Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
SENSAZIONE DI DISIMPEGNO IN ATTESA DI GENNAIO; ELUDENDO SCELTE DIVISIVE
Adesso che il tema Quirinale, con annesse elucubrazioni e retropensieri, è squadernato, è inevitabile che ogni discorso venga letto in controluce per decrittare la reale volontà di Draghi in materia.
Né le parole con cui ha chiuso le sue comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo suonano come un chiarimento definitivo.
Certo, ha ringraziato il Parlamento per un “confronto” che “rafforza l’azione del governo in Europa e lo legittima ulteriormente di fronte ai cittadini italiani”, ma è difficile ravvisare in una formula che molto deve alla circostanza una chiara volontà di dedicarsi all’azione di governo fino alla legislatura, escludendo altre opzioni.
Più in generale è il tono complessivo del discorso a lasciare una sensazione di segno opposto.
Perché è vero che questo tipo di comunicazioni non sono mai il luogo per esporre un vasto programma ma il basso tasso di intensità politica utilizzato – e le scelte non sono mai casuali – è apparso come un messaggio ai limiti del disimpegno, anche in relazione al momento, per nulla banale.
Dopo la firma del Trattato del Quirinale il vertice di passaggio dalla presidenza slovena a quella francese è un appuntamento che sollecita un approccio particolarmente esigente, alla luce del nuovo asse strategico che vede coinvolta l’Italia.
Averlo ignorato nel discorso, come se il governo non avesse un punto di vista, pur avendolo invece, è un modo per evitare i nodi più spinosi e divisivi, ad alta intensità politica, come la denuncia delle ong in relazione, ad esempio, dell’acquisto da parte degli emirati arabi di 80 aerei da guerra Rafaele, il più grande ordine internazionale mai effettuato per questa tipologia di veivolo, avvenuto dopo il tour di Macron nel Golfo di inizio dicembre.
E invece le conseguenze politico-strategiche del Trattato sono ignorate così come ogni dossier “caldo” è evitato, come la questione del Mediterraneo e della Libia, dove tra nove giorni si dovrebbe votare ma è pressoché impossibile che questo accada, il che, considerato il valore strategico della Libia, avrebbe reso non insensato un appello all’Europa teso a sollecitare ogni sforzo al riguardo.
Oppure, se non evitato, viene elencato in modo paludato: sui migranti ben al di sotto della scossa alle coscienze contenuta nella denuncia del Papa sui morti ai confini della Bielorussia o nel Mediterraneo; sui flussi evitando il tema dei temi, al centro della campagna elettorale per le presidenziali francesi, e cioè i cosiddetti “movimenti secondari” e il rimpatrio nei paesi di primo approdo, che investe più degli altri un paese di frontiera come l’Italia.
Insomma, se quel che manca è più di quel che c’è, il rendiconto (con vista Colle) trasmette una sensazione di un ottimismo di maniera che elude tutti i punti su cui la politica è chiamata a scelte complicate e potenzialmente divisive.
E di un premier che, in attesa di gennaio, ha messo il pilota automatico. Poiché l’alto livello di Mario Draghi e dei suoi sherpa suggerisce l’assenza di casualità nelle scelte, sempre ponderate e meditate, è legittimo interpretare il tutto come un “cambio di fase”, che i ragionamenti che trapelano dai frequentatori di palazzo Chigi confermano. I presupposti oggettivi per cui Draghi è stato chiamato a salvare il paese ci sono ancora tutti, dalla ripresa del Covid all’emergenza economica aggravata dall’inflazione, ma la vicenda del Quirinale, con tutte le sue potenziali conseguenze sugli ultimi mesi della legislatura, ha mutato le condizioni politiche.
