Giugno 3rd, 2019 Riccardo Fucile
VENDUTI PER UNA POLTRONA, I TRADITORI DEI VALORI DEL M5S HANNO ANCORA IL CORAGGIO DI PARLARE
Ieri Roberto Fico è finito sul banco degli imputati nel MoVimento 5 Stelle per aver nominato
rom e migranti durante la Festa della Repubblica. In molti attivisti se la sono presa con lui ma, racconta oggi un retroscena sulla Stampa, anche deputati e senatori sono andati all’attacco prefigurando per il presidente della Camera un accordo con il Partito Democratico:
Per più di un deputato vicino a Di Maio l’obiettivo di Fico sarebbe proprio quello di «aprire al Pd». Alcuni sostengono: «Lo sappiamo che lui parla sempre con Zingaretti…».
In realtà , sia fonti vicine a Fico che ambienti del Pd negano che i due si siano mai parlati a quattr’occhi, «si sono incontrati solo in occasioni istituzionali e l’altro giorno al Quirinale non si sono neanche salutati».
Di certo però Fico è convinto che sia il momento di agire, il Movimento deve rivedere il proprio profilo, la sua identità , inevitabilmente snaturata dall’alleanza con la Lega. Sono queste le «decisioni» di cui parlava il parlamentare vicino al presidente della Camera qualche settimana fa: archiviare una fase, riportare M5s sui propri temi, «i temi che lo stesso Di Maio aveva riscoperto alla fine della campagna elettorale
Ma anche Fico, come Giuseppe Conte, potrebbe essere ai saluti finali e alle dimissioni perchè la legislatura volge al termine
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 3rd, 2019 Riccardo Fucile
CERTO, QUELLA CHE GRAZIE A LUI PAGHERA’ PIU’ CARO IL MUTUO E NON SI POTRA’ PERMETTERE UNA VISITA MEDICA… POI NEGA IL CAMBIAMENTO CLIMATICO “PERCHE’ A MAGGIO CI VOLEVANO I GUANTI DI LANA”
Ieri sera a Non è l’Arena c’è stato l’ormai consueto appuntamento con il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. A quanto pare al Capitano piace molto andare da Giletti, si trova a suo agio e il giornalista de La 7 lo ospita con molto piacere.
Salvini del resto è un personaggio schivo, uno che in televisione non ci va quasi mai ed è chiaro che preferisca andare là dove lo trattano meglio (ad esempio da Barbara D’Urso).
Ma cosa fa il ministro dell’Interno quando non è in televisione e quando non è al Ministero a fare quello per cui lo paghiamo? Salvini non si fa pregare e lo spiega subito.
Lui incontra la gente: «io incontro persone in difficoltà che quando accendono il telegiornale la sera e vedono che la politica litiga si arrabbiano perchè il loro problema è il mutuo, è la visita medica privata per il figlio perchè c’è la lista d’attesa troppo lunga nell’ospedale pubblico e quindi uno se ha i soldi va avanti e se non ha i soldi aspetta».
Ora è curioso che Salvini parli proprio dei mutui, visto che le dichiarazioni del governo fanno schizzare lo spread che — come spiega Bankitalia — fa schizzare il costo dei mutui.
Allo stesso tempo fa sorridere che il Capitano parli dei problemi di chi non può permettersi di pagare una visita in una clinica privata e deve attendere le liste d’attesa degli ospedali pubblici. Perchè quello è proprio quello che succederà con la Flat Tax. Meno soldi lo Stato incasserà meno risorse avrà per finanziare la spesa pubblica (scuole, ospedali, cose così).
Chi i soldi li ha potrà continuare a permettersi di pagare (anche perchè avrà più soldi a disposizione) che invece di soldi non ne ha o ne ha meno invece dovrà accontentarsi. Perchè questo è quello che succede quando si ha in programma di spendere 30 miliardi di euro per abbassare le tasse senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. E già che c’era ieri il vicepremier ha rilanciato dicendo che vuole quota 41 per azzerare la Legge Fornero (tradotto: più spesa pubblica per le pensioni).
Salvini è convinto che sta facendo bene: «penso che gli italiani mi hanno scelto per la concretezza, per il fatto che dalle parole siamo passati ai fatti».
Stava forse pensando alle promesse di abolire le accise sulla benzina o a quella — che non si sa come manterrà — di non aumentare l’Iva al 25,2%?
Ma Salvini non ha voglia di essere pessimista, abbiamo tanti motivi per essere ottimisti. Ad esempio lo spread fisso intorno ai 290 punti base o il rendimento dei nostri titoli di Stato che è più alto di quello dei titoli di Stato greci? No. Per Salvini le cose belle sono altre :«è domenica, è il due giugno è la festa della repubblica, domani mia figlia comincia la scuola estiva di danza. Finalmente oggi c’era il sole: ci hanno spiegato per mesi che c’era il riscaldamento globale e abbiamo passato un maggio con l’ombrello il passamontagna e i guanti di lana».
Come un Trump in sedicesimi Salvini si diverte a stuzzicare i gretini che parlano di Global Warming smentiti dai fatti: se piove e fa freddo non c’è un problema di riscaldamento globale.
Ma non bisogna dare troppo peso alle sparate del vicepremier. Perchè lui è fatto così, come un comico consumato dice le cose per scatenare una reazione. Ad esempio ha scoperto che tirare fuori un crocefisso ad ogni intervista funziona meglio dei paletti di frassino contro i vampiri della Commissione. «Una signora prima a Nettuno mi ha regalato un’immagine di uno dei santi patroni d’Europa: san Benedetto. Ce l’aveva in casa e mi ha detto “che l’Italia sia protetta da San Benedetto”. E quindi ci guardano dall’alto eh. Io penso che 60 milioni di italiani abbiano una protezione dall’alto, io mi sono rivolto alla Santa Vergine Maria», dice Salvini tirando fuori dal taschino l’ennesima immaginetta sacra e tenendola ben in vista.
Lei sa che quando tira fuori il crocefisso succedono un po’ di questioni, inizia a dire Giletti senza far notare come Salvini abbia sempre a portata di mano immagini di santi e rosari manco fosse appena tornato da un pellegrinaggio a Medjugorje.
«Io cerco di testimoniare la nostra cultura che l’Europa ha negato e cancellato e spero di applicare i principi del Catechismo e del Vangelo».
L’Europa non ha negato e cancellato alcunchè, Salvini fa un uso strumentale del dibattito che ci fu all’epoca sulla questione delle radici cristiane del Vecchio Continente da menzionare nella Convenzione Europea. Chissà invece se Salvini intende applicare il Catechismo come lo fa il leghista Lorenzo Fontana che ha spiegato che nel Vangelo quando si parla di “prossimo tuo” si intendono solo quelli geograficamente prossimi e non più generalmente tutte le persone.
A quel punto Giletti torna sulla natura dei rapporti con il Santo Padre ricordando che Bergoglio ha dichiarato “nessuno mi ha mai chiesto di fare un’udienza con Salvini”. «Io non ho mai chiesto un incontro con il Papa ne sarei onorato ne sarei felice ho molto da imparare. Se volesse concedermi cinque minuti del suo tempo per me sarebbe un onore e gli spiegherei come sto applicando il mio mandato da ministro della pubblica sicurezza».
Il conduttore cerca di suggerire (come se fosse il suo addetto stampa) che forse sarebbe meglio chiedere un incontro con Bergoglio «io non l’ho fatto in questi mesi perchè ho profondo rispetto per il Santo Padre» risponde Salvini.
Che sia lo stesso Salvini che tre anni fa teneva in mano una maglietta con scritto “il mio papa è Benedetto”?
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 3rd, 2019 Riccardo Fucile
IN CRESCITA DEL 4%, AUMENTANO LE LICENZE RICHIESTE “A USO SPORTIVO”
Gli italiani armati sono in aumento. 
La Stampa spiega oggi in un dossier che sono 1.315.700 le licenze in vigore per detenzione legale di armi nel 2018, in crescita del 4% rispetto al 2015.
Ma, se si aggiungono quelli che non hanno rinnovato la licenza negli ultimi anni (sfuggendo così da ogni monitoraggio), sono almeno 4 milioni le persone che detengono legalmente un’arma in casa:
Per ogni militare (200 mila gli appartenenti alle forze armate) in Italia ci sono insomma 20 “appassionati” che hanno una pistola nel cassetto o un fucile in cassaforte.
A dettare l’incremento più marcato è l’uso sportivo (+27% negli ultimi tre anni): sono circa 600 mila le licenze.
Tutte le altre tipologie di porto d’armi sono in calo, compresa quella per difesa personale che necessita di una valida motivazione che deve essere riconosciuta in Prefettura.
Se i dati vengono analizzati più attentamente si scopre che sommando il numero degli associati all’Uits e alla Fitav e alle altre federazioni di tiro a volo si arriva a quota 100 mila cui si aggiungono i 40 mila iscritti ai poligoni privati.
Giusto per fare un esempio, Luca Traini, che a febbraio di un anno fa aprì il fuoco contro i migranti tra le strade di Macerata, ottenne la licenza in meno tre settimane. Diciotto giorni. Gli stessi in cui, senza difficoltà , si procurò una pistola con regolare licenza.
