Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
UN OTTIMO CANDIDATO SOVRANISTA PER LE PRESIDENZIALI
Il candidato di estrema destra alle presidenziali francesi Eric Zemmour, noto per la sua palese xenofobia e per il dichiarato razzismo, è stato multato con 10.000 euro dal tribunale per incitamento all’odio razziale e offese razziste.
Zemmour aveva infatti definito i migranti minorenni che giungono in Francia senza accompagnatori “ladri, assassini e stupratori”.
Anche il direttore della tv CNews, Jean-Christophe Thiery, dove Zemmour ha fatto tali dichiarazioni, è stato condannato a pagare 3.000 euro di multa.
Da parte sua Zemmour ha definito la multa ‘ideologica e stupida’
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
LE PREOCCUPAZIONI DEL QUOTIDIANO DELLA CITY
A una settimana dal voto per il Quirinale, il Financial Times torna a puntare i riflettori su Mario Draghi. «Tutti gli occhi sono sul fatto che Draghi, ex presidente della Bce, insediatosi come premier l’anno scorso, diventerà presidente, lasciando il suo posto vacante in un momento così delicato», si legge sul quotidiano della City.
Come ha ricordato il quotidiano britannico, «l’Italia è alle prime fasi dell’attuazione di un importante programma di riforme finanziato dall’Ue», per incentivare la crescita economica dopo due anni di pandemia.
Senza Draghi a capo del governo, è il timore del Financial Times, potrebbe innescarsi una crisi in grado di mettere a repentaglio le riforme.
Se Draghi andasse al Quirinale, si aprirebbe la partita per la sua eredità a Palazzo Chigi. Il Financial Times fa i nomi di Daniele Franco e di Vittorio Colao.
Il quotidiano riconosce il rischio che l’Italia si trovi un governo «zoppo». Anche se i maggiori partiti non ambiscono a elezioni anticipate, «un fallimento nel trovare un successore di Draghi potrebbe anche far precipitare i sondaggi, bloccando l’attività politica».
Dall’altra parte, Draghi al Quirinale «potrebbe avere un’influenza matura e stabilizzante sulla politica notoriamente turbolenta dell’Italia per gli anni a venire», ha scritto ancora il Financial Times.
Una posizione che il quotidiano aveva già espresso in un precedente articolo. «Con una statura pubblica senza rivali Draghi è un serio contendente – ha aggiunto il Financial Times – Con il suo approccio razionale e senza fronzoli alle sfide politiche dell’Italia, l’attuale premier italiano gode della fiducia negli ambienti della finanza italiana e internazionale, e i sondaggi rivelano che la maggioranza degli italiani pensa che abbia le caratteristiche per essere presidente».
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
SI STANNO ORGANIZZANDO SU UNA CHAT TELEGRAM, L’APPUNTAMENTO E’ TRA MENO DI UN MESE
L’appuntamento è per il 12 febbraio alle 20 a Roma, in via del Casale di San Nicola 150.
All’evento possono partecipare solo single «non punturinati che desiderano conoscere altre persone rimaste libere nel pensiero», si legge in una chat Telegram che da ottobre prova ad organizzare l’evento.
C’è la data, c’è il prezzo (25 euro per partecipare all’«aperitivo», così lo chiamano), ci sono il luogo e l’Iban a cui mandare i soldi. «Non vogliamo vaccinati non per cattiveria ma perché così mi è stato chiesto. Nessuno vuole avere a che fare con loro, non si vuole discutere. Questo, infatti, deve essere un momento per stare bene tutti insieme», dice Arianna Alaimo contattata da Open.
Alaimo è anche la persona che si occuperà direttamente «dell’animazione per far conoscere» i single No vax che prenderanno parte all’evento: «Non è un convegno pubblico – ci spiega – faremo dei giochi…». Poi butta giù il telefono quando le chiediamo se servirà o meno indossare la mascherina anti-Covid durante l’«aperitivo»: «Probabilmente sei un giornalista che vuole rompere i cogl**ni, ti saluto», sbotta al telefono.
Quanto al luogo dove si terrà l’evento, viene indicato un indirizzo, secondo Google Maps in una zona di campagna. Il posto «si trova in un casale, non è né un locale né una pizzeria», ci spiega Alaimo (che sui social pubblica anche contenuti No Green pass).
