Ottobre 15th, 2018 Riccardo Fucile
L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE: CON L’ELIMINAZIONE DELLE AGEVOLAZIONI ACE E IRI LE AZIENDE PAGHERANNO DI PIU’
Quanto costa alle imprese l’addio all’ACE e all’IRI previsto dal governo gialloverde? L’incentivo per la ricapitalizzazione delle aziende lanciato nel 2011 (e più volte modificato negli anni) e l’imposta sul reddito imprenditoriale al 24% saranno cancellati mentre è in arrivo, invece, l’innalzamento del regime forfettario a 65mila euro per partite Iva e professionisti e la mini-Ires.
Le previsioni dicono che il combinato disposto dei due provvedimenti porterà a un aumento delle tasse alle imprese, perchè le platee interessate non sono sovrapposte nè sovrapponibili.
Per la mini-Ires con aliquota al 15% su investimenti e assunzioni saranno stanziati circa 2 miliardi di euro. L’innalzamento a 65mila euro della soglia d’accesso al regime forfettario per le partite Iva (la cosiddetta flat tax) avrà una dote di 1,5-1,7 miliardi, a seconda di come verranno modificati gli altri requisiti d’ingresso, quali ad esempio le spese per i collaboratori.
Al contrario, la definitiva eliminazione dell’IRI permetterà di risparmiare circa 1,7 miliardi. Per la precisione 1.776 milioni, secondo le stime fornite nel Def presentato la scorsa primavera dal premier uscente, Paolo Gentiloni, e dall’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Per quanto riguarda l’ACE, tentando di considerare il calo del rendimento, ma anche gli investimenti delle imprese e delle società di persone, si può ipotizzare un risparmio per l’Erario nell’ordine di 1,5-2 miliardi.
L’ACE è un’agevolazione introdotta nel 2011 con la manovra Monti che premia la ricapitalizzazione delle imprese.
Gli apporti di capitale generano una deduzione calcolata secondo un rendimento nozionale più volte modificato negli anni, dal massimo del 4,75% all’attuale 1,5 per cento. Nelle dichiarazioni 2016, circa 320mila società di capitali l’hanno indicato.
Così, spiega oggi Il Sole 24 Ore, anche se molti contribuenti beneficeranno della mini-IRES del governo gialloverde, ci sarà chi ci perderà .
E tra questi ci saranno aziende piccole e medie anche all’avanguardia per l’innovazione:
Prendiamo — ancora una volta — il caso di un’azienda-tipo, tra le tante che avevano scommesso sull’Iri, la Riletti Autotrasporti Snc : prelevando per i soci solo 150mila dei 500mila euro di reddito, avrebbe dovuto versare solo 84mila euro di Iri sulle somme lasciate in azienda.
La conferma della tassazione Irpef, invece, costa 75mila euro in più. Con un salto di tax rate da 27,57 a 42,27 per cento. E l’incremento dell’aliquota Ires effettiva è misurabile nel caso dell’eliminazione dell’Ace.
In cambio arriverà la flat tax, ma anche qui i buchi ci saranno: “Mario Rossi, tecnico informatico con 55mila euro di ricavi potrebbero tradursi in circa 2.600 euro di minori imposte; anche se Paolo Bianchi, artigiano che commercia e ripara moto, potrebbe vedere quasi raddoppiato il prelievo totale a 10.300 euro, complice l’indetraibilità dell’Iva”, spiega il Sole.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 15th, 2018 Riccardo Fucile
L’ATTUALE VITA DI ALCUNI CRIMINALI FAMOSI
Dopo la conferma dell’ergastolo da parte della Cassazione per Massimo Bossetti per
l’omicidio di Yara Gambirasio, sul quotidiano il Messaggero è stato pubblicato un articolo in cui si rivela cosa fanno oggi i protagonisti dei delitti più famosi degli ultimi anni.
Da Anna Maria Franzoni del delitto di Cogne a Erika del delitto di Novi Ligure.
Anna Maria Franzoni. Una nuova vita sta provando ad intraprenderla anche Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio avvenuto nel 2002 di suo figlio, Samuele.
Dopo sei anni trascorsi in carcere, alla donna sono stati concessi gli arresti domiciliari nel 2014. Le è permesso di uscire di casa per quattro ore al giorno per fare la spesa e svolgere le sue attività quotidiane.
Non vive più a Cogne, ma è sempre con suo marito Stefano che non l’ha mai abbandonata, il suo primogenito 24enne e il bimbo nato l’anno successivo la morte di Samuele.
