ETA’ DI 94 ANNI… HA SCRITTO 1300 CANZONI E VENDUTO 300 MILIONI DI DISCHI
Charles Aznavour si è spento a Parigi all’età di 94 anni, città dove era nato il 22 maggio 1924.
Figlio di Micha Aznavourian, un immigrato armeno originario di Akhaltsikhe, nell’odierna Georgia, e di Knar Baghdassarian, un’immigrata armena originaria di Smirne, in Turchia, era diventato in breve un pilastro della musica francese ma non solo.
Cantautore, interprete e attore teatrale, Aznavour era anche un diplomatico particolarmente sensibile alle questioni legate al suo paese d’origine. Tanto che, lo scorso anno, a Erevan, capitale dell’Armenia, il governo armeno gli ha consegnato le chiavi del Museo Aznavour, ancora in fase di allestimento.
Nella sua incredibile carriera, durata ben 70 anni, aveva scritto oltre 1300 canzoni, cantate in otto lingue, vendendo 300 milioni di dischi nel mondo, al pari di alcuni dei suoi più importanti colleghi in ambito rock.
Per lui, lo raccontava spesso nelle interviste, il palco era più di una casa e la sua idea di morte era quella “di andare in pensione e smettere di cantare”.
(da agenzie)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
ART 25, RIGHE 2,3,4 APRE LA STRADA AI CONDONI DEGLI ABUSIVISMI EDILIZIA IN UN’ISOLA MASSACRATA DAGLI ABUSI
Sergio Rizzo su Repubblica racconta oggi che è sputata una parolina magica nel decreto per Genova, e quella parola è condono.
Non fiscale, però, altrimenti lo chiameremmo “pace” e avremmo un sacco di piccoli fà ns giubilanti nei commenti delle pagine Facebook a dire che è tutt’apposto.
No, il condono è edilizio:
Quella parolina, “condono”, alla fine è spuntata. Articolo 25 del decreto per Genova, righe 2, 3 e 4 : “…I Comuni di cui all’articolo 17 comma 1 definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017…”.
Qui non si parla del condono fiscale che sarà l’architrave della manovra finanziaria, chiamato impudicamente “pace fiscale”. Questa è un’altra storia, la storia di Ischia, isola paradisiaca purtroppo allagata dall’abusivismo.
Finita dentro il decreto Genova, a 740 chilometri di distanza più un discreto braccio di mare, perchè quello era il primo vagone in partenza sul quale caricare norme che devono stare molto a cuore.
A chi, è presto detto. “Dopo il terremoto dello scorso anno, calati i riflettori, Ischia è stata abbandonata!”, aveva denunciato un mese fa Luigi Di Maio.
Da sempre attento a tenere le ansie ischitane a portata di radar. Non per nulla cinque anni fa aveva presentato, allora dall’opposizione, un disegno di legge intitolato: “Riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico”.
Con relativo sospetto di sanatoria respinto sdegnosamente al mittente: “Non è un condono edilizio, ma un ravvedimento operoso del trasgressore”.
E questo, invece, che cos’è?
L’articolo 25 del decreto Genova dispone che le domande di condono edilizio ancora pendenti nell’isola di Ischia riguardanti gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma dell’agosto 2017 vengano definite entro sei mesi.
La cosa riguarda tutti i condoni edilizi: quello di Bettino Craxi del 1985 e quelli di Silvio Berlusconi del 1994 e del 2003.
In un Paese nel quale vige lo scandalo di milioni di pratiche di sanatoria edilizia ancora inevase da decenni, cosa ci sarebbe di strano nel dare una mano almeno ai terremotati?
C’è però qualcosa che non torna. Nel medesimo articolo 25, c’è scritto infatti che “per la definizione delle istanze trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n.47”.
E perchè applicare alle domande per i condoni Berlusconi del 1994 e del 2003 “esclusivamente” i parametri del condono Craxi del 1985?
Forse perchè quelli consentirebbero di regolarizzare abusi superiori rispetto a quelli ammessi dai condoni successivi?
E perchè non c’è scritto che cosa ne sarà delle domande di sanatoria che non dovessero venire accolte?
La materia è complessa, e necessita di una spiegazione chiara, anche e soprattutto alla luce della situazione dei terremotati: ai quali, sia chiaro, non va negato alcun diritto. Nella legalità , ovvio.
C’è già , tuttavia, chi come i verdi Angelo Bonelli e Claudia Mannino (ex deputata 5S) agita lo spettro dell’incostituzionalità
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
UN DEGNO PORTAVOCE DEL GOVERNO CIALTRONE… E POI VIENE A GENOVA A DIRIGERE L’ORCHESTRA DEI PAROLAI
C’è un altro audio “choc” di Rocco Casalino, secondo la fortunata definizione del Giornale inaugurata per il messaggio vocale su Whatsapp in cui il portavoce del presidente del Consiglio pronosticava una “cosa ai coltelli” riservata ai tecnici del ministero del Tesoro se non avessero trovato le coperture per il reddito di cittadinanza.
Anche stavolta a firmare l’articolo è Laura Cesaretti, ormai specializzata in leaks dagli uffici di Palazzo Chigi. Il messaggio audio va contestualizzato:
È il 17 agosto, Ponte Morandi è crollato da tre giorni, si contano ancora i morti e per l’indomani sono previsti i funerali di Stato di alcune delle vittime.
Il telefono di Casalino è comprensibilmente bollente: è il portavoce del premier Conte, nonchè capo dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi, nonchè — ufficiosamente — colui che accentra ogni potere sulla comunicazione dei Cinque Stelle, principale partito della maggioranza.
Ovvio che tutti i giornalisti, nelle ore più febbrili di quella tragedia nazionale, lo cerchino per avere informazioni sulle prossime mosse, iniziative e prese di posizione del governo. Ovvio, ma anche parecchio stressante. Col caldo afoso di agosto, oltretutto. Così lui ad un certo punto della giornata si secca e sbotta: «Basta».
E, secondo le sue ormai note abitudini, incide sul telefonino un messaggio vocale e lo invia ad una decina di cronisti: «Basta, non mi stressate la vita. Io pure ho diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco e Santo Cristo. Mi chiamate come i pazzi, cioè, datevi una calmata, cioè», si accalora.
Nel messaggio, riferisce il Giornale, seguono indicazioni di comportamento: «Chiamate una volta, poi se mai mi mandate un messaggio e se ho qualcosa da dirvi ve la dico». E ancora: «Io pure c’ho diritto a farmi magari due giorni (sottinteso: di vacanza, ndr)», visto che «già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco e Santo Cristo».
Senza parole.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
COSIMO ETTORRE, CONS. COM. M5S DI MONCALIERI, DIMOSTRA CHE LA CLASSE NON E’ ACQUA… SIAMO UN PAESE ALLA FRUTTA
Se non si fossero offesi i militanti del Pd ritratti nelle foto, di certo non ne sarebbero lusingati gli over 60 di qualunque schieramento politico, e soprattutto tanti malati, che in poche righe sulla pagina Facebook del portavoce del movimento 5 Stelle di Moncalieri, si sono sentiti dare dei malati cronici, affetti da demenza senile e da mille altre patologie.
Cosimo Ettorre, consigliere comunale a Moncalieri voleva essere “sarcastico” e lo annuncia aggiornando il suo stato sul social network, ma l’ironia l’hanno colta in pochi leggendo il commento che si riferiva ai bus che da tutta Italia hanno raggiunto Roma per la manifestazione dem contro il governo.
“Se riuscissero ad organizzarsi, temo fortemente che la gioventù piddina in rivolta potrebbe far cadere il governo – scrive nel post il consigliere -Suggerirei loro di rimanere compatti ma suddividersi in gruppi in base alle patologie che colpiscono gli anziani – prosegue – in testa i diabetici, afflitti da prostatite sulla sinistra del corteo, vittime Alzheimer e demenza senile sulla destra, problemi di osteoporosi in fondo al corteo: potrebbero rallentare”.
A corredo del commento il consigliere allega le foto di alcuni bus in partenza da Forlì e dalla Toscana.
Il post è valso al consigliere una raffica di critiche sui social: “Pessimo gusto fare del sarcasmo sulle malattie”, dicono i più. E risponde anche Elena Ceretto Castigliano, del dipartimento organizzazione Pd Torino: “Sei davvero caduto in basso se non ti resta che fare questa propaganda sciatta. In piazza i giovani, quelli ai quali stiamo regalando un’enorme ipoteca, c’erano. Erano in molti e le bandiere della giovanile spiccavano con orgoglio. Potrei spammarti di foto, ma non userò le loro immagini per dare seguito alla tua meschinità . E credimi, con questo post hai fatto una figuraccia”.
(da agenzie)
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