Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
LEGA 21 (-0,3%), FDI 19,5% (+ 0,4%), PD 19,2% (-0,3), M5S 16,8% (-0,2%), FORZA ITALIA 7% (+0,3%), AZIONE 3,5% (-0,2), SINISTRA 2,9% (-0,1), VERDI 2% (+ 0,2%), + EUROPA 1,9%, LEU 1,8%, ITALIA VIVA 1,7%
Il sondaggio del lunedi di Swg per La7 vede pochi ma significativi spostamenti, non tanto per le percentuali, quanto per il trend che indicano.
La Lega perde lo 0,3% in pratica a favore di Fdi che guadagna lo 0,4% portandosi a un punto e mezzo dal Carroccio. Confermando così il declino di Salvini e l’ascesa della Meloni, ultimamente pompata dai media che tifano per una nuova leadership nel campo sovranista, giudicando Salvini bollito. Un cambio di cavallo in corsa.
Il Pd perde temporaneamente la seconda posizione (altri sondaggi in verità lo danno al 20%) con un calo dello 0,3%, ma rimane in ogni caso a un 1,8% dalla Lega.
Più staccato il M5s che si ferma al 16,8% (- 0,2%) ma considerando la lotta intestina che sta bloccando la ledearship di Conte sostanzialmente tiene.
Leggero aumento di Forza Italia (+0,3%) determinato forse dalle condizioni di salute di Berlusconi.
Sinistra di Fratoianni (2,9%) e Leu di Speranza (1,8%) separato raggiungono il 4,7% , più di quando erano uniti, mentre i Verdi salgono al 2% .
Notizie poco buone per il cosidetto “centro”: Azione cala al 3,5%, + Europa resta all’ 1,9% e Italia Viva chiude all’1,8%
Riepilogando: il centrodestra classico sarebbe al 47,5%, i sovranisti da soli al 40,5%, il centrosinistra + M5S al 42,7%, i centristi di Azione, + Europa e Italia Viva sommati insieme al 7,1%
(da agenzie)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
“GLI ITALIANI CERCANO UN MECCANICO AFFIDABILE SENZA L’AMBIZIONE DI CAMBIARE IL MOTORE DEL PAESE”… “SOTTO IL 20% SALVINI RISCHIA LA LEADERSHIP NELLA LEGA”
Le vecchie glorie in campo. Alessandra Ghisleri, sondaggista di vaglia, spiega che gli italiani ora cercano in politica “un meccanico affidabile” che sappia aggiustare le cose senza l’ambizione di cambiare il motore del Paese. Intanto che lo trovano, o lo ritrovano, altre novità di non poco rilievo ci aspettano da qui alle prossime elezioni.
Silvio Berlusconi è la vecchia gloria per antonomasia.
Quando lui lascerà si potrà dire compiuta la parabola di Forza Italia.
Sta dicendo che dopo Arcore le trasmissioni cesseranno?
Il dato curioso è che l’elettorato storico resterebbe fedele al principio e al simbolo. Invece è alto il rischio che gli eletti abbiano altre suggestioni, altri orizzonti, altri lidi cui approdare.
Se la daranno a gambe?
La forza di Berlusconi, la sua identità, il carisma sono caratteristiche uniche al punto da non avergli consigliato di definire una successione. Lo “sciogliete le righe” è una eventualità da qualcuno accreditata come certa. Aspettiamo e vediamo.
Matteo Salvini ha fretta di chiudere la stagione di Mario Draghi e soprattutto ha fretta di votare. Ha il fiato sul collo di Giorgia Meloni.
La Meloni è in una fase ascendente. Di certo l’ipotesi di un sorpasso non è solo una fantasticheria da ultras.
Se Giorgia gli facesse le scarpe, perderemmo Matteo per strada?
Se Salvini raccogliesse consensi inferiori al venti per cento sarebbero guai anche per la sua leadership.
C’è Giorgetti che aspetta in anticamera.
La realtà oggi è comunque diversa. Salvini è l’inimitabile front man della Lega, l’uomo immagine, il volto e il sarto del partito. Che però al suo interno ha altre energie e certo, se l’insuccesso leghista divenisse marcato, qualcun altro potrebbe proporsi.
C’è un secondo Matteo al confine col burrone, che è Renzi. Gli italiani lo rivogliono in Parlamento?
Ad oggi, stando a quel che rileviamo, no. Però c’è da dire che è un no provvisorio, soggetto alle fortune (o sfortune) che offrirà ai partiti la nuova legge elettorale e soprattutto alla capacità delle forze centriste di coalizzarsi. Sono condizioni imprescindibili per valutare il suo futuro.
Lei dice che gli italiani hanno bisogno di bravi e collaudati meccanici.
La stagione giovanilista e movimentista cede il passo, anche in ragione della pandemia, ad altre attese. La passione, quella voglia di cambiare comunque e dovunque, la richiesta di una sorta di palingenesi di cui ha goduto il movimento di Grillo ora ritorna in panchina. Dopo la grande fiammata optiamo per la fiaccola duratura. L’esperienza è tornata un valore assoluto. Subentra l’urgenza di trovare gente collaudata, meccanici che sappiano dove mettere le mani e i nomi che sbucano per Milano, Roma e Napoli, cioè politici attempati e navigati, confermano l’indicazione di fondo.
Quindi, appunto, il ritorno delle vecchie glorie. La grande stagione del riflusso, la politica sale e pepe.
Vuol sapere? Anche i Cinquestelle innalzeranno la bandiera della competenza, selezioneranno l’esperienza, tuteleranno le personalità che hanno sostenuto la prova del governo.
I Cinquestelle sono dati per morti, eppure i sondaggi li tengono fermi a una cifra tutto sommato rispettabile.
Vivono la stagione della stanchezza, ma hanno un proprio elettorato fedele. Nella forchetta che va dal 16 al 18 per cento loro si trovano sempre. Sono lì e credo che lì resteranno.
E Virginia Raggi? È la sindaca più contestata ma anche il nome ancora in testa ai sondaggi romani.
La Capitale è una città difficilissima da amministrare e non possiedo indagini approfondite e recenti. Aspettiamo i candidati per giudicare i rispettivi pesi. Di un fatto sono certa: ha contro una cospicua e diffusa opinione critica, molto radicata, non suscettibile di ripensamento. Cinque anni fa sarebbe stato impossibile solo affacciare l’ipotesi che, per esempio, Pierferdinando Casini potesse essere candidabile per il Quirinale.
La pandemia ha prodotto i suoi effetti.
Catastrofici.
Questo lo dice lei.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI REGGIO CALABRIA AVEVA DEFINITO “QUADRO INDIZIARIO INCONSISTENTE” LE ACCUSE, MA LA PROCURA DI LOCRI CONTINUA NELLA SUA MISSION NONOSTANTE SIA STATA SMENTITA PERSINO DALLA CASSAZIONE
7 anni e 11 mesi di carcere. È la richiesta di condanna formulata dalla Procura di Locri nei confronti dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Mentre per la compagna Lemlem Tesfahun sono stati chiesti 4 anni e 4 mesi. Il ministero dell’Interno, tramite l’avvocatura dello Stato, ha chiesto un risarcimento danni da 10 milioni agli imputati. Il legale del ministero, intervenuto dopo la requisitoria del pm, ha chiesto una provvisionale di 2 milioni di euro.
È agli sgoccioli il processo “Xenia” sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel piccolo comune della Locride. Oggi è stato il giorno della requisitoria del pm Michele Permunian che ha ricostruito l’inchiesta nei confronti di Lucano, accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere che aveva lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), così orientando l’esercizio della funzione pubblica del ministero dell’Interno e della prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito del Comune di Riace”.
La requisitoria è stata aperta dal procuratore Luigi D’Alessio. Pochi minuti in cui il magistrato ha sottolineato “l’enorme rilievo mediatico” che ha avuto l’inchiesta.
Per respingere l’accusa di aver messo in piedi un processo politico, il procuratore capo di Locri ha aggiunto che “l’indagine è nata nel 2016 e ha attraversato diversi governi
Se per il procuratore D’Alessio tutto è partito da una relazione della prefettura di Reggio Calabria, per il pm Michele Permunian “l’indagine ‘Xenia’ trova le sue origini in primis nella denuncia-querela di Francesco Ruga, un negoziante di Riace”
È lo stesso Ruga che Mimmo Lucano aveva denunciato perché gli mandava messaggi minatori. Il Tribunale del Riesame l’anno scorso aveva spiegato che il commerciante, in realtà, “avrebbe dovuto essere sentito con le garanzie previste dal codice di rito”. In altre parole, oltre a essere “inattendibile” in quanto “pare evidente l’atteggiamento di astio” nei confronti dell’ex sindaco, l’accusatore di Lucano doveva essere iscritto nel registro degli indagati.
E invece la sua testimonianza è stata definita “genuina” dal pm che proprio per la vicenda Ruga contesta a Lucano il reato di concussione.
Quindici in tutto i capi di imputazione addebitati all’ex sindaco di Riace. Lucano è sotto processo pure per abuso d’ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d’asta, peculato e malversazione a danno dello Stato.
Tutti reati per i quali il gip Domenico Di Croce, nell’ottobre 2018, aveva rigettato la richiesta di arresto della Procura sottolineando “la vaghezza e la genericità del capo d’imputazione”.
