Destra di Popolo.net

IL COMUNE PIU’ PICCOLO D’ITALIA IN CUI IL CENTRODESTRA AMMINISTRA CON IL PARTITO GAY

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

A MORTERONE PRIMO ASSESSORE ARCOBALENO

Il 12 maggio scorso, sulla pagina Facebook ufficiale del Comune di Morterone era stata pubblicata una fotografia in cui era stato immortalato un doppio arcobaleno dopo un giorno di pioggia.
Una sorta di vaticinio per quello che sarebbe accaduto di lì a pochi mesi. Nei giorni scorsi, infatti, l’amministrazione locale della piccola località lombarda in provincia di Lecco ha messo un importante segnalibro nel libro della sua storia: un’alleanza tra il centrodestra e il partito Gay
Una vicenda che può sembrare strana, soprattutto perché – come noto – a livello nazionale (declinato anche nei territori più vasti) i partiti di centrodestra non sono propriamente favorevoli alle norme in favore degli omosessuali e della comunità LGBTQ+.
Ma, come riporta Il Corriere della Sera, a Morterone si è fatta la storia
Lo scorso ottobre i 22 aventi diritto al voto avevano scelto l’esponente azzurro come primo cittadino: 51,74% le preferenze per Dario Pesenti che però aveva depositato la sua lista in municipio fuori tempo massimo. Il Partito Gay non è arreso e ha presentato ricorso. In queste ore la tregua sancita dalla decisione dei tre consiglieri arcobaleno di rinunciare al ricorso al Tar ed entrare a far parte della maggioranza
Ventidue aventi diritti al voto, perché in quel di Morterone – alle pendici del Risegone – risiedono solamente 31 cittadini.
E le scorse elezioni avevano lasciato in eredità una situazione di difficile gestione amministrativa, anche per via delle contestazioni al risultato elettorale. Non in termini di voti, ma di procedure per la consegna delle liste
E la pace è arrivata a suon di colpi di scena: al posto della leghista Vittoria Sala il sindaco (di Forza Italia) Dario Pesenti ha scelto il 32enne Andrea Grassi, esponente del partito Gay.
E a lui è stata assegnata la delega alla Pari opportunità, Commercio, Rigenerazione urbana e territorio. E quale è stato il suo primo passo? “Ho chiesto che venga emessa un’ordinanza che preveda sanzioni verso chi commette azioni di discriminazioni di genere”. Con buona pace del centrodestra.
(da agenzie)

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IL PROSCIOGLIMENTO DI RACKETE DIMOSTRA CHE ERANO ILLEGALI I DECRETI DI SALVINI

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

ORGOGLIOSI DI AVERLO DETTO FIN DAL PRIMO GIORNO DENUNCIANDO L?INTERNAZIONALE CRIMINALE SOVRANISTA… LO SCONCIO DI CHI DIEDE L’ORDINE DI IMPEDIRE L’ATTRACCO

Salvini e i grillini si mettano il cuore in pace: Carola Rackete è innocente. Lei e tutte le ong che hanno fatto sbarcare migranti in Italia.
L’archiviazione dell’accusa di ‘favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ per la 33enne comandante tedesca della nave Sea Watch dimostra che erano invece illegali i decreti con cui nel 2019 il governo Conte 1 chiuse i porti italiani alle navi dei soccorritori.
L’archiviazione di Agrigento rappresenta la vittoria definitiva per la Rackete, che era già stata prosciolta otto mesi fa dall’altra accusa: quella di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra, per il presunto speronamento di una motovedetta nel porto di Lampedusa il 29 giugno 1919.
La linea dura dei porti chiusi arrivò solo nel 2018-19, con il governo felpastellato. E ora la gip di Agrigento ha deciso che il decreto con cui i ministri Salvini, Trenta e Toninelli pretendevano di non fare sbarcare i cinquanta migranti della Rackete violava la Costituzione.
Ci aveva già pensato la Cassazione a stabilirlo, quando non convalidò l’arresto della giovane tedesca: non poteva essere considerato ‘luogo sicuro’ la sua piccola nave in balia delle onde, né ‘porto sicuro’ quello di Tripoli dove i gialloverdi pretendevano fossero riportati i disperati.
Anzi, l’inchiesta è andata avanti e il proscioglimento è arrivato solo adesso perché la procura di Agrigento ha esaminato tutti i migranti e ne ha arrestati tre, ex custodi di un campo di prigionia in Libia.
Quanto ai grillini, sembrano colpiti da una singolare amnesia: Di Maio accusava le ong di essere “taxi del mare” al servizio degli scafisti libici, Conte non batteva ciglio davanti ai diktat dei suoi ministri, ma ora parlano di accoglienza e solidarietà.
Il deterrente contro gli scafisti e i mafiosi libici, ai quali si affidano tuttora decine di migliaia di migranti, dev’essere ancora trovato.
E non fuori dalle leggi.
(da Globalist)

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OPEN ARMS SULL’ARCHIVIAZIONE DI CAROLA: “MOTIVAZIONI CHE RIBALTANO IL DECRETO SICUREZZA DI SALVINI”

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

PALAZZOTTO: “LA GIUSTIZIA ITALIANA HA FATTO A PEZZI I DECRETI DI SALVINI”

La decisione del gip di Agrigento è stata quella di archiviare l’indagine a carico di Carola Rackete, l’ex comandante della Sea-Watch 3, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di aver violato l’articolo 1099 del codice di navigazione perché non obbedì all’ordine di non entrare nelle acque territoriali italiane, emesso ai sensi del Decreto Sicurezza Bis.
Veronica Alfonsi, portavoce di Open Arms Italia ha affermato: “Da quello che leggiamo, nella sentenza viene ribadito come una nave non possa essere considerata un luogo sicuro per persone soccorse da un possibile naufragio e, dunque, in condizioni di fragilità. Questo mi pare un punto fondamentale anche per la vicenda che vede l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona”.
“Durante l’ultima udienza (del processo a Salvini sul caso Open Arms, ndr) l’avvocata Bongiorno ha molto insistito su questo punto tentando di far passare l’idea che il fatto di essere in acque territoriali al riparo vicino Lampedusa significasse che i naufraghi a bordo erano al sicuro – ha detto adesso Alfonsi -. Un porto sicuro invece, e la legge lo conferma, è un luogo nel quale possano essere garantiti i diritti (quello di chiedere asilo primo fra tutti) e le cure per le persone salvate dal mare. Non è certo il ponte di una nave da soccorso a poter garantire questi diritti. Per la portavoce di Open Arms c’è poi un altro punto importante, ossia l’interdizione per l’ingresso in acque territoriali italiane che allora era stata stabilita con il decreto Sicurezza.
“Anche qui si dice chiaramente che non si può impedire a una nave con persone in difficoltà a bordo di approdare in un porto italiano – spiega -. Sono diritti garantiti dalle Convenzioni internazionali e dalla nostra Costituzione. Nel nostro caso questa interdizione fu sospesa da un pronunciamento del Tar del Lazio. Noi, come tutte le navi umanitarie, abbiamo sempre agito secondo la legge e ogni volta la legge lo conferma”, conclude.
Palazzotto sull’archiviazione di Carola Rackete: “La giustizia italiana fa a pezzi i Decreti sicurezza di Salvini”
Carola Rackete ha fatto il suo dovere. Cade anche l’ultima accusa a suo carico: accolta la richiesta di archiviazione nei suoi confronti. Non ha commesso alcun reato entrando in porto a Lampedusa con i naufraghi soccorsi. La giustizia italiana fa a pezzi i Decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini e chiude, una volta per tutte, una triste e disumana stagione di muri, intolleranza e ingiustizia. È una bella giornata per i diritti di tutte e tutti nel nostro paese”. Lo scrive su Facebook il deputato di LeU Erasmo Palazzotto.
Orfini: “Ero su quella nave quando entrò in porto. Per anni Salvini, Meloni, tutte le destre (e purtroppo non solo quelle) ci hanno accusato di essere speronatori, delinquenti, traditori della patria. Invece avevamo semplicemente scelto di stare dalla parte giusta. E tutti loro oggi dovrebbero semplicemente scusarsi”, conclude.
(da agenzie)

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ARCHIVIATA CAROLA RACKETE, SCONFESSATO IL SEQUESTRATORE DI PERSONE

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

LA COMANDANTE HA AGITO PER ADEMPIERE IL DOVERE DEL SALVATAGGIO… ORA LA PATRIOTA EUROPEA E’ STATA ASSOLTA DA TUTTE LE ACCUSE, GIUSTIZIA E’ FATTA

“Carola Rackete ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare”. Con queste motivazioni il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha archiviato l’inchiesta a carico della comandante di Sea Watch3 che, ad aprile, era stata già definitivamente prosciolta dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra.
Accuse scaturite dal presunto speronamento della motovedetta della Guardia di finanza il 29 giugno del 2019, giorno dell’arresto.
Il nuovo procedimento, adesso archiviato su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella e del pm Cecilia Baravelli, riguardava un episodio di tre giorni prima quando la trentatreenne tedesca, difesa dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, decise di entrare senza autorizzazione con la nave, che stazionava davanti Lampedusa ma in acque internazionali, nelle acque territoriali italiane.
All’accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra si era aggiunta quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per avere fatto entrare sul territorio italiano 53 immigrati.
“Ha agito – scrive il gip – nell’adempimento del dovere perché non si poteva considerare luogo sicuro il porto di Tripoli”.
Il giudice cita un rapporto dell’Alto commissario per le Nazioni unite nel quale si sottolinea “che migliaia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Libia versano in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture”. Quanto all’averli condotti in Italia, nonostante il divieto, il gip aggiunge: “La condotta risulta scriminata dalla causa di giustificazione”.
“Non può essere considerata come luogo sicuro una nave in mare che oltre a essere in balia degli eventi meteorologici avversi non consente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone soccorse”, si legge nel decreto del giudice, che riporta quando già statuito dalla Corte di Cassazione nel confermare l’ordinanza di non convalida dell’arresto di Rackete emesso dallo stesso ufficio del Gip di Agrigento.
Nel 2020 la Cassazione, infatti, aveva sancito l’illegittimità dell’arresto di Carola Rackete.
Lo scorso maggio un primo provvedimento di archiviazione fece, invece, cadere le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra contro l’ex comandante. Di fatto oggi si chiudono tutte le indagini penali nei confronti dei membri della Sea-Watch.
Lo sbarco degli oltre 50 naufraghi a bordo della nave, nel giugno del 2019, a Lampedusa, dunque, “non era pericoloso”. “Rilevato che il provvedimento interministeriale adottato il 15 giugno 2019″, cioè il decreto di sicurezza a firma di Matteo Salvini, “nel vietare l’ingresso, il transito o la sosta dell’imbarcazione nel mare territoriale italiano – scrive la gip – non faceva riferimento a specifiche situazioni di ordine e sicurezza pubblica che avrebbero potuto fare ritenere pericoloso lo sbarco in Italia dei naufraghi”,
Dunque, per il Tribunale “non sussistono elementi sufficienti per ritenere che il passaggio della imbarcazione possa definirsi ‘non inoffensivo’”.
“Quest’ennesima archiviazione abbatte il pretestuoso muro legislativo eretto da Salvini e, nelle sue motivazioni, conferma quanto già stabilito dalla Corte di Cassazione: soccorrere chi si trova in pericolo in mare e condurlo in un luogo sicuro è un dovere sancito dal diritto internazionale”. Così Sea Watch commenta l’archiviazione dell’indagine.
(da agenzie)

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TAMPONE AI VACCINATI CON DUE DOSI, MASCHERINE FFP2 E GREEN PASS SUL LAVORO

