Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
NON SGRADITA AL PD E A PARTE DI FORZA ITALIA E DEL M5S
Gira di tutto in queste ore. Ecco perché qualsiasi scenario va preso con le pinze.
C’è però un signore che viene evocato da tutti: gialli, rossi, verdi, azzurri. Si chiama Pier Ferdinando Casini, classe ’55, bolognese, cresciuto alla scuola democristiana di Arnaldo Forlani, in Parlamento da circa 40 anni, prima con la Balena Bianca, poi con il cespuglio Ccd ancorato nel centrodestra berlusconiano, infine da indipendente eletto con il Pd. Casini è più che silente, scomparso dai radar, si tiene a debita da distanza da tutti.
Tuttavia deputati e senatori di ogni ordine e grado assicurano: «Pier è in campo». Per il Quirinale? Certamente, potendo vantare nel lungo curriculum l’esperienza da presidente della Camera, carica istituzionale che è sempre stata premiante per la corsa al Colle.
Casini è un’opzione caldeggiata da Matteo Renzi, non disprezzata dal Pd che lo ha comunque candidato nel 2018 nel collegio di Bologna, tutto sommato gradita a Matteo Salvini, presa in considerazione dai molteplici parlamentari dei 5Stelle che non saranno ricandidati o che non saranno eletti.
E infine auspicata da quel pezzo di Forza Italia che non desidera morire sovranista. Eppure non c’è solo il Quirinale. C’è infatti un altro scenario che sta prendendo forma nelle ultimissime ore: se Draghi andasse al Quirinale Casini potrebbe essere indicato dalla politica come presidente del Consiglio. L’allievo di Forlani conosce il Parlamento, non lo snobberebbe, come alcuni accusano Draghi.
Oltretutto avrebbe le caratteristiche per tenere insieme una maggioranza larga e riottosa che sarebbe più concentrata sulla campagna elettorale – amministrative, referendum sulla giustizia, regionali in Sicilia – che sull’azione di governo. «Chi si metterebbe a dire di no o a fare i capricci con uno come Pier?». Uno scenario che arricchirebbe il lungo cv di Pierfurby che a quel punto avrebbe garantito un altro giro in Senato e sarebbe in pole position fra sette anni per il Colle. Why not?
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
POTRANNO VOTARE MA CON REGOLE PRECISE
Secondo quanto stabilito dal decreto approvato ieri dal governo, i grandi elettori positivi al Covid – che al momento sarebbero circa 35 – potranno uscire dall’isolamento soltanto per votare e dovranno indicare una casa a Roma o un Covid hotel dove tornare in quarantena dopo ogni scrutinio.
La Camera dovrà comunicare al prefetto la fascia oraria in cui i positivi saranno chiamati a votare nel drive-in allestito all’esterno di Montecitorio.
I questori della Camera hanno già indicato le modalità per chiedere le procedure speciali di voto.
Una mail dovrà essere inviata entro le 17 di domani o alla vigilia di ciascuna successiva votazione, per chi si scoprisse positivo in un secondo momento.
Alla mail dovrà essere allegata una liberatoria in cui si accetta di rendere nota la propria condizione sanitaria.
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
LE REGOLE PER I GRANDI ELETTORI POSITIVI
Quirinale, Paragone: «Ho il Covid, non so se lunedì voterò». Le regole per i grandi
Gianluigi Paragone, positivo al Covid, ha detto che il 24 gennaio potrebbe non essere a Roma a votare per il presidente della Repubblica.
«Non ho alcun sintomo. Me ne sono accorto giovedì scorso con un tampone molecolare perché il 15 gennaio ero alla manifestazione con il professor Luc Montagnier», ha detto l’ex Movimento 5 Stelle, ora esponente di Italexit.
«Non ho ancora deciso se andrò a votare. Potrei farlo, tanto mi metto in macchina e arrivo a Roma ma noto che non c’è linearità e chiarezza su questo».
