Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
IL VERO OBIETTIVO REALIZZABILE CON L’APPOGGIO DI RENZI
Non parla. Non parla assolutamente. Né di Quirinale, né del governo Draghi e del futuro politico del presidente del Consiglio, né della situazione generale del Paese. Marcello Pera, il cui nome spunta come possibile candidato del Centrodestra per la presidenza della Repubblica se Silvio Berlusconi non dovesse avere i numeri, si trincera dietro il no comment
Nato a Lucca il 28 gennaio 1943, Pera – filosofo, politico e accademico, ha aderito fin dall’inizio, nel 1994, a Forza Italia diventando coordinatore nazionale della Convenzione per la riforma liberale.
Poi la svolta nelle istituzioni. Alle elezioni politiche del 2001 vince nel collegio uninominale di Lucca, l’unico della Toscana andato al centrodestra. Viene eletto al primo scrutinio Presidente del Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato, che manterrà fino al 2006.
Pera è sempre stato considerato l’anima liberale di Forza Italia in contrapposizione a quella cattolica.
Il suo nome circola nel centrodestra in queste ore come possibile piano B della coalizione e, spiegano fonti qualificate, dietro ci sarebbe proprio Berlusconi. L’ex Cavaliere spera ancora di trasferirsi al Colle, ma sa anche che le sue chance sono molto basse (il 10% ha detto Roberto Formigoni in un’intervista ad Affaritaliani.it).
Dal Partito Democratico, fonti vicine al segretario Enrico Letta sottolineano a caldo che “non lo votiamo perché di parte”, ma l’ala governativa del Movimento 5 Stelle, quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, potrebbe non chiudere la porta a Pera (mentre Berlusconi sarebbe difficilmente digeribile per i grillini), soprattutto per evitare il rischio elezioni con Draghi al Quirinale e visto il nuovo e definitivo no di Mattarella alla rielezione.
C’è un elemento molto importante che non va assolutamente sottovalutato. Nel settembre del 2016 Pera, insieme a Giuliano Urbani (altro ex azzurro) ha fondato il Comitato “Liberi Sì” per il referendum confermativo della riforma Renzi-Boschi (poi bocciato dal popolo).
I renziani non dimenticano affatto il sostegno di Pera e sono in molti a scommettere che se il Centrodestra dovesse fare davvero il nome dell’ex presidente del Senato, a quel punto arriverebbe non solo l’ok del leader di Italia Viva ma anche di alcuni (una ventina) di ex renziani rimasti nel Partito Democratico.
Non solo, le posizioni storicamente liberali di Pera potrebbero favorire anche il voto di non pochi deputati e senatori del Gruppo delle Autonomie e del Gruppo Misto che in molti casi si considerano moderati (appunto, liberali) e che potrebbero trovare nell’ex senatore azzurro il candidato ideale. Insomma, il nome di Pera per il Colle c’è e sottotraccia avanza.
(da Affariitaliani)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
LA FIGLIA: “LASCIATELO STARE, LUI SI SAREBBE STRAVACCINATO”
Quattro personaggi guardati oggi con favore dal popolo No vax e No Green pass si riuniranno l’8 dicembre per un evento social sulla certificazione verde. L’appuntamento con Ugo Mattei, Massimo Cacciari, Giorgio Agamben e Carlo Freccero è per l’8 dicembre.
Ma la pietra dello scandalo viene dal nome della realtà che ha deciso di organizzare il live su Facebook. Si tratta di Generazioni future Rodotà, ovvero, come si legge sul loro sito, «la Società Cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale ad azionariato diffuso ‘Stefano Rodotà’ nata per promuovere la difesa e la valorizzazione dei beni comuni», creata «dal Comitato Rodotà il 5 febbraio 2019 per promuovere la nascita di una entità economica ad azionariato popolare per la difesa e la promozione dei beni comuni».
E come reagirebbe il giurista, scomparso quattro anni fa, all’idea di essere messo in mezzo a un convegno di questo tenore? «Mio padre era un meridionale illuminista, si sarebbe stravaccinato, ascoltava cortesemente i pirla ma non li amava», scrive la figlia, la giornalista Maria Laura Rodotà, su Twitter.
Christian Raimo, scrittore e assessore municipale capitolino, parla di «vigliaccata» riferendosi all’iniziativa.
A presiedere il Cda dell’associazione è Mattei, oggi tra i nomi più noti contrari al Green pass e già candidato sindaco indipendente a Torino. «Mio padre con Ugo Mattei si è occupato di beni comuni. Beni comuni, non complottismo vaccinale», ricorda la figlia Maria Laura Rodotà a Repubblica. «Sarebbe corretto se Mattei e altri smettessero di usare il suo nome».
