Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
PATRIOTA E’ CHI SERVE CON ONORE IL PROPRIO PAESE E NON LO VENDE A INTERESSI STRANIERI PER INDEBOLIRE L’EUROPA
Un patriota al Quirinale. Chi? Uno come Silvio Berlusconi.
Giorgia Meloni raccoglie l’assist di Matteo Renzi e rivendica per il centrodestra il diritto a eleggere il prossimo presidente della Repubblica. “La pacchia è finita. Alle prossime elezioni del Quirinale il centrodestra ha i numeri per essere determinante e noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non del Pd“, dice la leader di Fratelli d’Italia chiudendo la convention di Atreju, in cui ha rilanciato la richiesta di una riforma istituzionale in chiave presidenziale.
“Bisogna uscire dal pantano dell’attuale sistema di elezione del presidente della Repubblica ed entrare in una Repubblica presidenziale con un presidente che risponde non a parlamentari eternamente sul mercato Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota“, sono le parole della capa di Fdi.
Ma chi è questo patriota adatto al Colle? Forse Berlusconi? Meloni conferma: “Berlusconi è stato mandato a casa dalle consorterie europee perché non firmava trattati poi firmati da Mario Monti, quindi ha difeso l’interesse nazionale assolutamente”, dice Meloni, spingendo – almeno a parole – sul leader di Forza Italia come già aveva fatto sempre da Atreju Matteo Salvini.
Il dubbio è: come fa Meloni a fare coesistere la sua predilizione per Berlusconi con la figura di Paolo Borsellino?
La leader di Fratelli d’Italia ha sempre posto il magistrato ucciso da Cosa nostra nel pantheon di Fratelli d’Italia. Ogni anno i canali ufficiali del partito ricordano Borsellino sia nell’anniversario della nascita – il 19 gennaio – che in quello della strage di via d’Amelio.
Più volte Meloni si è rivolta al magistrato ucciso il 19 luglio 1992 definendolo un “simbolo per i patrioti che vogliono estirpare la mafia“.
Ora però quella parola – “patriota” – la leader di Fdi la usa per rivolgersi a Berlusconi, condannato per frode fiscale, amico di Marcello Dell’Utri, che a sua volta ha scontato una pena definitiva per concorso esterno a Cosa nostra.
Sia Berlusconi che Dell’Utri, tra l’altro, sono ancora indagati dalla procura di Firenze per le stragi del 1993. Un ulteriore elemento che dovrebbe consigliare a Meloni di fare una scelta: o depenna il nome di Borsellino dal pantheon di Fdi o per il Colle trova un candidato diverso dal “patriota” Berlusconi.
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
NON E’ STATA LEGITTIMA DIFESA… VEDIAMO SE CERTA MAGISTRATURA POLITICIZZATA CONTINUERA’ A NEGARE L’EVIDENZA
Si complica la posizione dell’ex assessore leghista Massimo Adriatici, che il 20 luglio scorso (leggi l’articolo) sparò e uccise con un colpo di pistola un immigrato, il 39enne Youns El Boussettaoui, di nazionalità marocchina, a Voghera.
Nel corso dell’incidente probatorio che si è svolto ieri in Tribunale a Pavia, una testimone, la 21enne Maria, ha ricostruito nel dettaglio l’accaduto, facendo emergere diversi dubbi sull’ipotesi del solo eccesso colposo di legittima difesa per cui l’esponente del Carroccio è indagato.
La testimone, presente il 20 luglio scorso in piazza Meardi, quando l’ex assessore alla sicurezza fece fuoco, interrogata dal giudice Maria Cristina Lapi e dal pubblico ministero Roberto Valli, ha sostenuto che all’interno del bar davanti alla piazza il 39enne nordafricano non avrebbe offeso o minacciato nessuno dei clienti.
Ha aggiunto che, infastidito dal cane di una ragazza, avrebbe soltanto dato un calcio a una sedia e che intanto Adriatici lo controllava dall’esterno del locale.
Maria ha quindi assicurato che El Boussettaoui, una volta uscito dal bar, si avvicinò al politico, che tra i due ci fu un breve colloquio e che poi il nordafricano colpì l’assessore con una manata, facendolo finire a terra.
La testimone ha infine dichiarato che Adriatici, mentre si rialzava, sparò contro il 39enne uccidendolo e che, una volta arrivate sul posto le pattuglie della Polizia e dei Carabinieri, recuperò la pistola e il telefonino, con il quale continuò a telefonare e a mandare messaggi mentre erano in corso gli accertamenti
Maria ha inoltre negato di aver ricevuto minacce prima della sua deposizione di ieri, smentendo così le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi.
“L’esito di questo incidente probatorio, dopo il precedente esame di altri due testimoni, rende ancora meno convincente l’ipotesi di reato di eccesso colposo di legittima difesa per l’indagato”, ha affermato l’avvocato Marco Romagnoli, uno dei legali della famiglia di El Boussettaoui.
“Ci auguriamo che il capo di imputazione possa cambiare, prima dell’auspicabile richiesta di rinvio a giudizio”, ha aggiunto.
E a breve la Procura di Pavia dovrebbe chiudere le indagini preliminari.
(da La Notizia)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
LI PAGHI META’ DEL DOVUTO E LI ACCUSI DI CLANDESTINITA’: PER QUESTO IL MODELLO RIACE DAVA FASTIDIO … LA REGIA DELLA CONFRATERNITA SOVRANISTA
I conti sono presto fatti: la paga giornaliera di un bracciante agricolo dovrebbe aggirarsi sui 65 euro per 7 ore di lavoro. Invece nelle aziende poste in amministrazione controllata dalla Procura di Foggia per reclutamento e sfruttamento della manodopera immigrata, la paga era di 35 euro al giorno, ma ai lavoratori ne venivano in tasca solo 25 perché ben 10 euro gli venivano trattenuti per il trasporto e per la mediazione illegale dei caporali.
Mantenerli sottomessi senza diritti civili e sindacali, dunque, presenta un duplice vantaggio.
C’è la convenienza economica: li paghi la metà del dovuto. E c’è la convenienza politica: nel frattempo puoi accanirti nella propaganda contro la “piaga” della “clandestinità”.
Magari rivoltando la frittata e accusando, come hanno fatto ieri i giornali della destra, la “sinistra buonista” che avrebbe concesso loro di violare i sacri confini della patria, e agitando con lingua biforcuta lo scandalo dello schiavismo. Il classico predicare bene e razzolare male.
Sono misfatti risaputi, pratiche abituali che non fanno più notizia.
Stavolta però il diavolo ci ha messo la coda. Tra gli indagati figura la moglie di Michele Di Bari, il prefetto (dimissionario) chiamato da Salvini alla direzione del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale.
Lo stesso funzionario che fra il 2017 e il 2019, alla prefettura di Reggio Calabria, dispose le ispezioni che hanno portato all’incriminazione di Mimmo Lucano e alla demolizione del modello di accoglienza del comune di Riace.
Ora tutto è più chiaro. Interi settori della nostra economia, dall’agricoltura, alla logistica, ai servizi, si reggono sullo sfruttamento dei migranti; nel mentre chi ne trae profitto non si merita di tuonare contro l’“invasione straniera”.
Per questo il modello Riace dava tanto fastidio.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
IL SENATORE VALLARDI E’ ANCHE PRESIDENTE DI UN CONSORZIO A TREVISO: C’E’ INCOMPATIBILITA’ MA NON MOLLA LA POLTRONA
Sulla doppia poltrona del senatore leghista Gianpaolo Vallardi si fa largo l’ipotesi dell’incompatibilità. L’esponente del partito di Matteo Salvini, presidente della Commissione agricoltura e produzione agroalimentare a Palazzo Madama, è anche presidente del Consorzio per i servizi di igiene del territorio in provincia di Treviso, ente impegnato nella tutela dell’ambiente.
A sollevare dubbi sul doppio ruolo è stata l’Autorità nazionale anticorruzione e ora, esaminata la vicenda, è dello stesso avviso la relatrice della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che si è riservata però di fare altri approfondimenti prima di portare una proposta in votazione.
Vallardi, imprenditore veneto, già senatore nella XVI legislatura e vice presidente della Fondazione Italia Usa, è al timone del Consorzio trevigiano.
A sollevare il sospetto di una possibile incompatibilità è stata l’Anac, inviando una segnalazione a Palazzo Madama. Il 12 ottobre scorso la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha sottoposto il caso alla Giunta presieduta dall’azzurro Maurizio Gasparri, che lo ha assegnato come relatrice alla senatrice pentastellata Grazia D’Angelo.
Nella segnalazione fatta dall’Anticorruzione è stato specificato che l’Assemblea del Consorzio, rinunciando alla nomina del Consiglio di Amministrazione, ha nominato presidente dell’ente il parlamentare leghista, delegandogli le competenze statutariamente attribuite al CdA, con obbligo di rendicontare i risultati operativi della propria gestione in sede di approvazione del bilancio annuale, fino alla approvazione del testo unico sui servizi pubblici locali o in presenza di una diversa soluzione dell’Assemblea. Un incarico da portare comunque avanti al massimo fino al 31 dicembre 2024.
La senatrice D’Angelo ha poi appurato che l’ente trevigiano è al pari degli altri consorzi una realtà costituita tra enti locali allo scopo di assicurare la gestione in forma associata e organica di determinati servizi pubblici e funzioni, che non possono essere garantiti con efficienza su base comunale, e che si tratta di un ente pubblico economico. Un Consorzio che riunisce 44 Comuni della provincia di Treviso, dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale.
Per quanto riguarda poi l’eventuale incompatibilità di Vallardi, secondo la relatrice, anche se in passato la prevalente giurisprudenza parlamentare ha ritenuto cariche come quella dell’esponente leghista compatibili col mandato parlamentare, si deve tenere conto di un quadro normativo che risulta ora integrato dalle previsioni contenute nel decreto legislativo n. 39 del 2013, relativo alle inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, che considera determinate cariche, come quelle di amministratore di un ente pubblico, incompatibili con la carica di parlamentare.
Vallardi, audito dalla Giunta, ha minimizzato. Spiegazioni che non hanno fatto cambiare idea alla relatrice sull’incompatibilità tra il ruolo di senatore del leghista e quello di presidente dell’ente trevigiano, “che comporta inevitabilmente l’adozione di atti amministrativi e di gestione diretta”.
La senatrice D’Angelo ha quindi preannunciato che a suo avviso si configura una proposta di dichiarare l’incompatibilità del collega, sulla quale si riserva però “ulteriori valutazioni”.
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
“ANCHE CHI NON HA ALTRE MALATTIE”
I rischi del Covid? “Anche chi si sente Rambo finisce con un tubo in gola. Anche chi non ha altre malattie. Per i più vari fattori si è più suscettibili all’infezione. Non siamo tutti uguali di fronte alla malattia, questo virus si comporta nelle persone come accidenti gli pare. Anche chi sta bene, veri atleti, li abbiamo visti con un tubo in gola. Vaccinarsi è fondamentale”. Così Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, ospite di ‘Agorà’ su Rai Tre.
“C’è una fetta importante di popolazione non vaccinata, abbiamo un vaccino fantastico che non può contenere completamente l’infezione. Gli italiani sono stati molto responsabili, ma cominciamo ad avere una situazione che ha una sua evidente pericolosità e che è in marcia.
Con grandi numeri di infezione, finisce con un tubo in gola anche una parte di persone che non hanno co-morbosità ma che per vari fattori sono più suscettibili all’infezione”, dice Galli.
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
“AL FESTIVAL DI SANREMO NON MI PRESENTO DA ANNI; IL GOVERNO NON AMMETTEREBBE MAI CHI LO CONTESTA“… OTTIMA IDEA, VAI ALLE FESTE SOVRANISTE DOVE TROVERAI DEI VERI RIVOLUZIONARI COME TE
Convinto contestatore dei vaccini, diventato una delle voci del movimento No Green pass, il cantautore Povia è risultato positivo al Covid e ha dovuto disdire i suoi impegni nella piazza di Genova di ieri.
“Sono positivo con carica bassa, sto bene”. Così, secondo quanto riportato dal sito Genova24, il cantautore, avrebbe annunciato ieri in un messaggio inviato agli organizzatori la sua assenza all’evento genovese contro il green pass in piazza della Vittoria dove era atteso nel pomeriggio.
Secondo lo stesso sito, riporta l’Adnkronos, gli organizzatori avrebbero sentito l’artista, le cui posizioni contro il vaccino per il Covid sono note da tempo. “Non era in formissima ma siamo tranquilli”, avrebbe raccontato una delle organizzatrici allo stesso sito.
Nel frattempo, Povia dal suo profilo Instagram è intervenuto ieri per smentire il fatto che sia stato scartato dalla commissione che ha selezionato i cantanti in gara a Sanremo 2022. “Leggo scemenze”, ha scritto Povia sotto la foto di un articolo che lo includeva in un elenco di esclusi dal festival.
“Sono anni che non mi presento ci tengo a dirlo. Per motivi ideologici e politici, la Rai e cioè il governo, non ammetterebbe mai a Sanremo un cantautore che contesta le scelte schizofreniche, illogiche, anti-costituzionali e anti-scientifiche del governo stesso“
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
TRANQUILLI, CHE LA POLIZIA BUSSERA’ PRIMA ALLA VOSTRA PORTA DI CASA
Ancora minacce. A finire nel mirino dei No Vax è questa volta il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ma il canale è sempre lo stesso: Telegram.
Sulla chat online il premier è stato minacciato dagli organizzatori del gruppo “Basta dittatura-Proteste”, che hanno condiviso nell’account alcuni suoi dati sensibili, come l’indirizzo di casa.
“Ogni sera alle 21 sotto il suo appartamento”, questo il senso del messaggio condiviso sulla piattaforma e riportato dall’Agi. Secondo gli appartanenti al gruppo di Telegram, Draghi sarebbe “colpevole” di aver varato, con l’esecutivo, il Super Green Pass, che prevede nuove restrizioni per i non vaccinati.
Nei giorni scorsi, nello stesso gruppo sono stati presi di mira anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e i governatori dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Ma le minacce hanno colpito pure l’infettivologo Massimo Galli e il collega Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
“Cercate gli indirizzi e numeri di tutti i ministri, tutti i capi partito che hanno sostenuto la dittatura, tutti i presidenti di Regione, tutti i virologi da tv, tutti i collaborazionisti manipolatori nelle tv e canali di manipolazioni vari”.
Cosi’ – secondo quanto risulta – si legge sempre sul gruppo Telegram. “Scrivete nei commenti tutto quello che trovate con le tecniche spiegate in precedenza”, aggiungono gli organizzatori che citano “pagine bianche, curriculum, internet, Agenzia Entrate, proprieta’ immobili”. “Scrivete anche la fonte e prova”, scrivono ancora. Questo, “per verificare che i dati siano effettivamente” riconducibili al soggetto che si sta cercando.
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
ARCHIVIATO L’ESPOSTO PER IL SUO TWEET SUI NO VAX
«Propongo una colletta per pagare ai No vax gli abbonamenti Netflix per quando saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci», aveva scritto il virologo su Twitter scatenando l’ira di Paragone
«Ho una brutta notizia per il senatore Gianluigi Paragone. Il suo esposto presentato contro di me all’Ordine (dei medici, ndr) è stato archiviato. Quindi anche lui può prendere il suo esposto e infilarlo gagliardamente senza indugio alcuno e senza inutili timidezze nel cassetto degli esposti archiviati».
Questo il post, pubblicato su Facebook dal virologo Roberto Burioni, che annuncia l’archiviazione di un esposto presentato contro di lui, mesi fa, da Paragone.
«Ho denunciato Burioni», aveva detto l’ex senatore, aggiungendo poi «ora reagiremo a questa caccia alle streghe indecente».
Paragone aveva segnalato Burioni all’Ordine dei medici per «comportamento inadeguato, contrario alla dignità e al decoro della professione medica e incitazione all’odio e alla discriminazione».
Peccato che l’Ordine gli abbia dato torto.
(da agenzie)
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Dicembre 12th, 2021 Riccardo Fucile
L’APPELLO DEL NO VAX RICOVERATO
Lui si chiama Marco Marchesin, ha contratto il Covid, non ha il vaccino e ora parla da un letto d’ospedale a Piacenza, con il casco per l’ossigeno addosso. Il suo obiettivo è convincere tutti dell’importanza della vaccinazione.
«Vaccinatevi, vi prego, non è uno scherzo, non fate come me», continua a ripetere in un video postato su Facebook qualche giorno fa. «Non fatevi uccidere dalla malattia, io ho sbagliato, e qui con me molti dei presenti non hanno il vaccino. È un inferno, si muore, questa malattia vi distrugge i polmoni», tuona.
Marchesin è visibilmente sofferente, «ho pochissima forza», dice: «Scegliete il vaccino che meglio ritenete opportuno, ne avete di due tipi, quattro case farmaceutiche», spiega con voce flebile.
«Non pensavo di arrivare qui – conclude – Tra l’altro ci ha da poco lasciati una ragazza di 41 anni, morta di Covid». E pensare che, fino a poco tempo fa, Marchesin, sul suo profilo Facebook, minimizzava sui numeri dei decessi da Covid, se la prendeva coi giornalisti, sosteneva le battaglie di Stefano Puzzer e dei portuali di Trieste, pubblicava i video delle manifestazioni dei No Green pass, soprattutto quelli di Milano e condivideva post No vax.
(da agenzie)
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