Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
NON VUOLE ESSERE CURATO? E ALLORA NON VADA IN OSPEDALE, CREPI A CASA SUA O FIRMI LA LETTERA DI DISMISSIONE E FUORI A CALCI IN CULO ,,, CRIMINALI CHE TOLGONO UN POSTO LETTO A CHI NE HA BISOGNO E ROMPONO PURE I COGLIONI
La sopravvivenza dei pazienti Covid che arrivano in terapia intensiva “sta diminuendo rispetto a mesi fa”, perché tra i ricoverati gravi 7 su 10 sono no vax e di questi “la metà sono anche negazionisti, quindi non negano solo vaccino ma l’esistenza stessa del Covid e l’utilità del cure“.
È la denuncia di Antonino Giarratano, presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva (Siaarti), contenuta in un documento che racconta di un quadro in continuo peggioramento: no vax e negazionisti arriva in terapia intensiva “in condizioni gravissime, dopo settimane senza cure o con pseudo cure. E spesso, una volta ricoverati, rifiutano procedure salvavita“.
“In passato – aggiunge – solo i malati oncologici terminali rifiutavano le cure, ora le rifiutano persone che possono esser salvate“.
Una situazione che sta portando anche “all’usura psicologica” degli anestesisti rianimatori italiani, un nuovo tipo di burnout legato legata alla “negazione del proprio ruolo e competenza”, prosegue il presidente di Siaarti parlando alle agenzie di stampa.
“Non era mai capitato prima – spiega Giarratano, direttore partimento Emergenza e Urgenza del Policlinico universitario di Palermo – di ricoverare in terapia intensiva soggetti che, sapendo che stavano andando in arresto cardiaco, rifiutassero ventilazione meccanica, emodialisi o circolazione extracorporea. Ora, in alcuni casi, rifiutano persino la flebo con gli zuccheri o l’ossigeno per via nasale, perché ‘non sanno cosa ci sia dentro’”.
Da nord a sud, la situazione è pesante: “Abbiamo un numero inferiore di ricoverati rispetto a un anno fa ma con un disagio più grave perché non sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva non covid, come quelli dovuti a incidenti stradali e sepsi. Tra l’altro si avvicina anche il picco influenzale“. Un anno fa le cure scarseggiavano e bisognava capire come riuscire a curare tutti. Ora è il contrario: “Abbiamo le intensive piene di persone che non vogliono esser curate“.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
LETTA GIUSTAMENTE RISPONDE: NON MI SIEDO FINCHE’ E’ IN CAMPO IL CAV
Non ‘scalda i cuori’ in casa dem l’attivismo di Matteo Salvini per il Quirinale. Nonostante fonti della Lega facciano sapere che il segretario del Carroccio è “riservatamente al lavoro” per organizzare un incontro con gli altri leader delle forze politiche, la risposta che filtra dal Nazareno è ancora una volta di freddezza. “Riservatamente o meno, finché il centrodestra non scioglierà il nodo Berlusconi è evidente che è tutto congelato”, fanno sapere dal Pd.
Spiegando che il tema ancora una volta è sempre lo stesso: “Ad oggi Lega, Forza Italia e FdI hanno già un candidato, ed è Silvio Berlusconi”. Dunque, è “difficile fare una trattativa con chi ha deciso già il proprio candidato”.
C’è comunque una strada per aprire quel canale di dialogo che vorrebbe Salvini. Ma passa da una scelta. Perché se il nome su cui punta le proprie fiches non fosse Berlusconi, “o quantomeno non fosse così fino in fondo”, allora “lo devono chiarire”. Senza troppi giri di parole.
(da agenzie)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
UN PAZIENTE IN INTENSIVA COSTA 3.300 EURO AL GIORNO, SE TRATTATI CON ECMO SI ARRIVA A 8.000 EURO AL GIORNO… GLI ITALIANI CHE SEGUONO LE REGOLE DEVONO PAGARE ANCHE PER QUESTI CRIMINALI
Telefonate in ospedale per imporre ai medici le terapie da seguire. Succede al Sant’Orsola di Bologna dove alcuni avvocati hanno chiamato per indicare alla direttrice generale del policlinico quali cure dovrebbe seguire e quali evitare su determinati pazienti No vax che a questi legali si erano rivolti.
A denunciare per primo il fenomeno è il direttore generale dell’Ausl bolognese Paolo Bordon che davanti ad alcuni malati Covid – tra cui soggetti in condizioni molto critiche – si è sentito dire come avrebbe dovuto fare il suo lavoro, quali terapie e quali farmaci avrebbe dovuto somministrare e quali invece scartare. In più di un caso, il rifiuto di affidarsi alle cure sanitarie con il consueto metodo osservato per i malati Covid nei reparti ad hoc ha prodotto esiti drammatici. In una circostanza, in particolare, un paziente No vax è morto prima di Natale per aver rifiutato le cure a domicilio.
Nel reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna negli ultimi 10 giorni sono finiti tre pazienti Covid non vaccinati con un’età compresa tra i 50 e i 60 anni. Secondo gli specialisti che li hanno in cura, i tre hanno bisogno di essere trattati con l’Ecmo, una tecnica che supporta le funzioni vitali con circolazione extracorporea che ha un costo di circa 8.000 euro al giorno.
Stando a quanto spiegato dalla direttrice generale del policlinico, Chiara Gibertoni, questo trattamento prevede che un infermiere segua il paziente per tutto il giorno, il che si traduce in sei infermieri distribuiti in turni sulle 24 ore con l’utilizzo di una macchina dedicata.
«È un costo stratosferico – è il commento della direttrice -. Un paziente in terapia intensiva Covid costa 3.300 euro al giorno, qui siamo sugli 8.000 euro. Dispiace vedere queste risorse impiegate così in un Paese che ha scelto la vaccinazione gratuita per tutti. Forse dovremmo iniziare a presentare il conto virtuale».
(da agenzie)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
SE VADO AL COLLE NON CI SARANNO ELEZIONI
Il problema di Silvio Berlusconi non è tanto il come (al momento, non sarebbe previsto alcun format per l’annuncio), semmai il quando: il vertice del centrodestra si farà, ma non c’è una data fissata se non un vago «dopo la Befana», che può voler dire fine di questa settimana come di quella successiva, quando si terrà la direzione del Pd. Meglio sciogliere subito la riserva o aspettare le mosse altrui e non scoprirsi, come gli consigliano i suoi? Perché dubbi sulla corsa il Cavaliere non ne ha, ma bisogna avere certezze sui numeri.
Quelli necessari per essere eletto al Quirinale alla quarta votazione, con la maggioranza assoluta di 505 voti su 1.009 aventi diritto. Per questo, raccontano, da Arcore è impegnatissimo in decine di telefonate. Ai suoi capigruppo, che tengono i conti, a tutto lo stato maggiore di FI per la scelta dei delegati regionali, agli alleati, a singoli parlamentari che si presentano «spontaneamente», giurano, per offrire i propri voti.
Il borsino di Arcore fa segnare ad oggi «un centinaio» di voti in più di quelli su cui sulla carta potrebbero contare le sole FI, Lega e FdI, che sarebbero 414.
Un centinaio (praticamente quasi tutto il magmatico pezzo di Parlamento fatto di centristi organici al centrodestra, microsigle o deputati e senatori che non rispondono più a nessun gruppo) che ancora non comprenderebbero l’eventuale appoggio ufficiale del gruppo di Renzi, Italia viva.
Con il quale l’obiettivo di Berlusconi diventerebbe davvero concreto. D’altra parte lui è convinto che il centrodestra non lo tradirà: «Anche Salvini- ha raccontato – ha detto in privato a Enrico Letta che la Lega mi voterà, senza tentennamenti».
E la carta decisiva che il Cavaliere sta spendendo è una: sapendo che ad oggi il suo avversario più accreditato è Draghi, e sapendo che per convincere i dubbiosi va loro assicurato che non si andrà alle urne prima della scadenza naturale del 2023, sta dicendo e facendo dire dai suoi che, se Draghi fosse eletto al Quirinale, FI «uscirebbe subito dal governo».
E il voto anticipato sarebbe quindi a un passo. Realistico o no, il messaggio sta avendo il suo effetto. Non a caso anche ministri come Mariastella Gelmini ripetono che «Draghi deve rimanere dov’è» ed eleggere Berlusconi sarebbe un grande segnale «di pacificazione nazionale».
Il dado è tratto insomma, nessuno può sottrarsi in questa fase. Anche una possibile candidata alternativa del centrodestra come la presidente del Senato Casellati avrebbe assicurato in cene riservate di essere indisponibile a manovre: «Il nostro candidato è Berlusconi».
A conferma che il «piano B» di FI oggi è solo l’iniziale del piano A, ovvero Berlusconi. Ma allora, se c’è un solo candidato in campo per il centrodestra (tanto più dopo che sia la Meloni che Salvini hanno escluso una rielezione di Mattarella), e se M5S, Pd e Leu hanno dichiarato di non poter mai votare Berlusconi, perché Salvini continua a lavorare a un tavolo «con tutti i leader per cercare una condivisione»?
Lo spiegano fonti azzurre qualificate: una cosa è eleggere Berlusconi in clima di scontro, altra è arrivarci dopo aver dato a chi non lo voterà «le giuste garanzie»: magari che alla presidenza il Cavaliere sarà attorniato da uomini graditi anche a sinistra, che non ci saranno forzature sulla giustizia, che si favorirà un cammino di conciliazione, e via discorrendo… Materie delicatissime, ma ormai sul tavolo. Perché arrivare al voto al buio è pericolosissimo.
(da il Corriere della Sera)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
LA POLITICA LA SANNO FARE
Nei confronti di un qualunque leader (in qualsivoglia ambito) confesso una personale, assoluta debolezza. Ne sono affascinato e conquistato. Un po’ perché penso in generale che – oggi più che mai – il mondo abbia bisogno di figure carismatiche, capaci di indirizzarci e guidarci. Un po’ per pura invidia: nel mio piccolo, avrei sempre voluto essere un leader, ma mi è sempre mancato il famoso “quid”.
I leader sono capaci di geniali intuizioni e arditi disegni che noi comuni mortali afferriamo, in genere, dopo che si sono realizzati, o – come più spesso accade – falliti. Sono dotati di una capacità di sintesi e di una velocità nella decisione sconosciuta alle seconde file: date in mano un problema spinosissimo, un qualunque corposo dossier ad un leader, potete essere certi che arriverà al “punto” (quello strategicamente cruciale) prima e meglio di chiunque altro.
Anche se parlerà ore intere per avvolgere in una preziosa carta regalo la decisione già presa prima di cominciare (il finto) confronto.
Se poi non credete alla loro esistenza/funzione, se ne diffidate per principio o per cultura, mettetevi alla prova con onestà in una qualunque circostanza, si tratti di una riunione di lavoro o di una serata conviviale. Vedrete che qualcuno emana una particolare luce, lo avvertirete al centro dell’attenzione anche se è (tatticamente) rintanato in un angolo, ne percepirete la presenza in un discorso, in un silenzio o in uno sguardo, non fa differenza. E capirete – per intenderci – che uno non vale uno. E meno male.
Insomma i leader esistono. In compenso sappiate che si assomigliano tutti. Con le loro marce in più e con il loro tipico tallone d’Achille, sempre lo stesso. Che è la tracotanza della hybris in agguato, difetto fatale (fatal flaw) lo definiscono i bravi sceneggiatori.
Noi, per semplificare, lo chiameremo narcisismo, utilizzando il concetto per spiegarci l’ultimo scazzo tra due leader nostrani, Massimo D’Alema e Matteo Renzi. (Sì, leader, anche se uno ha preso il 3% alle ultime elezioni e l’altro di percentuali simili viene accreditato per le prossime).
A primissima vista i due non potrebbero apparire più diversi: per età, storia, formazione. Uno comunista, l’altro democristiano.
Uno che vive nel culto della forma-partito, l’altro più incline a sfasciarli, i partiti. Uno che gode a fare l’antipatico (riuscendovi quasi sempre), l’altro ossessionato dalla ricerca della simpatia (non riuscendo quasi mai nell’obiettivo). Uno scontante per timidezza, l’altro empatico per necessità. Fine. Per quanti sforzi faccia, non riesco a trovare altre differenze sostanziali.
Sono molto più significative, invece, le somiglianze, a partire dalla dote di cui sopra. I due sono leader perché capaci di “arrivare al punto”: uno l’ho visto all’opera per decenni, l’altro meno, ma ad entrambi riconosco questa caratteristica, ignota ai più.
La politica – nel senso della techne, della strategia e della tattica, non do qui giudizi di merito – la sanno “fare”.
Si riconoscono reciprocamente questa capacità (anche sotto tortura, nessuno dei due lo ammette, ma vi assicuro che è così). Di questo godono, giudicando quasi tutti gli altri come dilettanti allo sbaraglio. Per questo colgono ogni occasione per darsi addosso, annusandosi e riconoscendosi come professionisti del ramo, unici animali di razza nel pollaio della politica.
E’ facile concludere che i due sono afflitti da una sindrome autoreferenziale e narcisistica.
E’ certamente così, e non è un caso che abbiano dato vita allo scontro di questi giorni mentre si prepara un appuntamento abbastanza cruciale per il paese, l’elezione del Presidente della Repubblica. Bisogna solo sperare che il conflitto non generi un corto circuito nel partito che è in fondo oggetto del desiderio per entrambi, e che avrà un ruolo importante nelle decisioni da prendere prossimamente.
Resta però da dire che i narcisi vanno compresi e aiutati, anche i nostri due eroi. I leader sono creature forti e fragilissime. Possiedono capacità che noi ci sogniamo, ma hanno dei vuoti da colmare. Gli umani minori possono fare molto per loro: non blandendoli, non assecondandoli, utilizzandoli – magari con una certa, bonaria sufficienza – per quello che possono dare.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
EFFETTO IMMEDIATO CON IL PAGAMENTO DELL’INDENNITA’ SOSTITUTIVA DEL PREAVVISO
A 48 ore dalla scadenza della cassa integrazione, che non è stata prorogata, arrivano le prime lettere di licenziamento collettivo per i 1.322 dipendenti dell’ormai ex compagnia aerea sardo-qatariota Air Italy.
La comunicazione, anticipata via mail ad alcuni dei lavoratori, ricorda che il 23 settembre 2021 l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per lo stop delle attività e che si è conclusa. Il licenziamento ha effetto immediato con il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso.
La conclusione di questa vertenza era stata annunciata già dal 29 dicembre, quando i rappresentanti dell’azienda non si erano presentati al tavolo con il Governo, Regioni e sindacati. Il confronto si era chiuso con un nulla di fatto e gli stessi liquidatori avevano fatto sapere al ministero del Lavoro che niente era cambiato rispetto all’ultimo incontro del 15 dicembre e che proprio per questo motivo non avevano ricevuto alcun mandato a presentarsi in videoconferenza.
Così subito dopo Capodanno sono partite le prime comunicazioni ai lavoratori che ora potranno accedere alla Naspi con un regime più favorevole visto che la nuova prestazione prevede una riduzione dell’importo non più dal quarto mese, ma dal sesto e per gli over 50 dall’ottavo mese.
La Regione Sardegna è riuscita inoltre ad accedere al Feg, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che per la vertenza Air Italy ha previsto uno stanziamento di 4,5 milioni (3,8 milioni la quota Feg, 683mila euro quella della Regione).
“Purtroppo il momento che temevamo e che abbiamo cercato di scongiurare fino alla fine è arrivato, le lettere di licenziamento dei 1400 lavoratori di Air Italy sono partite, nella totale indifferenza delle istituzioni”. Lo confermano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo chiedendo “un intervento immediato del Governo per bloccare la procedura e scongiurare così questa vera e propria tragedia sociale che si sta consumando”.
“Più volte in questi mesi – proseguono i sindacati – abbiamo chiesto un intervento decisivo per risolvere la situazione con delle proposte concrete che sono rimaste inascoltate. Con una norma in deroga alla Legge di Bilancio, infatti, si sarebbe potuto estendere la cassa integrazione a tutti i 1400 lavoratori e lavoratrici di Air Italy anche per il prossimo anno, a prescindere dalle decisioni prese dall’azienda. Continuiamo poi a ribadire l’importanza di costituire un bacino nazionale di riqualificazione e ricollocazione del personale del trasporto aereo, fondamentale per non disperdere l’enorme bagaglio di professionalità dei lavoratori non solo di Air Italy, ma di tutto il settore”.
“Siamo esterrefatti – concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – dalla completa inerzia del Governo e delle istituzioni davanti a questa drammatica situazione. Per altre aziende di altri settori si sono cercate soluzioni che hanno evitato questo dramma sociale. Per il trasporto aereo invece altrettante iniziative per salvaguardare il settore non vengono intraprese, una grave mancanza del Governo che ci sconcerta e che ci induce a pensare ad azioni di lotta che coinvolgano tutto il settore”.
(da agenzie)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
I CONTAGI CONTINUANO AD AUMENTARE
Prende il via in Israele la somministrazione della quarta dose del vaccino anti-Covid per gli over 60 e il personale sanitario.
Ad annunciarlo è stato il premier Naftali Bennet, che nella giornata di ieri ha reso noto che queste due categorie possono ricevere il siero a condizione che siano passati quattro mesi dalla somministrazione della terza dose.
Bennet ha sottolineato che, nonostante oltre 4 milioni di israeliani abbiano ricevuto tre dosi di vaccino, nei prossimi giorni si potrebbe toccare il picco dei 50 mila casi giornalieri: «L’ondata con la variante Omicron è in corso e dobbiamo proteggerci». Per il premier israeliano si tratta di un improvviso dietrofront, dato che solo qualche giorno prima aveva annunciato che la quarta dose era momentaneamente sospesa in attesa di nuovi dati.
Diversi studi, che sono stati citati anche dal Guardian, stanno dimostrando che la nuova variante Covid ha una capacità di diffusione maggiore rispetto alle altre, ma allo stesso tempo è meno mortale perché colpisce la gola invece che i polmoni. Sarebbe questo il motivo per cui Bennet si è posto l’obiettivo di «prevenire gravi malattie tra gli anziani».
Secondo i dati riportati da Reuters, nel giro degli ultimi dieci giorni i contagi in Israele sono aumentati a dismisura, portando anche ad un incremento dei casi più gravi. È proprio questa la categoria su cui Bennet vuole puntare, proprio perchè secondo quanto riportato da Haaretz il 68% dei malati gravi non risulta essere vaccinato, una percentuale che rappresenta il 31% dell’intera popolazione.
Una ulteriore problematica è legata ai tamponi, dove in questi giorni si sono venute a creare file molto lunghe nelle città di Bat Yam e Herzliya. Anche dal punto di vista delle terapie intensiva il governo israeliano sta pensando di prendere dei provvedimenti, perchè l’influenza stagionale, unita ai numerosi casi giornalieri della variante Omicron, stanno portando Nachman Ash, Ministro della Salute israeliano, ad intervenire per aumentare i posti letto.
Nash inoltre ha affermato che «con l’aumento delle infezioni da Omicron, il Paese potrebbe raggiungere l’immunità di gregge ma i numeri delle infezioni dovranno essere molto alti.
Questo è possibile, ma non vogliamo raggiungerlo per mezzo di infezioni, vogliamo che avvenga come risultato di molte persone che si vaccinano». Tuttavia anche l’immunità di gregge non rappresenta una vera e propria garanzia per quanto riguarda la via di uscita dal virus, tanto che Salman Zarka, capo della task force per il Covid ha dichiarato che «L’immunità di gregge è lungi dall’essere garantita perchè l’esperienza degli ultimi due anni ha mostrato che alcuni pazienti che hanno recuperato sono stati poi reinfettati».
Ulteriore arma di cui si sta fornendo Israele per la lotta al virus è la pillola anti-Covid di Merck, Molnupiravir, che può essere utilizzata per i pazienti Covid dai 18 anni in su. Il ministero della Salute ha già firmato un contratto di fornitura che prevede in tempi brevi la prima spedizione. Importanti novità anche per quanto riguarda l’antivirale di Pfizer, Paxlovid, che è stato autorizzato da Israele, che già lo scorso giovedì ha ricevuto migliaia di dosi.
Ingresso per stranieri dal 9 gennaio
Il governo ha poi annunciato che dal 9 gennaio gli stranieri provenienti da una lista di circa 200 Paesi arancioni, ritenuti a medio-rischio di contagio (e fra questi l’Italia), potranno di nuovo entrare in Israele. L’unica condizione è che si tratti di persone vaccinate o guariti dal Covid. Dovranno comunque sottoporsi, spiega un comunicato del ministero della sanità, ad un tampone prima della partenza e ad uno molecolare all’arrivo, e quindi attendere in isolamento l’esito negativo.
(da agenzie)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
ORMAI SONO OBBLIGATORIE SUI MEZZI PUBBLICI, NELLE SCUOLE E PER GLI EVENTI AL CHIUSO
Saranno vendute a non più di 75 centesimi l’una le mascherine Ffp2 diventate ormai obbligatorie in diverse attività.
Il prezzo sarà presto fissato in base a un accordo tra la struttura commissariale del generale Figliuolo e le associazioni di categoria dei farmacisti, dopo che nell’ultimo decreto Covid c’era stato l’impegno da parte del governo verso la calmierizzazione dei prezzi delle mascherine ad altra protezione dal Coronavirus.
Quando è obbligatorio indossarle
La mascherina Ffp2 è obbligatoria sia al chiuso che all’aperto per l’accesso a teatri, cinema, concerti, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali simili.
Ma anche in occasione degli eventi e delle competizioni sportive indoor o outdoor. Obbligatorio indossarla anche sui mezzi di trasporto pubblico locale o regionale, aerei, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale; treni interregionali, Intercity, Intercity notte e alta velocità; autobus e pullman di linea tra più di due regioni; autobus e pullman a noleggio con conducente; funivie, cabinovie e seggiovie (se usate con chiusura delle cupole paravento).
Infine, anche chi ha avuto un contatto stretto con un caso confermato positivo al Covid-19 è obbligato a portare la Ffp2.
(da agenzie)
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Gennaio 3rd, 2022 Riccardo Fucile
RICOVERI +577, TERAPIE INTENSIVE +32
Nelle ultime 24 ora in Italia sono stati registrati 68.052 contagi da Covid e e 140 morti.
Sono 445.321 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 278.654.
Il tasso di positività è sceso al 15,2%, rispetto al 21,9% di ieri. Sono 1.351 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 32 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite.
Gli ingressi giornalieri sono 103. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 12.333, ovvero 577 in più rispetto a ieri.
La regione con più casi odierni resta ancora la Lombardia, in netta crescita (+13.421), seguita da Emilia Romagna (+8.014), Toscana (+6.952), Campania (+6.653) e Veneto (6.468).
I contagi totali in Italia dall’inizio della pandemia sono 6.396.110. I guariti sono 13.379 (ieri 12.164) per un totale di 5.133.272.
Ancora in rialzo il numero degli attualmente positivi, 54.515 in più (ieri +48.744) che salgono a 1.125.052. Di questi, sono in isolamento domiciliare 1.111.368 pazienti.
(da agenzie)
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