Requisito essenziale per partecipare all’evento è, oltre a essere No vax, anche avere un’età compresa tra i 35 e i 53 anni.
Nel gruppo, 194 utenti su 888 iscritti hanno già dichiarato di voler partecipare. L’annuncio, tra l’altro, cita un’associazione, «la A.I.S Associazione internazionale scuole», un conto intestato a un tale «Andrea Mencarelli» e poi, appunto, il numero di Arianna Alaimo, L’Estetista irriverente, seguita su Facebook da 25 mila persone.
(da Open)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
ECCO SPIEGATO IL TENTATIVO DI RETROMARCIA IN SERATA DEL PILOTA CHE PERO’ NON E’ SERVITO
Le ha tentate tutte, compresa una pseudo inversione “a U” per sminuire quella sua dichiarazione iniziale. Una retromarcia non servita, soprattutto dopo la sua partecipazione alla manifestazione no vax e no green pass andata in scena sabato scorso a Milano.
Perché, ormai, Marco Melandri era finito fuori pista. E ora l’ex pilota, commentatore tecnico della Superbike a Dazn, inizia a perdere i primi tasselli del suo mosaico.
Se molti appassionati di motociclismo lo hanno già scaricato e aspramente criticato, ora il ravennate deve fare i conti anche con uno sponsor che si è tirato indietro non rinnovando il suo contratto.
Tutto è partito da una sua dichiarazione (con annessi post social) in cui ha parlato del suo contagio. Marco Melandri, intervistato da Men of Wheels, aveva dichiarato:
“Ho preso il virus perché ho cercato di prenderlo e, al contrario di molti vaccinati, per contagiarmi ho fatto una fatica tremenda. Ho fatto apposta per potere essere in regola almeno per qualche mese e non è stato nemmeno facile. Mi sono dovuto contagiare per necessità, dovendo lavorare e non considerando il vaccino un’alternativa valida”.
Poi la sua presenza in quella stessa piazza con Montagnier e Paragone per portare avanti la sua battaglia anti-vaccinista. Fino al tentativo di retromarcia, finito fuori pista. L’ex pilota, infatti, aveva detto che il caso era stato montato su quella che era solamente una battuta e che non aveva mai tentato di contagiarsi volontariamente per fuggire dal vaccino e ottenere il Super Green Pass.
Ma, evidentemente, qualcuno non gli ha creduto.
Perché la figuraccia è stata a livello mondiale e Trentino Marketing, azienda che si occupa della sponsorizzazione dei prodotti e del territorio trentino, ha deciso di fare un passo indietro non rinnovando il contratto in essere con Marco Melandri.
“L’accordo con Marco Melandri è scaduto nelle scorse settimane e il rinnovo non è in agenda. Prendiamo le distanze da quanto affermato e comunichiamo che il contratto non è stato confermato per quest’anno. La collaborazione con Melandri ha portato risultati interessanti negli anni scorsi ma non c’è l’intenzione di rinnovare il contratto in quanto abbiamo intenzione di percorrere altre strade per sviluppare altre sinergie e strategie con l’obiettivo di veicolare l’immagine del territorio. Non è più un ambasciatore e un testimonial del Trentino da qualche settimana, l’accordo è scaduto e non sarà rinnovato”.
A parlare, al quotidiano Il Dolomiti, è Maurizio Rossini, amministratore di Trentino Marketing. All’azienda non sono piaciute le uscite fuori pista e le impennate di Melandri che, ora, ha perso il suo primo sponsor.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
“LE VITTIME QUOTIDIANE SFIORERANNO QUOTA 400 PRIMA DI INIZIARE LA DISCESA“
“56 mila: è il numero di vite che i vaccini avranno salvato in Italia tra ottobre 2021 e marzo 2022 al termine dell’ondata di Omicron”.
Così Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi), illustra con una serie di proiezioni l’impatto delle vaccinazioni sull’andamento della pandemia e all’HuffPost sottolinea: “Già oggi, da ottobre a metà gennaio, circa 23 mila vite sono state salvate: questa non è una previsione, ma un dato reale”.
Intanto i bollettini giornalieri continuano ad aggiornarci sul numero delle vittime. “In questi giorni in Italia siamo al picco dell’ondata di Omicron, e tocchiamo i 300 morti per Covid al giorno. Purtroppo questo numero è destinato a salire fino a sfiorare i 400, prima di cominciare la discesa. Che poi, però, sarà quasi altrettanto rapida”, sottolinea Villa su Twitter.
“Se non avessimo avuto i vaccini – ci spiega il ricercatore – i decessi ora sfiorerebbero quota 1000 – 1200 al giorno. L’anno scorso, da ottobre a questo stesso periodo di gennaio, avevamo già registrato circa 46 mila vittime totali con lockdown e zone rosse. Oggi, mentre tutto è aperto, siamo a 10.200 morti: circa un quinto”.
“Va però precisato che la variante Omicron è arrivata a dicembre, dunque non ha ancora esercitato tutto il suo effetto: al momento la curva è in salita e per almeno due settimane i morti continueranno ad aumentare”, prosegue Villa.
A proposito della discesa della curva: “Le informazioni che arrivano dal mondo dicono che potrebbe essere rapida: non tanto quanto la salita, ma abbastanza da consentire alla circolazione di ridursi in un tempo ragionevole. Questo accade quando un numero elevato di persone ha contratto il virus e quest’ultimo non riesce più a diffondersi efficacemente, andandosi a scontrare con l’immunità acquisita”.
Ma su questo punto il ricercatore dell’ISPI invita alla cautela: “Non sappiamo ancora se e dopo quanto gli anticorpi acquisiti dopo aver contratto Omicron possano rendere suscettibili a una nuova infezione. I primi dati che arrivano dal Sudafrica affermano che l’immunità prodotta dalla variante dura almeno due mesi: un primo dato confortante, anche se confidiamo in un’immunità di maggior durata. E al momento non abbiamo motivi per dubitarne”.
Ma quale sarà l’andamento dei decessi nei prossimi mesi? Il ricercatore dell’ISPI ha pubblicato su Twitter le proiezioni dal 1° ottobre al 31 marzo.
“Rispetto ai 73 mila decessi per Covid-19 dell’anno scorso (con zone rosse e chiusure) dovremmo essere a 23.500 decessi (con tutto aperto)”, scrive Villa. Nel grafico, il ricercatore fa un confronto anche con la mortalità di una stagione influenzale ‘tipica’ che, in media, da ottobre a fine marzo causa 17 mila decessi: dunque – spiega – nello stesso periodo quest’anno il Covid farà il 40% di vittime in più rispetto a un’influenza, ma un terzo rispetto alle ondate pandemiche del periodo 2020/2021”.
“La cifra 23.500 è una proiezione frutto di quella che si ipotizza sarà l’azione combinata di vaccini e Omicron, che sappiamo essere molto più trasmissibile ma un po’ più lieve per tutti”, ci spiega Villa, “per rispettare le previsioni, dunque, la variante dovrà confermarsi abbastanza rapida, tanto nella discesa quanto nella salita, e la sua alta trasmissibilità dovrà essere funzionale a una diffusa un’immunità acquisita con cui lo stesso virus andrà a scontrarsi”.
Ma cosa sarebbe accaduto se non avessimo avuto i vaccini? In questo ipotetico scenario “includendo solo i guariti tra i (parzialmente) protetti, entro fine marzo la stessa dinamica di infezioni da Omicron avrebbe causato 80.000 decessi”, dice il ricercatore, “ovvero: tra ottobre e marzo, i vaccini avranno evitato la morte di 56.000 persone”.
“Al netto delle peculiarità di Omicron, Covid rimane una malattia sistemica multi-organo grave, dall’alta letalità e in grado di generare effetti a lungo termine: senza i vaccini il suo impatto in termini di vite umane sarebbe devastante. Se le proiezioni sulla mortalità fino a fine marzo saranno rispettate, si tratterà di un risultato sensazionale: il bilancio delle vittime sarà contenuto a qualche migliaio in più rispetto alla peggiore stagione influenzale degli ultimi decenni”, conclude Villa.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
CAMBIARE LE REGOLE PER GARANTIRE IL VOTO SEGRETO
Durante il voto per il Quirinale le correnti utilizzano per contarsi il metodo del nome sulla scheda.
Ovvero, confidando nella regola non scritta che vuole che chi scrutina (di solito il presidente della Camera) legga il voto espresso nell’urna interamente, si accordano per scrivere qualcosa di particolare per contarsi.
Abbreviazioni nel nome, appellativi alternativi o creativi. Si tratta di una tattica che serve per verificare la fedeltà dei votanti.
Ma il presidente della Camera Roberto Fico vuole cancellarla. Valutando di citare soltanto il nome del candidato, ove presente, durante gli scrutini. Soprattutto i primi tre, ovvero quelli destinati a fallire perché per l’elezione serve un quorum altissimo.
Lo scrutinio e i voti riconoscibili
L’idea di Fico la racconta oggi in un retroscena Repubblica. E, anche se non è legata a lui, il pensiero va subito al candidato Silvio Berlusconi. Che dal punto di vista dei voti ha comunque i numeri per essere credibile.
E che ieri ha visto la discesa in campo dei suoi Grandissimi Elettori con la lettera di Denis Verdini. In attesa che il Cavaliere sciolga la riserva, insomma, Fico si organizza.
Il quotidiano fa sapere che il presidente della Camera annuncerà la decisione soltanto la mattina del 24 gennaio. Come consuetudine, riunirà l’ufficio di Presidenza per pianificare gli ultimi dettagli e dirà come intende muoversi. Gli uffici tecnici di Montecitorio gli hanno consegnato un dossier che contiene i tre possibili modi di procedere. Ciascuno ha un fondamento visto che è stato utilizzato dai predecessori. E uno di questi è il più semplice. Prevede la possibilità di leggere soltanto il cognome del candidato durante lo scrutinio. E diventerebbe un bel problema per il leader di Forza Italia.
Perché lui, fa sapere il quotidiano, aveva già un piano per contarli, quei voti. Allo scopo di rendersi conto se il centrodestra è davvero compatto sulla sua candidatura o se c’è bisogno di un piano B e del relativo king maker.
Secondo il prospetto i conti non sarebbero stati così complicati. Per Forza Italia si sarebbe trattato di scrivere soltanto il cognome (“Berlusconi”). Per la Lega sarebbe stato il momento di segnare il nome e il cognome (“Silvio Berlusconi”). I centristi avevano l’ordine di puntare sull’iniziale (“S. Berlusconi”) mentre per i parlamentari di Fratelli d’Italia il segno di riconoscimento era invertire cognome e nome (“Berlusconi Silvio”). Per i potenziali elettori dell’altro schieramento invece sarebbe stato necessario utilizzare un appellativo come “Presidente” o “Cavaliere” nella scheda.
La terza via
Laura Boldrini durante lo scrutinio che elesse Mattarella scelse di leggere tutta la scheda. Luciano Violante quando fu la volta di Ciampi invece si limitò al cognome. Questa sarebbe la scelta di Fico secondo le indiscrezioni.
Ma c’è anche una terza via. Ovvero pronunciare solo il nome e il cognome (e sempre in quest’ordine) rinunciando sia alle iniziali che agli appellativi come senatore o cavaliere.
Così sarà piuttosto difficile fare i conti. E capire chi sta rispettando i patti e chi li sta tradendo. Attualmente, come ha ricordato ieri lo stesso Verdini, si contano 1009 Grandi Elettori per il voto che partirà il 24 gennaio. Sono 630 i deputati, 320 i senatori e 58 i delegati regionali. Per la prima votazione servono 672 voti. Ovvero i due terzi del totale. A partire dalla quarta ne servono 505.
Oggi Berlusconi può contare su 453 voti. Ovvero i 129 di Forza Italia, i 31 di Coraggio Italia, i 197 della Lega, i 58 di Fratelli d’Italia più i cinque di Lupi e i 33 delegati di centrodestra. Per farcela servono altri 60 voti e sugli esiti dello scouting (anche con il bunga bunga), che agita le fila M5s, una verifica dovrebbero farla i capigruppo di centrodestra (forse mercoledì, ma da Fi frenano sui tempi).
Il Cavaliere dovrebbe comunque tornare a Roma giovedì, per un nuovo vertice con Salvini, Meloni e i centristi. Prima di allora avrebbe dovuto far tappa a Strasburgo e lì avrebbe potuto incrociare Letta e Draghi, presenti alla commemorazione di David Sassoli. Ma sembrerebbe orientato a non andare.
Il piano B del centrodestra
Il centrodestra però lavora comunque a un piano B. Nel quale, secondo i retroscena dei giornali, un ruolo potrebbe averlo anche Gianni Letta. Il quale stavolta non starebbe giocando per il Cavaliere, ma addirittura per sé.
Intanto nel centrosinistra Giuseppe Conte tiene aperta la porta a un nome di centrodestra al Colle (magari una donna). Un vertice a tre con Roberto Speranza dovrebbe tenersi al ritorno di Enrico Letta da Strasburgo. Per iniziare a ragionare su un candidato di bandiera alle prime votazioni: «Faremo capire cosa intendiamo quando parliamo di una personalità di alto profilo, nel segno della coesione ed etica pubblica», dice Conte. Un nome potrebbe essere quello di Liliana Segre.
Ma il Pd, secondo l’Ansa, propone di decidere all’ultimo, per non bruciarlo. Resta in piedi anche l’ipotesi di votare scheda bianca e uscire dall’Aula al quarto voto. I nomi che potrebbero funzionare per il centrodestra sono quelli di Marcello Pera, Elisabetta Casellati e Letizia Moratti.
(da Open)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
NON SOLO NON SERVE DA DETERRENTE, MA CI SONO PURE LE SCAPPATOIE
La multa di 100 euro agli over 50 che non si vaccinano nonostante l’obbligo imposto dal governo Draghi può essere rimandata per 260 giorni. Basta fare opposizione.
Il meccanismo dell’Agenzia delle Entrate e del ministero della Salute, che parte dal DL 1/2022 in vigore dall’8 gennaio scorso che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50, scatta dal primo febbraio. Quel giorno però molto probabilmente nessuno verrà multato per direttissima. Nel senso che il ministro Speranza ha spiegato durante un Question Time la scorsa settimana come funzionerà la procedura.
Il contraddittorio
Ovvero: «sarà cura del ministero della Salute fornire gli elenchi dei soggetti inadempienti, anche acquisendo direttamente dal sistema tessera sanitaria le informazioni relative alla somministrazioni acquisite giornalmente dall’anagrafe vaccinale».
«Queste informazioni saranno inoltre utili per escludere dall’elenco degli inadempienti gli esenti». E questo perché «il decreto legge prevede una fase di contraddittorio, il ministero della Salute invierà una comunicazione agli inadempienti che potranno trasmettere alla Asl competente l’esenzione o il differimento dell’obbligo vaccinale».
E la parola chiave è proprio contraddittorio.
Come spiega oggi Il Sole 24 Ore, la sanzione scatterà dal primo febbraio per chi, entro quella data, non sarà completamente vaccinato (non bastano la prima o la seconda dose). La sanzione sarà notificata dalle Entrate e irrogata dal ministero. Prima dell’avviso però il No vax riceverà una comunicazione di avvio del procedimento. In quella occasione potrà decidere di pagare. Ma potrà anche decidere di prendersi i suoi dieci giorni di tempo per inviare all’autorità competente le ragioni che lo hanno fatto soprassedere dalla scelta di immunizzarsi.
Un obbligo non pressante
Potrebbe avere ragioni oggettive e documentate: per esempio potrebbe dimostrare che non c’erano i posti per vaccinarsi entro la data in oggetto. Ma potrà anche chiedere di essere sentito dall’azienda sanitaria. In quei dieci giorni, spiega ancora il quotidiano, il multato dovrà inviare una comunicazione all’AdE in cui annuncerà l’invio delle spiegazioni all’azienda sanitaria. Poi saranno Asl e AdE a comunicare. L’Azienda dovrà dire all’Agenzia se le ragioni del non vaccinato sono state accettate o meno. E anche qui entro dieci giorni.
Ma anche se l’Azienda Sanitaria dice no la partita non è finita. Le Entrate devono notificare via Pec o raccomandata A/R l’avviso di addebito con titolo esecutivo entro 180 giorni. Il destinatario potrà pagare entro 60 giorni. Ed ecco qui i 260: dieci più dieci più 180 più 60. Ma la cosa potrebbe andare ancora di più per le lunghe. Basta appellarsi al giudice di pace entro 30. Ricordandosi di chiedere la sospensione dell’avviso di addebito. Se non lo fa oppure il giudice non accoglie l’istanza, le Entrate potranno avviare l’iter per il recupero coattivo della somma, maggiorata delle spese successive. Per presentare ricorso va pagato un contributo unificato di 43 curo e non è necessario l’avvocato: ci si può difendere anche personalmente. La controparte in giudizio sarà l’agenzia delle Entrate per il tramite dell’avvocatura di Stato.
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
LA DONNA HA PERSO MARITO, FIGLIO E SUOCERI… QUANDO INFETTI IL PROSSIME NON SONO : “TUE SCELTE”, MA EPIDEMIA COLPOSA
“Ognuno fa le sue scelte. Non voglio parlare delle cause della morte di mio figlio per rispetto delle sue decisioni. Non ho niente da dire. Tanto vi inventate sempre tutto”. Mamma Rinuccia aveva parlato così della morte del figlio Marco, 42 anni. Ora si ritrova, scampata alla terapia intensiva, a essere l’unica sopravvissuta della famiglia al Covid.
Tutta la sua famiglia, originaria di San Francesco al Campo, piccolo paese di nemmeno 5 mila abitanti poco distante da Torino, dai nonni al nipote, avevano deciso di non vaccinarsi, ed è stata colpita duramente dal coronavirus.
Ultimo a morire il marito Giuseppe Ferrero, 69 anni, ricoverato due settimane fa nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Ciriè dove venerdì è morto a causa delle complicanze portate dal virus. Prima di lui, oltre al figlio, tra dicembre e gennaio erano morti i nonni, Olga di 94 anni e Maurizio di 92. È quindi il figlio Marco nel giorno dell’Epifania.
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
AD OGGI SAREBBE ESCLUSO DA ROLAND GARROS, WIMBLEDON E US OPEN, MA RISCHIA DI SALTARE ANCHE INDIA WELLS E MIAMI
Per Novak Djokovic potrebbe non essere finita qui. Il campione ieri ha ricevuto l’omaggio della Serbia dopo che la sua espulsione dall’Australia è stata confermata dal tribunale. La decisione di non vaccinarsi, però, potrebbe costargli la partecipazione ad altri tornei, a partire dal Roland Garros.
Secondo quanto riferito da Afp, tutti gli atleti, professionisti o dilettanti, che arrivano in Francia per una competizione dovranno essere vaccinati per entrare in un impianto sportivo.
Il tennista serbo rischia di saltare anche Wimbledon e Us Open, gli altri due tornei dello Slam. Lo storico torneo sull’erba non prevede esenzioni ad oggi. Questo vuol dire che Nole dovrà rispettare la quarantena e gli altri vincoli sanitari britannici, a meno che non vengano modificati entro il giugno prossimo.
Per Flushing Meadows la strada potrebbe essere ancora più complicata. Senza la cittadinanza statunitense chi vuole entrare negli Usa deve presentare un programma di vaccinazione completo. Le esenzioni sono previste ma i tempi potrebbero mettere di nuovo in difficoltà il campione serbo.
E, sorpresa, tra le esenzioni non c’è la recente infezione da Covid-19.
Mentre è possibile depositare le controindicazioni mediche alla vaccinazione, ma non è possibile rifiutarsi di vaccinarsi e basta.
Senza contare che ci sono città come New York in cui l’obbligo vaccinale è in vigore. Quindi, se gli Us Open cominciassero domani, Djokovic non potrebbe partecipare.
E non finisce qui. A marzo ci sono i due Masters 1000 americani: Indian Wells e Miami. E qui varrebbero le regole degli Us Open: il governo Usa non ammette l’ingresso ai non vaccinati, anche se hanno contratto il virus.
Occorre un’altra esenzione, altrimenti dovrà saltare anche quelli.
Quanto agli Internazionali d’Italia, il direttore del torneo Sergio Palmieri ha detto: «Se verrà a Roma dipenderà da Djokovic, noi stiamo alle regole, se entrano in Italia e a Roma giocatori in regola non abbiamo motivi per rifiutarli. Abbiamo avuto due anni difficilissimi. Chi sta alle regole non vedo perché non dovremmo accettarlo».
(da Open)
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