Una perizia psichiatrica ha indicato che non c’è il rischio che possa uccidere ancora. Nonostante la condanna definitiva, anche Franzoni continua a sostenere la propria innocenza.
Erika e Omar.I due avevano rispettivamente 16 e 17 anni quando a Novi Ligure, nel 2001, uccisero la mamma di Erika, Susanna Cassini, e il fratellino undicenne, Gianluca.
16 anni di prigione furono inflitti alla ragazza e 14 al giovane. Nel 2010, Omar venne scarcerato grazie all’indulto e alla buona condotta, Erika uscì di prigione un anno dopo.
Oggi Omar ha 35 anni, ha un figlio, una moglie e lavora come barista.
Erika di anni ne ha 34, aveva trovato lavoro in un negozio di musica che poi è stato chiuso. In diverse interviste rilasciate negli ultimi anni si è lamentata di non riuscire a trovare lavoro a causa del suo oscuro passato.
La ragazza, durante i suoi anni di reclusione, è riuscita anche a laurearsi, con 110 e lode, in Lettere moderne scrivendo una tesi su «Socrate e la ricerca della verità negli scritti platonici».
Olindo e Rosa. Una vita all’ergastolo come quella dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Assassini della porta accanto, avevano ucciso pochi giorni prima del Natale del 2006, in provincia di Como, quattro vicini di casa: Paola Galli, sua figlia trentenne Raffaella Castagna, il piccolo figlioletto Youssef di appena due anni d’età e una donna che abitava in un appartamento confinante, Valeria Cherubini.
«Rosa e Olindo», così come sono conosciuti alle cronache, hanno trascorso il periodo dei tre gradi di giudizio con l’obbligo dell’isolamento diurno. Rosa è reclusa nella prigione di Bollate, definito un «carcere modello». Qui Bazzi lavora nella sartoria dove confeziona abiti, grembiuli e borse con il marchio di Bollate che si chiama «Gatti galeotti».
La condanna è a vita, ma in realtà Rosa può uscire a cadenza fissa dal carcere, ogni 15 giorni può infatti incontrare suo marito recluso nel carcere di Opera.
Olindo, per tutto il tempo che non vede Rosa durante i colloqui, tiene il conto in un diario. Su quei fogli scrive della sua passione per il giardinaggio, nel suo tempo dietro le sbarre cura infatti l’orto della prigione e, a sera, sul diario annota i fiori e le piante coltivati, numero e tipologia degli innesti. Fa fiorire la vita dopo averla tolta a quattro persone.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 15th, 2018 Riccardo Fucile
IMBARAZZO DEI VERTICI, CONTE CONVOCA I PARLAMENTARI CINQUESTELLE… ARRIVA LA NAVE CHE DOVRA’ SVOLGERE I LAVORI, SCORTATA DALLA POLIZIA
Parlamentari Cinque Stelle pugliesi e consiglieri regionali a rapporto dal premier Giuseppe Conte sulla questione del gasdotto Tap.
A Roma qualcosa si muove mentre il Salento è imminente la ripresa dei lavori di realizzazione dell’infrastruttura energetica che porterà in Europa il gas Dell’Azerbaijan, con approdo a Melendugno, in provincia di Lecce.
L’incontro tra il presidente del Consiglio e una delegazione dei pentastellati pugliesi dovrebbe avvenire in tarda serata, dopo il Consiglio dei ministri che discuterà della Manovra.
Del gruppo che incontrerà il premier dovrebbero fare parte la capogruppo dei grillini in Consiglio regionale, Antonella Laricchia, e i colleghi Cristian Casili e Antonio Trevisi nonchè alcuni parlamentari eletti in Puglia. Insieme a loro ci sarà anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì.
All’inizio di agosto il presidente del Consiglio aveva ricevuto il sindaco di Melendugno, Marco Potì, per capire le ragioni per cui la comunità locale si oppone da anni al progetto del gasdotto.
Il primo cittadino aveva consegnato un voluminoso dossier e Conte aveva assicurato che uno staff della Presidenza del Consiglio avrebbe studiato il progetto per valutarne eventuali criticità .
A distanza di due mesi, però, nessuna notizia è arrivata da Roma al Salento. Nè Tap ha ricevuto dal Governo rassicurazioni formali sulla “copertura politica” dell’opera, atteso che la multinazionale è in possesso delle autorizzazioni alla realizzazione, rilasciate nelle precedenti legislature.
Sul tema gasdotto è in atto un duro scontro tra il Movimento Cinque Stelle, che in campagna elettorale aveva promesso di bloccare la costruzione, e la Lega, che vuole andare avanti velocemente.
La ministra del Sud, Barbara Lezzi, di nuovo pochi giorni fa ha ribadito a Radio Capital che non considera il gasdotto un’opera strategica e che “se la Lega non fosse stata per il sì avremmo già agito”
Intanto in Salento sembra imminente il riavvio dei lavori. La nave Adhemar de Saint Venant – che dovrà svolgere i primi interventi in mare davanti alla spiaggia di San Basilio di San Foca – si prepara a partire dal porto di Brindisi.
Alla banchina di Costa Morena fervono le attività e sono già presenti le forze dell’ordine, chiamate a garantire l’ordine pubblico in vista della manifestazione No Tap che si svolgerà dalle 14 alle 16.
Nessun movimento, invece, presso il cantiere terrestre, probabilmente a causa dell’imminente incontro romano del pomeriggio, dal quale potrebbero arrivare indicazioni politiche più certe sul gasdotto.
I lavori dovrebbero comunque cominciare in zona Masseria del Capitano, dove è prevista la realizzazione del terminale di ricezione, considerato che l’area di San Basilio (su cui si è lavorato nei mesi scorsi e dove avvennero le proteste) è bloccata dall’ordinanza del sindaco, che vieta le attività a causa del presunto inquinamento dei pozzi. Mentre la zona di località Le Paesane è ancora sotto sequestro, in virtù delle disposizioni della Procura di Lecce.
(da agenzie)
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Ottobre 15th, 2018 Riccardo Fucile
ESULTA PER IL SUCCESSO DEI VERDI, PECCATO CHE IL LORO PROGRAMMA SIA L’OPPOSTO DEL M5S… E TACE SULLA SCONFITTA DEI NEONAZISTI PER NON URTARE SALVINI
Luigi Di Maio su Facebook ha pensato bene di dismettere i panni del vicepremier e
viceministro per prendere quelli dell’analista politico.
E ha esultato per i risultati delle elezioni in Baviera, sostenendo che il voto ha visto la sconfitta di CSU e SPD e la vittoria dei verdi tedeschi, che “raddoppiano i voti fuori dallo schema destra/sinistra, a dimostrazione che l’ambiente è un valore sempre più importanti”.
All’analisi politica made in Pomigliano manca, curiosamente, l’elemento più discusso dal resto degli analisti europei e mondiali: il calo di Alternative Fur Deutschland, che dal 12,4% di un anno fa alle politiche è scesa al 10%
AFD è il partito che ha fatto la guerra ad Angela Merkel sui migranti, dopo essere nato come raggruppamento che propugnava l’uscita della Germania dall’euro. Ma siccome sono affini a Salvini, a Di Maio è convenuto “dimenticarseli”.
Il secondo elemento che Di Maio non ha colto è che non è vero che i Verdi siano un raggruppamento assimilabile al M5S
I Verdi sono un partito pro-Europa, liberale, democratico e inclusivo che ha preso il testimone del Wilkommen di Merkel e ha avuto grandi risultati elettorali proprio perchè propugna una politica che è l’esatto contrario di quella della Lega e del M5S.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 15th, 2018 Riccardo Fucile
“INCORAGGIARE INVECE DI AVER PAURA” IL MESSAGGIO POLITICO
Lo scossone alle elezioni in Baviera è arrivato: ma non dai neonazisti che hanno perso il 2,2% dei consensi in un anno, ma dai Verdi.
Primo partito nelle città dai 100mila abitanti in su ma si registrano forti incrementi anche in realtà medio, piccole e rurali.
Per la prima volta in assoluto il partito ambientalista tedesco va in doppia cifra in una delle regioni storicamente più conservatrici e tradizionaliste della Germania.
Con quasi il 18% i Verdi diventano la seconda forza politica in Baviera rompendo l’egemonia del centro destra della CSU, la sorella bavarese del partito federale cristiano democratico di Angela Merkel.
I Verdi incassano quasi il doppio dei voti dei populisti dell’Alternative fà¼r Deutschland fermi al 10%.
Il partito socialdemocratico della SPD precipita invece, come da attese, intorno al 10% confermando il trend negativo a livello nazionale, in cui si attesta intorno al 15%. Una situazione non dissimile a quella del Partito Democratico.
