Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
LA LEGALITA’ DI SALVINI: CONDONI AGLI ABUSIVI MENTRE SU 32.424 ORDINANZE DI DEMOLIZIONE NE SONO STATE REALMENTE ESEGUITE SOLO 3.651, PARI ALL’11%
Il vicepremier Matteo Salvini ha grande confidenza con le ruspe.
Le ha sollecitate nei giorni scorsi per abbattere il campo Rom di Milano dove vive la signora che l’ha minacciato verbalmente. Le ha fatte usare nel novembre 2018 per demolire una villa dei Casamonica a Roma, una delle quali è stata azionata davanti le telecamere addirittura dal ministro dell’Interno in persona.
Le ha inviate nel marzo 2019 nella baraccopoli dei migranti di San Ferdinando (Rc), che poi sono stati spostati in una tendopoli distante 200 metri dalle baracche.
Ma di ruspe per abbattere le costruzioni abusive che deturpano il territorio italiano e mettono a rischio la vita delle persone che ci vivono o lavorano, non ne parla mai. Perchè?
Eppure la piaga degli ecomostri illegali di cemento continua a colpire il nostro Paese. Solo lo scorso anno, in base al Rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente, sono state costruite ben 17 mila nuove costruzioni abusive in Italia.
Nel più totale disinteresse anche di questo governo (in piena continuità con quelli precedenti) che ha addirittura approvato due nuovi condoni edilizi per la ricostruzione post terremoto nel cratere del Centro Italia e a Ischia.
Il cemento illegale ha invaso negli ultimi decenni il territorio italiano e ancora oggi poco o nulla viene buttato giù.
Le demolizioni dei manufatti abusivi sono ferme al palo e nelle zone costiere è ancora più evidente.
Secondo il Rapporto “Abbatti l’abuso” di Legambiente sono 32.424 le ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2018 in poco più del 20% dei comuni costieri italiani che hanno risposto al nostro questionario, mentre sono 3.651 gli abbattimenti realmente eseguiti, pari a poco più dell’11% del totale.
Questi numeri li abbiamo presentati oggi in occasione del passaggio in Campania di Goletta Verde, che ha esposto lo striscione “Abbattiamolo” per ribadire l’urgenza di ripristinare la legalità lungo le aree costiere italiane.
Una regione, la Campania, scelta non a caso. Se prendiamo in considerazione solo gli abusi realizzati lungo la costa campana si contano ben 11.092 ordinanze emesse e solo 220 quelle eseguite (pari al 2% del totale).
In Calabria siamo al 5% e in Puglia al 6%. Tra le regioni del Sud fa eccezione la Sicilia, che arriva a una percentuale del 15% nel rapporto tra ordinanze di abbattimento emesse e realmente eseguite. La performance migliore è del Friuli Venezia Giulia, con il 45%.
La lotta all’abusivismo edilizio non paga elettoralmente ma le ruspe sono davvero l’unico antidoto a questo malcostume tutto italiano.
Nel passato quando sono stati approvati i 3 condoni edilizi (nel 1985 dal governo Craxi, nel 1994 e 2003 dagli esecutivi Berlusconi, votati entrambi dalla Lega) c’è stato il boom delle costruzioni abusive, mentre negli ultimi 20 anni si è registrato un evidente calo del loro numero solo nelle stagioni contraddistinte dalle demolizioni.
Siamo di fronte a una pagina vergognosa della storia italiana che ha prodotto e alimentato illegalità e ha cambiato i connotati a intere aree del Paese. I sindaci hanno spesso fatto finta di non vedere quello che succedeva nel loro territorio e quei pochi che lo hanno fatto, a volte non sono stati neanche rieletti alla tornata elettorale successiva.
Per far partire davvero le demolizioni in tutta Italia e per ripristinare la legalità , tanto cara a Matteo Salvini, occorre approvare una legge che passi dai Sindaci ai Prefetti la competenza delle operazioni di abbattimento, perchè non condizionati dal ricatto elettorale, lasciando ai Comuni solo il controllo urbanistico del territorio e la repressione dei reati, compresa l’emissione delle ordinanze di demolizione.
Cosa aspetta il vice premier leghista a promuovere una norma del genere? O preferisce perseguire la via della “legalità all’italiana”, perchè le demolizioni vanno a toccare gli interessi degli abusivi che poi vanno a votare?
(da “Huffigntonpost”)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
DOPO AVER SMINUITO LE DIVISE ABUSIVE DELLA POLIZIA INDOSSATE DA SALVINI, ORA DICE: “POTREI PORTARVI DECINE DI FOTO DI NOSTRI MEZZI UTILIZZATI DA RAGAZZINI”… MA CHE BRAVO, INVECE DI DENUNCIARE CHI HA PERMESSO IL PECULATO D’USO DEI MEZZI
Nella vicenda dell’acqua scooter della Polizia su cui è salito il figlio del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, “c’è solo una cosa che mi interessa e che sto approfondendo: se c’è stata una limitazione al diritto di informazione e cronaca”.
Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a margine di un evento alla stazione di Milano Rogoredo. “La vicenda dell’acqua scooter onestamente mi sembra un po’ amplificata, vi potrei portare decine di immagini di nostri mezzi che vengono utilizzati anche da ragazzini. Quindi questo mi interessa il giusto, mi preoccupa di più, e ho chiesto un approfondimento, quando c’è una limitazione al diritto di cronaca che ritengo debba essere posto al centro”, ha spiegato Gabrielli.
“Se ci sono state delle minacce e degli atteggiamenti fuori dall’azione ordinaria ci sono anche profili penali”.
Il caso è venuto alla luce grazie al giornalista di Repubblica Valerio Lo Muzio che aveva ripreso, appunto, il figlio del vicepremier sulla moto d’acqua della Polizia.
Ma Lo Muzio era stato minacciato da alcuni uomini al seguito di Salvini e diffidato dal continuare a girare quelle immagini. Oggi il giornalista sarà sentito dalla questura di Bologna.
Capisco che Gabrielli debba mantenere il suo posto, ma a tutto c’e’ un limite.
1) Ci possono essere stati casi (tipo bambini con disabilità ) a cui è stato permesso di realizzare il sogno di fare un giro su una Volante, ma sono casi che hanno seguito un iter burocratico ben preciso e ottenuto specifiche autorizzazioni
2) Sfidiamo chiunque a chiedere un “giro” su una moto d’acqua o su un blindato per il proprio figlio, otterreste giustamente un diniego perchè non siamo al luna park
3) Esiste un reato specifico che è il peculato d’uso che sanziona casi come questi
4) Il ministro era presente e ha avallato (se non richiesto) un uso improprio di un mezzo della polizia, poche balle. Non ci sono stati altri ragazzini a cui è stato concesso in quei minuti lo stesso “favore” su quella spiaggia.
5) Le intimidazioni al videomaker (“sappiamo dove abiti”) e il divieto di riprendere il figlio di Sua Maestà risultano dall’audio della ripresa, c’e’ poco da “approfondire”.
6) Gabrielli è preoccupato che l’odio verso Salvini si riverberi sulle forze dell’ordine? Basta poco per evitarlo: sanzionando i suoi comportamenti illeciti e avendo il coraggio di non consentirli.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
IL PARADOSSO E’ EVIDENTE: UN LEADER ORGANICO AL M5S CHE SI CONGRATULA CON CHI SE NE VA… DI MAIO ORMAI SEMPRE PIU’ ISOLATO
Max Bugani ha lasciato la segreteria politica di Luigi Di Maio. Uno degli uomini chiave del Movimento 5 Stelle, socio di Rousseau, ha abbandonato la nave.
Non ha sopportato le ultime vessazioni subite proprio da parte di Luigi Di Maio che, in un primo momento, gli ha decurtato lo stipendio (passando da 3800 euro al mese a 1600) e che, poi, lo ha accusato di lavorare poco.
La scelta di Max Bugani è stata quella di lasciare, affermando di non essere attaccato alla poltrona.
Le sue dimissioni sono state accompagnate da questa citazione: «e in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro. E io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perchè sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutto lì, in questo consiste. È in quei dieci centimetri davanti alla faccia».
Le dimissioni di Massimo Bugani sono state accolte con entusiasmo da Alessandro Di Battista, che ha commentato immediatamente: «Sei un grande».
Un commento che ha lasciato interdetti molti. Se da un lato, questo fronte rimarca ancora di più una spaccatura interna tra il Movimento 5 Stelle delle origini (quello di Di Battista e di Bugani, appunto), dall’altro lato evidenzia come — pur di mantenere la propria barra dritta — non si esiti ad esultare per l’addio di un componente del partito in un momento così delicato e cruciale per le sorti pentastellate.
Il paradosso è evidente: Di Battista, che dovrebbe essere organico al M5S, applaude l’abbandono di un ruolo chiave da parte di un’altra persona organica ai pentastellati.
Si sprecano, dunque, i messaggi per Luigi Di Maio che, al momento, è sempre più isolato e lontano da quelli che erano i valori di una volta del Movimento: chi lo conosce bene, lo descrive come un corpo a sè stante.
Che prima o poi pagherà le conseguenze delle sue scelte.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
ESILARANTE: IL DECRETO SICUREZZA FA SCHIFO, PER QUESTO LO VOTA… FORZA ITALIA NON FARA’ ABBASSARE IL QUORUM, RESTANDO IN AULA
“Penso di votare il provvedimento, le ragioni sono molteplici e per lo più di natura politica”. Così all’AdnKronos il senatore del M5S Alberto Airola, in vista del voto sul dl Sicurezza bis previsto per questa sera.
“Mai come oggi penso alla frase di Rino Formica…”. Airola, spiegando le ragioni che lo porteranno a votare a favore del dl Sicurezza bis, ricorre a una citazione dell’ex ministro socialista che definì la politica “sangue e merda”.
“La politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato. Si dice che su questo campo ha ragione chi vince, e sa allargare e consolidare il consenso, e che le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili”, spiegava l’esponente del Psi.
Stamane in una intervista Airola aveva detto che il decreto sicurezza bis faceva schifo, oggi lo vota,
A poche ore dal voto, anche Forza Italia rende nota la sua posizione: i senatori azzurri sfileranno sotto il banco della presidenza di Palazzo Madama e diranno “non partecipo al voto”. In questo modo non ci sarà l’abbassamento del quorum, a differenza di quanto sarebbe accaduto se FI avesse lasciato l’Aula.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
“APPROVARE IL DECRETO SICUREZZA BIS VI RENDERA’ COMPLICI DI ALTRE MORTI IN MARE”
“L’unico effetto che potrà avere” il decreto Sicurezza bis “è far morire la gente in mare”. Dai banchi dell’Aula — dove è in corso la discussione delle pregiudiziali al testo — Gregorio De Falco, ex M5S, critica il provvedimento all’esame del Senato e rivolge un appello ai suoi vecchi colleghi di partito. “Evitate questa nefandezza. Faccio appello alla loro coscienza affinchè votino con il coraggio che non hanno avuto finora, consapevoli del fatto che non e’ una regola criminogena come questa che può frenare gli sbarchi, ma è la morte di centinaia di persone tra cui ci sono bambini, padri e madri”.
“Chiedo ai colleghi 5 stelle — aggiunge — di votare almeno una sola volta secondo coscienza, non per ordine di scuderia. Dovete avere la schiena dritta perchè tutti voi sapete che questa è una norma criminogena e mortifera”.
Giusto per l’idea del livello di schiena dritta del M5S, oggi il senatore Alberto Airola (quello che doveva dimettersi per la TAV…) ha detto alla Stampa che il decreto sicurezza fa talmente schifo che uscirà dall’aula pur di non votarlo; poi all’Adn Kronos ha detto che lo voterà .
Il senatore interviene nel brusio continuo dell’aula, dove molti colleghi sono in tutt’altre faccende affaccendati. “Ma quanto siete distratti”, si lamenta De Falco.
La senatrice Paola Nugnes prova a fornirgli supporto, chiedendo che la presidente faccia rispettare il silenzio. Invano. De Falco continua allora sottolineando che in base al decreto “il presidente del consiglio diventa un ammennicolo, in violazione dell’articolo 95”, visto che viene informato delle operazione di respingimento “per conoscenza, perche’ possa rispondere ai giornali. C’e’ una pesantissima criminalizzazione del dovere, intollerabile, inemendabile in uno stato di diritto. Questo decreto produrra’ l’unico effetto — aggiunge il senatore — di intasare le aule di giustizia. Dovra’ essere disapplicato da tutti i giudici. L’unico effetto che potra’ ottenere, nel frattempo che i tribunali lo avranno disapplicato, e’ di far morire la gente in mare”.
Il comandante critica la norma liberticida: “Il Movimento si sarebbe dovuto opporre con forza a misure vergognose che che rendono la vita umana non più un bene da proteggere ma un privilegio.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
LA STRAGE DI EL PASO E QUELLA DI CHRISTCHURC MOSTRANO KILLER IMBEVUTI DI ODIO ALIMENTATO DA SOVRANISTI… LO STUDIO DELLA WASHINGTON UNIVERSITY: “I SEGUACI SONO 22 VOLTE QUELLI DELL’ISIS”
Sono più pericolosi dello Stato Islamico. Tanti lo dicono da tempo ma restano inascoltati. Ma i dati parlano non chiaro, ma chiarissimo. Con la differenza che la presenza di questo tumore non solo non è percepita ma si innesta lungo il filone di pensiero razzista e xenofobo ‘istituzionale’ e quindi non ne viene percepita l’estrema gravità .
Ora la strage di El Paso e poi quella di ChristiChurch qualcuno comincia a farsi delle domande: “Vendicare il Texas dall’invasione ispanica” era il pensiero fisso di Patrick Crusius, autore della strage di El Paso.
Il suo manifesto è apparso sul suo profilo Twitter e sul forum 8chan, piattaforma di cui si era servito anche Brenton Tarrant, il neofascista che ha ucciso 50 persone in Nuova Zelanda, negli attacchi di Christchurch
Tarrant, per chi lo avesse dimenticato, aveva a lungo viaggiato negli anni prima delle stragi e aveva come punto di riferimento le battaglie storiche che hanno opposto i cristiani all’Islam e anche i terroristi che si sono macchiati di crimini razzisti, come l’italiano Luca Traini. Ora si scoper che il razzismo e il neonazismo corrono sul web molto più del fanatismo jihadista dei vari gruppi legati allo Stato Islamico e ad Al Qaeda
Chat su WhatsApp e Telegram, gruppi Facebook, forum online. Il suprematismo bianco si serve del web per diffondere i propri manifesti. Questi meccanismi sono gli stessi adoperati dai gruppi terroristici islamici.
Dopo la strage di Christchurch, la Commissione europea e altri stati, tra cui la stessa Nuova Zelanda, hanno così richiesto un intervento da parte dei colossi del web per frenare la diffusione di contenuti razzisti e nazionalisti in rete
Facebook e Google avevano già attivato la loro macchina per bloccare la propaganda dei terroristi islamici sul web, ma fermare il suprematismo bianco potrebbe essere più difficile
Secondo uno studio della George Washington University i nazionalisti bianchi possono contare su un numero di seguaci online ventidue volte superiore rispetto a quello dell’Isis
Il network del razzismo è molto esteso e include diverse piattaforme. Si passa dai tradizionali gruppi Facebook (molti dei quali sono già stati bloccati) a social meno noti, come Reddit, fino a piattaforme come 8chan, utilizzate appunto dagli stessi autori delle stragi per spiegare le proprie intenzioni. Forum che garantiscono l’anonimato e che rendono più complicata l’identificazione degli autori dei messaggi.
Perfino il mondo dei videogiochi è divenuto un mezzo di comunicazione per i suprematisti. Discord, un’applicazione che permette ai giocatori di chattare per scambiarsi opinioni e consigli, è spesso stata citata come luogo di incontro dei suprematisti. Già nel 2017 la piattaforma aveva iniziato a chiudere i profili di utenti considerati pericolosi.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
I POTENZIALI FRANCHI TIRATORI DEL M5S SARANNO COMPENSANTI DAGLI INFAMI TRADITORI DELLA DESTRA CIVILE ED EUROPEA
La settimana riparte con il provvedimento bandiera di Salvini al voto dell’assemblea di Palazzo Madama. In un gioco di astensioni, uscite dall’aula, divisioni interne
In molti scommettono che il governo si salverà in un gioco di “aiutini” da parte di destra e centrodestra.
Ma la giornata dei gialloverdi in Senato sul decreto sicurezza bis si preannuncia comunque ad alta tensione. La fiducia sul provvedimento non è stata ancora formalizzata ma tutti la danno per scontata, perchè Salvini la pretende sul suo provvedimento bandiera che prevede tra l’altro un ulteriore inasprimento sulle norme in materia di immigrazione.
