Destra di Popolo.net

LA DENUNCIA DI MEDICI SENZA FRONTIERE: “ISRAELE CI VIETA DI ENTRARE A GAZA PER CURARE I FERITI”

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

“CI SONO 1.400 FERITI E DECINE DI MIGLIAIA DI SFOLLATI”

Una grave denuncia arriva da Medici senza Frontiere, impegnata in questi giorni di conflitto tra Israele e Palestina a soccorrere le tante vittime e feriti nella Striscia di Gaza
“Oggi è stata nuovamente negata ad un team di Medici Senza Frontiere l’autorizzazione a entrare da Israele nella Striscia di Gaza” ha riferito Ely Sok, capomissione dell’ong nei Territori palestinesi. “Sono trascorsi ormai più di dieci giorni dall’inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia e stanno aumentando i bisogni umanitari, con oltre 1.400 feriti e decine di migliaia di sfollati”.
La capomissione di Msf riferisce ancora: “Il sistema sanitario, che già deve fronteggiare numerose carenze anche quando non ci sono bombardamenti, non dispone dei materiali fondamentali per curare i feriti, a cominciare dalle sacche di sangue. Non sappiamo ancora quando l’equipe di Msf sarà in grado di entrare a Gaza per unirsi ai nostri colleghi già sul posto”.
Sok ha concluso con un appello: “Chiediamo che siano riaperti immediatamente i valichi di frontiera e che sia garantita una circolazione sicura di personale e forniture umanitarie per scongiurare una catastrofe ancora più grave”.
Ieri, sul proprio sito web, Msf ha titolato un resoconto dall’enclave palestinese ‘Quello che stiamo vivendo a Gaza è terrificante’.
(da agenzie)

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LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ DELLA REGIONE MARCHE DI FRATELLI D’ITALIA CHE SPIEGA “IN CUCINA COME CONCILIARE FAMIGLIA E LAVORO”

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

PARE DI ESSERE TORNATI NELL’800, NESSUN ACCENNO ALLA DISPARITA’ SALARIALE E ALLA DISOCCUPAZIONE FEMMINILE, E’ IMPORTANTE SOLO CONCILIARE UNA PROFESSIONE CON I LAVORI DI CASA

Doveva essere un post di ringraziamento e invece si è trasformato in una bufera social. La neo presidente della Commissione regionale delle Marche per le Pari Opportunità Maria Lina Vitturini, candidata con Fratelli d’Italia alle regionali qualche giorno fa ha postato su Facebook un messaggio per ringraziare gli utenti degli auguri per il nuovo incarico.
Per farlo, ha pubblicato una foto in cui la si vede in cucina, luogo che, come lei stessa dice non è stato scelto «a caso», ma volontariamente «per spiegare in parole semplici il concetto di “pari opportunità” a coloro che mi chiedono di che si tratta».
La donna – si legge nel post – generalmente si occupa della casa e la famiglia, della cucina, dei lavori di cura in generale pensando ai figli e gli anziani, in più la maggior parte di loro lavora fuori casa, questo è il concetto di conciliazione casa lavoro.
Per Vitturini le leggi sulle pari opportunità esistono perché «le ore della giornata sono quelle e bisogna farci entrare tutto». In questo modo si aiutano le donne «con alcune agevolazioni come il part time o i congedi parentali. È solo una piccola parte di quello che andremo a fare con i progetti che metteremo in campo – annuncia -. Naturalmente tutte queste leggi valgono anche per gli uomini che fanno altrettanto».
Le reazioni
Il post, che ha avuto un effetto diverso da quello sperato, ha attirato parecchi commenti sbalorditi (“Oddio”) o sarcastici (“siamo nel 2021, non nel 1921” e da un uomo “veramente a casa cucino io”), tra messaggi di congratulazioni.
«Leggendo la prima dichiarazione ufficiale dalla cucina della nuova presidente della Commissione per le pari opportunità della Regione Marche non credevamo ai nostri occhi. La location fa da sfondo ad una serie di preoccupanti banalità ottocentesche che vorrebbero relegare le donne in un ruolo in cui “bisogna fare entrare tutto” cucina, cura, lavoro esterno, e chissà cosa altro ancora», hanno fatto sapere.
«Ma dove sono finite nella cultura della presidente le donne che lottano per far riconoscere il lavoro di cura, per combattere le disparità salariali che ancora oggi le penalizzano, per uscire dalla disoccupazione? Ma in quale parte dell’Italia e del mondo vive la presidente della Commissione?»
E’ il caso di spendere denaro pubblico «per sentirci dire di rimanere in casa buone e zitte? Ma le donne marchigiane meritano questo?».
(da agenzie)