Solo per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per alcune irregolarità nell’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti nel piccolo Comune della Locride, nell’ottobre 2018 il gip aveva disposto i domiciliari per Lucano, poi trasformati in divieto di dimora dal Tribunale del Riesame e ancora dopo annullati dalla Cassazione. Secondo la Suprema Corte, che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare, non c’erano indizi di “comportamenti” fraudolenti che Mimmo Lucano.
Nell’aprile 2019 la Cassazione aveva ripreso la Procura anche in merito ai “presunti matrimoni di comodo” tra immigrati e cittadini italiani che sarebbero stati “favoriti” dal sindaco. Nel fascicolo del processo, infatti, non c’è un matrimonio celebrato a Riace. L’unico di cui si parla nelle intercettazioni è stato bloccato proprio da Mimmo Lucano. Per questo, secondo gli ermellini, l’accusa “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.
A contestare, invece, gli altri capi di imputazione, i più gravi, è stato il Riesame di Reggio Calabria quando la Procura di Locri ha chiesto per la seconda volta l’arresto di Lucano.
Mentre ancora stamattina il pm ha affermato che Lucano era il “dominus di un sistema che garantiva un importante afflusso di denaro”, infatti, per il Tribunale della Libertà c’era un “quadro indiziario inconsistente” e “un’assenza di riscontri alle conclusioni formulate dall’ufficio di Procura, fondate su elementi congetturali o presuntivi”.
Ma anche “erroneità del calcolo effettuato dalla polizia giudiziaria in punto di profitto del reato” e “compendio indiziario parzialmente contraddittorio e non univoco”. In sostanza, non c’erano “condotte penalmente rilevanti e la stabilità della compagine associativa appare indimostrata”.
Anche i calcoli della guardia di finanza, secondo il Riesame, erano sbagliati. All’indomani dell’arresto di Lucano, infatti, la Procura aveva accusato l’ex sindaco di Riace di una truffa “con conseguente ingiusto profitto di 10 milioni di euro”.
Per il Riesame, invece, erano semmai di 343mila euro cioè “la differenza tra quanto ottenuto e le spese realmente effettuate”.
Nonostante l’ex sindaco di Riace oggi sia sotto processo per una truffa milionaria che per il Riesame non ha commesso, il procuratore Luigi D’Alessio, in un’intervista rilasciata a “Repubblica” all’indomani dell’operazione “Xenia”, aveva parlato di “2 milioni spariti”. “Riteniamo – erano state le parole del magistrato – che Lucano li abbia utilizzati per fini personali. Abbiamo riscontri di grosse spese di viaggi e di beni per la compagna di Lucano, incompatibili con il suo stipendio da sindaco”.
Riscontri e prove però che non sono mai stati portati davanti al giudice Fulvio Accurso che, durante il processo, ha più volte chiesto se c’è traccia, nelle indagini, del fatto che Lucano tendesse a mantenere i migranti a Riace “per lo specifico fine di avvantaggiare sé stesso”. La risposta degli investigatori ha escluso qualsiasi arricchimento dell’ex sindaco: “Se parliamo da un punto di vista economico, no”.
In sostanza, Lucano non avrebbe guadagnato un euro sulla gestione dei migranti che ha trasformato Riace in un “modello di accoglienza”, riconosciuto in tutto il mondo e in grado di salvare un paesino della Locride che si stava spopolando.
Non riuscendo a dimostrare il ritorno economico, a processo in corso l’accusa ha cavalcato la tesi che il ritorno di Lucano sarebbe stato di tipo politico nonostante l’ex sindaco abbia sempre rifiutato le candidature che gli sono state offerte: da quella a consigliere regionale a quella per le europee passando per le politiche del 2018.
Poche settimane fa, inoltre, prima della chiusura dell’istruttoria dibattimentale, il pubblico ministero di Locri ha chiesto di acquisire agli atti un recente articolo in cui Lucano annunciava la sua candidatura alle prossime regionali al fianco del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
La richiesta è stata rigettata dal presidente del tribunale Fulvio Accurso perché “sono fatti che non ci riguardano ed estranei al processo”.
“Riteniamo che le conclusioni del pm non si commentano ma si ascoltano per poi replicare quando la difesa prenderà la parola”. Hanno affermato i difensori di Mimmo Lucano, gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Daqua.
“In ogni caso – aggiungono – riteniamo che il dato emerso dall’istruttoria dibattimentale recepito dalla pubblica accusa diverga, e di molto, da quello che abbiamo recepito noi. Gli esempi sarebbero numerosi ma, in questa sede, basti considerare la testimonianza del Ruga ritenuta, ancora, attendibile dall’ufficio di procura nonostante quanto emerso in udienza nel corso della deposizione del teste. Non condividiamo, dunque, le argomentazioni e conclusioni della pubblica accusa che contesteremo sulla base di quanto emerso, anche documentalmente, nel corso del dibattimento”.
“All’inizio – commenta Lucano – mi hanno accusato di aver fatto sparire milioni di euro, poi il teorema della Procura è cambiato perché il dibattimento ha dimostrato che non era vero e così hanno ripiegato su motivazioni politiche inesistenti. Vogliono ribaltare la realtà. Detto questo, i fatti dimostrano il contrario e ho sempre fiducia nella giustizia. La richiesta così alta di condanna nei miei confronti è l’ennesima dimostrazione che Riace e il modello che avevamo realizzato fanno paura. È stato un ideale politico che hanno voluto distruggere. Non è un caso che comincia tutto nel 2016 quando l’area progressista apre le porte alla criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Dopo arriva Salvini e completa l’opera. Non è nemmeno un caso che oggi a Riace l’accoglienza ancora resiste e la mission continua senza fondi pubblici e tra mille difficoltà. Questa è la risposta più forte. Oggi, come ci aspettavamo, è stata la giornata della Procura. Ma l’ultimo capitolo di questa storia incredibile si deve ancora scrivere”.
Nella prossima udienza, inizieranno le arringhe della difesa. La sentenza è prevista per settembre.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
LA DIRETTRICE: “PROBLEMA CULTURALE ENORME, SERVE REAGIRE”… CERTO, INTANTO METTENDO IN GALERA QUEI DELINQUENTI
La pandemia da Coronavirus ha portato con sé degli effetti collaterali anche sul fronte della salute psicofisica dei giovani, invisibili ai più: ansia, depressione, incremento di fenomeni di autolesionismo, aumento del consumo di alcol e insorgenza di disturbi alimentari.
Questi ultimi, secondo il report del ministero della Salute, sono aumentati del 30% nel primo semestre del 2020, colpendo principalmente la fascia dei giovani dai 12 ai 16 anni. Un fenomeno in crescita non solo tra giovanissimi, ma anche tra adulti, colpendo indiscriminatamente donne e, sempre più, uomini.
Ma tra i giovanissimi il fenomeno del bullismo può peggiorare la situazione
E la cronaca degli ultimi tempi conferma la lettura del fenomeno in corso. Ne è esempio il profluvio di insulti con cui sono state apostrofate da alcuni adolescenti diverse ospiti del centro Centro per i disturbi del comportamento alimentare di Todi, come riportato da Il Messaggero.
«I ragazzi si sono fermati davanti al palazzo e hanno cominciato con gli insulti. Anoressiche di m****, brutte e giù altre frasi, salvo poi fuggire non appena gli operatori e le ospiti si sono affacciati», ha raccontato la direttrice del centro Dalla Ragione. «È la prima volta che succede qualcosa del genere in 15 anni di attività a Todi», ha osservato.
Il sindaco Antonino Ruggiano lo ha definito «un episodio singolo, brutto, ma isolato nel contesto della città e che di certo non la rappresenta».
E come sottolinea la direttrice del centro Dalla Ragione, «quanto accaduto è una vicenda assurda. Todi è felice di ospitare il Centro per i disturbi del comportamento alimentare che ha fatto conoscere la città come un’eccellenza in questo ambito a livello nazionale e internazionale».
Ma l’episodio non è del tutto isolato. Un fatto simile si era verificato tempo fa anche contro gli ospiti della struttura a Città della Pieve, in provincia di Perugia, dove vengono assistiti giovani e adulti con problemi di obesità. E minimizzare non è mai la strada giusta.
«Siamo di fronte a un problema grandissimo che ha bisogno di un cambiamento culturale soprattutto tra i giovanissimi», dice a Il Messaggero la dottoressa Dalla Ragione. «Il 2 giugno si celebra la Giornata mondiale sui disturbi del comportamento alimentare – aggiunge – una data importante che deve essere messa con urgenza al centro dell’attenzione pubblica». «Per questo – chiosa – servono iniziative sul territorio, per sensibilizzare i giovani e arginare il bullismo, lo stigma e tutte quelle forme di body shaming».
(da agenzie)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
I CONTATTI CON IL LEGHISTA E RENZI INIZIANO BEN PRIMA DEGLI “AUTOGRILL”
Nello strano caso di Marco Mancini, il dirigente dei servizi segreti che ambiva a una promozione nell’ultimo giro di nomine, c’è per il momento un punto fermo: nel periodo più buio per il governo Conte-2, quello a cavallo tra dicembre 2020 e gennaio 2021, Mancini ha incontrato Matteo Renzi e Matteo Salvini, come rivelato in due diverte inchieste di Report.
Il contenuto di quei colloqui non è chiaro, nonostante Renzi abbia giurato di aver visto lo 007 all’autogrill di Fiano Romano – era il 23 dicembre 2020 – per un semplice scambio di auguri (e degli ormai famosi babbi di cioccolato).
La faccenda non può però essere sminuita, come dimostra il fatto che nei giorni scorsi il governo sia corso ai ripari con una direttiva che imporrà un’autorizzazione preventiva per gli incontri “politici” dei funzionari dei servizi. Ma cosa sappiamo finora sulle trame intorno a Mancini?
L’agente, salvato in Cassazione dalle accuse sul sequestro di Abu Omar, nel 2014 torna operativo nel Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis, una delle tre agenzie dell’intelligence), quando a Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi e la delega ai Servizi è in mano a Marco Minniti.
Passa qualche anno e il suo nome torna di moda all’epoca del primo governo Conte. Nel novembre del 2018 l’avvocato sceglie Gennaro Vecchione come capo del Dis, mentre manda Luciano Carta all’Aise (i Servizi per la sicurezza esterna).
Nel maggio del 2019 – al governo ci sono ancora la Lega e il Movimento 5 Stelle – Repubblica riporta le prime voci che vorrebbero Mancini coinvolto nel giro di poltrone delle vicedirezioni delle Agenzie.
Secondo il quotidiano, lo 007 “si accredita coi 5 Stelle attraverso il sottosegretario Angelo Tofalo” ma “si offre anche a Matteo Salvini, il padrone della nuova maggioranza in cerca di fedeltà all’interno degli apparati”.
E qui tornano in mente le parole di Salvini a Report, con il leghista che ammette di aver incontrato “più volte” Mancini quando era ministro dell’Interno: “L’ho incontrato in ufficio, l’ho incontrato al ministero”. E forse pure a Cervia e persino in autogrill, come confermano a Report fonti autorevoli e come non smentisce Salvini.
In ogni caso, Mancini rimane al suo posto e il Papeete travolge il Conte-1.
Di Mancini si torna a parlare dunque a settembre 2020, quando l’agente ambisce a una vicedirezione approfittando anche della scandenza di alcuni incarichi. Diversi giornali lo indicano come uomo di Conte, che starebbe facendo di tutto per promuoverlo.
Altre testate raccontano i 5 Stelle come i suoi principali sponsor. In realtà Mancini non è amatissimo all’Aise e all’Aisi (i Servizi interni), anche per il rigore che dal Dis ha imposto alle finanze e alle procedure delle due Agenzie.
A novembre 2020 Conte conferma Vecchione a capo del Dis, ma Mancini capisce che per lui non è aria: difficilmente rientrerà nel giro di nomine. E allora inizia a cercare sponde che possano tornargli utili, viste anche le nuvole all’orizzonte del governo giallorosa.
E qui arriviamo all’autogrill e ai nuovi incontri con i due Matteo, con cui i rapporti – abbiamo visto – sono più che oliati da anni di conoscenza, come peraltro ammesso dai due leader politici.
Sono i giorni in cui Renzi insiste col premier affinché non tenga per sé la delega ai Servizi, minacciando di continuo la caduta dell’esecutivo.
Che infatti arriva un mese più tardi, appena dopo la nomina dei nuovi vicedirettori delle Agenzie da parte di Conte: è il 22 gennaio e il nome di Mancini, tra i promossi, non c’è.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
LE TESTIMONIANZE DI MEDICI SENZA FRONTIERE, OXFARM E SAVE THE CHILDREN
“In queste ore, sotto le bombe israeliane, si stanno costruendo le prossime generazioni di Hamas. Quando cresci con questo – vedi i tuoi genitori morire sotto le bombe, la tua casa distrutta – c’è solo spazio per la rabbia”.
Ely Sok, capo missione di Medici Senza Frontiere a Gaza, condivide con HuffPost la sua preoccupazione per “una spirale di violenza che sta distruggendo intere generazioni di giovani”.
“Ogni bombardamento aereo scava un trauma dentro questi bambini”, gli fa eco Laila Barhoum, policy advisor di Oxfam a Gaza, che implora un cessate il fuoco per questi figli innocenti che invece di giocare si costruiscono bunker fatti di cuscini.
Diciotto anni è l’età media della popolazione che abita nella Striscia, poco più di due milioni di persone per le quali la vita era un incubo già prima dell’escalation iniziata una settimana fa.
Lo sa bene Laila Barhoum, palestinese, che ad HuffPost racconta il dramma del suo popolo. “Per la popolazione di Gaza, la lotta per la sopravvivenza era la norma già prima dell’escalation. L’occupazione israeliana e il blocco imposto da Israele ed Egitto sulla Striscia hanno determinato un’economia deteriorata e servizi ridotti ai minimi termini, con più della metà della popolazione che è priva di mezzi di sostentamento. Con l’escalation, le persone sono chiuse in casa, non hanno accesso al supporto di cui quotidianamente hanno bisogno per vivere. La chiusura dei valichi di frontiera e dei punti di ingresso delle merci ha determinato la penuria di carburante: già normalmente le persone a Gaza hanno quattro ore di elettricità al giorno e la fornitura di servizi essenziali come l’acqua potabile non è garantita. Va da sé che è impossibile aderire alle misure sanitarie anti-Covid, quando devi lottare per salvarti la vita”.
L’unica centrale elettrica della Striscia va verso la chiusura, secondo quanto dichiarato da un portavoce della società di distribuzione dell’energia elettrica di Gaza. I raid israeliani – ha riferito – hanno danneggiato le linee di rifornimento e il personale della compagnia non può raggiungere le aree colpite a causa dei continui bombardamenti. Le scorte di carburante basteranno solo per un paio di giorni, dopodiché sarà blackout assoluto.
Le ong chiedono l’apertura immediata di corridoi umanitari. “La situazione umanitaria è davvero complessa”, afferma il capo missione di MSF. “Hanno completamente chiuso i confini, nessuno può uscire e nessuno può entrare. L’ingresso è precluso anche al personale medico, alle forniture mediche, al carburante necessario per l’elettricità. Gli aiuti internazionali non possono entrare. I continui bombardamenti rendono difficile l’accesso agli ospedali e alle cure mediche: uscire è rischioso, le strade sono danneggiate, alcune strutture non si possono più raggiungere in auto ma solo a piedi”.
La clinica di Msf a Gaza è stata danneggiata da un bombardamento. “Hanno bombardato il palazzo accanto, distruggendo parte della clinica”, spiega Sok. La prospettiva di un blackout terrorizza gli operatori umanitari: “Senza elettricità non è possibile operare, si spegnerebbero le unità di terapia intensiva, la chirurgia, la catena del freddo… sarebbe il caos completo. Per questo stiamo spingendo per avere dei corridori umanitari e far entrare più carburante, visto che anche i generatori di backup sono stati danneggiati o danno segni di cedimento”.
A pagare il prezzo più alto, ancora una volta, sono i bambini. Nell’ultima settimana – secondo Save The Children – sono stati uccisi 58 bambini nella Striscia e due nel sud di Israele, e più di mille persone, compresi 366 minori, sono rimaste ferite nel Territorio palestinese, l’equivalente di quasi tre bambini feriti ogni ora, da quando è iniziata l’escalation del 14 maggio tra Israele e gruppi armati nella Striscia. “Ogni volta che c’è un attacco aereo ci spaventiamo. Appena proviamo a uscire e arriviamo alla porta principale, ne arriva un altro e torniamo dentro il più velocemente possibile. Ogni volta che metto la testa sul cuscino, c’è un altro attacco aereo e mi sveglio terrorizzato”, racconta Khaled, 10 anni a Gaza.
“Il figlio di una mia amica ha costruito una fortezza per proteggersi. La maggior parte dei bambini a Gaza trascorre le notti in questo modo, riparandosi con quello che hanno. Insieme alle loro mani che coprono le orecchie”, si legge nella didascalia di una foto condivisa da Laila su Twitter. “Quando ho visto la foto della mia amica ho provato una forte commozione. Talvolta io stessa vorrei avere una fortezza in cui isolarmi e proteggermi… immagino di avere i poteri di Harry Potter per gettare un sortilegio-scudo sui bambini di Gaza. I miei nipoti pendono dalle labbra della madre, cercano nel suo corpo una sicurezza che lei non può dare… è una situazione impossibile per un adulto, figuriamoci per un bambino che non ha gli strumenti e la maturità per capire. L’unica cosa che puoi fare è abbracciarli e dire loro che andrà tutto bene, anche se sai che non è così”.
Secondo Barhoum, la giovane età della popolazione di Gaza è un aspetto troppo spesso trascurato nella narrazione del conflitto. “Stiamo parlando di una popolazione molto giovane. I bambini che sono stati uccisi e quelli che vivono ancora sono bambini che in tutta la loro vita non hanno visto altro che conflitto, escalation, occupazione. Sono bambini che non godono dei basilari diritti umani… Molti continuano a chiedere: ‘perché ci succede questo? Non vogliamo morire… perché dobbiamo sopportare tutto questo?’ Ogni bombardamento aereo scava un trauma dentro di loro, gli impatti psicologici sono devastanti. Per un bambino che oggi ha 14-15 anni, si tratta della quarta volta in cui ritorna questa spirale di escalation e violenza. Sono le persone da cui dipendiamo per ricostruire un paese, sono la generazione maledetta che sta perdendo la vita o i suoi anni migliori a causa dell’occupazione e del conflitto. Continuo a sentire persone sui social media che chiedono ai genitori di essere forti per i loro figli, di proteggerli dalla paura.. ma questi genitori sono stati a loro volta bambini cresciuti nell’occupazione e nella paura. Questi bambini, questi adolescenti vedono attraverso i social media e la tv com’è una vita normale: vorrebbero solo assaggiarne un po’”.
Per la policy advisor di Oxfam, “è sconfortante vedere che siamo entrati nel settimo giorno di escalation. Siamo in un chiaro stato di violenze contro i civili e la comunità internazionale sta fallendo un’altra volta. Dov’è il rispetto della legge internazionale? Dov’è il valore dei diritti umani tanto caro alle democrazie occidentali? Ogni notte, ogni minuto che passa senza fermare le violenze significa più morti, più sofferenza. Dobbiamo rompere questo circolo di violenza con la giustizia e il rispetto dei diritti umani, ciò che a Gaza manca da tempo più di qualsiasi cosa”.
(da Huffingtonpost)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
TRA I FAVORITI L’EX MINISTRO MANFREDI
Il Pd e il Movimento Cinque Stelle di Napoli si sono riuniti oggi per sancire definitivamente l’alleanza per le amministrative.
I rappresentanti si sono incontrati in un bar di Posillipo per chiudere definitivamente l’accordo e saranno insieme a Napoli nella corsa per eleggere il nuovo sindaco. Per il M5S c’erano i parlamentari Alessandro Amitrano, Luigi Iovino, Gilda Sportiello, e i consiglieri di Municipalità Lorenzo Iorio e Fabio Greco, mentre per il Pd c’era il segretario di Napoli Marco Sarracino, il presidente metropolitano Paolo Mancuso e la segretaria dei Gd Ilaria Esposito.
L’incontro tra parlamentari del Movimento 5 Stelle e vertici napoletani del Pd che si è tenuto nel pomeriggio a Napoli “è un altro passo in avanti verso la stabilizzazione del progetto politico che si sta creando per Napoli tra le forze politiche che sostenevano il Conte 2”.
Lo spiega Luigi Iovino, deputato del Movimento 5 Stelle e responsabile regionale campano per i rapporti interni del Movimento, tra i presenti all’incontro che si è svolto oggi a Posillipo. “Il progetto – aggiunge Iovino – va avanti e sicuramente il lavoro da fare sarà tanto. Stiamo lavorando per avere il profili più alto possibile per governare Napoli, città che ha bisogno di una persona e di una squadra all’altezza di questo compito”.
“È stato un incontro molto proficuo. Esiste una sincera sintonia tra le nostre forze politiche”. Lo ha detto Marco Sarracino segretario del Pd di Napoli al termine della riunione con i parlamentari del Movimento 5 Stelle. “Abbiamo discusso – ha detto Sarracino – delle priorità di cui in questo momento ha urgente bisogno la città: dalla lotta alle diseguaglianze a politiche di sviluppo in chiave ecosostenibile, dal miglioramento dei servizi minimi essenziali alla mobilitazione contro la criminalità organizzata. Vogliamo scrivere una nuova storia per Napoli lavorando ad una alleanza che ci auguriamo possa essere il primo passo di un percorso per la costruzione di un nuovo campo alternativo alla destra sovranista di Salvini, che ha sempre lavorato contro gli interessi e la tutela dei diritti dei cittadini del sud e di Napoli”.
E tra i nomi che nelle ultime ore continuano a circolare con insistenza come probabili candidati della coalizione, l’ex ministro Manfredi: “Su questo argomento non faccio dichiarazioni…”. Si trincera dietro un ‘no comment’ l’ex rettore della Federico II.
(da agenzie)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
IN UN POST MOSTRA LA DISDETTA DELL’ABBONAMENTO MA IN MOLTI GLI RISPONDONO: “ALLORA E’ UN BUON MOTIVO PER FARLO, LO PAGHERO’ PURE A MIO PADRE”…. “+30% DI ABBONAMENTI A SKY”
Ore 8.09, zona Milano Rogoredo. A distanza si percepiscono le lacrime di dolore dagli uffici in lutto.
Sono quelli di Sky, dopo che il senatore della Lega Simone Pillon ha annunciato ai suoi seguaci social la sua decisione di disdire l’abbonamento alla televisione satellitare dopo una lunga fedeltà durata quasi 15 anni.
Un matrimonio che si conclude con un divorzio non consensuale. La colpa: “l’indottrinamento LGBT”. Ma l’effetto del post Facebook del parlamentare del Carroccio va completamente nella direzione opposta.
La breve storia triste del lunedì arriva direttamente dalla bacheca social del senatore della Lega. La pubblicazione di quell’immagine di lui sorridente con in mano in libro e, sullo sfondo, appare una televisione appesa a una parete in cui si mostra il segnale non più raggiungibile. È il segnale dei canali Sky, dopo l’avvenuta disdetta del suo contratto.
“Dopo quasi 15 anni di abbonamento, ho definitivamente chiuso con Sky – scrive Simone Pillon sulla sua bacheca Facebook -. Mi sono stancato di pagare per sostenere di fatto l’indottrinamento LGBT in ogni film, programma, telegiornale. Non che le altre siano meglio eh… specialmente la RAI, a spese degli italiani. Nel mese che precede il gay pride poi, diventano decisamente insopportabili. Meglio un buon libro”.
Insomma, i tema è sempre lo stesso. Trito e ritrito: diritti LGBT, ddl Zan e Pride.
Ma quali sono state le reazioni a questo annuncio non richiesto? Non delle migliori per il senatore del Carroccio.
“Guardo pochissima TV e non ho Sky ma questo è un ottimo spot pro-abbonamento! Pagherò io quello di mio padre”
“Quando te ne esci con ste puttanate pure quelli col pezzotto storico rimpiangono di non essere abbonati a Sky”.
“Vai Simo, fai come me, io ho definitivamente tolto le tv da casa e me ne sto H24 su Youporn dal tablet. Tra un mese ho i campionati mondiali di braccio di ferro e ho superato tutte le qualificazioni senza andare un giorno in palestra”.
“Ha ragione, occorre tornare ai vecchi valori con maestri come Lino Banfi ed Alvaro Vitali, che incarnavano i valori tradizionali della famiglia italiana”.
“Lo sappiamo tutti che il calcio si sposta su Dazn l’anno prossimo fava, stiamo disdicendo tutti, ma noi ci facciamo foto sicuramente migliori”
“+30% vendite di abbonamenti Sky in meno di un’ora”.
A Rogoredo – sede di Sky Italia -, forse non avranno retto alla notizia della disdetta di cotanto senatore. Ma l’effetto sperato sembra essere l’opposto. Ma su una cosa non si può che essere d’accordo con Pillon: meglio leggere un bel libro che passare le giornate sui social.
Magari si eviterebbe di condividere bufale, come quella dei “libri porno” in una scuola di Fiumicino “per colpa del ddl Zan”.
(da NextQuotidiano)
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Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile
CHI E’ FABIO MINOLI, IL NUOVO NOME CHE ALBERTINI HA INDICATO
C’è un nome che da circa 48 ore rimbalza sui media e tra la gente in vista delle elezioni Comunali 2021 di Milano. Il centrodestra ha bruciato tutti i suoi candidati, e a quelli rimasti ora potrebbe fare concorrenza anche Fabio Minoli. Di lui, il grande pubblico sa poco.
Tra i fondatori di Forza Italia
Nato a Città del Messico nel 1960, ha sviluppato la sua carriera professionale tra il mondo della comunicazione e l’aspetto più manageriale di esso. Poi, si è dato alla politica. Laureato in Giurisprudenza, è stato tra i fondatori di Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi nel 1994. Successivamente consigliere e capogruppo in Regione Lombardia, deputato forzista dal 2001 al 2006 e segretario milanese ai tempi il cui sindaco era Gabriele Albertini.
Dopo la vittoria di Prodi alle elezioni nazionali, aveva abbandonato ruoli politici attivi, riprendendo in mano il suo lavoro prima a Confindustria e poi nelle vesti di direttore della comunicazione della Bayer, dove è tutt’ora.
Proprio Albertini, rinunciando alla corsa a Palazzo Marino, lo ha indicato come potenziale candidato sindaco per le Comunali di quest’anno tra le fila del centrodestra, rendendosi disponibile per fargli da vice.
L’endorsement, arrivato tra lo stupore generale mentre il mondo del centrodestra ragionava (e continua a farlo) su nomi come Maurizio Lupi, è stato molto apprezzato dallo stesso Minoli che, nelle parole riportate dal Corriere della sera, ha detto di essere “molto lusingato”.
Ora, però, la sua candidatura deve passare al vaglio dei leader di destra, con la Lega che al momento prende tempo sul suo nome in attesa del vertice in programma tra qualche giorno per fare il punto della situazione.
Come detto, il potenziale candidato dello schieramento a questo punto potrebbe essere Maurizio Lupi, voluto fortemente da Silvio Berlusconi e da Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. Con ogni probabilità, invece, Fratelli d’Italia aspetterà un cenno di Salvini per fare la propria mossa. Ancora una volta, però, il centrodestra deve rifare tutto da capo.
(da agenzie)
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