Oggi il Parlamento ha approvato una legge controversa (la numero 36 del 2019). Con la riforma si sono allargate le “maglie” di proporzionalità tra offesa e difesa. Il testo riconosce che la difesa è «sempre» legittima «se taluno usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità , i beni propri o altrui».
Chi critica la riforma sostiene che circoleranno «più armi» e quindi ci sarà «più insicurezza». L’indirizzo politico è chiaro. Gli italiani si adeguano.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 3rd, 2019 Riccardo Fucile
ULTIMATUM A SALVINI … SE SI DIMETTE ELEZIONI ANTICIPATE
Oggi Giuseppe Conte parlerà in una conferenza stampa che potrebbe anche essere l’ultima da presidente del Consiglio ad appena un anno dall’incarico.
Il premier ha intenzione di chiudere, in un modo o nell’altro, il dissidio tra MoVimento 5 Stelle e Lega e di farlo probabilmente col botto.
Ovvero dicendo agli alleati che vuole condurre lui la trattativa con l’Unione Europea: il premier vuole un mandato a discutere con Bruxelles, se no “non sarò io a ï¬rmare la procedura d’infrazione”. Altrimenti? Altrimenti se ne andrà .
E così, spiega oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica, dopo le 17 e a mercati chiusi, per ammortizzare l’effetto destabilizzante di una sfida diretta a Salvini e Di Maio, Conte parlerà e andrà all’attacco:
«Sono disposto ad andare avanti, ma non con un governo in agonia», sosterrà . Di più: il premier ricorderà ai suoi due vice i mesi «difficili» che attendono l’Italia. E sgancerà infine la bomba: «Devo avere i margini per trattare con l’Europa — questo il senso del suo ragionamento, secondo diverse fonti — perchè non sarò io il primo presidente del Consiglio a mettere la firma su un’eventuale procedura d’infrazione dell’Italia per debito. Devo pensare al bene del Paese».
La svolta è maturata nelle ultime ore, prontamente comunicata anche ai vertici istituzionali. Decisiva, per l’avvocato, è stata l’incredibile gazzarra sulla lettera di risposta all’Europa, bruciata da una “manina” assieme alla credibilità già ridotta di Roma sui mercati.
Conte sa bene che il suo governo è appeso a un filo. Che non resta altra strada che certificarne la crisi di fatto, pur restando almeno per il momento a Palazzo Chigi.
E che l’unica mossa sensata è rilanciare, rilanciare con decisione, sperando di riavviare un motore che Salvini ha deciso di rottamare. Come? Fissando paletti sul terreno più delicato: quello dei conti pubblici e dell’Europa.
Conte quindi si muove ora per evitare di avere le mani legate mentre scoppia la crisi e i mercati abbattono l’Italia.
Una scelta per una volta lungimirante che però rischia di rimanere lettera vuota se non passa dalle parole ai fatti. In Italia, infatti, notoriamente le dimissioni si minacciano ma non si danno mai. E questo lo sa anche Salvini.
Anche Marco Conti sul Messaggero conferma le intenzioni del primo ministro:
D’altra parte, a Conte il ruolo del «tecnocrate» — come lo definivano ieri con sospetto i più stretti collaboratori di Di Maio — non dispiace. Anzi.
Si considera un avvocato prestato alla politica e che non esclude di tornare presto al suo mestiere qualora i due vicepremier pensino di continuare a sostituire la politica con la campagna elettorale permanente.
Alla vigilia della partenza per Hanoi, il presidente del Consiglio lascia a Roma il suo personalissimo Vietnam contando di tornare in tempo per il consiglio dei ministri di venerdì nel quale si attende dai suoi due vice risposte convincenti sulla volontà di andare avanti.
L’invito del premier a Di Maio e Salvini è quello recuperare un metodo di lavoro e, soprattutto, di tornare al rispetto reciproco non per esigenze di etichetta, quanto per dovere. Altrimenti, è il sotto-testo, per Conte è meglio finirla qui e salutarsi.
Non c’è da attendersi una prova di forza, e tanto meno una sfida, ma la consapevolezza di essere — malgrado tutto — ancora l’unico punto di caduta di un governo che potrebbe essere chiamato a continuare ancora, malgrado tutto congiuri contro.
Ora la palla passa a Di Maio e, soprattutto, a Salvini. Se Conte si dimette si torna a elezioni subito. Il centrodestra ha una grande chance di vincere a man bassa. Poi però dovrà governare e mantenere le promesse della campagna elettorale. E lì ci sarà da vedere. O da ridere.
(da “NextQuotidiano”)
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