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SALVINI NON HA ANCORA TROVATO UN MINUTO PER SPIEGARCI COSA PENSA DEI CONTI IN SVIZZERA DI FONTANA

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

PARLA E COMMENTA TUTTO MA STRANAMENTE SUI SOLDI ALL’ESTERO DI FONTANA HA PERSO LA LINGUA

Dunque ci sono altri due conti in Svizzera da cui transita qualche milione di euro del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e ancora una volta, come è già accaduto per un conto corrente sempre svizzero qualche mese fa, il presidente leghista assume l’indegna posizione difensiva di quello che non sapeva.
Siamo ancora di fronte all’ennesimo caso di insaputismo, questa malattia tutta italiana che infetta pezzi importanti della nostra classe dirigente che hanno la sfortuna di ritrovare proprietà immobiliari e mobiliari che non sapevano di avere, un terribile complotto che li incastra arricchendoli di nascosto. Poveretti, che vita impossibile che si ritrovano a fare, tutta la nostra solidarietà.
La vicenda è oltremodo curiosa perché Attilio Fontana da mesi sta dipingendo la madre come una sprovveduta pensionata che non aveva idea di come maneggiare i propri soldi e quindi si deve immaginare che qualcuno (anche questo senza che Fontana lo sapesse) si sia preso la briga di spostare quai 6 milioni di euro su conti svizzeri schermati da due trust è da una fondazione familiare in Liechtenstein.
Dai, dite la verità, chi di noi non ha un amico che per caso scopre di avere trust e fondazioni per schermare la pensione della mamma.
Un altro punto che continua a sfuggire è il silenzio di Fontana sulla provenienza di quei soldi che il presidente vorrebbe fare passare come il normale gruzzoletto della madre pensionata: peccato che secondo la Procura non sia una cifra giustificabile dall’attività professionale della madre e per questo il leghista è indagato per autoriciclaggio è falso in voluntary.
Ma da sottolineare c’è anche l’ostinato, vigliacco e vergognoso silenzio di Matteo Salvini, l’uomo che trova ogni giorno il tempo per dire la sua su qualsiasi minimo ma utile caso di cronaca, quello che quotidianamente rilancia sornione qualche prodotto culinario, quello che trova perfino il tempo di rilanciare qualche dichiarazione di qualche artista semiscomparso se gli torna utile e invece non ha ancora trovato un minuto per spiegarci cosa pensa di Attilio Fontana, cosa pensa di un presidente di Regione che ha soldi e conti correnti a sua insaputa, come giudica un politico con una disponibilità economica che non riesce a giustificare, cosa pensa di una regione guidata da chi non ha contezza nemmeno dei propri affari domestici e dovrebbe risolvere quelli di milioni di cittadini.
Su Fontana Salvini ha perso la lingua e ogni giorno il suo silenzio diventa sempre più imbarazzante. Lui lo sa ma non sa come uscirne.
(da TPI)

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“BERLUSCONI E’ AL LIMITE DELLE FORZE”: LE ULTIME NOTIZIE SULLA SALUTE DELL’EX PREMIER

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

“PROBLEMI IMMUNITARI DEL POST-COVID SOMMATI A UNA PATOLOGIA INFIAMMATORIA CRONICA E A DISTURBI DEL RITMO CARDIACO”

