Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
AD AGOSTO A CENA CON SALVINI, IN PRIMAVERA CANDIDATO ALLE COMUNALI PER LA LEGA
Tra i fermati dalla Digos di Palermo per false vaccinazioni all’hub della Fiera del Mediterraneo c’è anche un noto leader no vax, Filippo Accetta.
Insieme a un’infermiera e ad un commerciante di detersivi, aveva stipulato un accordo secondo il quale, dietro il pagamento di una somma fino a 400 euro, l’operatrice sanitaria avrebbe simulato la vaccinazione.
I reati contestati sono di corruzione, falso ideologico in atto pubblico e peculato. All’inizio di agosto Accetta era a una cena in un ristorante di Palermo con Matteo Salvini, organizzata dai sostenitori siciliani della Lega.
Aveva manifestato il suo supporto per il Carroccio partecipando alla raccolta firme per il referendum sulla giustizia, ed era pronto a candidarsi per le elezioni comunali della prossima primavera a Palermo: a prova di ciò, alcuni volantini che lo ritraggono insieme a Salvini e la scritta “candidato al Comune di Palermo 2022”.
Suo figlio Vittorio ha fondato anche un movimento, “Audaces Palermo”, una delle sigle della galassia neofascista.
L’inchiesta sulle false vaccinazioni a Palerm
Accetta è finito al centro di un’inchiesta complessa, che si è avvalsa della collaborazione dei vertici della struttura commissariale per l’emergenza Covid. Intercettazioni telefoniche e riprese video, disposte dai magistrati coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, hanno permesso inoltre di accertare che la stessa infermiera da lui corrotta e sottoposta a fermo avrebbe effettuato altre otto vaccinazioni simulate. La donna avrebbe svuotato le fiale di siero contenuto nella siringa, già precedentemente preparata, in una garza in cotone, inserendo poi l’ago nel braccio del paziente senza muovere lo stantuffo.
La propaganda no vax di Filippo Accetta
Soprattutto attraverso le sue dirette Facebook, Accetta arringava da tempo i no vax: “Non mollate, bisogna resistere – aveva scritto ieri in un post – che a giorni ne sentiremo delle belle, la verità è vicina credetemi, la gente come noi non molla”. Purtroppo per lui, la verità venuta a galla è stata quella sulla sua falsa vaccinazione. In un video apparso su TikTok, ironizzava sull’essersi fatto somministrare il vaccino Janssen accostandosi al braccio una fialetta di olio Johnson: “E poi mi dicono che sono un no vax”.
(da NetQuotidiano)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
I COVIDIOTI SIETE VOI
Facciamo un passo indietro, quando le prime proteste ebbero inizio.
Ci chiamavano “mascherati”, e protestavano contro le mascherine perché “stai respirando la tua anidride carbonica e morirai”.
Poi le mascherine si sono rivelate fondamentali per arginare la pandemia, e loro hanno (quasi) smesso di protestare contro le mascherine.
Poi arrivò il momento delle chiusure dei negozi e dei ristoranti, e fondarono #ioapro. L’ultima immagine che ricordo del leader di #ioapro è quella insieme a Forza Nuova durante l’assalto alla sede della CGIL.
Nel frattempo i negozi li hanno riaperti, ma il merito è stato di chi li ha tenuti chiusi e ha rispettato le regole, non di chi ha urlato “io aprooo” con una pandemia in corso, organizzando pizzate disobbedienti.
Rispetto a un anno fa il numero dei morti per Covid è assolutamente inferiore, ed è merito di chi si è vaccinato, non di chi da 20 mesi scrive sui social “io non mi vaccino perché anche i vaccinati possono contagiare e contagiarsi”.
Vi do una notizia: possono contagiarsi e nessuno ha mai sostenuto il contrario, soltanto che è molto più difficile che ci lascino le penne.
Altra questione: quando verrà tolto lo stato di emergenza sarà merito di chi si sarà vaccinato seguendo le regole, non di chi avrà urlato “maiale” ai giornalisti per due anni, buttandoli in terra per domande non gradite e protestando contro “la dittatura sanitaria”.
“La gente come noi non molla mai”, avete gridato un attimo prima di iniziare a mollare. E oggi in piazza siete sempre meno, avete fallito proprio nel terreno che vi eravate scelti per dare battaglia.
E poi diciamocelo: non avete azzeccato mezza ragione neanche per caso, e i “Covidioti” saremmo noi, vero?
Se per convincervi i dati non vi bastano, la scienza non vi basta, i ragionamenti non sono sufficienti, fatemi un favore: guardate il vostro percorso. Guardatevi dall’inizio. Guardate a chi siete stati accanto, a chi avete prestato fede, guardate i gruppi eversivi che vi hanno accompagnato, guardate cosa siete stati e abbiate il coraggio di dirlo: avevate torto, semplicemente. Torto marcio su tutta la linea.
(da Fanpage)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
LO STUDIO SCIENTIFICO: CON LA FFP2 RISCHIO INFEZIONE RIDOTTO ALLO 0,1%
Prendiamo due persone che distano l’una dall’altra tre metri. Una di loro non è vaccinata, l’altra è positiva al Covid-19. In meno di cinque minuti la persona senza vaccino verrà infettata con quasi il 100% di certezza.
Prendiamo le stesse due persone, ma questa volta con indosso la mascherina FFP2 ben aderente: il rischio di contrarre il virus si riduce allo 0,1%.
È questo il risultato di uno studio pubblicato a dicembre dall’Istituto Max Planck, un’organizzazione di ricerca tedesca, e citato in un articolo dell’Economist.
Mettendo al centro il motivo per cui questo tipo di mascherina è più efficiente contro il Covid rispetto alle altre, l’articolo ipotizza il vantaggio che ne trarrebbero i governi raccomandandone sempre di più l’uso.
Quello dell’Istituto tedesco, però, non è l’unico studio che mette in risalto quanto sia alta – dati alla mano – la difesa della FFP2 dal coronavirus.
Quali sono le sue caratteristiche e perché è più protettiva?
Oltre alle classiche mascherine chirurgiche o quelle in tessuto, valide per evitare di contagiare gli altri ma meno utili per proteggere sé stessi, ci sono le mascherine filtranti facciali certificate, anche conosciute come FFP “Filtering Face Piece”.
Questi dispositivi di protezione sono costituiti da diversi strati di tessuto in grado di filtrare gli aerosol, piccole particelle che possono trasportare anche il virus.
Tra gli strati, anche un filtro di polipropilene, realizzato con un polimero ‘melt- blowing’ che crea minuscoli modelli di fibre irregolari per intrappolare le particelle.
In un viaggio virtuale all’interno di una mascherina FFP2, il New York Times spiega come funziona il sistema: la capacità dello strato di fibre di catturare le goccioline respiratorie si chiama efficienza di filtrazione (FFE). Le fibre sono realizzate con materiale sintetico di dimensioni variabili e hanno una carica elettrostatica in grado di attrarre e catturare particelle di diverse dimensioni. Nelle FFP2 la trama fitta delle fibre supera quello a trama larga che costituisce altre mascherine in cotone, aumentando così l’efficienza nella protezione. Avendo una migliore aderenza al viso, poi, non permette all’aerosol di fuoriuscire lasciando, al contempo, spazio intorno alla bocca e alle narici
Proprio per il loro alto livello di filtraggio, sono utilizzate negli ambienti ad alto rischio di contagio come gli ospedali. Non a caso, anche l’Organizzazione mondiale della sanità le ha consigliate agli operatori sanitari a contatto con pazienti positivi nelle linee guida per l’utilizzo di mascherine contro il virus:
Uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine, ha valutato il diverso livello di FFE, capacità di filtraggio, di diversi tipi di mascherine.
Stando alla ricerca, la FFP2 è la mascherina con il livello più alto di difesa da penetrazione: fino al 98.4%
Quella che in Europa è conosciuta come FFP2, in America è siglata come N95 mentre in Cina come NK95.
A cambiare è solo il luogo di certificazione. La designazione 95 significa che, quando sottoposto a test, il respiratore blocca almeno il 95% delle particelle molto piccole (0,3 μm). Una valutazione testata nel caso peggiore, quando si produce cioè la massima penetrazione del filtro.
È risaputo, ormai, che vaccino, distanziamento e mascherina solo le armi a disposizione per combattere il Covid e la FFP2, tra i dispositivi di protezione, è il più protettivo.
Perché, allora, non viene introdotto l’obbligo di indossarla quando necessario? A portare avanti la necessità di rendere l’FFP2 un dispositivo di protezione obbligatorio è Mario Balzanelli, presidente nazionale del Sistema 118 intervistato dall’Huffpost : “La chirurgica è efficace nel proteggere gli altri da noi stessi ma è inefficace dal proteggere noi dagli altri: è un colabrodo – afferma Balzanelli – quello di essere trafitti dalla variante Omicron del virus è un lusso che non possiamo permetterci. Proponiamo di eliminare le mascherine chirurgiche a meno che non siamo ambienti poco affollati e quindi di utilizzare tassativamente le mascherine FFP2. È necessario fare di questo dispositivo una barriera permanente che ci tuteli e ci difenda. Siamo nel pieno della quarta ondata e la pressione è importante”.
Con l’aumento dei contagi e il passaggio di altre regioni in zona gialla – che insieme alla zona arancione e rossa prevede l’obbligo di mascherina anche all’aperto – l’esecutivo non sembra voler modificare le regole. Quello dell’obbligo di FFP2 al posto delle chirurgiche rimane prerogativa di singoli governatori o sindaci. Per ora nei soli Alto Adige e Lazio raccomandano – e non obbligano – all’utilizzo della FFP2 sui mezzi pubblici.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
QUANDO SONO NELLA MERDA I SOVRANISTI TORNANO EUROPEISTI
Viktor Orbán ci ripensa. Nella conferenza stampa di oggi, 21 dicembre, il primo ministro ungherese ha annunciato che l’Ungheria rientrerà nel piano di rifornimento europeo per i vaccini per contrastare la diffusione della nuova variante del Coronavirus, l’Omicron.
Orbán ha dunque ordinato 9,5 milioni di dosi di Pfizer.
Il cambio di rotta è arrivato dopo che lo scorso maggio il governo ungherese aveva annunciato di non volere più vaccini dall’Unione europea e che si sarebbe sfilato completamente dal piano perché in grado di provvedere da solo alla vaccinazione dei cittadini.
Inoltre, Orbán aveva dichiarato che il prezzo deciso dalla casa farmaceutica Pfizer era «eccessivo».
L’ufficialità è arrivata oggi, ma la mossa era nell’aria già da un mese, quando l’Ema aveva approvato la somministrazione del Comirnaty alla fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni (l’unico a riceverla, fino ad ora).
A novembre Bruxelles aveva avvertito l’Ungheria che rinunciare al suo programma di vaccini anti Covid avrebbe significato non ricevere alcun rifornimento – il che avrebbe lasciato il Paese sprovvisto di dosi per i bambini.
Con la minaccia della nuova mutazione, poi, la prospettiva è cambiata ulteriormente.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
I PRESIDI: “I CONTAGI AUMENTANO”
Con l’ultimo dato di 10mila classi in dad e casi in aumento tra i più piccoli, intere classi decidono di disertare le lezioni per evitare quarantene e contagi nelle settimane di festeggiamento
«La situazione generale delle scuole sta peggiorando. L’ultimo dato è quello delle 10 mila classi in dad su 400 mila ma negli ultimi giorni crediamo sia aumentato».
A dirlo è il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, preoccupato per la situazione contagi da Covid-19 negli istituti del Paese.
«Bisogna dire che siamo ancora lontani dai numeri dell’anno scorso ma la curva è in aumento e la speranza è che si riesca a fermare questa nuova variante».
Una delle ipotesi per arginare la quarta ondata anche nelle scuole e tra i più piccoli è quella di un Green pass obbligatorio anche per gli studenti: «Un’idea corretta», commenta Giannelli, «ma vedo grosse difficoltà soprattutto sulla tempistica. Se noi diciamo da un giorno all’altro che diversi milioni di bambini-ragazzi devono vaccinarsi, in quanto tempo devono ottenere il Green pass?», domanda.
«Se dobbiamo fare i tamponi a tutti non abbiamo le strutture necessarie per farli. Se non si fa prima una stima realistica della capacità di smaltimento di queste misure e verifiche, si rischia di fare un buco nell’acqua». E aggiunge: «Se si dice che serve il Green pass e i ragazzi non fanno in tempo, che succede? Non vengono a scuola? Tutto ciò va coniugato con il tema del diritto allo studio. Non possiamo rischiare che milioni di ragazzi tornino in dad».
Classi deserte
Nel frattempo il tasso di incidenza del virus tra i più piccoli continua ad aumentare e le famiglie tentano di salvarsi il Natale come possono.
Con oltre 2.500 positivi tra i 0 e i 18 anni, i genitori che possono lavorare in smart working o con l’aiuto di una baby sitter stanno scegliendo di non portare più i bambini e ragazzi a scuola. La speranza è quella di schivare qualche rischio ed evitarsi eventuali quarantene o contagi proprio nel periodo delle festività. Intere classi decidono così di iniziare in anticipo le vacanze di Natale, attuando un’assenza di massa già dal 18-19 di dicembre.
L’ultimo episodio è successo il 20 di dicembre all’istituto comprensivo Visconti dove la dirigente scolastica Piera Guglielmi ha raccontato di una «scelta arbitraria di un’intera classe di andare in vacanza prima della data fissata per tutti». Una lettera rivolta alla scuola, dove si comunicava la decisione, e poi via alla fuga dai contagi scolastici fino all’Epifania.
Secondo quanto riportato da presidi e professori, spesso le mail dei genitori «parlano di motivi familiari».
Che tradotto sarebbe «li facciamo rimanere a casa per evitare di rovinarci le vacanze di Natale con nonni e parenti». Un segnale chiaro di sfiducia nei confronti di un sistema scolastico che attualmente non riesce a far fronte all’ondata di casi e a varianti che non risparmiano i più giovani.
«Ci auguriamo che bambini e ragazzi rispettino in famiglia e fuori dalla famiglia le misure igienico sanitarie» ha esortato Mario Rusconi dell’Associazione nazionale presidi, sottolineando l’importanza di comportamenti corretti anche all’interno delle mura domestiche e nelle situazioni di festeggiamento. «Altrimenti la fuga da scuola sarà forzata e non più volontaria a causa di nuove quarantene».
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
TOTI: “GIUSTO SOSPENDERE DAL LAVORO I NO VAX”
«Obbligo vaccinale? Sicuramente sì». Raggiunto al telefono da Open il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dichiara di non avere dubbi su uno dei possibili prossimi passi della lotta al virus.
Un tema a lungo dibattuto ma che negli ultimi giorni ha acquistato un nuovo vigore politico con l’invito a gran voce di almeno sette regioni italiane verso il governo Draghi affinché decida sulla vaccinazione anti Covid obbligatoria.
«L’obiettivo di questi giorni è anticipare il più possibile le terze dosi ma la questione dell’obbligo è da affrontare», continua Toti. E aggiunge «il mio gruppo parlamentare ha un disegno di legge pronto sull’obbligo che non abbiamo mai presentato per evitare di creare più gazzarra che altro. Ma è tempo che il governo valuti sul serio».
La «gazzarra» di cui parla Toti è uno degli aspetti per cui una parte di governo, e anche di comunità scientifica, appare frenato sul tema dell’obbligo.
Il rischio è quello di acutizzare una società che appare già fortemente polarizzata tra pro vaccini e No vax.
Ma alla luce di una quarta ondata nel pieno della sua diffusione e di una minaccia chiamata Omicron, i presidenti di Regione ora spingono a una presa di coraggio. Assieme a Giani della Toscana, all’assessore del Lazio Alessio D’Amato, al siciliano Nello Musumeci, a De Luca della Campania, Roberto Occhiuto in Calabria, Bonaccini in Emilia-Romagna, Giovanni Toti esorta il governo a trovare delle soluzioni pratiche che «possano rendere una soluzione concettualmente giusta e necessaria anche concretamente fattibile».
Come si obbligherà?
Ed è a proposito di questo ultimo punto che politici ed esperti saranno chiamati a dare le risposte più complesse. Come attuare un obbligo vaccinale? Quali conseguenze e quali atti concreti applicare per indurre la popolazione non vaccinata a rispettare la nuova eventuale legge?
«Sarà da fare un’attenta valutazione su scala nazionale ma la prima conseguenza credo debba essere la sospensione del lavoro per tutti», spiega Toti. «Come per insegnanti e forze dell’ordine, così il primo passo per concretizzare l’obbligo dovrà essere la sospensione generalizzata per tutte le categorie di lavoratori».
