Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IRA DEL PD: NOME GIA’ BOCCIATO… RENZI: ”SHOW INDECOROSO, SALVINI PENSA DI FARE LE AUDIZIONI PER X FACTOR”
Dopo la quarta fumata nera alle votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica, stasera Salvini ritorna ul nome dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini
Il leader leghista, che si è opposto all’ipotesi dell’attuale capo del Dis Elisabetta Belloni proporrà il suoi nomi durante il vertice del centrodestra che si terrà stasera alle 21.
Ma il Pd reagisce con durezza: “Siamo tornati al via, abbiamo già manifestato la nostra contrarietà a Frattini. Auspichiamo che questa modalità di lanciare i nomi senza confronto sia finita”, dicono le capogruppo dem, Malpezzi e Serracchiani.
E fonti riferiscono di un Letta “profondamente irritato” di fronte alla provocazione di Salvini. Anche la viceministra grillina Laura Castelli, vicina a Di Maio, avverte: “Con Frattini si spacca la maggioranza, salta tutto”.
“L’indecoroso show di chi ha scambiato l’elezione del presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare”. Lo scrive su Twitter il leader di Italia viva Matteo Renzi.
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
SEGUONO GENTILONI, BONINO E CASINI… IN FONDO CASSESE E BERLUSCONI
Innanzitutto Mario Draghi. Poi Paolo Gentiloni, Emma Bonino e Pierferdinando Casini. Sono i nomi in testa alla classifica stilata da Swg in collaborazione con “Copernicani” a proposito della figura più coesiva per ricoprire la carica di Presidente della Repubblica.
Insomma, in questo caso il metro di giudizio per stilare la lista dei candidati non è stato il semplice apprezzamento per una personalità piuttosto che un’altra, ma l’elemento della coesione o meglio di chi attiri verso di sé meno opposizione possibile.
“Per procedere a questa rilevazione abbiamo utilizzato un campione rappresentativo di 800 persone – spiega ad HuffPost Rado Fonda, head of research di Swg -. La regola del voto è quella del majority judgment, usato molto nel mondo anglosassone. Un metodo che tiene conto soprattutto della possibilità di un candidato di unire una maggioranza di persone che magari la pensano anche in maniera diversa”. Il risultato è stato possibile soprattutto attraverso un algoritmo messo a punto dai professori di “Copernicani”.
Molto in basso invece ci sono Silvio Berlusconi e il giurista Sabino Cassese. “Il risultato del Cavaliere era abbastanza prevedibile – spiega l’head of research di Swg – perché è una figura molto polarizzante. Su Cassese invece influisce il fatto di essere poco conosciuto”.
Insomma, aggiunge Fonda: “Dalla classifica emerge una richiesta di un politico moderato. L’esigenza che sentono gli elettori adesso è di moderazione”.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
SERVITORE DELLO STATO E DEI PRIVATI, I POTERI FORTI SE LO CONTENDONO… BACCHETTAVA I DPCM DI CONTE MA TACE SU QUELLI DI DRAGHI
C’era ancora la liretta e già era la carta segreta da giocare per il Colle, che gli è poi sempre sfuggito. Ma Sabino Cassese, giurista sopraffino e sempreverde, pure stavolta è dato in corsa a dispetto degli 86 anni suonati che gli consigliano, per garbo, di schermirsi: “Qualcuno ha fatto il mio nome per il Quirinale? Se lo tolgano dalla testa” ha detto, anche se, vai a sapere, con quanta sincerità.
Pochi giorni prima di spegnere le ultime candeline, ha comunque fatto intendere di essere pronto a tutto. “Ho orari da metalmeccanico. Lavoro otto ore al giorno, domeniche incluse e non faccio le vacanze”.
Insomma, il leone di sempre, come è stato fin dagli esordi in quel di Salerno, quando a 17 anni, dopo aver masticato senza problemi il liceo, aveva vinto il concorso per entrare alla Normale di Pisa stracciando i concorrenti: laurea a 21 anni per poi spiccare il volo verso lidi più ambiziosi e amicizie importanti.
Come quella con Luigi Sturzo che “tradì” per Enrico Mattei e un posto in prima classe all’Eni con uno stipendio da leccarsi i baffi per l’epoca e la giovane età.
E poi una lunga carriera universitaria, che ha affiancato al ruolo di conferenziere in mezzo mondo per cinquant’anni, per tacere dei libri scritti, ovviamente un’infinità, e del ruolo di editorialista dal Corriere della Sera in giù.
Ma è stato pure ministro della Funzione pubblica quando a Palazzo Chigi c’era Carlo Azeglio Ciampi, già suo compagno di studi a Pisa, che poi da presidente della Repubblica lo nominò nel 2005 giudice alla Corte costituzionale.
Nel mezzo, una miriade di incarichi pubblici su chiamata di Palazzo Chigi o di qualche ministero per riformare questo e quello: dalla gestione del patrimonio immobiliare pubblico alle partecipazioni statali, passando per il contrasto alla corruzione.
Ma è stato generosissimo anche con i privati e loro con lui: ha servito Olivetti, Autostrade, Assicurazioni Generali, Lottomatica, Banco di Sicilia.
Poi la Consulta e più di recente altri ruoli da civil servant: fino al 2017 è stato presidente della Scuola dei Beni Culturali e per un soffio gli è da poco sfuggita la guida della Scuola nazionale dell’Amministrazione.
Ma che importa. Chiusa una porta si potrebbe aprire un portone, e che portone: del resto, per citar le sue parole, nella vita ci vuole “culo”, “nel senso di metterlo sulla sedia applicandosi con costanza”.
E Cassese, quanto a culo, non ha pari. Per questo è sempre accreditato per il Quirinale, che di riffa o di raffa non ha mai smesso di frequentare: due dei suoi allievi più brillanti e prediletti sono il figlio del Capo dello Stato, Bernardo Giorgio Mattarella, e l’erede del presidente emerito, Giulio Napolitano.
E poi c’è Marta Cartabia, altra protegé entrata nella sua nidiata e che soddisfazione vederla prima nominare dall’allora Re Giorgio alla Consulta e oggi Guardasigilli.
Alla corte di Mario Draghi che Cassese, manco a dirlo, adora sicché ha posto fine alla deriva degli incompetenti, leggasi la masnada a cinque stelle che Giuseppe Conte si è preso in carico disonorando la pochette e, va senza dire, l’élite di cui il professore è massimo interprete.
Sarà per questo che Cassese non ha mai digerito l’ex premier, figurarsi i suoi dpcm d’emergenza con cui avrebbe umiliato la democrazia. E che importa se Draghi ha fin qui varato una tombola di decreti che il Parlamento è costretto ad approvare senza neppure il tempo di averli letti: Cassese benedice, anzi se potesse ci metterebbe la firma. Basta saper attendere: alle 9 del mattino, fa sapere, è sempre pronto in giacca e cravatta.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
PRO E CONTRO I CANDIDATI DRAGHI, CASINI, AMATO, CASSESE, BELLONI E CARTABIA
Se il gioco delle forzature con candidati di bandiera si sta rivelando impossibile in questo Parlamento e con i numeri che gli schieramenti hanno, anche le “rose” di nomi che dovrebbero essere bipartisan e di caratura istituzionale, sono piene di spine.
MARIO DRAGHI
Il premier del governo appoggiato da (quasi) tutte le forze politiche, eccetto Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, avrebbe potuto essere la prima e scontata scelta. Ma sulla sua strada non c’è solo l’ostacolo di Matteo Salvini, che non ne vuole assolutamente sapere di eleggere Draghi al Colle, ma c’è anche l’ostilità del capo dei 5Stelle, Giuseppe Conte. Sul suo nome anche il gelo di Forza Italia.
Pro sono il Pd, quella parte dei grillini che fa riferimento a Luigi Di Maio e, formidabile paradosso, Fratelli d’Italia che non ha mai detto lo avrebbe votato, però è aperturista. In realtà a remare contro Draghi è una questione non da poco: chi dopo di lui a Palazzo Chigi? Come si riuscirebbe a evitare la fine anticipata della legislatura? I primi nemici di Draghi sono quindi i peones, i parlamentari Grandi elettori che temono di andare a casa.
Il leit motiv delle ultime ore è: forse Draghi non andrà al Quirinale, ma potrà indicare chi ci va.
PIER FERDINANDO CASINI
E’ il candidato “totus politicus”, come lui stesso ha rimarcato con un post social in cui raccontava la passione per la politica. “La politica è la mia vita”, ha scritto. Il principale sponsor di Casini è Matteo Renzi, che ha “lavorato” per la sua candidatura, tessendo una tela con il centrodestra e con Enrico Letta.
A favore sono quindi Italia Viva, i centristi. Per il Pd sarebbe una scelta obbligata se non ci fossero altre schiarite, ma non è la prima opzione.
Contrarietà forte è quella di Giorgia Meloni che lo giudica un ”trasformista” per le diverse casacche politiche indossate nel tempo. Contro anche Matteo Salvini. No dei 5Stelle, corrente Di Maio soprattutto.
GIULIANO AMATO
Mai nome è circolato tanto per il Colle negli ultimi quindici anni come il suo. Giudice costituzionale, se non sarà il nuovo capo dello Stato, dovrebbe essere eletto presidente della Consulta. Due volte premier, ministro per le Riforme istituzionali, del Tesoro con D’Alema premier, e dell’Interno con Prodi, è stato nel 2015 il nome che Silvio Berlusconi avrebbe voluto al posto di Sergio Mattarella.
A favore Forza Italia, non contrario il Pd i Letta. Contro la Lega, Fratelli d’Italia e i 5Stelle.
SABINO CASSESE
E’ la personalità super partes, presidente emerito della Consulta, accreditato nelle ultime ore tra i papabili. Nessuna forza politica nega che sia di altissimo profilo. Il Pd ne valorizza il passato come ministro del governo Ciampi, a Fratelli d’Italia piace la sua apertura sulla riforma istituzionale in senso presidenziale, Forza Italia non ha ostilità.
Contro sono i 5Stelle. Durante il governo Conte furono feroci le sue critiche all’uso dei Dpcm da parte del premier.
ELISABETTA BELLONI
E’ la donna dei primati: prima donna a dirigere il Dipartimento per l’informazione e la sicurezza, ovvero ai vertici dell’Intelligence, prima donna a guidare l’Unità di crisi della Farnesina, prima donna a dirigere la Cooperazione allo sviluppo e primo capo di gabinetto del ministro degli Esteri. Ha relazioni internazionali e capacità di gestione che da Salvini a Meloni a Letta e Conte le vengono riconosciute. Ma per i Grandi elettori peones, che sono poi quelli che fanno la differenza, è una figura con scarsa popolarità.
La contrarietà è trasversale e riguarda il ruolo nell’Intelligence e il fatto che se eletta, sarebbero due “tecnici” ai vertici dello Stato: Belloni al Colle e Draghi a Palazzo Chigi.
MARTA CARTABIA
E’ la Guardasigilli, prima donna presidente emerita della Corte costituzionale, su cui assai poco c’è da eccepire. Va bene a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, ai garantisti come +Europa e Azione, ai renziani e certamente al Pd. Non scalda il cuore dei Grandi elettori però, e le rimproverano di avere assai poco esperienza politica.
Contro ha i 5Stelle che le imputano di avere scardinato la riforma del “loro” ministro Alfonso Bonafede sulla prescrizione.
(da La Repubblica)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
CALANO I TAMPONI, ANCORA 7,8 MILIONI DI ITALIANI SENZA NEANCHE UNA DOSE
I dati di Gimbe evidenziano la lenta ma progressiva discesa dei casi settimanli. Infatti dopo 13 settimane consecutive di crescita, praticamente da metà ottobre, oggi si evidenzia una flessione del 3.7% rispetto alla scorsa settimana.
Lo riferisce Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Nella settimana 19-25 gennaio si segnala però anche un crollo del 30,9% dei vaccinati con prima dose (355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente). Nello stesso periodo calano inoltre i tamponi (-4,5%) e aumentano i decessi dell’11,2%. In 51 province l’incidenza è di oltre duemila casi su centomila abitanti.
Ancora 7,8 milioni senza nemmeno una dose
Sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,58 milioni nella fascia 5-11 anni e 724mila della fascia 12-19, che “influenzano la sicurezza delle scuole”.
Gli over 50 non vaccinati
Nonostante l’introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957, il 25,6% in meno rispetto alla settimana precedente. In tutto sono due milioni gli ultracinquantenni senza neanche una dose di vaccino. La Fondazione parla di “vero tallone d’Achille che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva”.
Il 29,3% dei bambini 5-11 anni con almeno una dose
Al 26 gennaio, 1.076.537 bambini tra i 5 e gli 11 anni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid (332.517 hanno completato il ciclo). Il tasso di copertura nazionale si attesta al 29,3%, ma con nette differenze regionali (dal 16,4% delle Marche al 47,2% della Puglia).
Aumentano i decessi
Dai dati Gimbe emerge inoltre un aumento dei decessi negli ultimi 7 giorni: sono +11,2%. In termini numerici si parla di 2.519 morti, di cui 141 riferiti a periodi precedenti. In aumento anche il numero delle persone in isolamento domiciliare: 2.667.534, il 5% in più rispetto alla settimana precedente.
Calano i tamponi
Dopo l’impennata delle settimane passate, negli ultimi sette giorni cala del 4,5% il numero dei tamponi totali effettuati in Italia, passati da 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio a 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio.
La diminuzione riguarda sia i tamponi rapidi (-67.898, pari a -1,2%) sia quelli molecolari (-276.901, pari a -13,9%). La media mobile a sette giorni del tasso di positività ai molecolari torna però a salire (dal 21,3% al 22,9%), mentre rimane stabile (dal 14,4% al 14,3%) quello dei rapidi.
Ricoveri, +589 ricoveri area medica e -24 in intensiva
Le ospedalizzazioni viaggiano su doppio binario: +589 pazienti in area medica, -24 in terapia intensiva. In termini percentuali, i ricoveri in intensiva segnano -1,4%, mentre in ara medica la percentuale è del +3%.
“Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – dove i posti letto occupati da pazienti Covid in area medica aumentano, seppur più lentamente (+3% rispetto alla settimana precedente), mentre si registra una lieve flessione in terapia intensiva (-1,4% rispetto alla settimana precedente)”.
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
INSULTI AGLI AGENTI A TORINO… GOVERNO INCAPACE DI APPLICARE LA LEGGE PERCHE’ QUALCUNO LI PROTEGGE
Camicie a righe stese a terra a Perugia, simili a quelle dei deportati nei campi di concentramento. Le bandiere d’Israele sventolate in strada a Torino con la scritta a pennarello “1938-2022”, l’anno dell’entrata delle leggi razziali e oggi.
I volantini diffusi davanti alle scuole, sempre in Piemonte, in cui si fanno paralleli tra il Ventennio e il Green Pass.
O il cartello che paragona le discriminazioni e lo sterminio degli ebrei alle norme anti Covid a Sesto Fiorentino. E, ancora, a Belluno le stelle di David accanto al Qr Code.
L’ultimo oltraggio dei No Vax si consuma nel Giorno della Memoria. I contrari al vaccino e al Certificato verde si sono appropriati, ancora una volta, in piazza, sui social e nelle chat dei simboli, dei temi, delle parole d’ordine di ricordo dei perseguitati dal nazismo.
Provocazioni dal sapore antisemita giudicate “inaccettabili”. La ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, ha invitato tutti “a non abbassare la guardia”.
E molte sono state le reazioni sdegnate: “È una vergogna l’uso distorto della memoria” da parte dei No Vax che paragonano le norme anti-Covid e il Green Pass ai regimi totalitari, dice Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, che aggiunge: “Non discernere l’orrore dei campi di sterminio da una campagna vaccinale che salva vite umane è una follia. È una vergogna che ci costringe a fare ancora di più per rendere la memoria storica patrimonio di tutti”.
ATorino insulti No Vax ai poliziotti schierati: “Gentaglia senza dignità, in Romania vi farebbero un c… così”
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
SUL CANALE TELEGRAM BASTA DITTATURA PUBBLICATI I DATI DEL VICE-MINISTRO… SOLO IN ITALIA A CERTI CRIMINALI E’ PERMESSO DI CIRCOLARE ANCORA A PIEDE LIBERO
«Inviateci poi registrazioni audio/video per fa divertire anche gli altri». È questo il commento che sul gruppo Telegram Basta Dittatura Ufficiale accompagna la scheda dedicata al viceministro all Salute Pierpaolo Sileri.
Una scheda in cui si trovano tutti i suoi dati personali: numero di telefono, indirizzo di casa e mail. Nel messaggio si legge anche, tutto in maiuscolo: «Pierpaolo Sileri, viceministro Sanità. Me**a criminale. Sapete cosa fargli».
Nello stesso gruppo erano già stati caricati dati personali e indirizzi di casa di Mario Draghi, Fabrizio Pregliasco e Matteo Bassetti.
Sileri, parlando con l’agenzia stampa Agi, ha spiegato che il suo smartphone è stato riempito di messaggi: «In questo momento mi arrivano i seguenti messaggi: ‘Via aspetta una nuova Norimberga’, ‘vergognatevi’, ‘vi aspettiamo’.
Inoltre mi stanno tempestando di telefonate da numero anonimo. Forse sarò costretto a spegnere il telefono e, nel giorno dell’elezione del presidente della Repubblica è forse un dato positivo».
Sileri ha detto anche che i responsabili di queste minacce verranno tutti denunciati: «Sui social gira anche una vignetta di me impiccato. Questo signore, che l’ha anche firmata, sarà denunciato. Ricevo minacce da aprile 2020».
La sua preoccupazione ora, dice sempre all’Agi, non è tanto per i medici diventati noti in questi anni ma per tutti gli altri: «Sono meno conosciuti, vengono minacciati continuamente e hanno meno visibilità».
Gian Luca Gregis detto Il Greg è una delle voci più note nella galassia No vax. Attivo da tempo nella disinformazione sul Coronavirus, ha un gruppo Telegram da oltre 22 mila iscritti. Qui alle 20.51 di ieri sera ha pubblicato un video in cui invitava i suoi follower a una caccia all’uomo contro Sileri.
Nel video le minacce de Il Greg sono esplicite: «Sileri ha detto che faranno di tutto per rendere la vita difficile ai No vax. Queste sono minacce. Questo è incitamento all’odio. Dovrebbe esserci da oggi una caccia all’uomo. Andare a cercare Sileri e chiedergli spiegazioni. E se non vi piace la risposta voi gli rendete la vita difficile. Gli spezzate la colonna vertebrale. Gli staccate tutte e due le braccia, così va a giocare a ping pong con la bocca. Rendetegli la vita difficile».
L’orario di pubblicazione del video è antecedente al post di Basta Dittatura con il numero di telefono del viceministro. Che la condivisione di questi dati personali sia partita facendo seguito alle indicazioni di Gregis? Il video, visto da 13 mila utenti, ha ricevuto un centinaio di commenti: «Sileri va scuoiato vivo», «Più che caccia all’uomo è caccia al porco» e ancora «Quanto mi piacerebbe rapire quel maiale e torturarlo selvaggiamente per settimane».
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IL GIORNALE DI VICENZA PUBBLICA LA FOTO PER ERRORE
Un fotomontaggio che circolava in maniera virale sui social network e che ha ingannato l’occhio di chi ha impaginato l’edizione odierna del Giornale di Vicenza.
Il quotidiano del 27 gennaio è andato in edicola con una foto di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, immortalato mentre esprimeva la sua preferenza a Montecitorio per l’elezione del presidente della Repubblica.
Tuttavia, nelle immagini, invece di inserire la scheda nell’urna (dalla forma caratteristica), viene mostrato Zaia nell’atto di inserire la scheda in una damigiana.
Il classico meme utilizzato sui social network che, per una svista, Il Giornale di Vicenza ha proposto ai suoi lettori come vero (non c’era alcuna didascalia che spiegasse la goliardia dietro a quel fotomontaggio).
Tant’è che, nell’edizione online della testata locale, sono comparse delle scuse ufficiali: è stato pubblicato un articolo dal titolo Una foto pubblicata per errore.
«È un errore che non ha giustificazioni – si legge nella breve nota esplicativa -. Ci scusiamo con il presidente del Veneto, con i lettori e con l’autrice del servizio, Roberta Labruna, che non ha alcuna responsabilità per la pubblicazione di una foto che non sarebbe mai dovuta arrivare in pagina».
Un problema non da poco: Il Giornale di Vicenza è una fonte di notizie molto stimata nella provincia veneta e l’errore non gli rende giustizia. Tuttavia, bisogna riconoscere la trasparenza nell’ammettere l’errore e nel dichiararlo di fronte ai propri lettori.
(da agenzie)
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Gennaio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IL SERVIZIO DI ZONA BIANCA LO METTE ALLE STRETTE
È andato particolarmente in difficoltà Diego Fusaro nel corso della puntata di ieri sera di Zona Bianca su Rete4: un servizio realizzato sotto mentite spoglie dall’inviata della trasmissione Sonia Bedeschi ha mostrato le falle nell’organizzazione di un evento che lo scorso 21 gennaio ha visto protagonista il turbofilosofo, che presentava il suo ultimo libro in un ristorante non meglio specificato.
Per accedere sarebbe dunque obbligatorio esibire il Super Green Pass, alla giornalista impegnata per Giuseppe Brindisi e al suo accompagnatore non viene richiesto.
Inoltre, entrambi versano una quota da 35 euro in nero, senza ricevere fattura né scontrino, prima di essere ammessi nel locale.
All’interno li aspetta un posto con il loro nome, e un convegno di filosofia, religione e turbosupercazzole tenuto da Fusaro.
L’iter per arrivare a sedere di fronte al “filosofo” è stato altrettanto losco: un messaggio Whatsapp avvisava la giornalista che la serata si sarebbe tenuta il 21 gennaio “ma nome e indirizzo della location verranno comunicati il giorno stesso”. Poi un’altra comunicazione: “Chiaro che il titolare del ristorante controllerà i Green Pass all’ingresso. Chiaro anche che non chiederà la carta d’identità abbinata…”.
Un modo per sottintendere che si potesse accedere con il certificato di qualcun altro?
Al rientro in studio, Fusaro viene messo alle strette dal conduttore Brindisi e dagli ospiti. “Come mai tutte queste irregolarità?”, gli viene chiesto.
“Dovete chiederlo agli organizzatori, io ho semplicemente parlato di filosofia. Se si organizza una serata a casa non è richiesta la tessera verde, se la si fa in un locale pubblico allora sì”.
Più volte incalzato dai presenti, che gli hanno chiesto se si dissociasse da quanto visto nel servizio, Fusaro ha risposto: “Io sono dissociato nel momento in cui non sono associato. Non sono io che devo controllare. Ho ricevuto un regolare rimborso spese”. Lapidario – e adirato – il commento di Cecchi Paone: “Allora se li scelga meglio i collaboratori, esiste una cosa chiamata etica”.
(da NetQuotidiano)
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