“Venerdì scorso si sono rincorse le voci di un presunto decesso dell’ex premier Silvio Berlusconi dopo l’ennesimo ricovero al San Raffaele, prontamente smentite dal primario dell’ospedale meneghino e dagli esponenti di Forza Italia più vicini al leader. Eppure il suo stato di salute sarebbe abbastanza precario secondo indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera.
“Chi ben conosce Silvio Berlusconi e il suo stato di salute sa che dietro la definizione di ‘soggetto defedato’ usata ieri dall’avvocato Federico Cecconi c’è un uomo di 84 anni con il fisico indebolito e al limite delle forze“, scrive il quotidiano. Dopo il ricovero di cinque giorni per una gastrointerite e le dimissioni di sabato scorso, Berlusconi ha trovato un compromesso con i medici e si trova ora nella sua villa di Arcore, dove è stata allestita una una vera e propria camera d’ospedale in cui il fondatore di Mediaset può essere costantemente monitorato.
L’imprenditore ha già trascorso quasi un mese al San Raffaele tra il 6 e il 30 aprile per problemi immunitari scatenati dai postumi del Covid, che secondo persone a lui vicine si sono sommati “a una patologia infiammatoria cronica e a disturbi del ritmo cardiaco”.
La salute dell’ex primo ministro è stata messa alla prova per la prima volta a giugno del 2016, con l’operazione a cuore aperto per la sostituzione di una valvola aortica. Tre anni dopo, ad aprile del 2019, Berlusconi è stato operato per un’occlusione intestinale mentre il suo partito presentava le liste per le Elezioni europee.
Infine il Covid lo scorso settembre, con l’insorgere di una polmonite bilaterale. “Temevo di non farcela”, ha dichiarato sulla malattia il leader di Fi.
Eppure Berlusconi ha cercato di superare i momenti di difficoltà con lo spirito che lo caratterizza e presenziare, quando possibile, ad alcuni dei momenti più importanti della vita politica del Paese degli ultimi anni: dalle consultazioni al Quirinale dopo le elezioni nazionali del 2018 a quelle che hanno preceduto la formazione del governo Draghi. Questa volta però risollevarsi risulta più difficile perché “l’organismo ormai è consumato”, rivela chi lo conosce bene.
Il primario del San Raffaele Alberto Zangrillo ha assicurato venerdì scorso, in un tweet condiviso per smentire i rumors sulla morte del suo paziente, che Berlusconi sta bene (“i miei pazienti stanno tutti bene”) ha scritto, ma l’immagine circolata sui social che lo ritrae in compagnia del vicepresidente del gruppo San Donato Kamel Ghribi non fa ben sperare, perché nella foto l’ex premier appare molto stanco e debilitato.
(da TPI)

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COPASIR, FINALMENTE IL PRESIDENTE LEGHISTA VOLPI HA TOLTO IL DISTURBO

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

ORA LA LEGA APRE UNA NUOVA DISPUTA GIURIDICA SUL NOME DEL SUCCESSORE …. FDI PUNTEREBBE SU LA RUSSA

Il presidente del Copasir Raffaele Volpi (Lega) si è dimesso. Si è dimesso anche il compagno di partito di Volpi, Paolo Arrigoni.
Volpi ha preso questa decisione alla fine di un lungo braccio di ferro con Fratelli d’Italia che, come unica forza di opposizione, reclama quel posto in forza della legge. Volpi era in carica dal 9 ottobre del 2019, dall’inizio del governo giallorosso.
A sollecitare un ricambio ai vertici dell’organismo parlamentare erano stati, tra gli altri, i presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, e diversi leader di partito fra cui Letta (Pd) e Conte (M5S).
In precedenza si era dimesso dal comitato il forzista Elio Vito. Adesso tocca a Fico e Casellati provvedere alla sostituzione dei tre dimissionari, poi il vicepresidente del Copasir – che attualmente è Adolfo Urso (Fdi) – dovrebbe allestire il seggio per l’elezione del nuovo numero uno.
La Lega però si oppone a questa procedura perché invoca l’applicazione integrale della legge 124 del 2007 che prevede “l’assegnazione all’opposizione di 5 componenti su 10 tra cui poter scegliere l’eventuale presidente”.
Interpretando letteralmente questa norma, cinque componenti su 10 sarebbero di Fratelli d’Italia. Ma questa della Lega si profila solo come una mossa tattica, un pretesto per bloccare l’elezione dell’unico attuale esponente del partito di Meloni. Il nome di Urso d’altronde non è gradito neppure ad altri partiti della maggioranza.
In mattinata ad annunciare l’abbandono dei lavori erano stati Federica Dieni, Maurizio Cattoi e Francesco Castiello (M5S) ed Enrico Borghi, del Partito democratico. In una nota spiegavano anche che prima di lasciare, “nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali, e al fine di adempiere ai disposti normativi che stabiliscono le funzioni del Copasir, abbiamo votato la delibera adottata dall’Ufficio di presidenza in ordine all’attivazione di quanto stabilito dall’articolo 34 della legge 124/2007”.
Ora si apre una disputa giuridica: in caso di ricomposizione del comitato con nomi nuovi, uno dei candidati accreditati alla presidenza per Fdi è l’ex ministro Ignazio La Russa.
(da agenzie)

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PERQUISIZIONI IN TUTTA ITALIA CONTRO GRUPPPO NEO-NAZISTA “ULTIMA LEGIONE”