La SPD non si è ancora ripresa dalla catastrofe delle ultime elezioni, è alla ricerca di una nuova identità dopo l’esperienza della GroàŸe Koalition e risulta incatenata a vecchie logiche di pensiero e una classe dirigente incapace di rinnovarsi.
Quali sono allora gli ingredienti vincenti dello scossone verde?
1) Responsabilità e spazio a giovani competenti e alle donne
Il successo si deve in particolare alla capacità di rigenerazione e innovazione della classe dirigente di un partito che quattro anni fa era dato per morto. La formula vincente è stata dare spazio a giovani competenti e alle donne non solo in termini di semplice coinvolgimento ma soprattutto di ruoli di responsabilità e visibilità . Ciò ha permesso da un lato di generare più rappresentanza dall’altro di portare una ventata di competenze nuove e fresche.
Infatti oggi molti giovani under 35 riescono ad accumulare più esperienza di molti politici di lungo corso grazie alla molteplicità e alla ricchezza di esperienze maturate all’università , su diversi posti di lavoro e all’estero.
Questo percorso di formazione contemporanea, adatta cioè a capire e rispondere alla complessità del realtà e che comprende la conoscenze di due o tre lingue, si è democratizzato e diffuso rapidamente sopratutto dagli anni 2000 in poi, grazie alla possibilità di viaggiare, vivere e lavorare all’estero, rimanendo sempre connessi, in maniera mai così sicura e low-cost.
Come nel caso di Katharina Schulze, la carismatica trentatreenne co-segretaria dei Verdi bavaresi, grande vincitrice di queste elezioni. Co-segretaria perchè i Verdi condividono la poltrona della segreteria in due.
L’altro co-segretario di questo Spitzenduo è il quarantenne Ludwig Hartmann. Già durante il suo “erasmus” negli Stati Uniti nel 2008, mentre studiava comunicazione interculturale e scienze politiche a Monaco, Katharina ha partecipato attivamente alla campagna per l’elezione di Barack Obama.
Rientrata in Germania, ha guidata prima i Giovani Verdi poi è stata portavoce della campagna vinta per impedire le Olimpiadi a Monaco e nel 2013 ha vinto un seggio nel Parlamento bavarese.
2) Una politica che riformula e rilancia l’essere bavaresi con coraggio e senza compromessi
La campagna dei Verdi si è fondata su una comunicazione moderna fatta di messaggi chiari e trasmessi attraverso un linguaggio diretto, semplice, entusiasmante, affabile e al passo coi tempi. Il tutto trainato dal motto “incoraggiare invece di fare paura”, attraverso persone motivatissime che hanno trasmesso passione ed energia. Il coraggio e l’entusiasmo dunque prima della speranza. Perchè la passione è contagiante e convincente.
Ovviamente non è tutto rosa e fiori nella narrativa dei Verdi, le insicurezze e le paure vengono riconosciute, ma il focus è spostato su quello che si deve fare per rendere il futuro dell’Heimat, il luogo natio, migliore per tutti. In questo modo hanno attratto non solo molti delusi della SPD ma altrettanti conservatori cristiano moderati.
Essere bavaresi può significare molte cose e i Verdi sono stati bravi a popolare, in modo credibile e convincente, l’immaginario collettivo con il rispetto dell’ambiente, dei diritti di tutti e dell’Europa.
Altre carte vincenti sono state la parità di genere e l’accessibilità a spazi abitativi e asili nido. Ma sopratutto una chiara posizione sul valore dei confini aperti e della tolleranza coniugata al dovere della sicurezza. Perchè umanità e responsabilità possono e devono stare insieme.
3) Ambientalismo e lotta ai cambiamenti climatici al centro dell’offerta politica
I bavaresi avranno pure assistito a una delle estati più aride e infinite di sempre, ma il tema della protezione della natura a la lotta ai cambiamenti climatici ha incontrato le preoccupazioni di molti, insoddisfatti della lentezza con cui si agisce per il clima, e convinto molti altri a sposare un’idea di futuro possibile e migliore senza paura.
Perchè i benefici per la sicurezza, il territorio, la salute, la mobilità , l’economia e dunque la libertà e il benessere delle persone sono molto più elevati dei costi iniziali dell’investimento e in generale del cambiamento.
I Verdi non sono solo riusciti a catturare un’aspettativa insoddisfatta ma anche a comunicare in modo tangibile, e dunque generare, quell’urgenza d’azione di cui abbiamo tremendamente bisogno per tenere la sfida del clima sotto controllo.
Un modello quello dei Verdi che può diventare vincente
(da “Huffingtonpost”)
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