È convinzione profonda dei sostenitori dell’ascesa di Draghi al Quirinale che, dopo l’elezione del capo dello Stato, comunque siano destinati a restringersi i margini di agibilità politica con i partiti che avranno la testa alle elezioni, il che inevitabilmente rischia di aumentare gli elementi di logoramento anche del premier. È cambiato il contesto ed è cambiato, in termini di insofferenza, anche Draghi, poco abituato per formazione e ruolo, a misurarsi con le fatiche della politica che, a maggior ragione nell’era del suo declino, è più complicata da gestire rispetto alle stagioni della sua razionalità. Il Quirinale è vissuto in tal senso, come una way out rispetto al pantano annunciato e anche il luogo dove proseguire, in forme diverse, la tutela dei fondamentali dell’interesse nazionale. E se il peso del logoramento è ciò che il cronista, attento agli umori di palazzo Chigi, annota sul suo taccuino e la conseguente volontà di traslocare, la pagina bianca riguarda il “come”, la costruzione politica dell’eventualità, proprio nel momento in cui il sistema dei partiti tra patti, tavoli a vuoto ed evocazione di patrioti non è in grado di gestire la fase. Il rischio, senza una iniziativa, è di avere un governo col pilota automatico e un testacoda sul Colle. E allacciate le cinture.
(da Huffingtonpost)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
I SOVRANISTI FANNO GLI EUROPEISTI E SI LAMENTANO PERCHE’ DRAGHI NON HA AVVERTITO LA UE SULLE RESTRIZIONI ANTI COVID
Anche i patrioti, a volte, si confondono. Udite udite: chi è che contesta la scelta unilaterale del governo italiano, in base alla quale chi arriva in Italia, pur se vaccinato, dovrà farsi un tampone?
Quelli del prima gli italiani, che contro i regolamenti europei hanno fatto comizi per vent’anni, costruendoci fortune elettorali, eccetera eccetera.
Proprio il partito di Giorgia Meloni si lamenta del fatto che l’Italia, signora mia, non ha avvisato la Commissione, prima di varare le nuove misure. E l’europarlamentare Vincenzo Sofo ha presentato una interrogazione per i “modi”.
In attesa di capire, o non riuscire a capire (l’impresa è ardua) quale sia l’interesse nazionale e come si declini da quelle parti – al momento abbiamo capito che si declina alla Antoine, “se rispetti la Commissione ti tirano le pietre”, se “non la rispetti ti tirano le pietre”, qualunque cosa fai patriota non lo sarai mai, a meno che non alzi un muro verso l’Africa – nell’attesa, dicevamo, il cronista registra la confusione anche dell’abile e promettente Giorgia.
Che vuole Draghi al Colle, ma poi combina un mezzo pasticcio nel comizio di Atreju, e poi prova a riacchiapparla malamente (“ancora non ho elementi per dire se lo è”), che invita Letta, ne riceve un grande riconoscimento e pure l’oblio di Fidanza, e nel comizio finale gli dà del “Casalino di Macron” e che poi, pur di attaccare il governo italiano, attacca una scelta tecnicamente sovranista, invece di lodarla.
Massì, viva l’Italia!
(da Huffingtonpost)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
PD 21,1%, FDI 19,7%, LEGA 18,3%, FORZA ITALIA 8%
Nel centrodestra a sorridere è solo Forza Italia, in ascesa, che tocca l’8%, cui non arrivava da mesi. Dal lato opposto è un periodo negativo per il Movimento 5 Stelle, che cala a percentuali non toccate da luglio, ovvero al 15,4%.
Secondo i sondaggi elaborati da Termometro Politico, per il centrodestra continua a non mettersi bene: dopo anni in cui l’ascesa dei partiti estremisti sembrava incontrastata, il Pd adesso è il primo partito ed è arrivato al 21,1%.
Aumenta quindi la distanza da Fratelli d’Italia, fermo al 19,7%.
Mentre la Lega tocca un nuovo minimo, scendendo al 18,3%, appena sopra al livello raggiunto nelle elezioni del 2018.
Nel centrodestra a sorridere è solo Forza Italia, in ascesa, che tocca l’8%, cui non arrivava da mesi.
Dal lato opposto è un periodo negativo per il Movimento 5 Stelle, che cala a percentuali non toccate da luglio, ovvero al 15,4%.
Tra i partiti più piccoli fermi al 4% quelli che erano parte di LeU, mentre perde alcuni decimali Italia Viva, ora al 2,4%
(da agenzie)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
DURATA MINIMA SEI MESI
Il decreto che prevede, di fatto, l’obbligo vaccinale – con esibizione del Super Green Pass, o Green Pass rafforzato, che non prevede più la possibilità di lavorare, per queste categoria, con il solo esito negativo di un tampone – va di pari passo con la strategia del governo di incentivare la campagna di immunizzazione.
Ma come accaduto all’inizio dell’anno che sta per finire con il personale medico-sanitario, anche in questo caso non tutti hanno deciso vaccinarsi.
E il risultato, parlando solamente di un ramo delle forze dell’ordine, è quello di mille poliziotti sospesi a partire da oggi (e per almeno sei mesi, qualora decideranno di mantenere la loro idea di non immunizzarsi contro il Covid).
Occorre sottolineare, come fatto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus da Domenico Pianese, segretario generale del COISP (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia), che la maggior parte dei poliziotti ha già aderito da tempo alla campagna vaccinale.
Ma il numero di “scoperti” resta comunque elevato e si attesta attorno ai mille.
(da agenzie)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
I PEDIATRI: “VACCINATELI SUBITO”
Non ci sono solo rischi che i bambini possano contrarre forme gravi di Covid 19, ma secondo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il pericolo per gli under 12 è di soffrire dei sintomi del Long Covid una volta contagiatisi. Locatelli ha parlato di evidenze emerse in diversi studi raccolti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), secondo cui per esempio ogni 10.000 casi sintomatici pediatrici ci sono 65 ospedalizzazioni, 6 ricoveri in intensiva e 1 decesso.
In età pediatrica, inoltre, il Covid si può manifestare con sindrome infiammatoria multisistemica: Il 45% dei casi sono diagnosticati tra 5 e 11 anni, e il 70% può richiedere terapia intensiva. «Dobbiamo salutare con gioia il fatto che le famiglie italiane possano usufruire dell’opportunità di vaccinare i più piccoli», ha detto il medico. Le somministrazioni del farmaco, inoltre, hanno vantaggi pratici oltre che sanitari: «Rendono possibile garantire la frequenza scolastica, la didattica in presenza e le altre attività ludico-ricreative molto importanti per un adeguato sviluppo psichico».
I pediatri: «250 mila bambini contagiati»
A confermare l’utilità del vaccino per i più piccoli anche la Società Italiana di Pediatria (Sip).
«Accogliamo con entusiasmo l’opportunità di vaccinare i bambini per fattori sanitari, psicologici e sociali», ha detto la presidente Annamaria Staiano, «va sottolineato che innanzitutto abbiamo visto un aumento significativo dell’incidenza, arrivata nelle ultime settimane a 250 casi su 100mila persone, con un aumento significativo rispetto a altre fasce d’età, inclusa la over 12 in cui la maggior parte dei ragazzi è stata vaccinata». Si riporta il dato di 250mila bambini contagiati da Covid-19 in Italia: 1.450 i ricoveri legati al virus, 36 in intensiva e 10 decessi. «Con la pandemia abbiamo visto anche un aumento significativo di disturbi psichiatrici, da ansia e depressione fino a casi di autolesionismo o atteggiamento ossessivo compulsivo, fino all’aumento di suicidio o tentato suicidio», ha continuato Staiano, parlando di «un enorme disagio sociale che va prevenuto, insieme ai fattori strettamente medici».
«Proteggiamoli dai sintomi del Long Covid»
Così come spiegato da Locatelli anche i pediatri italiani mettono in guardia le famiglie dagli effetti del Long Covid sui più piccoli. Si tratta di sintomi che possono manifestarsi dopo mesi dalla guarigione dall’infezione e che possono essere combattuti già in gravidanza e in età pediatrica. A spiegarlo meglio sono i medici del Policlinico Gemelli in uno studio pubblicato lo scorso aprile su Acata Paediatrica e che, in questa fase di campagna vaccinale, aiuta ancora meglio a comprendere i possibili rischi che un contagio può provocare ai soggetti più piccoli. Nella ricerca del “Gemelli” sono stati coinvolti 129 ragazzi e bambini con un’età media di 11 anni e positivi a Covid-19 tra il marzo e il novembre del 2020.
«Se il 41,8% dei positivi si è ripreso completamente dal virus», spiegano gli scienziati dell’ospedale italiano, «il 35,7% mostrava persistenza di uno-due sintomi e il 22,5% di 3 o più sintomi». Tra le conseguenze più frequenti, l’insonnia (18,6%), la persistenza di sintomi respiratori (compresi dolore e senso di costrizione toracica) nel 14,7%, la congestione nasale (12,4%), la fatica (10,8%), dolori muscolari (10,1%) e alle articolazioni (6,9%) e difficoltà di concentrazione (10,1%). «Oltre metà dei bambini studiati in questa survey presentava almeno un sintomo di long Covid a distanza di due mesi dall’infezione, come accade negli adulti», spiega ancora il team di ricercatori, «e tra i colpiti non mancava chi era asintomatico al momento dell’infezione».
I dati confermano un problema reale con cui centinaia di famiglie si sono ritrovate a combattere nell’ultimo anno. «Questo studio accende i riflettori su una popolazione discretamente sottovalutata durante la pandemia e che dovrebbe indurre a una profonda riflessione, anche in merito alla decisione di vaccinare i bambini piccoli e piccolissimi», commenta anche il professor Piero Valentini, responsabile UOSD Malattie infettive pediatriche del Policlinico “Gemelli” e ricercatore di Pediatria all’Università Cattolica, campus di Roma. «La prova che il Long Covid possa avere un impatto a lungo termine anche sulla salute dei bambini, compresi quelli che hanno avuto infezioni pauci o asintomatiche, deve rappresentare una call to action per tutti i pediatri, gli esperti di salute mentale e i decisori politici perché pongano in essere tutte le misure volte a ridurre l’impatto della pandemia sulla salute dei bambini. L’unico modo per proteggere i più piccoli da Covid-19 è dunque la vaccinazione, sia quella in gravidanza, che quella in età pediatrica».
Gli hub vaccinali pediatrici
Nel frattempo le regioni organizzano il piano di vaccinazione pediatrica con hub pensati esclusivamente per accogliere i più piccoli. «Abbiamo allestito centri vaccinali appositamente per l’età pediatrica, le dosi stanno cominciando ad arrivare e tutto procede secondo il cronoprogramma», ha dichiarato l’assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D’Amato. «Abbiamo deciso di partire subito senza perdere tempo e oggi il reclutamento è stato è stato curato dai pediatri considerando i bambini più fragili». Le prime somministrazioni nel Lazio partiranno nel pomeriggio di oggi, 15 dicembre, all’Istituto “Spallanzani” di Roma «e negli altri hub del territorio». L’organizzazione prevederà anche la presenza di clown, percorsi di gioco e animazione che accoglierà i bambini. Intanto in Abruzzo si contato le prime 71 mila prenotazioni per la fascia dai 5 agli 11 anni, la Sardegna ha appena ricevuto una fornitura di 36 mila dosi da destinare alla campagna vaccinale pediatrica.
(da agenzie)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
LA MEDIA SCENDE A 64 ANNI
La Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha individuato 16 ospedali da monitorare per verificare la presenza di non vaccinati nei reparti di terapia intensiva.
Nella settimana tra il 7 e il 14 dicembre questo dato è salito al 74 per cento. In generale il numero di pazienti in rianimazione ha registrato un incremento che in sette giorni è arrivato al 17 per cento.
Fiaso ha raccolto anche altri dati sulle terapie intensive: la media di età dei pazienti vaccinati ricoverati in questi reparti è di 70 anni e nell’80 per cento dei casi si tratta di persone affette da altre patologie. Tra i No vax solo il 52 per cento ha altre malattie altre all’infezione da Coronavirus e l’età media scende a 64 anni.
Secondo Fiaso però bisogna fare anche un’altra distinzione. La maggior parte di pazienti vaccinati che si trovano in terapia intensiva ha ricevuto la seconda dose da oltre quattro mesi.
A spiegare questo dato è Giovanni Migliore, presidente di Fiaso: «Il report dell’ultima settimana degli ospedali sentinella evidenzia la necessità e l’urgenza della terza dose per i pazienti fragili, ad oggi una priorità assoluta se vogliamo controllare le terapie intensive i dati ci dicono infatti che i vaccinati in rianimazione sono quasi tutti pazienti fragili che non hanno ancora avuto accesso alla dose addizionale necessaria. È opportuno ricordare che per i soggetti estremamente vulnerabili la dose addizionale è raccomandata anche a distanza di 28 giorni dalla seconda dose e non è necessario aspettare i 5 mesi».
I numeri dei minori: il 40% è sopra i 5 anni
Sempre all’interno delle strutture selezionate, Fiaso ha analizzato anche i dati dei pazienti under 18. Secondo l’associazione, il 40 per cento dei minori è sopra i 5 anni e nessuno di loro è vaccinato. Giusto oggi sono cominciate le prime vaccinazioni per i bambini tra i 6 e 9 anni. Secondo il Coordinatore del Cts Franco Locatelli su 10 mila casi sintomatici tra i bambini, sono necessarie 65 ospedalizzazioni. Sempre partendo dai 10 mila casi sintomatici, almeno 6 possono portare al ricovero in terapia intensiva.
(da Open)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
BANDITO PER TRE ANNI DOPO IL BLITZ NO VAX ALL’OSPEDALE
Stefano Puzzer, tra i leader delle proteste No Green pass dei portuali a Trieste, ha ricevuto il foglio di via obbligatorio per tre anni dal comune di Pordenone.
La misura è stata disposta dal questore della città, Marco Odorisio, dopo che il portuale si è unito a una manifestazione di protesta non autorizzata.
Decine di No vax si sono infatti dati appuntamento all’ospedale civile di Pordenone, con l’intento di occuparne la direzione.
Puzzer, che è arrivato quando la manifestazione si stava ormai concludendo, è stato subito accompagnato in questura dagli agenti presenti sul posto.
È il secondo foglio di via in poche settimane per il portuale triestino, che all’inizio di novembre ne aveva ricevuto uno dalla questura di Roma.
In quell’occasione Puzzer aveva allestito un banchetto a piazza del Popolo per protestare contro il Green Pass, attirando qualche centinaio di persone. Poche ore dopo è arrivato il divieto di soggiorno nella capitale per un anno e l’obbligo di lasciare la città entro le 21 del giorno stesso.
(da agenzie)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
MAI COSI’ TANTI DA INIZIO PANDEMIA, RADDOPPIANO I CASI OMICRON
«Omicron è probabilmente la minaccia più significativa per la salute pubblica da inizio pandemia» ha detto il capo dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica Jennie Harries
I casi di Covid-19 nel Regno Unito continuano a crescere giorno dopo giorno. Dopo gli ultimi record registrati nell’ultima settimana, il bollettino delle ultime 24 ore riporta un nuovo picco di 78.610 positivi al virus. Un dato così alto nel Paese non era mai stato toccato da inizio pandemia. Alti anche i decessi con 160 persone morte a causa del virus.
Ad aumentare sono anche i casi associati alla variante Omicron. Il monitoraggio di oggi, 15 dicembre, registra un raddoppio: da 4.617 nuovi contagi di ieri a 10.017 di oggi. «Omicron è probabilmente la minaccia più significativa per la salute pubblica da inizio pandemia» ha detto il capo dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, Jennie Harries, «i dati in arrivo nei prossimi giorni saranno sconcertanti rispetto a quelle delle altre varianti». Secondo l’esperta potrebbe crearsi una situazione «molto preoccupante» per la pressione del servizio sanitario pubblico, «in difficoltà per il Covid ma anche per una serie di problemi organizzativi di più vecchia data». Nel frattempo il primo ministro Boris Johnson, che poche ore fa ha approvato insieme ai Comuni il piano B di misure restrittive anti Covid, ha anche annunciato un discorso alla nazione previsto per le ore 18.00 italiane.
(da agenzie)
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Dicembre 15th, 2021 Riccardo Fucile
UNA NUOVA ONDATA DI BUFALE CONTRO PFIZER
Mentre il Governo è impegnato nella corsa alla somministrazione delle terze dosi, qualcuno lavora nell’ombra per organizzare campagne di disinformazione sulle dosi booster.
Parliamo di una nuova ondata di fake-news che ha messo nel mirino la casa produttrice di vaccini Pfizer. Tutto nasce da un sito “The Conservative Beaver” che ha pubblicato i primi di novembre una storia inventata secondo cui Bourla – amministratore delegato di Pzifer – era stato arrestato dall’FBI a causa della falsificazione dei risultati sul vaccino anti-covid.
Cinque giorni dopo, un’altra storia inventata, sosteneva che la moglie di Bourla fosse morta per complicazioni dovute al vaccino Pfizer.
Da allora entrambi gli articoli sono stati cancellati e il sito web non è più accessibile. Infatti nel pomeriggio del 24 novembre la testata è andata offline, ma solo quando l’ondata disinformativa si era già propagata seminando dubbi e incertezze nell’opinione pubblica digitale.
Gli analisti del DFRlab sono riusciti però a monitorare l’incidenza sui social di questa campagna no-vax, volta a terrorizzare le persone sulle terze dosi.
La falsa storia del CEO di Pfizer è stata infatti amplificata su vari social media, tradotta in diverse lingue e ha ricevuto un importante coinvolgimento su Facebook. Iniziamo a vedere chi c’era dietro questo sito web.
Il Conservative Beaver ha iniziato la sua storia editoriale nel 2020, pubblicando articoli su sport canadesi, meteo, e celebrità varie. Una volta ottenuta la popolarità online ha virato su storie false e disinformazione scientifica.
Il sito in questione ha stretto poi una sinergia editoriale con i media di stato russo, ripubblicando articoli originariamente condivisi da piattaforme russe come Sputnik e Russia Today. Nel caso di quest’ultima esiste almeno un copia e incolla di una sua storia pubblicata sul Conservative, inclusi collegamenti promozionali sui vari social.
Passando all’analisi dei dati i ricercatori del DFRlab ci dicono che l’articolo inventato sull’arresto di Bourla ha ricevuto 64.100 interazioni sui social media, con il maggior livello di coinvolgimento ottenuto su Facebook. Questo articolo è risultato alla fine la storia più virale pubblicata da Conservative Beaver, seguito al terzo posto dalla fake-news secondo cui la moglie di Bourla era morta per complicazioni del vaccino.
Il giornale sembra essere specializzato in questo tipo di fake: altri articoli diffamatori riportavano che papa Francesco e Joe Biden erano in stato di arrestato. La bufala sull’arresto del CEO di Pfizer per frode è stato tradotto in diverse lingue, tra cui quella italiana. L’ondata disinformativa si è particolarmente diffusa in vari gruppi e pagine Facebook. Alcuni di questi gruppi si presentano come nuclei di “resistenza” verso le politiche sanitarie dei rispettivi governi.
A questo punto viene facile il collegamento con il mio ultimo approfondimento sulla rete complottista italiana dei V_V, un gruppo no-vax che usa la retorica e i simboli nel nazifascimo per aizzare gli animi “contro le forze oppressive del “nazismo medico”.
Che si tratti di un’ennesima alleanza complottista lo dimostra il fatto che una delle pagine facebook coinvolte nella diffusione della bufala su Pzifer è il “Fronte della Resistenza Popolare”: un gruppo che ha spinto su facebook un propaganda anti-vaccinazione, invitando i membri a resistere alle politiche di vaccinazione del governo Draghi. Su questo gruppo, dove si possono leggere una sfilza senza fine di contenuti sulla mortalità delle terze dosi di vaccino, sono iscritti circa 1430 utenti. La pagina ha cambiato più volte nome e oggi si chiama “PATRIOTI ITALIANI RIBELLI”, ma la strategia digitale è sempre la stessa: organizzare e diffondere campagne online contro l’utilizzo dei vaccini.
Addentrandomi nei meandri di questo gruppo ho trovato e pubblicato sulla fanpage del SocialPolitico una serie di immagini proveniente da post che non era possibile esportare fuori.
Un ultimo dettaglio ha confermato un mio sospetto: la parola che richiama questo gruppo, “patrioti”, è uno slogan molto spesso utilizzato dagli esponenti di Fratelli d’Italia. E guarda caso in questo gruppo mi sono proprio imbattuto in messaggi e contenuti che inneggiano alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
(da Huffingtonpost)
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