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

“FANATISMO VIOLENTO, XENOFOBIA, ANTISEMITISMO, NOSTALGIE FILO-NAZISTE, ISTIGAZIONE ALL’USO DELLA VIOLENZA CON AGGRAVANTE RAZZIALE”

Sono 25 le perquisizioni domiciliari che la polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica de L’Aquila, sta eseguendo in 18 diverse province nei confronti di altrettanti componenti dell’organizzazione di estrema destra «Ultima Legione» e della chat «Boia chi molla».
L’attività delle forze dell’ordine ha portato ad accertare l’elevato grado «di fanatismo violento, intriso di xenofobia e nostalgie filonaziste».
Tra gli indagati i vertici di «Ultima legione»e vari suoi componenti di Milano e di altre città lombarde che in chat di Whatsapp e sulla piattaforma Vkontakte e Telegram avrebbero fatto apologia di fascismo.
In Abruzzo attenzione puntata su un uomo della provincia di Chieti responsabile del centro sud di «Ultima Legione» e fondatore della chat «Boia chi molla» in cui viene usato un linguaggio xenofobo e antisemita.
Nell’inchiesta anche personaggi già condannati per apologia del fascismo.
«I promotori o partecipi dei gruppi di discussione – secondo gli investigatori- hanno operato al fine di costituire una struttura politica di chiara ideologia fascista, utilizzando i citati circuiti quali mezzi di proselitismo e reclutamento di militanti». Nelle attività di indagine sono impiegati i poliziotti del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno, delle Digos di vari territori e nonché dei Compartimenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni competenti.
Agli appartenenti ad «Ultima Legione» viene contestato il perseguimento di finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, con istigazione all’uso della violenza quale metodo di lotta politica e diffusione online di materiale che incita all’odio ed alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi. L’inchiesta è stata avviata nel gennaio 2019.
Ha fallito nel suo intento «perché non ha eliminato nessuno» e «avrebbe certamente fatto meglio lasciandoli tutti a terra». E’ una delle frasi scovate dagli investigatori nella chat neonazista e antisemita «Boia chi molla» collegata con il sodalizio estremista «Ultima legione», che ha radici a Milano me che è diffusa in molte regioni.
La frase in questione appartiene ad uno degli esponenti di spicco di «Ultima Legione», che vive in Liguria e modera, tra l’altro, i gruppi Whatsapp di Liguria, Toscana ed Emilia Romagna.
L’uomo si riferisce alla strage di matrice razzista compiuta da Luca Traini che il 3 febbraio 2018 a Macerata esplose numerosi colpi di pistola nel centro cittadino da una vettura in movimento, una Alfa Romeo 147 nera, ferendo sei extracomunitari con una Glock 17, pistola semiautomatica calibro 9 davanti. Nell’attacco, per cui è stato condannato in via definitiva, rimasero ferite sei immigrati di origine sub-sahariana con età compresa tra i 20 ed i 32 anni.
(da agenzie)

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I DUE SENATORI LEGHISTI (EX GRILLINI) CHE HANNO RESTITUITO IL VITALIZIO A FORMIGONI

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

ELETTI NEL M5S IN NOME DELL’ANTICASTA HANNO FINITO PER DIVENTARE DECISIVI PER SALVARE LA CASTA: CHE COERENZA IN NOME DELLA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA

Si chiamano Alessandra Riccardi e Ugo Grassi, a molti i loro volti e i loro nomi diranno poco, se non nulla. E invece raccontano tutto sulla situazione di miseria e degrado di certa politica in Italia e, in particolare, di un certo partito.
Già, perché chi sono Riccardi e Grassi? Sono i due senatori leghisti che hanno contribuito in modo decisivo alla restituzione del vitalizio a Roberto Formigoni, nonostante una condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell’ambito del processo Maugeri.
La prima, Riccardi, ha votato a favore un mese fa in commissione Contenziosa. Il secondo, Grassi, ha completato l’opera poche ore fa con il via libera definitivo in consiglio di Garanzia.
Cos’hanno in comune questi due ex carneadi assurti ad angeli custode del Celeste? Sono entrambi stati eletti nel 2018 col Movimento 5 Stelle. Dopodiché, a cavallo tra il 2019 e il 2020, sono entrambi passati magicamente alla Lega negli anni scorsi e, sempre per coincidenza, occupano proprio quelle caselle nelle commissioni decisive per il taglio (o meno) dei privilegi.
Quando abbandonarono i 5 Stelle folgorati sulla via Padana, non se ne andarono certo adducendo improvvisi ripensamenti e cambi di idee e opinioni, ma – come sempre, nell’avvilente liturgia dei cambi di casacca – perché “è diventato impossibile portare avanti idee e progetti per i quali aveva deciso di far parte del M5S” (Riccardi) o – tenetevi forte – “per la (loro) granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine“ (Grassi).
Risultato? Quelle due caselle in commissione – come racconta il Fatto – da gialle che erano si sono colorate di verde. E due perfetti sconosciuti entrati in Parlamento al galoppo del partito anti-casta per eccellenza hanno finito per diventare i voti decisivi per la restituzione del privilegio più indegno di tutti: il vitalizio a un condannato per corruzione.
Con in più il doppio e prevedibile effetto non solo di aver “salvato” Formigoni, ma di aver creato un pericoloso precedente, grazie a cui tutti gli ex senatori pregiudicati potranno legittimamente ambire a vedersi restituito il vitalizio. E menomale che erano andati via per coerenza (la loro) e per il tradimento dei valori originari (degli altri).
A raccontare il loro singolare percorso ci ha pensato “Il Fatto Quotidiano”, che ricorda anche come “il privilegio” fosse stato “cancellato per i parlamentari condannati a pene detentive superiori ai 2 anni dalla delibera voluta da Pietro Grasso nel 2015. Quella delibera oggi è carta straccia, almeno a Palazzo Madama: erano queste le idee e i progetti che Riccardi e Grassi non riuscivano a esprimere nei 5 stelle? Non è dato saperlo.” Lo stesso “Fatto” avanza un sospetto sulla improvvisa e “provvidenziale” conversione dei due transfughi grillini.
“Di sicuro nelle ultime ore nei corridoi del Senato inizia a diffondersi un sospetto” – si legge sull’edizione online del ‘Fatto’ – “Non è che Matteo Salvini ha programmato accuratamente la campagna acquisti della Lega? E che dunque le adesioni al Carroccio non sono state completamente casuali ma frutto di uno scientifico corteggiamento? Riccardi e Grassi, infatti, erano i due esponenti indicati dai 5 stelle negli organi che decidono sulle controversie interne a Palazzo Madama. La commissione Contenziosa, presieduta dal berlusconiano Giacomo Caliendo, è quella che per prima ha restituito l’assegno a Formigoni.
Decisione confermata dalla consiglio di Garanzia, che è un po’ il tribunale d’appello di Palazzo Madama e come la prima è guidata da un esponente di Forza Italia, Luigi Vitali. “Purtroppo, sia all’interno della Commissione Contenziosa sia nel Consiglio di Garanzia, non siede alcun componente titolare esponente del MoVimento 5 Stelle, la forza politica che da sempre si batte contro questo odioso ed anacronistico privilegio”, ha fatto notare oggi Giuseppe Conte.”
Al di là dei sospetti e delle supposizioni, che andranno dimostrate, qui in gioco non c’è il legittimo cambio di opinione, né il (discutibile) vincolo di mandato, ma qualcosa che vale infinitamente di più: la decenza.
Perché nella vita puoi anche cambiare idea, partito, financo visione del mondo, o – come nel loro caso – offrirti al miglior offerente, ma almeno ci risparmino questa intollerabile, ripugnante, ondata di ipocrisia.
(da agenzie)

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LA PRIORITA’ DELLA LEGA IN LOMBARDIA: PROTESTARE CONTRO I CAPPELLINI PER I BAMBINI NATI PREMATURI