Paragone, noto per le sue posizioni No vax, ha aggiunto: «Noto che da sano e senza vaccino non posso entrare in molti posti e rischio di non poter andare in Parlamento se da metà febbraio servirà il Super Green pass per l’accesso. Invece, da malato posso votare».
(da Open)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
IL NEONATO E’ IN BUONE CONDIZIONI
Una 28enne, positiva al Coronavirus e non vaccinata, è morta al Policlinico Umberto I di Roma una settimana dopo il parto. Il bambino, nato prematuro, è venuto alla luce con un parto cesareo d’urgenza. Non è mai stato positivo ed è in buone condizioni.
Il Corriere della Sera racconta oggi che la ragazza, residente ad Aprilia, in provincia di Latina, è morta alle 4 di giovedì notte per le complicazioni di Covid-19.
Non era vaccinata, non aveva voluto ricevere l’iniezione per il timore che potesse avere conseguenze sul feto. «Non certo per ignoranza o per estremismo No vax — dice Francesco Pugliese, direttore del Dipartimento emergenza e accettazione dell’Umberto I — aveva deciso di non vaccinarsi perché era preoccupata. Una scelta che ha portato avanti per tutto il periodo di gestazione».
La ragazza ha accusato i primi sintomi a fine dicembre. Il 7 gennaio si è presentata al pronto soccorso. Poi è passata in terapia sub-intensiva con diagnosi di polmonite bilaterale. Il 13 gennaio si è verificato un peggioramento.
La paziente è stata trasferita in sala operatoria per il cesareo d’urgenza. Lei è finita in rianimazione Covid con ventilazione meccanica. Il bambino è finito invece in terapia intensiva per distress respiratorio. Due giorni dopo lei è stata attaccata alle macchine Ecmo per l’ossigenazione extracorporea. Giovedì notte è morta.
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
DURANTE IL RICOVERO SI ERA STRAPPATO IL CASCO DELL’OSSIGENO
È successo in un ospedale di Latina, dove il giovane era stato portato con una grave insufficienza respiratoria. Anche il padre, anche lui non vaccinato, è in gravi condizioni
Non ce l’ha fatta ed è morto a 28 anni un ragazzo di Terracina, non vaccinato, che era giunto al pronto soccorso della sua città il 16 gennaio scorso. Il giovane aveva un’insufficienza respiratoria grave causata dal Covid: trasferito il 17 gennaio all’ospedale Goretti di Latina nel reparto di terapia intensiva, a seguito di un ulteriore aggravamento delle sue condizioni di salute, è deceduto.
A comunicarlo oggi è l’Asl di Latina. «Quando il giovane di 28 anni, convinto No vax, è arrivato all’ospedale di Terracina aveva già bisogno del casco, era in condizioni critiche. Se lo era strappato via ma i medici ci hanno parlato e lo hanno convinto a rimetterlo», ha raccontato la direttrice generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli. Anche il padre del giovane, 55 anni e non vaccinato, è attualmente ricoverato in gravi condizioni ed è intubato. «Quando i No vax arrivano in ospedale non sono ai primi sintomi, arrivano già in gravi condizioni perché c’è la negazione della malattia. È fondamentale vaccinarsi e recarsi in ospedale ai primi sintomi senza aspettare troppo a lungo», ha aggiunto Cavalli. Questo, invece, il commento dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato: «Il Covid colpisce duramente anche i giovani. È importante fare la vaccinazione, è troppo pericoloso».
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
“RINUNCIO PER RESPONSABILITA’ NAZIONALE ANCHE SE AVEVO I NUMERI, DRAGHI RESTI PREMIER“
È ufficiale: Silvio Berlusconi si ritira dalla corsa per il Quirinale.
L’annuncio, però, il leader di Forza Italia non lo ha dato in prima persona. Lo ha fatto per lui la fedelissima Licia Ronzulli, senatrice di Fi, collegata da remoto accanto ad Antonio Tajani (connessi entrambi dal pc di Berlusconi): insieme, i due hanno partecipato al vertice di centrodestra che si è svolto via Zoom.
“Faremo una proposta condivisa col centrodestra in grado di avere il massimo consenso possibile”, ha detto Ronzulli agli alleati di Lega e Fratelli d’Italia.
Nel messaggio letto sempre da Ronzulli, si ribadisce la linea del partito: Mario Draghi deve restare a Palazzo Chigi, alla guida del governo. Non solo: Berlusconi fa sapere di aver verificato l’esistenza dei consensi per una sua eventuale corsa al Quirinale, ha ringraziato chi lo ha supportato e ha ribadito di aver servito il Paese.
Passo indietro, dunque, e rinuncia.
Le reazioni di Salvini e Meloni
“Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all’Italia e al centrodestra, che ora avra’ l’onore e la responsabilita’ di avanzare le sue proposte senza piu’ veti dalla sinistra”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, dopo la decisione del Cavaliere di ritirarsi dalla corsa alla presidenza della Repubblica.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sottolinea durante il vertice: “La cosa più importante è l’unità della coalizione. Abbiamo fatto un gesto di generosità per quest’unità. Diciamo no a Draghi no al quirinale”.
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
ANCHE GHISLERI E PAGNONCELLI CONCORDANO
Ieri un sondaggio di YouTrend/Quorum per Sky Tg 24 ha sentenziato che gli italiani per il Quirinale preferiscono un Mattarella bis o l’approdo di Mario Draghi.
Oggi altre due rilevazioni incoronano l’attuale inquilino del Colle e il presidente del Consiglio in carica.
Quello di Nando Pagnoncelli di Ipsos, pubblicato dal Corriere della Sera, esclude l’attuale inquilino presidente in carica.
La classifica vede in testa Draghi con il 18%, seguito da Marta Cartabia con il 12% e Paolo Gentiloni, Elisabetta Casellati e Silvio Berlusconi con l’11. Seguono, staccati, Pierferdinando Casini e Letizia Moratti con l’8% e Giuliano Amato con il 7%. Secondo la rilevazione di Pagnoncelli Draghi prevale tra le forze del centrosinistra, i leghisti, gli elettori M5s e gli astensionisti. Forza Italia preferisce Berlusconi mentre Fdi vuole Cartabia.
La rilevazione di Alessandra Ghisleri per Euromedia Research su La Stampa invece vede la preferenza per Sergio Mattarella (14,7%) per almeno altri due anni con Draghi presidente del Consiglio. Draghi è al secondo posto mentre Silvio Berlusconi è all’11,3% seguito da Marta Cartabia (6%), Paolo Gentiloni (5,1%) e la presidente del Senato Elisabetta Casellati (4,7%). Chiudono la classifica Letizia Moratti e Rosy Bindi al 3,8%.
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
LA PAURA DEL FLOP E L’OMBRA DI DRAGHI
Una ritirata onorevole è sempre meglio di una disonorevole sconfitta.
Per questo Silvio Berlusconi pensa di fare un passo indietro dalla corsa per il Quirinale. E nel vertice di centrodestra, slittato alle 18, lo annuncerà a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La riunione si terrà via Zoom: Berlusconi parteciperà dai suoi uffici di Arcore.
Alle 16.30, sempre da remoto, l’ex premier farà un punto con i ministri e sottosegretari e i dirigenti di Forza Italia.
La resa del Cavaliere arriva dopo che anche i suoi fedelissimi hanno cominciato a gettare la spugna: i voti necessari per eleggerlo presidente della Repubblica non ci sono. Ovvero l’esatto contrario di quello che ha fatto trapelare ieri: «Ho numeri buoni». Chi ha partecipato all’incontro a Villa San Martino, descritto come una vera e proprio war room, assicura che l’ex premier non abbia ancora del tutto abbandonato l’idea di tentare il blitz in Aula.
I numeri che mancan
Ma c’è un problema. