Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
SE GLI ALLEATI NON LO SOSTENGONO SIAMO AL MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI
Certo, se Draghi gli avesse fatto in questi mesi una telefonata, anche solo di pura cordialità, magari per ringraziarlo del leale sostegno parlamentare o, per dirne un’altra, in occasione dell’ottantacinquesimo compleanno per gli auguri, avrebbe avuto l’effetto quantomeno di togliere un alibi a Silvio Berlusconi.
Agevolando una discussione politica più serena sul Quirinale. Invece, nella testarda, e al momento irreversibile, convinzione con cui il Cavaliere sta inchiodando il centrodestra alla sua candidatura, c’è un non banale elemento anche molto, molto personale.
L’uomo, si sa, è fatto così, piuttosto incline a considerarsi il creatore di successi anche dei più talentuosi, tendendo a enfatizzare la propria benedizione sugli altrui meriti.
E allora, ci risiamo, con l’elenco che dalle parti di Arcore si sono sentiti ripetere con sempre maggiore frequenza, in una specie di training autogeno che si conclude con parola “ingratitudine” associata alla parola Draghi.
Ci risiamo con quella volta in cui lo sostenne come governatore di Bankitalia contro Giulio Tremonti, mica uno qualunque, che voleva Vittorio Grilli. E quell’altra in cui costruì un’operazione europea contro Timmermans per nominarlo a capo della Bce, effettivamente successo non banale rispetto al quale poi si è sentito pressoché abbandonato nel momento del bisogno.
Poi il governo di emergenza che pure Berlusconi aveva invocato per primo coniando la formula del “governo dei migliori” mentre quei baldi giovani dei suoi alleati dicevano “al voto al voto” con o senza mascherine.
Di quel governo, udite udite, ancora non è chiaro come siano stati scelti i ministri di Forza Italia, se il premier incaricato li ha condivisi con Letta o col potente Zampetti, o li ha scelti in solitudine.
Certo non col lui, che si sarebbe aspettato un “Silvio, che ne pensi, sai quanto ci tengo ai tuoi consigli e alla tua esperienza, indicami gli uomini (e le donne) che ritieni più opportuni”. E il modo, direbbe il poeta “ancor l’offende”.
Da ultimo il Quirinale, con un’autocandidatura che il Cavaliere ha vissuto come una sfida, considerando la propria come la prima ipotesi in campo.
In fondo Draghi, dal suo punto di vista, la considera dovuta come Berlusconi la considera dovuta dal suo: ecco, le premesse perfette dell’incidente perfetto.
Altro sarebbe stato, come sussurra timoroso qualcuno, se il premier avesse fatto la mossa di chiedere il sostegno, politico e personale, magari promettendo, nei panni del grande pacificatore della Repubblica, la nomina di senatore a vita per sedare quella fame di riabilitazione simbolica che, nella psicologia dell’uomo, è larga parte della sua impuntatura quirinalizia.
E invece: il fastidio al solo sentire la parola Draghi. Un umore radicato, non mitigato dal passare dei giorni, anzi tutto racconta di un incaponimento. Non è un caso nemmeno che, a proposito di spirito competitivo, proprio Berlusconi, sia stato l’unico a non aver fatto un comunicato nemmeno di circostanza per ringraziare e salutare Mattarella l’ultimo dell’anno, preferendo diramare via facebook un proprio breve messaggio alla nazione, come se fosse già presidente della Repubblica, altro che bis.
E anche a corte si sono adeguati, perché se qualcuno prova a dirgli che qualche rischio nel segreto dell’urna c’è, si sente ripetere che “tranquilli, i voti ci sono”: tra quadri con Madonne inviati a mezzo Parlamento, lettere private, telefonate ai singoli parlamentari anche del gruppo misto ogni giorno la lista si allunga.
Praticamente è fatta, guai a dirgli il contrario. Si sa, Gianni Letta coltiva la speranza, e lavora a tal fine, che alla fine, magari all’ultimo momento utile, il Cavaliere faccia il bel gesto proponendosi come il king maker di Draghi.
Ma è rimasto davvero l’unico, al punto che si è chiuso in un granitico silenzio, se financo l’altro amico di una vita come Fedele Confalonieri e l’amata figlia Marina, proprio loro, si sono lasciati contagiare dalla fermezza della volontà del vecchio leone, cui non si oppongono neanche in privato: “Se vuole provarci, perché no?”.
Loro dicono “perché no?” e gli altri in fondo dicono “come fai dirgli di no?”, nell’ambito di una coalizione dove manca ciò che in questi casi è fondamentale a dipanare la matassa.
Il rapporto personale tra i leader, presupposto un lavorio diplomatico. Si sa come funziona: incontri riservati, colloqui con Gianni Letta amabilmente detestato e amabilmente contraccambiato da Salvini, dialoghi trasversali per creare le condizioni affinché arrivi a miti consigli.
E invece Salvini, che al momento non vuole Draghi, non dice di no a Silvio perché incapace di mettere in campo un piano b, anche se Giorgetti ce l’ha; la Meloni, che con Salvini sì e no si parla, costretta anche lei alla fedeltà.
Morale della favola, nell’anno del signore 2022: il leader, con una proposta in campo (se stesso) al limite del capriccio è sempre il Cavaliere, non perché gli altri la condividano ma perché non solo in grado di superarla e sono spaventati dalla reazione che potrebbe avere: il classico “muoia Sansone con tutti i filistei”.
Beh, insomma, mica male questo centrodestra italico. Se Silvio viene eletto, salta d’un sol colpo, governo, presidenza della Repubblica con mezza Italia che ne chiede le dimissioni in piena pandemia, e paese. Se non viene eletto, salta il centrodestra dei filistei appresso a Sansone. Ancora tutti appesi al destino di Berlusconi.
(da Huffingtonpost)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
CON DRAGHI AL QUIRINALE
L’unica cosa chiara, a poco più di due settimane dall’inizio della partita per il Quirinale, è che l’ipotesi Mario Draghi è solidamente in campo.
L’ultimo Consiglio dei ministri, con livelli di scontro inediti nel governo di unità nazionale, secondo il Pd sgombera il campo dalla litania strumentale sull’ineluttabilità che il premier resti lì, a Palazzo Chigi.
Italia viva obietta che, se ci sono contrasti con Draghi al timone, figuriamoci che cosa accadrebbe con un altro al suo posto, di caratura inferiore. Ma anche sulla tolda della nave pirata di Renzi si comincia a ragionare su come e a quali condizioni far nascere un nuovo governo, e con quale presente del Consiglio.
Di qui in poi le letture divergono, le schermaglie continuano, i contatti si infittiscono, con l’avvertenza che l’intesa finale, se accordo ci sarà, non può che arrivare in zona Cesarini, a ridosso della prima chiama.
Il centrodestra corre con l’handicap, costretto com’è al momento a puntare su un unico cavallo, per quanto di razza: Silvio Berlusconi. Segnali neanche tanto velati per uscire dalla strategia dell’imbuto, che si stringe fino a condurre all’irrilevanza, arrivano sia da Matteo Salvini che da Giorgia Meloni.
Ma il Cavaliere resta irremovibile, vuoi perché convinto di poterla spuntare a partire dalla quarta votazione, quando basteranno 505 grandi elettori (tantissimi), vuoi perché si riserva di essere lui il king maker, girando i suoi consensi su Mario Draghi, o su Giuliano Amato, o su Pier Ferdinando Casini. Anche perché la spallata, con Berlusconi capo dello Stato, porterebbe probabilmente alle elezioni anticipate.
L’intervista di Matteo Renzi al Corriere apre comunque le porte alla nascita di un nuovo governo, con il segno della politica, qualora il premier traslocasse al Quirinale. Quelli di Italia viva sono convinti che il leader della Lega in quel caso non resterebbe un minuto di più nella maggioranza, e allora bisognerebbe trovarne un’altra, a loro dire impossibile se a guidare l’esecutivo fossero Daniele Franco o Marta Cartabia.
Si sarebbe comunque in un anno pre elettorale, con interessi divergenti e tensioni inevitabili. La prima scelta per loro è stata a lungo e in parte resta quella dell’inamovibilità di Draghi, ma nel caso ai renziani non dispiacerebbe avere a Palazzo Chigi Dario Franceschini: unico del Pd lettiano, sostengono, che non ha come primo obiettivo quello di vederli morti.
Il corpaccione dei 5 Stelle, che nonostante le divisioni interne vanta il numero di grandi elettori più numeroso, ha come primo obiettivo il proseguimento della legislatura ma non manca di ambizioni per la guida dell’eventuale, nuovo governo.