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

IL POST DEL CONSIGLIERE REGIONALE MAX BASTONI

Il sistema sanitario lombardo ha palesato, con la pandemia, gli effetti del fallimento di un’amministrazione che – nella sua storia recente – ha pensato più a foraggiare il privato penalizzando il pubblico.
La storia della pandemia (soprattutto in termini di vite andate perdute) racconta di come ci siano stati dei problemi strutturali, figli di atteggiamenti sbagliati e opportunistici.
Ma la Lega ha, oggi, una nuova priorità: non quella di indagare su cosa sia successo nel corso degli ultimi venti anni, ma quella di protestare contro i berrettini arcobaleno fatti indossare ai bambini prematuri ricoverati all’Ospedale Niguarda di Milano. E a “denunciare” questo “scandalo” è stato il consigliere Regionale Max Bastoni.
Questo il post pubblicato dall’esponente e rappresentante del Carroccio sula sua pagina Facebook all’indomani dell’iniziativa del personale del nosocomio meneghino per la Giornata Internazionale contro l’omotransfobia dello scorso 17 maggio.
“Vergogna”. Addirittura. Quei berrettini arcobaleno, destinati ai neonati prematuri che si trovano al Niguarda di Milano, sono stati realizzati dalle volontarie di Cuore di maglia e l’iniziativa è stata accolta con favore dalla Associazione Amici della Neonatologia.
Un’iniziativa che non ha avuto alcun effetto sui bambini che, ricoverati nei reparti di terapia intensiva, indossano spesso cappellini di questo tipo a mo’ di protezione. Eppure Max Bastoni e i suoi colleghi della Lega hanno deciso di protestare.
Queste, evidentemente, sono le priorità degli esponenti del Carroccio. Gli stessi che per mesi hanno rilasciato dichiarazioni seguendo il mood del “tuttappostismo” per negare le evidenti lacune sanitarie nella Regione che amministrano attivamente dal 2013 (prima Roberto Maroni, poi Attilio Fontana), per non parlare del precedente con Roberto Formigoni (quindi del centrodestra). Eppure si parla di vergogna per dei cappellini arcobaleno. Evidentemente queste sono le priorità del partito di Matteo Salvini.
(da NextQuotidiano)

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MARA CARFAGNA ALLA MELONI: “GIORGIA STAI SERENA”

Maggio 20th, 2021 Riccardo Fucile

LA MINISTRA RIDIMENSIONA LE AMBIZIONI GOVERNATIVE DELLA LEADER DI FDI: “LA REGOLA DELLA LEADERSHIP AL PRIMO PARTITO ARRIVATO ALLE ELEZIONI E’ STATA SUPERATA DA QUANDO SALVINI TRADI’ IL CENTRODESTRA PER FARE IL GOVERNO CON IL M5S”… “NON SO SE LA MELONI ABBIA LE QUALITA’ PER FARE IL PREMIER”

Lo dice con il sorriso sul volto, ma le parole sono pesanti come un macigno e segnano – rendendola ancor più evidente, nonostante i tentativi di celarla – la spaccatura tra le tre principali forze politiche che compongono l’alleanza di Centrodestra.
A parlare è Mara Carfagna, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Dallo studio di Otto e Mezzo, la deputata di Forza Italia non le ha mandate a dire a Giorgia Meloni e alle sue ambizioni di leadership con vista su Palazzo Chigi. Anzi, ha ricordato come il sistema di gerarchie non viva di auto-candidature.
“Meloni è oggettivamente molto brava, la sua ascesa è un dato di fatto, come lo sono la crescita nei sondaggi – ha detto Mara Carfagna rispondendo a una domanda di Lilli Gruber -. La premia la sua bravura e la sua leadership ma anche il fatto che sia l’unico partito all’opposizione, e quindi non mi sorprende, è normale che raccolga consensi. Ma la storia ci insegna che non sempre chi guida un partito sarà poi il futuro capo della coalizione o addirittura del governo. Ne sarebbe in grado? Non lo so”.
La ministra ha, di fatto, sottolineato come sia molto più semplice far accrescere il consenso quando si è all’opposizione e non si hanno responsabilità, mettendo in evidenza le sue perplessità su un futuro della leader di Fratelli d’Italia come guida della coalizione di Centrodestra (che esiste solo su carta) e della Nazione.
Inoltre, Carfagna ha sottolineato un altro aspetto: “La regola della leadership al primo partito arrivato alle elezioni è ampiamente superata da quando Salvini ha tradito la coalizione facendo il governo con i 5 Stelle. Ma ci sono personaggi che più che leader di partito sono sindacalisti di partito”.
E ne ha anche per Salvini
E proprio sul leader della Lega si concentra un altro passaggio della sua intervista a Otto e Mezzo: “Non so cosa voglia fare Salvini, ma trovo che sia irrispettoso parlare ora del successore di Mattarella. Sicuramente Draghi e Mattarella sono due uomini che hanno messo al sicuro l’Italia e io credo che al Quirinale serva una continuità se non nella persona, quanto meno nell’indirizzo, nelle scelte, nell’approccio nei confronti dell’Europa. Spero che questa linea sia garantita e assicurata ma è prematuro adesso immaginare Draghi al Quirinale. Da ministra di un governo che deve lavorare per il Paese, lo trovo un dibattito surreale e fuori luogo, alimentato anche dai partiti”.
(da NextQuotidiano)

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