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

COSA CI SARA’ NEL NUOVO DECRETO COVID

Chi è vaccinato con due dosi dovrà fare un test del tampone per accedere agli eventi e alle discoteche. Ne sarà esentato chi avrà ricevuto la terza dose.
E validità del Green pass ridotta a sei o a cinque mesi.
Questa è la posizione che il presidente del Consiglio Mario Draghi porterà oggi alla Cabina di Regia che precederà il varo del nuovo decreto Covid.
Il consiglio dei ministri che dovrà dare l’ok al nuovo provvedimento è previsto subito dopo la riunione dei ministri competenti e degli esperti. Mentre sul tavolo del premier ci sono anche altre ipotesi: come quella di rendere obbligatorie le mascherine Ffp2 in tutti i luoghi chiusi.
Quindi sui posti di lavoro, al cinema, a teatro, al ristorante e sul trasporto pubblico. Per il lavoro si ragiona anche attorno alla possibilità di rendere obbligatorio il Super Green pass.
La maggioranza però non è entusiasta della stretta. E chiede almeno la possibilità di effettuare test gratuiti (antigenici o molecolari).
Ma la flash survey del ministero della Salute sulla variante Omicron contribuirà forse a compattare i partiti sulla posizione del premier. Che già ieri in conferenza stampa ha spiegato che la nuova variazione impone massima cautela nelle scelte e nelle decisioni.
E oggi spiegherà che mentre la prima rilevazione sulla presenza della nuova variante Covid era tra lo 0,2 e lo 0,3%, in due settimane ha raggiunto punte intorno al 25-30%. «Notiamo una differenza tra la zona Nord-Ovest della Regione, dove Omicron circola di più e ci sono importanti cluster, e quella Sud-Est, dove è meno presente. Comunque, siamo sopra al 30%», dice a Repubblica il professor Fausto Baldanti, che dirige il laboratorio di virologia e microbiologia del San Matteo di Pavia. «Il dato italiano — aggiunge — è legato anche al fatto che stiamo facendo tantissimi tamponi in tutto il Paese. C’è quindi una maggiore capillarità di identificazione».
Per questo il governo è pronto alla stretta. Che vede anche alcune ipotesi sul tavolo. Oltre alla somministrazione della terza dose entro quattro mesi e il test del tampone per gli eventi di massa, si fa strada l’ipotesi di allargare l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori della pubblica amministrazione e a quelli a contatto con il pubblico. Altrimenti si andrà con la richiesta di Super Green pass.
E c’è anche l’idea del ritorno massiccio allo smart working in caso di boom dei contagi. Che ieri hanno sfondato quota 36 mila, ma con una buona notizia: nonostante l’aumento dei positivi è scesa l’occupazione delle terapie intensive. La durata della Certificazione Verde Covid-19 verrà in ogni caso ridotta. Ma non per i minorenni: per loro rimarrà a 9 mesi. Perché non è ancora stato autorizzato il booster.
Obbligo di mascherine Ffp
Le mascherine all’aperto obbligatorie torneranno in tutta Italia, seguendo le ordinanze di questi giorni delle Regioni. Ma c’è anche altro. Si ragiona attorno all’ipotesi di introdurre l’obbligo di Ffp2 (o la raccomandazione) sui luoghi di lavoro, nei grandi assembramenti e su tutto il trasporto pubblico, compreso quello locale.
In questo caso le associazioni dei consumatori chiedono che i prezzi di questi dispositivi di protezione individuale vengano calmierati.
Mentre nella maggioranza c’è chi chiede di renderle obbligatorie anche per cinema, teatri, bar e ristoranti. Per evitare il problema di coloro che rimarrebbero senza Green pass (si parla di tre milioni di italiani) la riduzione a 6 o 5 mesi della validità del certificato potrebbe partire intorno a metà gennaio o alla fine del mese.
Non ci saranno invece imposizioni per il Cenone di Natale, anche perché il nuovo decreto Covid entrerà in vigore il 27 dicembre. Il governo non rinuncerà comunque alle raccomandazioni e a richiamare i cittadini al rispetto delle regole sul distanziamento sociale e sul divieto di assembramento, che resta comunque valido anche nelle case private anche se lì è difficile, se non impossibile controllare.
La cabina di regia però, spiega il Corriere della Sera, potrebbe suggerire un numero massimo di commensali, sia nelle zone a colori che nella zona bianca. Non è invece sul tavolo del governo la possibilità di prolungare le vacanze di Natale per gli studenti. La linea rimane quella della Dad e dell’incremento delle vaccinazioni.
Il tampone per le feste di Capodanno
E mentre si registrano code alle farmacie per gli italiani che prenotano un test del tampone prima del Cenone di Natale, lo stesso Draghi nella conferenza stampa di ieri ha confermato che il governo vuole intervenire anche sui tamponi.
«Nel green pass c’è un periodo in cui la protezione delle prime due dosi decresce rapidamente e la terza non è ancora stata fatta. In quel periodo può essere utile fare un tampone», ha detto il premier. E quindi chi vorrà partecipare ai veglioni di Capodanno o andare in discoteca dovrà fare il tampone se non ha fatto il booster. Non è escluso, neanche da Draghi, che potrà farli gratuitamente per non penalizzare chi ha seguito le indicazioni del governo.
Ma sul tavolo del Cdm potrebbe arrivare anche un’altra opzione. Ovvero l’esclusione dei tamponi antigenici per ottenere il Green pass. Un provvedimento che andrebbe a impattare sul mondo del lavoro. Anche economicamente, visto il diverso costo dei due test.
Le regioni in zona gialla
Infine, le prossime ore saranno decisive anche per i cambi di colore. I dati sulle ospedalizzazioni dicono che a Capodanno altre regioni potrebbero aggiungersi alle 5 e alle due province autonome già in giallo. Il Piemonte ha già tutti i parametri per il cambio di fascia, come ha spiegato ieri il presidente Alberto Cirio. Ma rischiano pure Lazio, Lombardia e Sicilia. Mentre la crescita dei contagi potrebbe portare Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Calabria a gennaio in zona arancione.
(da agenzie)

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L’EX SENATORE NO VAX PEPE RICOVERATO IN TERAPIA INTENSIVA

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

L’EX M5S E’ IN GRAVI CONDIZIONI AL COTUGNO DI NAPOLI

La sua pagina Facebook è priva di un’immagine di profilo personale. Al suo posto, infatti, troviamo una scritta iconica e simbolica delle sue convinzioni: No Vax.
Poi, nella sua biografia social, troviamo anche un link che rimanda al sito del movimento no vax.
Adesso, però, l’ex senatore, che tempo fa era stato pentastellato, Bartolomeo Pepe è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cotugno di Napoli, proprio a causa dell’infezione da Sars-CoV-2 che gli ha provocato gravi danni ai polmoni.
Il 59enne, eletto senatore nel 2013 dopo essersi candidato per un seggio in Campania (poi nel 2015 il passaggio nel gruppo parlamentare di centro destra Grandi Autonomie e Libertà) , è stato intubato nelle scorse ore e trasferito nel reparto di terapia intensiva del nosocomio partenopeo.
E proprio in quell’ospedale ci è arrivato con la propria automobile sabato scorso, presentandosi con una severa insufficienza respiratoria. Poi il tampone che ha confermato il contagio, deflagrato nella forma più grave e aggressiva di Covid.
I medici hanno rilevato – come spiega il quotidiano Il Messaggero, un bassissimo livello di ossigenazione nel sangue e hanno deciso di iniziare con una terapia “a ventilazione non invasiva”, ovvero con una mascherina per inviare ossigeno ai polmoni attraverso la respirazione. Ma la situazione non è migliorata.
Per questo motivo Bartolomeo Pepe è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del Cotugno di Napoli, dove è stato sedato e intubato per tentare di alleviare l’infiammazione polmonare e dare il tempo alla terapia (cortisone, immunoglobuline e farmaci antivirali) di fare il loro effetto. Ma le sue condizioni continuano a essere gravi.
L’ex senatore si è distinto nel corso degli anni per aver offerto uno spaccato di quella società complottista e cospirazionista. Perché i vaccini sono solamente la cartina di tornasole delle sue idee propinate al pubblico e che lo hanno portato a conquistare quel seggio in Senato, con il MoVimento 5 Stelle, nel 2013.
Poi, un anno dopo, la fine della luna di miele con i pentastellati e nel 2015 passaggio al gruppo parlamentare (di centrodestra) Grandi Autonomie e Libertà. E lì ha provato a rimanere ben saldo al carro della politica, a suon di bufale.
(da agenzie)

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GIMBE, IMPENNATA DI NUOVI CASI: +42% IN 7 GIORNI

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

VITTIME AUMENTATE DEL 33%

Cresce ancora il numero dei nuovi casi Covid registrando un +42,3% in sette giorni e aumentano i decessi dovuti al virus del +33%.
E non va meglio sul fronte ospedaliero dove i posti letto occupati da pazienti positivi toccano un +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva, secondo quanto registra la Fondazione Gimbe confrontando i dati della settimana 15-21 dicembre rispetto alla precedente. Si tratta, spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, di “un’impennata favorita anche dalla rapida diffusione della variante Omicron, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente”.
I dati parlano chiaramente, dunque. Ma la veloce circolazione del virus, alimentata anche dalla nuova variante, spinge però anche il numero delle nuove somministrazioni dei vaccini che raggiungno, in una settimana, 3,7 milioni di dosi inoculate. In particolare, fa notare la Fondazione, si registra il +13,8% di nuovi vaccinati, che per circa il 40% dei casi riguardano la fascia 5-11 anni, fascia nella quale, al 21 dicembre, si erano raggiunte le 108.112 somministrazioni. Ma scendono invece i nuovi vaccinati over 12 anni.
Nella settimana dal 15 al 21 dicembre si registrano oltre 250 casi di Covid per 100.000 abitanti in metà delle province italiane e aumentano i nuovi casi in tutte le regioni ad eccezione della provincia di Bolzano: si va dal 12,4% del Friuli-Venezia Giulia al 86,3% dell’Umbria.
Per questo la Fondazione Gimbe che chiede al Governo “misure tempestive per contenere la quarta ondata”, tra cui “ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale” e “istituire l’obbligo di mascherina FFP2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto”.
(da agenzie)

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PESARO, LA SCELTA DEL PRIMARIO: “NON POSSO CURARE I NO VAX, LI AFFIDO AI COLLEGHI”

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

“REPARTI PIENI CONVERTITI IN COVID E CI RIMETTONO I MALATI COMUNI”

«Se sta pensando a scene drammatiche, ecco, è sicuramente lontano dalla realtà. Qui è molto peggio dei suoi pensieri. Mi vergogno di quello che vedo».
È drammatica l’intervista rilasciata al Resto del Carlino da Umberto Gnudi, primario del pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro.
«Non seguo più i No vax che si presentano contagiati al pronto soccorso ma delego i colleghi a farlo per evitare che, riconoscendomi, mi insultino, e lavorerò la notte di Natale per far tirare il fiato ad altri perché qui non si sono visti né i rinforzi promessi né è cambiato nulla», racconta, in un pronto soccorso fatto di barelle in ogni angolo, persone abbandonate in corridoio, gente sdraiata.
Ci sono in questo momento 30 pazienti, spiega il primario, «perlopiù anziani, che non sono contagiati da Covid ma soffrono di varie altre malattie. Sono fermi lì per giorni perché i reparti non ricevono essendo convertiti in Covid oppure perché non c’è personale dirottato nei reparti Covid per curare i no vax», spiega.
Col risultato «che ci rimettono i malati comuni, gli anziani, i fragili, chi avrebbe bisogno di un ricovero vero e non di una barella. Siamo a livelli da terzo mondo, e lo dico assumendomi la responsabilità di ciò che dico», dice Gnudi. Nel frattempo la Guardia Medica ha chiuso, «e per i malati gravi l’unica ipotesi è quella di una barella in pronto soccorso». Ora «non è il caso di ammalarsi», conclude.
(da agenzie)

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LA BARISTA LE CHIEDE GREEN PASS, LA CLIENTE LE LANCIA ADDOSSO IL CAPPUCCINO

Dicembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile

LO SFOGO DEL GESTORE: “MI VERGOGNO PER LEI E PER LA SUA IGNORANZA, IL SUO COMPORTAMENTO E’ STATO DISUMANO”

È successo ieri a Cagliari, nel bar pasticceria il Tartufo. Una barista ha chiesto il Green Pass a una cliente che voleva sedersi al tavolo per fare colazione e per tutta risposta si è vista lanciare il cappuccino addosso.
La storia è stata poi raccontata sui social dai gestori del locale: «Stasera nella nostra caffetteria c’è stato un episodio raccapricciante: la nostra barista, come da legge, ha domandato a una cliente che voleva accomodarsi se fosse in possesso del Green pass. La signora, gentilissima, evidentemente No vax, ha risposto lanciando il cappuccino addosso alla barista, sporcando lei, il bancone e il retro bancone del nostro locale», si legge su Instagram.
«Mi vergogno per lei e per la sua ignoranza – è continuato lo sfogo – non tanto perché non possiede il green pass, ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita, ma perché credo che il suo comportamento sia stato disumano. Io non lancerei mai nulla addosso a nessuno, neanche al mio peggior nemico».
Infine, il gestore lascia un messaggio per la cliente: «Se stai leggendo, sei sempre in tempo per tornare e scusarti con una persona che stava educatamente svolgendo il suo lavoro».
(da agenzie)

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