Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
FINITA LA FARSA DEI CAZZARI SOVRANISTI
Domando a me stesso se sta accadendo qualcosa che ci sfugge. Qualche macchinazione oscura che non si è ancora manifestata o forse si è manifestata a mio o vostra insaputa.
Perché apro la televisione e vedo decine di spot natalizi.
Esco in città e vedo quasi tutte le vetrine con gli addobbi di Natale, vedo chiese aperte con i presepi. Vedo alberi di Natale dappertutto, compreso il famoso spelacchio.
Vedo la programmazione di concerti di Natale, celebrazioni di Natale, messe di Natale, processioni di Natale, vedo sacerdoti, suore e fedeli entrare e uscire liberamente dalle Chiese e la Pastorale del Papa sul Presepio stampata e diffusa in tante edizioni sempre liberamente e senza censure.
A Napoli, in via San Gregorio Armeno, gli artigiani (bravissimi) continuano a fare affari con le statutte del presepe che si possono produrre e – udite udite – persono comprare e vendese senza che arrivi la Digos ad arrestare nessuno.
E allora se questo è vero, come è vero, la domanda è: c’è qualcuno che cerca di impedirci di festeggiare il Natale?
C’è qualche legge in vista che vieti le celebrazioni natalizie o ordini di nascondere i simboli religiosi un po’ come Putin in Russia fa con gli omosessuali che non devono mostrare simboli?
Siccome non c’è la domanda (di facile risposta) è: ma perché e i sovranisti in generale stanno dando vita a tutte queste sceneggiate per la difesa del Natale?
Natale (e Santo Stefano) sono state abolite come Feste? No.
E allora il miserevole trucchetto diventa chiaro: alimentare nel popolo beota la falsa idea sul fatto che qualcuno voglia portare via le tradizioni italiane, attentando alla nostra identità e di menzogna in menzogna pur di alimentare la paura dello stranieri, ovviamente con particolare riguardo ai musulmani.
E, tra l’altro, mettendo da parte il fatto che gli stranieri che sono in Italia sono soprattutto cristiani (latinoamericani, filippini, una metà degli africani) anche se una parte di loro (rumeni e albanesi) sono spesso ortodossi e quindi festeggiano il Natale in giorni diversi.
Quanta meschinità e quanto falso cristianesimo ci vuole nel tentativo di alimentare paure inesistenti e usare l’identità cristiana per creare discriminazioni, divisione e odio?
Gesù ha predicato e rappresenta il contrario di questi xenofobi livorosi e egoisti.
Che dire: questi del cristianesimo conoscono tutto. Eccetto la Bibbia, il vangelo, Gesù Cristo e anche Dio, che solo fino all’altro giorno confondevano con Odino mentre lo cercavano sui fondali del Po.
(da Globalist)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
LA MAPPA DEI 114 PARLAMENTARI CANI SCIOLTI
Come fossero un Giubileo, anche le elezioni quirinalizie sono costellate di ‘cantieri’. Il Parlamento diventa terreno fertile per tentare la strada di laboratori politici.
Ci provano al centro con l’idea di dar vita a una federazione. E ci provano a maggior ragione nel gruppo Misto che è affollato come non mai.
Prendiamo gli ex M5s: sulla carta avrebbe i numeri per fare gruppo a sé. Un po’ come sette anni fa, in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. Allora non ci riuscirono, questa volta non si sa. Su un nuovo soggetto politico ragionano, per esempio, i senatori ex grillini Barbara Lezzi e Nicola Morra, sempre con uno sguardo ad Alessandro Di Battista, ma pure a Davide Casaleggio. Il 13 dicembre hanno organizzato un incontro con i cittadini a Roma. Le manovre, insomma, sono in corso. Una cosa è certa, per dirla con le parole dell’ex ministra Lezzi: sommando gli espulsi al Senato “siamo anche di più dei senatori di Fratelli d’Italia”.
La situazione però è in continua evoluzione dal momento che se i parlamentari ex M5S dovranno essere reintegrati nel Movimento, come stabilito dal Consiglio di Garanzia del Senato. E tra loro rientra la stessa Lezzi. Proprio guardando al Quirinale, la verità è che il gruppo Misto in potenza potrebbe essere il vero ago della bilancia. Altro che i renziani. In potenza, tuttavia, e non in atto.
A parte la forza dei numeri, infatti, rimane il solito porto di mare, l’approdo di chi resta senza casa o perché la abbandona o perché espulso.
Per tacere delle scelte tattiche, che pure non mancano, di chi vi fa scalo in attesa di decollare verso nuovi lidi.
Parliamo di 66 deputati e 48 senatori, grazie all’ultima new entry, Leonardo Grimani, fresco di addio al gruppo renziano del Senato (Italia viva-Psi). Tutti, comunque, sono accolti a braccia aperte in questa accogliente casa. E sarà sempre così, almeno finché non si deciderà di metter mano ai Regolamenti, come pure punta timidamente a fare la proposta targata Pd proprio per dire addio a queste porte girevoli. Nulla, naturalmente, che possa vedere la luce a stretto giro di posta, men che meno prima dell’elezione del presidente della Repubblica.
Ergo, mani libere per ciascuno dei 114 grandi elettori.
Soprattutto per quanto riguarda gli indipendenti (solo alla Camera se ne contano 24. In realtà potrebbero scendere a 23 con la deputata Flora Frate, come annunciato, passerà nel gruppo di Italia Viva) e cioè i non iscritti neppure ad una componente. Proviamo a orientarci in qualche modo, partendo da Montecitorio. Qui si contano 6 componenti (la soglia per costituirsi in gruppo è infatti di 20 deputati): ci sono Alternativa, con 16 membri e le minoranze linguistiche (4 iscritti), che esprimono anche il presidente del Misto Manfred Schullian.
Azione di Carlo Calenda è insieme a +Europa con 3 parlamentari, mentre Noi per l’Italia di Maurizio Lupi ne conta 5. Il Maie invece annovera 8 deputati (cinque in realtà hanno dato vita alla sotto-componente ambientalista ‘Facciamo eco’).
E infine c’è Centro democratico, 6 deputati in tutto. Anche se le ambizioni del suo leader, l‘attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, erano ben altre prima della nascita del governo Draghi. Nei giorni della crisi del Conte due, infatti, era riuscito a mettersi alla testa di 11 responsabili, per lo più ex grillini, naturalmente contiani. Ma poi il gruppo non si fece.
Al Senato, invece, le componenti sono molte di più.
Alcune di mera testimonianza, come nel caso dell’Italia dei valori, del Partito comunista o di Potere al Popolo, rappresentate ciascuna da un solo senatore. Nell’ordine si tratta degli ex M5s Elio Lannutti, Emanuele Dessì e Matteo Mantero.
Ci sono poi i 6 senatori di Leu (alla Camera, grazie a una deroga, Liberi e uguali costituisce un gruppo a sé), tra i quali la presidente del Misto Loredana De Petris, i 3 di Italexit, fondata dall’ex grillino Gianluigi Paragone.
Alternativa, invece, non ha la componente, ma fanno riferimento al neonato partito i fuoriusciti dal Movimento Mattia Crucioli e Luisa Angrisano. Due senatori sono in forza a +Europa, mentre 9 fanno parte delle componenti Idea-Cambiamo, fondate da Gaetano Quagliariello e Giovanni Toti, la cui area di riferimento è Coraggio Italia (che è gruppo alla Camera con 22 deputati, che probabilmente scnederanno a 21 visto che la parlamentare Maria Teresa Baldini sta per approdare tra i renziani).
Oltre ai due senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre, ci sono poi gli indipendenti: un ex Lega, due ex Forza Italia e 19 ex M5s.
Tra questi però non mancano i distinguo. Tre senatrici in particolare (Nugnes, Fattori e La Mura) sono vicine a Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni che alla Camera, al contrario di Liberi e uguali, è all’opposizione del governo Draghi.
Nella pattuglia dei restanti ex, infine, come già detto, alcuni tipo la già ministra Barbara Lezzi o il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra gravitano nell’area di Di Battista, sempre che il descamisado romano decida una volta per tutte cosa fare.
Tornando a oggi e soprattutto guardando a metà gennaio, come si regolerà la folta pattuglia del Misto quando il Parlamento sarà convocato in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica? Difficile orientarsi in una compagine così variegata.
Basti pensare che tra Camera e Senato alcuni esponenti del Gruppo appoggiano il Governo (da +Europa a Leu) e altri sono all’opposizione (da Alternativa a Italexit). Una cosa è certa e vale per tutti gli eletti nelle due Camere: nessuno vuole andare al voto prima della fine naturale della legislatura. Se dovesse prendere corpo quindi un’ipotesi Draghi al Quirinale senza rassicurazioni sulla durata del loro mandato, è chiaro che la stragrande maggioranza si farebbe guidare da una sola bussola: conservare la poltrona.
Alle minoranze linguistiche, tuttavia, non dispiacerebbe che l’ex presidente della Bce traslocasse al Colle. Impossibile invece che Alternativa, sempre critica nei confronti delle scelte del premier, dia il suo voto a Draghi. Men che meno a Berlusconi, che pure è nella rosa dei candidati.
E +Europa e Azione? Se il segretario di + Europa Benedetto Della Vedova per ora non si sbilancia – “Il toto-quirinale anticipato indebolisce il Governo e strumentalizza il premier”, ha twittato il 5 dicembre scorso -, il leader di Azione è meno reticente: “Se salta Draghi a palazzo Chigi salta tutto”, ha detto intervistato da Repubblica il 7 dicembre.
Discorso a parte merita poi Coraggio Italia. Molto dipenderà anche dall’evoluzione dei rapporti con Italia viva. Proprio al Senato, dove il gruppo non c’è, i senatori Gaetano Quagliariello e Paolo Romani sono molto impegnati per condurre a meta la federazione. Un accordo sul Colle, sotto la regia di Renzi, potrebbe nascere attorno a un nome che non è quello di Draghi, ma neppure di Berlusconi.
Bocche cucite dalle parti di Leu. Nessuno si sbilancia per ora. Di sicuro la componente al Senato e il gruppo alla Camera convergeranno sullo stesso nome. Così come è ipotizzabile un fronte comune di sicuro col Pd e chissà se anche con il M5s.
A Montecitorio, infine, come detto, c’è la componete Noi con l’Italia. Si tratta di un’area che si colloca al centro del centrodestra.
Quale sarà l’orientamento? Una cosa è certa, Maurizio Lupi è legato a Berlusconi, ma molto anche a Mario Draghi. Quanto al Maie, il Movimento associativo italiano all’estero, si è sempre mosso all’insegna del pragmatismo. Quindi, valuterà le proposte che saranno sul tavolo. Per Facciamo Eco, infine, che insieme al Maie appoggia l’esecutivo, saranno dirimenti anche i segnali sulle battaglie ecologiste che arriveranno dalla manovra.
(da Affaritaliani)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
LA NUOVA IMMAGINE DI PADRE DELLA PATRIA
Il leader di Forza Italia, dalla sua tenuta di Arcore, anticipa gli omologhi degli altri partiti condividendo di buon’ora un videomessaggio di auguri per il Natale 2021. Intorno alle 9 del mattino di questo 25 dicembre, sul suo account Instagram, è comparso un breve filmato in cui, davanti a un albero di Natale addobbato, parla sulle note di Jingle Bells.
«A tutti, tantissimi auguri per un sereno, gioioso Natale», dice Silvio Berlusconi, tenendo in braccio l’irrequieta Gilda, l’ultima arrivata nella ormai numerosa colonia canina di Arcore.
Nonostante la cagnolina copra buona parte della formale giacca scura dell’ex presidente del Consiglio, si nota chiaramente l’assenza della consueta spilla di Forza Italia, che Berlusconi è solito portare all’occhiello dell’abito.
Che l’assenza del simbolo serva a mostrarsi più svincolato dal suo partito in vista della corsa al Quirinale?
(da agenzie)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
“RISCHIO REITERAZIONE DEL REATO”
Niente da fare per gli avvocati Carlo Taormina, Alessandro D’Aloisi e Nicolo Trisciuoglio, difensori di Giuliano Castellino, Roberto Fiore e Salvatore Lubrano nell’inchiesta per l’assalto alla Cgil.
La richiesta di sostituzione della misura cautelare del carcere con gli arresti domiciliari è stata respinta dalla giudice per le indagini preliminari Annalisa Marzano. Secondo la magistrata, «la corposa istanza difensiva» non muta il quadro indiziario degli indagati, «resisi autori di delitti estremamente gravi e protagonisti di un’azione di deliberato attacco alle istituzioni, colpendo per l’appunto la sede della Cgil».
Al difensore di Castellino, nello specifico, che ha fatto notare l’assenza del suo assistito al momento dell’assalto, la giudice ha chiarito: «Le argomentazioni difensive non intaccano le accuse mosse agli indagati, cristallizzate invece in numerosi contributi video raccolti nel corso delle indagini».
Ai legali, che chiedevano il cambio della misura cautelare anche in virtù della «lieve entità dei danni arrecati» alla sede della Cgil, la magistrata ha risposto: «Si deve ancora una volta rimarcare l’adeguatezza – della custodia in carcere, poiché – unico presidio idoneo a salvaguardare le esigenze di contenimento e controllo del pericolo concreto, attuale, e particolarmente allarmante di reiterazione di condotte altrettanto offensive». Il domicilio coatto che richiedono i difensori, invece, è dalla magistrata «ritenuto inidoneo allo scopo perché sguarnito degli strumenti di sorveglianza capaci di recidere i contatti degli indagati con l’esterno».
(da agenzie)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
“LA MIA TERRA ADOTTIVA”
Non sono terminate le traversie giudiziarie di Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna che ha passato quasi due anni nelle carceri egiziane senza un procedimento giudiziario.
Scarcerato lo scorso 8 dicembre, dopo 22 mesi in cella, adesso è in attesa di presentarsi all’udienza fissata il primo febbraio 2022.
Dalla sua temporanea libertà e tramite Twitter, social sul quale è tornato particolarmente attivo, Zaki ha inviato un messaggio di auguri rivolto all’Italia: «La pace, la serenità, l’amore regnino in questo santo giorno nei nostri cuori ed illuminino la nostra vita e quella dei miei colleghi, dei miei amici e della mia cara Bologna, la mia terra adottiva. Auguri di buon Natale a tutta l’Italia!».
Il 30enne festeggerà il Natale in Egitto, con la sua famiglia, il prossimo 7 gennaio, seguendo la tradizione della religione copta.
(da agenzie)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
L’OMS SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DELLA VENTILAZIONE, OLTRE A DISTANZIAMENTO. MASCHERINA E INGIENE DELLE MANI
I vaccini prima di tutto, ma anche mascherine, distanziamento e igiene delle mani. Sono i quattro fattori fondamentali – i vaccini contro il Covid, ovviamente, in primis – per combattere la pandemia. Ma abbiamo un altro strumento che fin qui è stato praticamente ignorato.
A parlarne è Luca Fontana, technical officer dell’Organizzazione mondiale della sanità, intervistato dal Corriere della Sera: “Bisogna aumentare l’impegno per assicurare la gestione del rischio contagio anche attraverso una corretta e adeguata ventilazione dei locali – spiega il tossicologo – La ventilazione permette di ridurre la concentrazione di aerosol infettivo nell’aria e quindi ridurre il rischio d’infezione”.
Non è una novità, d’altronde dall’inizio della pandemia ci viene detto di aprire le finestre il più possibile e far cambiare l’aria. Il discorso dell’esperto, però, è diverso: “Ventilare significa portare aria fresca e pulita dall’esterno verso l’interno e mandare l’aria espirata, insieme all’aerosol infetto, all’esterno – spiega – Una misura ingegneristica importante di mitigazione del rischio è la ventilazione meccanica controllata , ma è possibile intervenire anche con la semplice aerazione, ovvero aprendo le finestre”.
Questa seconda opzione, “oltre ai rilevanti costi energetici e ambientali per la dispersione termica, non permette alcun controllo sull’efficacia della misura di protezione”.
Insomma, ventilare sì, ma con un procedimento che garantisca che l’aria circoli realmente. I sistemi che propone lo scienziato, però, sono molto costosi: “La pandemia ha stravolto le nostre vite, le nostre economie e dobbiamo metterci nell’ordine di idee che non usciremo da questa situazione a breve – sottolinea – Serve un cambio strutturale nell’approccio alla pandemia, dobbiamo cominciare a pensare a lungo termine”. Certo è impossibile “creare un impianto di ventilazione meccanica controllata in tutti gli edifici dall’oggi al domani”, ma “è importante cominciare”. Anche perché migliorerebbe la condizione di vita e preverrebbe anche il rischio di altre malattie respiratorie.
(da agenzie)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
“PENSAVAMO DI MORIRE, IL COVID TOGLIE OSSIGENO; FAREMO PRESTO IL VACCINO”
Si chiamano Francesco Toffolo e Stefania Scanavin e sono una coppia di No vax che ha visto la morte in faccia e che, oggi, si è pentita della scelta di non essersi vaccinata prima. I due hanno cambiato idea dopo aver contratto il Covid.
«Abbiamo avuto paura di morire. In primavera, appena potremo, ci vaccineremo», dicono, dopo essere stati salvati dai medici del reparto di Medicina interna dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.
I due, marito e moglie, hanno 68 e 60 anni, sono residenti a Martellago (Venezia) e hanno diffuso la loro testimonianza nel corso di un convegno organizzato dall’Usl 3. Oggi la loro storia viene raccontata dal Corriere.
Il loro calvario, dunque, comincia a novembre quando i due scoprono la positività al virus: «Nostro figlio più piccolo che lavora con noi, 36enne anche lui non vaccinato, ci chiama dicendoci di avere la febbre alta e se possiamo fargli la spesa e portargliela a casa. Siamo andati e qualche giorno dopo ci siamo svegliati anche noi con la febbre, a 39».
A quel punto Francesco e Stefania chiamano il loro medico di base che subito li invita a fare un tampone. Il test risulta positivo. All’arrivo dei medici dell’Usca a casa dei due, ecco la richiesta di ricovero urgente: «Un giorno una delle dottoresse che veniva a casa ci misura l’ossigeno e strabuzza gli occhi – dichiara l’uomo – ci dice che la situazione è grave e che dobbiamo essere subito ricoverati. Noi, in quel momento, non ci rendevamo nemmeno conto di quanto stavamo male. Il Covid ti toglie l’ossigeno e quindi anche la lucidità per renderti conto delle tue reali condizioni».
Immediato il trasporto in ospedale: lì vengono ricoverati e dotati di un casco per l’ossigeno. «Sono stati giorni terribili in ospedale perché pensavamo di non farcela», dice la moglie. «Io non mi ero vaccinato perché in passato ho avuto un infarto e il mio cardiologo mi aveva consigliato di aspettare un po’ a vaccinarmi – si giustifica Toffolo – inizialmente si sentivano voci che il vaccino provocasse trombosi e non volevo rischiare». La moglie aveva fatto come il marito. Nessun vaccino.
Il prezzo di rimandare il vaccino
Rimandare la vaccinazione perché non del tutto convinti è costata loro molto cara. «Lui non si era vaccinato e quindi non l’ho fatto anche io – chiarisce la moglie – quest’estate sembrava poi che il virus se non fosse andato e abbiamo quindi rimandato ancora. A inizio autunno avevamo anche pensato di andare in un hub ma abbiamo aspettato ancora e alla fine ci siamo contagiati».
Dopo quello che è successo, i due hanno deciso di esporsi, di metterci la faccia, di raccontare quello che hanno passato e, dunque, adesso si dicono pronti a vaccinarsi: «Tornando indietro mi sarei vaccinata prima – conclude Stefania Scanavin – adesso aspetteremo il tempo necessario ma appena potremo andremo in un cento vaccinale». Senza rimandare più.
(da agenzie)
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Dicembre 25th, 2021 Riccardo Fucile
TASSO POSITIVITA’ VOLA AL 5,6%
Sono 54.762 i casi di Covid individuati in Italia nelle ultime 24 ore, nuovo record da inizio della pandemia. Ieri i casi erano stati 50.599. Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 144, mentre ieri erano state 141.
Sono 500.466 gli attualmente positivi al Covid in Italia, 39.792 in più rispetto a ieri. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.622.431 e i morti 136.530. I dimessi e i guariti sono invece 4.985.435, con un incremento di 14.851 rispetto a ieri.
Sono 969.752 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 929.775. Il tasso di positività è al 5,6%, in aumento rispetto al 5,4% di ieri.
Sono 1.071 (ieri erano 1.038) i pazienti in terapia intensiva in Italia, 33 in più di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 106. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 8.892 (ieri erano 8.812), ovvero 80 in più.
(da agenzie)
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