Una decisione non da poco che dovrebbe fare i conti in modo inevitabile con la necessità produttiva del Paese. «Le valutazioni da fare su questo fronte saranno strettamente legate al numero di persone e di lavoratori coinvolti, saremo chiamati a sospendere anche le attività assistenziali di base, dagli autisti degli autobus agli operatori ecologici, sicuramente una decisione non facile che il governo dovrà applicare con tutti i calcoli del caso».
In quanto a multe e controlli, «sarà tutto praticabile», aggiunge Toti, sottolineando come le attività lavorative rimangano però una delle armi su cui puntare di più. La palla rimane al governo Draghi che ancora attende di vedere l’evoluzione della curva epidemiologica e della campagna vaccinale.
Dopo l’effetto del Green pass ormai diversi mesi fa, quello del Super Green pass pensato per le feste natalizie ha portato un’altra buona percentuale di soggetti non immunizzati negli hub vaccinali. «L’importante è che non diventi un dibattito, né tantomeno una guerra, tra guelfi e ghibellini», conclude Toti.
Il dubbio è che anche per questo sia ormai troppo tardi.
(da Open)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“NON E’ TEMPO PER LE FESTE DI CAPODANNO”
Le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz, in conferenza stampa a Berlino, sono forti e chiare: «Non è tempo per party di Capodanno», ha detto dopo il vertice con le Regioni sulla situazione epidemiologica nel Paese.
Da qui l’annuncio di una stretta anti-Covid.
Le nuove misure, a partire dal 28 dicembre, prevedono che i contatti saranno ridotti a gruppi di dieci persone al massimo, nel caso di vaccinati.
Nel caso di non vaccinati, invece, la riduzione sarà ancora più pesante, consentendo l’incontro di un nucleo abitativo e due persone di un altro.
Non rientrano nel computo i minori di 14 anni.
Intanto, sempre dal 28 dicembre, le partite di calcio in Germania si terranno senza pubblico e le discoteche saranno chiuse. «Io posso capire tutti quelli che non ce la fanno più a più sentir parlare del virus e delle varianti. Ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle prossima ondata», ha detto Scholz. «Le infezioni aumenteranno in modo massiccio. Dobbiamo preparaci adesso».
(da Open)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
LE MISURE SU CUI LAVORA IL GOVERNO
Nessuna decisione è stata ancora presa in vista della cabina di regia convocata da Mario Draghi per giovedì prossimo, che dovrà fare il punto su una nuova infornata di misure per contrastare la pandemia.
C’è una ragione tecnico-scientifica, ed è che al momento si procede al buio, non avendo la più pallida idea della diffusione della variante Omicron nel paese, quanti degli oltre 30mila contagi fatti registrare oggi (soglia superata per l’ultima volta a novembre dell’anno scorso) dipendono dal ceppo sudafricano, che rischia di far schizzare verso l’alto la curva dei positivi.
L’Istituto superiore di sanità era al lavoro per uno screening che non sarebbe dovuto arrivare prima del 29 dicembre, ma dal governo è arrivata la richiesta di accelerare: “Entro il 23 mattina avremo i risultati della flash survey”, ha spiegato Mauro Pistello, virologo e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Iss.
C’è anche una ragione tutta politica, con il premier che si muove con cautela e centellina le informazioni sui suoi convincimenti avendo di fronte una maggioranza assai divisa sulle nuove misure da adottare.
Dario Franceschini ha fatto pervenire a Palazzo Chigi la sua contrarietà ai tamponi ai vaccinati per poter entrare nei cinema o nei luoghi di cultura, Massimo Garavaglia si è detto molto preoccupato per misure che rischiano di penalizzare ulteriormente il Turismo. Più in generale sia per Lega e da Forza Italia, sia per Pd e M5s, quella dei test per chi ha completato il ciclo vaccinale è una misura critica.
“Non si arriverà a bocciarla, come successo per il contributo di solidarietà, ma potrebbe scatenare una forte discussione”, spiega una fonte di governo. Un quadro in evoluzione che, combinato al correre dei contagi in costante aumento nelle ultime settimane, porterà alle decisioni dell’anti vigilia di Natale, in uno schema che non è tanto dissimile da quello criticatissimo dei tempi del governo Conte
Le direttrici di massima sulle quali si sta muovendo Palazzo Chigi, i cui uffici sono in contatto costante con i corrispettivi del ministero della Sanità, sono due. La prima è quella di contenere la diffusione del contagio nel periodo delle feste. Natale dovrebbe uscire indenne dalla nuova stretta, “faremo come è logico che sia delle raccomandazioni”, spiegano dal governo, ma i tempi per rendere efficaci le nuove misure sono estremamente stretti. Ecco così che si sta discutendo su una stretta per Capodanno, con provvedimenti funzionali alla particolarità di quei giorni ma che dovrebbero rimanere in vigore anche successivamente. Sembra scontata l’imposizione della mascherina tout court nei luoghi all’aperto, fatto salvo per i minori di 6 anni, persone che per ragioni mediche non ne possono far uso e per l’attività sportiva, e un ragionamento è in corso sull’adozione dei dispositivi Ffp2 sui trasporti, negli uffici pubblici e nei luoghi di stretto contatto, quali cinema, musei, stadi e palazzetti dello sport, eventi al chiuso ad alto tasso di partecipazione.
Sulla necessità di tamponi anche per i vaccinati si potrebbe arrivare a una soluzione di compromesso. Perché dal ministero della Salute si spinge affinché siano necessari per feste, discoteche, ed eventi al chiuso, anche e non solo in vista del Capodanno, e su questo lo stesso Draghi sembrerebbe convergere.
Alta la probabilità che si proceda in questa direzione, mentre si registra un rallentamento sull’ipotesi di tampone per accedere ai luoghi della cultura o dello sport per chi sia già vaccinato. Possibile anche che in soccorso alle tante ordinanze diramate da Regioni e Comuni negli ultimi giorni, arrivi una norma ad hoc per impedire o limitare feste e assembramenti per l’ultimo dell’anno.
La seconda direttrice è quella che guarda al medio periodo. Omicron sembra incontrare nella terza dose di vaccino un argine non risolutivo ma efficace: “La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità – ha detto oggi il presidente del Consiglio – Ma l’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”.
Le terze dosi sono partite a rilento, solo negli ultimi giorni i dati hanno iniziato a migliorare. Per spingere una fetta di popolazione più ampia possibile a ricevere il booster il governo sta studiando un ampliamento del super green pass ai luoghi di lavoro. Per i lavoratori si guarda anzitutto al settore pubblico e a chi ha compiti che comportano contatti più stretti con gli utenti, ma l’idea potrebbe essere quella di allargare gradualmente il campo di applicazione.
Preoccupano anche i trasporti, dove una soluzione concreta fatica a essere trovata fin dall’inizio della pandemia. Al momento sembra tuttavia esclusa una nuova campagna di incentivazione allo smart working, tema sul quale si registra una forte perplessità del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Così come non ha convinto Draghi la proposta di un periodo di Dad per le scuole al rientro dalle vacanze natalizie. Sempre nella direzione di una spinta alla campagna di vaccinazione, e prendendo atto degli ultimi studi sulla materia, verrà ridotto ancora una volta il periodo di validità del green pass, che dovrebbe passare dagli attuali 9 mesi a 5 o 6 al massimo.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
OLTRE MILLE TERAPIE INTENSIVE, TASSO POSITIVITA’ AL 3.6%
Si impenna la curva epidemica in Italia.
I nuovi casi sono 30.798 (ieri 16.213): era dal 21 novembre 2020, esattamente 13 mesi fa, che non si superava quota 30mila.
Con anche però il boom dei tamponi: 851.865, 514mila più di ieri, tanto che il tasso di positività scende dal 4,8% al 3,6%. In aumento i decessi, 153 (ieri 137), il dato più alto finora di questa quarta ondata. Le vittime totali sono 135.931.
Prosegue anche la crescita dei ricoveri: le terapie intensive sono 25 in più (ieri +21) con 96 ingressi del giorno, e tornano a superare quota mille, 1.012 in tutto, come non succedeva dal 31 maggio scorso, mentre i ricoveri ordinari sono 280 in più (ieri +375), 8.381 in totale. E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
(da agenzie)
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