La maggioranza assoluta è a quota 161 rispetto al totale di 321 senatori (quelli a vita sono 6). In teoria Lega e Cinquestelle arrivano a 167 voti, contando anche i due del Maie che hanno praticamente votato sempre con la maggioranza. Però la pattuglia 5Stelle è in preda a molti turbamenti: di sicuro – sui 107 senatori pentastellati – mancherà il voto di Elena Fattori ma i parlamentari in dubbio sono diversi: Mattia Mantero, Virginia La Mura, Alberto Airola, Lello Ciampolillo (ma i dissidenti potrebbero anche arrivare a dieci). La Lega ha invece 58 senatori che però potrebbero scendere a 57 perchè Umberto Bossi, per motivi di salute, dovrebbe rimanere lontano da Roma.
Poi ci sono quei partiti che voterebbero il decreto sicurezza – come Fratelli d’Italia e Forza Italia (che però critica le scarse risorse alle forze di polizia) – ma non potranno farlo per via della fiducia. Quindi si asterranno o usciranno dall’aula per abbassare il quorum e salvare il provvedimento caro a Salvini. Anche se ufficialmente tutti dichiarano di non voler fare da stampella al governo. E comunque esistono altri possibili “soccorritori” dell’esecutivo: come i tre senatori della Sudtiroler Volkspartei, che in Alto Adige governa con i leghisti, l’ex M5S Bucarella, un senatore dell’Union Valdotaine.
Sul fronte opposto – schierati per il no – ci sono i 51 senatori del Pd, i 4 di Leu nel Misto, gli ex M5S Nugnes, De Falco e De Bonis, Emma Bonino di +Europa e Riccardo Nencini del Psi. Insomma solo 62. “ll Senato vota il ‘decreto insicurezza’ di Salvini. Con la sicurezza non c’entra nulla perchè Salvini con le paure ci campa”, attacca il segretario Pd, Nicola Zingaretti.
Quello che conta è però soprattutto il segnale politico interno alla maggioranza. Alla Camera sono stati 17 i deputati pentastellati che non hanno votato il decreto sicurezza. Un nuovo strappo significativo potrebbe avere un peso nei rapporti tra gialloverdi.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
IL FONDATORE DI LIBERA: “LA DISUMANITA’ NON DIVENTI LEGGE”
Sceglie di prendere posizione in video don Luigi Ciotti contro il decreto sicurezza che arriva lunedì 5 agosto in aula al Senato.
Il fondatore dell’associazione Libera definisce il testo voluto fortemente da Matteo Salvini una “aberrazione giuridica”. E spiega: “Essendo già enorme il potere del ministro dell’Interno in materia di immigrazione, questa estensione rappresenta una invasione di campo, una appropriazione indebita di ruoli e competenze altrui, ennesimo segno di un’ambizione sfrenata, indifferente alla divisione dei poteri su cui si fonda la democrazia”.
Don Ciotti sottolinea che tutto ciò avviene “nel più totale disprezzo dei trattati internazionali che anche l’Italia ha ratificato” e che impongono anche al nostro Paese di “prestare soccorso ai naufraghi e alle persone in difficoltà ”. Da sacerdote ricorda che quei principi esprimono “lo spirito del Vangelo, cioè accogliere gli oppressi e i discriminati, denunciare le ingiustizie, costruire una società più umana a partire da questo mondo”.
“Questo decreto sicurezza non è un segno di governo ma di una gestione cinica del potere, tramite mezzi di cui la storia del Novecento ci ha fatto conoscere gli esiti tragici: la rappresentazione della vittima e del debole come nemico. Per questo oggi noi con forza diciamo: la disumanità non diventi legge”.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile
LA VICENDA POTREBBE ESSERE UTILIZZATA DAI LEGALI DEL CARROCCIO PER CHIEDERE L’ANNULLAMENTO O IL RINVIO
Il Secolo XIX racconta oggi una strana storia che arriva dal tribunale di Genova, che ha visto sparire uno dei venti faldoni del processo sui 49 milioni della Lega
Se il colpo di spugna della prescrizione è stato evitato, sul procedimento grava adesso questa incognita, un giallo al momento rimasto senza spiegazione: nella trasmissione degli atti dalla Corte d’Appello di Genova alla Suprema Corte è andato perduto uno dei venti faldoni del processo.
I giudici della Cassazione hanno scritto al tribunale ligure per chiedere spiegazioni, ma al momento la questione non è stata risolta. E non è escluso che la vicenda venga utilizzata dai difensori del Carroccio per chiedere un annullamento o il rinvio
Non è stato chiarito che tipo di faldone manchi, nè cosa riguardasse; è anche vero che, dopo un lungo dibattimento, non dovrebbero più esservi molti segreti nel processo.
(da agenzie)
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