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
PREVALE SUL FALCO ERIC CIOTTI
Sarà Valérie Pécresse la candidata dei Républicains alle elezioni presidenziali francesi. Alle primarie la presidente dell’Ile-de-France ha conquistato il 60,95% delle preferenze, battendo Eric Ciotti, deputato schierato più a destra e vicino al candidato Eric Zemmour su alcuni temi, come quello dell’immigrazione.
Ciotti incarna i ‘falchi’ della destra repubblicana, mentre Pécresse rappresenta l’anima più moderata e gollista del partito.
Al primo turno erano stati eliminati dalla corsa alla candidatura quello per lungo tempo era stato il favorito, Xavier Bertrand, e l’ex capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier.
Entrambi, riconosciuta la sconfitta, avevano espresso il loro sostegno a Pécresse. La presidente dell’Ile-de-France aveva commentato: «Sono la sola a poter sconfiggere Emmanuel Macron». Le elezioni presidenziali francesi sono in programma ad aprile 2022.
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
CHE STRANO, PENSAVAMO DI LEGGERE LA NOTIZIA SUI PROFILI SOCIAL DI SALVINI E MELONI, SI SONO DIMENTICATI DI CONDANNARE LA VIOLENZA…
Una studentessa di 23 anni, a Sassari per il progetto Erasmus, è stata aggredita e picchiata da un uomo che ha tentato di violentarla
La ragazza è stata soccorsa dagli operatori del 118 in via Rockefeller, dove ha chiesto aiuto mentre lamentava dolori in diverse parti del corpo, con contusioni varie e i pantaloni strappati, ed è stata accompagnata in ospedale.
La polizia ha fermato un uomo del sassarese, fortemente sospettato di essere l’autore dell’aggressione.
La ragazza avrebbe raccontato di essere stata aggredita alle spalle da una persona mentre lei si incamminava verso casa dopo avere trascorso la serata con amici e colleghi di università.
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
VOLA IN ALTO IL WEB E LE NEW SUL WEB
Aumentano sia i telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia quelli della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.
All’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media, anche la radio continua a rivelarsi all’avanguardia. Complessivamente nel 2021 i radioascoltatori sono il 79,6% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l’autoradio 3,6 punti (penalizzata dalle limitazioni alla mobilità imposte dall’emergenza sanitaria), aumenta invece l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%).
Come si legge su Primaonline.it, sembra essersi arrestata l’emorragia di lettori di libri: nel 2021 sono il 43,6% degli italiani, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2019 (sebbene nel 2007 chi aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno era il 59,4% della popolazione).
Se si considera che chi ne ha letti più di 3 costituisce una fetta pari al 25,2%, si può affermare che i lockdown ha senz’altro prodotto un riavvicinamento alla lettura. Sale anche il numero di lettori di e-book, pari oggi a un italiano ogni dieci (l’11,1%: +2,6%). Al contrario, si accentua la crisi ormai storica dei media a stampa, a cominciare dai quotidiani venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridotti al 29,1% nel 2021 (-8,2% rispetto al 2019).
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
SE VUOI LAVORARE VACCINATI E NON ROMPERE I COGLIONI AL PROSSIMO… DEI RISCHI CHE HA FATTO CORRERE AI PAZIENTI SI E’ MAI PREOCCUPATO?
Porta di casa sbarrata e nessuna risposta ai giornalisti. Guido Russo, il dentista biellese che l’altro giorno si è presentato a fare il vaccino con un braccio di silicone, ha scelto di non rispondere alle domande di chi si è presentato sotto casa sua, nell’Alto Biellese.
L’unica frase che ha dedicato a chi ha suonato il campanello è stata: «Mi avete rovinato la vita». E poi: «Andate via, chiamo i carabinieri».
L’uomo, per aver tentato di sottoporsi al vaccino anti Covid, utilizzando l’espediente del braccio finto, è stato denunciato per truffa e sospeso dall’albo dei medici odontoiatri perché non vaccinato.
Nelle scorse settimane aveva affisso sulla porta del suo studio il cartello: «Esibizione del Green pass solo volontaria». Sul suo caso, il Consiglio dell’Ordine di Biella ha commentato: «Quando abbiamo appreso che un cittadino si era recato in un centro vaccinale con un arto in silicone – si legge in una nota – abbiamo pensato ad un ennesimo delirante espediente per ottenere il Green pass. Saputo che si trattava di un odontoiatra iscritto al nostro Ordine Provinciale abbiamo provato uno sdegno profondo».
Russo era stato sospeso dall’Ordine mesi fa: per questo motivo aveva bisogno di un certificato di avvenuta vaccinazione che gli permettesse di tornare a lavorare.
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
“IL VOTO SUL COLLE NON E’ BANCO PER NUOVE ALLEANZE”
Matteo Renzi perde un senatore. Leonardo Grimani, già da tempo critico nei confronti della strategia del partito, lascia Italia Viva e passa al gruppo Misto. ù
Con una motivazione che è un compendio della confusione tra idea e azione di Iv, a un passo dalla fusione in Parlamento con Coraggio Italia di Toti e Brugnaro, sintomo di un nuovo spostamento a destra dei renziani: “La spinta del progetto riformista, cosi come concepito con l’adesione ad Italia Viva si è, a mio avviso, esaurita e va aperto un confronto nell’area del riformismo con un momento di riflessione approfondito”.
E ancora: “L’obiettivo di combattere i populismi che tanti danni hanno prodotto nel nostro Paese ma ciò non può essere fatto in una logica di equidistanza tra centro destra e centro sinistra”. Sufficiente? Macché.
Nelle parole del senatore – eletto con il Pd e che ha poi seguito Renzi nella scissione – si rinviene anche una dura critica alle ultime mosse di Italia Viva, tra voti a braccetto con le destre – l’ultimo sullo stop al congelamento del taglio delle tasse ai ricchi per tutelare le fasce più povere sulle bollette – e ‘calcolo’ in vista dell’elezione del successore di Sergio Mattarella al Colle.
“Penso che il campo riformista vada organizzato una volta per tutte mettendo da parte personalismi e tatticismi – scrive nella sua lettera d’addio – e penso che la scelta che dovremo fare per eleggere il nuovo Capo dello Stato non possa essere il banco di prova per la costruzione di nuove alleanze future o per fare sgambetti a qualcuno”.
Il passaggio quirinalizio, aggiunge, “dovrebbe essere una fase di massima condivisione politica con uno sguardo rivolto al futuro del Paese e non alla prossima campagna elettorale”. Infine: “Non credo che sia più sostenibile una guerra quotidiana contro tutto e tutti che porta all’isolamento e della rivendicazione politica a tutti i costi di una superiorità”.
“La mia scelta non è sul passato – prosegue Grimani – ma vuole guardare al futuro pensando che non sia più replicabile una battaglia campale sui giudizi da dare alle esperienze passate quanto piuttosto a come riorganizzare il campo riformista senza primogeniture e mettendo in campo la massima generosità”. Un “cambio di passo” che al momento Italia Viva “non è più in grado di esprimere”.
E dopo la lettera di addio è stato ancora più chiaro: “Ora – spiega – mi voglio muovere in un’area di centrosinistra, dentro Iv non vedevo prospettiva, nel partito di Renzi prevale la tattica, prima per Draghi e ora per il presidente della Repubblica”. In tutto questo, dice il senatore di Terni, “ci si muove senza strategia, è una cosa che logora, prevale il tatticismo e io penso ad altro. Con Renzi ho parlato tempo fa di questo, abbiamo riscontrato che ci sono visioni diverse sull’impostazione di fondo”.
(da agenzie)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
LA STRATEGIA DEL SEGRETARIO
Enrico Letta lo ha detto senza gli abituali giri di parole: “Toccherà a me svolgere il compito sgradevole e faticoso di fare “le sostituzioni”, se “serve maggiore freschezza in campo”, anche se in squadra c’è “uno che si chiama Ronaldo”
Il sottotitolo conseguente, è stato letto così un po’ da tutti in Transatlantico, “e figuriamoci se quello da sostituire non è il magico portoghese”.
L’allarme così è suonato con tutte le evidenze del caso: il Pd, mai così formalmente “unito” accompagna alla porta gli ex-renziani. Insomma, come anticipato in tempi non sospetti da TPI è cominciata la “derenzizzazione” del partito. Altro che “volemose bene” e “scurdammoce o passato” tra il nipote di zio Gianni e il senatore semplice di Rignano.
Dal Nazareno filtra anche una ‘legenda’ appropriata: l’area riformista-liberale, in altre parole ascrivibile alla stagione renziana, verrà sostituita con gli amministratori locali. Ovvero coloro che non siedono in Parlamento e che non necessitano di una ricandidatura a Roma
La strategia è già pronta, tutto avverrà tra dicembre e febbraio quando metà del partito rinnoverà i dirigenti locali. Si tratta di dirigenti regionali e provinciali in primis. Al Nazareno la chiamano “derenzizzazione gentile”. Tutto deve essere fatto senza dare troppo nell’occhio, senza fare troppo clamore e soprattutto salvaguardando le forme che tradotto significa in maniera unitaria. Ma nulla sarà lasciato al caso
Non è un caso che al Nazareno si punta sulla pace fatta fra Letta e Bonaccini. “Quello che doveva essere il candidato dell’area riformista”. Un modo per disarticolare gli avversari interni del segretario.
D’altronde i numeri sono quelli che sono fra taglio dei parlamentari e le sostituzioni annunciate da Letta.
Il cosiddetto rinnovamento sarà drastico e colpirà anche chi oggi prova a riposizionarsi fra le grazie dell’ex segretario (e non sono pochi). Ex renziani in primis, ma non solo.
Il disegno di costruire una compagine parlamentare “ripulita” e blindata a sinistra sembra delinearsi sempre di più, con i nuovi innesti di Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani, per togliere ogni dubbio sulla prossima collocazione del partito.
Ma con chi si costruirà la coalizione il Pd?
Fatta esclusione del solito Bettini, anche dalle parti del segretario sta crescendo il dubbio che il solo ondivago Conte non basterà. Scommettiamo che il pressing su Calenda aumenterà di intensità nei prossimi giorni?
È lui infatti il prescelto da Enrico Letta per costruire la gamba centrista pronta successivamente ad allearsi con il nuovo Pd. Non per niente da qualche tempo l’ex candidato sindaco di Roma ha chiuso i rapporti con Matteo Renzi.
(da TPI)
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Dicembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
RENZI VIRA A DESTRA, FINALMENTE SI COLLOCA TRA I REAZIONARI COME LUI… CALENDA E + EUROPA PER ORA STANNO A GUARDARE
Chi occupa politicamente il centro vince. Renzi lo va ripetendo da oltre due mesi. Costretto a lasciare Palazzo Chigi dopo il flop col referendum costituzionale, finito a dover rassegnare le dimissioni da segretario del Partito democratico dopo le disastrose elezioni del 2018, colpito dall’inchiesta Open e con Italia Viva inchiodata al 2%, da tempo l’ex rottamatore si sta spostando sempre più a destra e ora si parla di fusione tra i suoi gruppi parlamentari e quelli di Coraggio Italia, la formazione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, e del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
L’obiettivo? Pesare nella scelta del nuovo Capo dello Stato. Anzi essere determinante. Proprio quel voto su cui, sempre due mesi fa, l’ex premier sosteneva che un nuovo soggetto centrista non avrebbe preso forma in vista del voto per il Colle.
“Una partita troppo delicata per ridurla a un test per apprendisti centristi”, diceva. Ma a quanto pare sembra aver cambiato di nuovo idea.
LE MANOVRE.
Fondendosi, Iv e Coraggio possono contare su un pacchetto di oltre 70 grandi elettori per il Colle. Mica poco. Dopo le prime indiscrezioni, da ieri si è così iniziato a parlare apertamente di una federazione a livello parlamentare.
I contatti sono intensi e ci sarebbero stati direttamente tra Matteo Renzi e il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, da una parte e lo stesso Toti e i senatori Paolo Romani e Gaetano Quagliariello dall’altra. “Ci stiamo lavorando seriamente’’, ha assicurato Ettore Rosato, presidente di Iv.
Tanto per eliminare qualsiasi dubbio. Da Coraggio Italia sostengono che lo scopo delle consultazioni è dar vita a una sorta di ‘’patto di consultazione’’ per coordinarsi meglio in Parlamento.
Toti, a margine di un convegno della Uil a Genova, ha poi affermato: ‘’Dialogo con Renzi? Credo che in questo momento dialogare con tutti sia interesse del sistema Paese, soprattutto quando si devono scegliere le autorità di garanzia come il Presidente della Repubblica. E poi non è una cosa che va contro gli interessi del centrodestra’’.
I contatti sono stati allargati anche ad Azione e a +Europa, dove però l’operazione sarebbe più difficile.
Carlo Calenda non sembra convinto dell’asse con l’ex rottamatore, anche se avrebbe apprezzato il gesto e dunque chissà cosa potrà accadere nei prossimi giorni. “A noi – fanno sapere da Azione – interessa una proposta innovativa, di rottura del bipopulismo. Noi lavoriamo nel Paese più che nei gruppi parlamentari”.
LE REAZIONI
A storcere subito il naso è Matteo Salvini, che ancora si atteggia ad azionista di maggioranza del centrodestra. “Auguri”, ha risposto il leader della Lega ai cronisti che, a margine dell’assemblea dell’Udc, gli hanno chiesto ieri un commento sulle indiscrezioni relative al cantiere aperto da Cambiamo Italia e Italia viva per costruire un nuovo centro. E quando di discute di centro non poteva mancare l’intervento di Clemente Mastella, centrista per eccellenza.
“Il mio partito Noi di Centro? Il mio è un centro più popolare, quello di Carlo Calenda è tolemaico perché basato su di sé, quello di Matteo Renzi è più di sinistra, mentre con quello di Toti e Brugnaro ci guardiamo con simpatia”, ha detto il sindaco di Benevento a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora.
E proprio Mastella oggi a Roma, presso il teatro Brancaccio, presenterà la sua nuova formazione politica, assicurando che parteciperanno all’evento sia Rosato che Quagliariello.
(da TPI)
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