E, relativamente a sorpresa, è proprio dal Pd che gli arriva un assist. Da quelle parti si ragiona così: l’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale si rafforza, Matteo Renzi se ne è accorto e ha in parte corretto Maria Elena Boschi, rimasta ferma sulla linea dell’inamovibilità da Palazzo Chigi.
Si è messo spregiudicatamente alla guida, sostengono, di un treno che lo stava sorpassando. La nuova maggioranza? Non potrà esprimere altro che un governo elettorale, che fronteggi il Covid, gestisca il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, forse, vari una nuova legge elettorale proporzionale, nel segno delle mani libere per tutti.
E, se non si vuole un tecnico, a guidarlo potrebbero essere proprio i Cinque Stelle, partito di maggioranza relativa, con Luigi Di Maio a Palazzo Chigi. Con quali voti? In questo Parlamento, è la convinzione, i consensi per non vedere concludersi la legislatura si trovano, anche se Salvini e Renzi scegliessero di restare alla finestra.
L’incognita Lega , appunto. Dagli albori della battaglia del Quirinale i leghisti si sono premurati di far sapere che se Draghi traslocasse loro lascerebbero il governo. Ora non sono più così ultimativi ma insistono: è l’ora che sul Colle salga un presidente indicato dal centrodestra.
E osservano con interesse la vicinanza rinnovata con i 5 Stelle dopo l’ultimo Consiglio dei ministri. Un’intesa che potrebbe avere sviluppi anche in chiave Quirinale, con Salvini che continua a sentire riservatamente tutti i leader. Certo, in quel caso non potrebbe essere Berlusconi il candidato, e nella Lega si avverte la voglia di chiudere in fretta quella pratica.
Ma se invece dovesse essere Draghi a salire sul Colle, spunta anche il nome di Giancarlo Giorgetti come nuovo premier.
Ipotesi osteggiata da Salvini, che magari potrebbe anche restare in maggioranza per gestire il Pnrr, ma non con Giorgetti premier, che finirebbe con il far fare alla Lega il sacco dei pugni.
(da Il Corriere della Sera)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
DA MESI SPECIALIZZATA A DIRE TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO, PUR DI CRITICARE IL GOVERNO (DIMENTICANDO CHE CI STANNO LEGA E FORZA ITALIA)
Puntuale come un brutto maglione regalato a Natale da una zia con cui ci si incontra sotto le feste. Ormai il tempismo di Giorgia Meloni, leader (ad honorem) dell’opposizione, è ben noto.
Da tempo va in giro a dire che con lei al governo (o, comunque, non con questo esecutivo) la situazione epidemiologica nel nostro Paese sarebbe stata migliore.
Ogni occasione diventa lo spunto per puntare il dito e dire: “No, così non va bene”. E così, oggi, se la prende anche contro l’obbligo vaccinale per gli over 50 (un obbligo che lei aveva detto di preferire al Green Pass), raccontando una storia esattamente opposta al suo atteggiamento in questo lungo anno di campagna vaccinale.
“Il premier britannico Boris Johnson dice no alla coercizione dei britannici per ottenere percentuali più alte di vaccino perché, come tutti i liberali e i conservatori, crede che le persone vadano informate e accompagnate e non ingannate e ricattate – ha scritto in un post su Facebook -. È la differenza tra chi, come noi, considera il popolo fatto di cittadini e chi, come la sinistra e il ‘governo dei migliori’, li tratta alla stregua di sudditi”.
Lei e il suo partito non considerano i cittadini come sudditi. E, infatti, la stessa persona che chiede che le persone siano informate e accompagnate sulla vaccinazione è la stessa che ha sempre ammiccato ai no vax per un pugno di voti (almeno nei sondaggi, vista la batosta elettorale recente).
Perché tanto, ormai, nella narrazione politica della leader di Fratelli d’Italia tutto fa brodo. Nei suoi post al veleno contro il governo continua a parlare esclusivamente della Sinistra (Pd, LeU e ci mette insieme anche il MoVimento 5 Stelle) dimenticando – lapsus freudiano? – che all’interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi ci sono (e con un numero non esiguo di Ministri nei palazzi del potere) anche i suoi alleati di Lega e Forza Italia. Ma la coerenza non sembra essere il suo forte.
Perché nel corso degli ultimi mesi ne ha dette talmente tanti contro i vaccini che il pallottoliere non basta più.
Prima, quando è iniziata la fase di ammiccamento ai no vax, ha fatto sparire dai social i suoi tweet in favore della scienza e di tutte le immunizzazioni (da qualsiasi malattia). Poi l’uscita più clamorosa sul vaccino anti-Covid della figlia, per non fare un “favore” agli immigrati “liberi di entrare nel Paese”.
Insomma, il delirio più totale. E oggi è proprio lei a dire che il governo italiano ha sbagliato a imporre l’obbligo vaccinale (per gli over 50, con sanzione esigua di 100 euro una tantum), perché i cittadini vanno accompagnati e informati. E anche questa volta il pulpito capovolge la realtà.
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
E NON RIAPRE ELEMENTARI E MEDIE
Il presidente della Regione Campania lancia una serie di accuse pesantissime all’esecutivo, parlando di provvedimenti che «trasformano i nostri bambini in cavie»
È rottura totale tra Regione Campania e governo Draghi. Vincenzo De Luca ha deciso di ignorare le indicazioni aperturiste dell’esecutivo sulla scuola e ha disposto la chiusura di elementari e medie.
«È irresponsabile aprile le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda non apriremo le medie e le elementari. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza». Giudicando negativamente le scelte del governo, il presidente della Campania ha detto che «c’è da stare male». E ancora: «Ho la sensazione che si mettono in piedi provvedimenti che trasformano i nostri bambini in cavie sull’altare della politica e dell’opportunismo».
Estendendo il ragionamento oltre l’orizzonte della scuola, De Luca ha riservato una critica assoluta al governo nella gestione di questa fase della pandemia di Coronavirus.
«Devo constatare con grande amarezza che l’Italia ha perduto tre mesi di tempo senza fare niente. Abbiamo bruciato una condizione di relativo vantaggio rispetto agli altri paesi europei. Ci siamo autoesaltati e autoconsolati. Abbiamo perso mesi preziosi senza prendere decisioni serie ed efficace. Stiamo prendendo in giro l’Italia. Il livello di demenzialità va ogni immaginazione».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
“NOI IN PRIMA LINEA A PULIRE IL FANGO CHE DERIVA DALLA VOSTRA MANCANZA DI CORAGGIO”
“100 euro, il prezzo della nostra salute. Delle nostre vite. Dei sacrifici che facciamo da due anni, soprattutto noi operatori sanitari (unici, tra l’altro, per cui vige un vero obbligo vaccinale). Per l’ennesima volta saremo noi frontliners a pulire tutto il fango derivante dall’assenza di decisioni forti e coraggiose. Scelte assurde che ricadranno sulle nostre schiene già gravate da due anni di fatica”.
E’ lo sfogo su Facebook di Martina Benedetti, l’operatrice dell’ospedale di Marina di Massa che il 12 marzo 2020 pubblicò la foto del suo viso segnato dalla mascherina, a proposito della multa da 100 euro una tantum per gli over 50 che rifiutano il vaccino.
“Tranquilli! Vi faremo tornare a ballare l’estate, a far ‘girare l’economia’, a bearvi di riconoscimenti per il lavoro da noi svolto. Definirlo ‘lavoro’ è ogni giorno sempre più difficile perché è una situazione che ingloba la vita. Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto. Karma”, aggiunge
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
“UN COMPROMESSO SENZA CORAGGIO”
I sindacati, in particolare la Cgil avrebbero voluto più coraggio sull’obbligo vaccinale per loro la decisione del governo che lo ha limitato agli over 50 “è sicuramente un compromesso, non è una misura di straordinario coraggio”.
Del resto in consiglio dei ministri è stato necessario superare le forti resistenze della Lega (e dei 5 stelle) e alla fine la misura da tanti invocata è stata azzoppata.
A livello nazionale e a livello territoriale la Cgil è stata abbastanza delusa. Tra i tanti commenti c’è da registrare la posizione di Daniele Gioffredi, segretario provinciale della Cgil di Pistoia.
“La sensazione – ha detto Daniele Gioffredi – è che al Governo sia mancato coraggio nel procedere all’obbligo vaccinale, misura che noi da mesi appoggiamo e che avremo preferito vedere concretizzarsi in questa occasione. Quest’obbligo solo per gli over 50 non va che a frammentare un mondo del lavoro già molto provato, ponendo una serie di problematiche organizzative alle imprese, specialmente le più piccole asciando fuori comunque una buona parte della forza lavoro dall’obbligo vaccinale. Ci sembra una misura insufficiente per contrastare l’aumento dei contagi e poco pratica”.
Del resto con i fans di Bolsonaro della Lega al governo di più non si poteva ottenere. Il caso curioso dell’Italia è che per combattere la pandemia si è portato nell’esecutivo una forza politica che ha sempre strizzato l’occhio a no-vax, no-mask, no Green pass e che si è opposta a qualsiasi tipi di restrizioni.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
HA GIA’ DECISO DI LASCIARE IL PAESE
A fare compagnia a Novak Djokovic nel Parker Hotel di Melbourne c’è anche Renata Voracova, tennista all’81esimo posto nel ranking Wta, anche lei non vaccinata e anche lei vistasi negare il visto per sbarcare in Australia.
Originaria della Repubblica Ceca, la donna è stata bloccata dalle autorità di frontiera al suo arrivo. Lo riferiscono media locali. La 38enne specialista di doppio avrebbe presentato, come Novak Djokovic, un’esenzione dal vaccino basata sul fatto che avrebbe avuto il Covid negli ultimi sei mesi.
A differenza del numero uno al mondo, lei era già entrata in Australia lo scorso mese giocando un torneo di allenamento, presentando un’esenzione approvata da Tennis Australia. U
na fonte governativa a conoscenza del caso ha confermato ad Abc che la Voracova è stata informata dai funzionari dell’Australian border force che presto dovrà lasciare il Paese.
I diplomatici cechi sono in contatto con la giocatrice 38enne. Aveva già giocato un match in coppia con la polacca Katarzyna Piter, perso in due set nel WTA di Melbourne 2 contro la coppia formata dall’olandese Lesley Pattinama Kerkhove e dall’australiana Arina Rodionova.
“Abbiamo presentato una nota di protesta alle autorità australiane attraverso l’ambasciata di Canberra e chiediamo loro di spiegare la situazione – ha affermato Aneta Kovarova del dipartimento di Stato ceco – tuttavia Renata Voracova ha deciso di rinunciare a un’ulteriore partecipazione all’Australian Open a causa delle limitate possibilità di allenamento e di lasciare l’Australia.
Le nostre ambasciate in Australia la stanno assistendo nell’espletamento delle formalità per l’uscita dal Paese”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL NUMERO PIU’ ALTO E’ TRA I QUARANTENNI… OLTRE 5,3 MILIONI GLI OVER 12
Sono oltre 5,3 milioni (5.391.879) gli italiani over 12 che ad oggi non hanno copertura contro il Covid: è quanto emerge dal report del governo sui vaccini.
La scorsa settimana erano 5.560.532 (oggi 168.653 in meno, dunque).
Sono oltre due milioni (2.165.583) gli over 50 in Italia che non ancora ancora ricevuto alcuna vaccinazione.
In particolare nella fascia compresa tra i 50 e i 59 anni, i soggetti totalmente scoperti dal siero sono 993.463.
Tra i 60 e i 69 anni sono 616.595, tra i 70 e i 79 sono 374.464 e nella fascia over 80 sono 181.061
In termini assoluti, il numero più alto di non vaccinati si trova nella fascia 40-49 anni (1.174.797) seguita da quella 50-59 anni. Tra i 12 e i 19 anni i soggetti scoperti sono 769.621.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 7th, 2022 Riccardo Fucile
DUTERTE: “METTONO TUTTI IN PERICOLO”
Nelle Filippine chi esce di casa senza aver completato il ciclo vaccinale contro il Coronavirus rischia l’arresto.
È la misura decisa dal presidente dell’arcipelago, Rodrigo Duterte, al termine di un vertice della task force anti-Covid.
Stando a quanto riferito dal portavoce del presidente, la direttiva è valida su tutto il territorio nazionale ed è stata stabilita «per fermare la diffusione del Coronavirus e proteggere i cittadini, perché l’essere non vaccinati mette tutti in pericolo».
Prima di questo intervento drastico, erano state adottate altre misure restrittive ai viaggi e alle attività per le persone non vaccinate nell’area metropolitana di Manila: era stato loro concesso di uscire dalle abitazioni solo per ragioni essenziali.
Con la nuova decisione, a partire da domenica, altre 14 aree del Paese, oltre alla capitale Manila, saranno poste in stato di emergenza a causa dell’aumento dei contagi, dovuto agli spostamenti e agli assembramenti che si sono verificati nel corso del periodo natalizio.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »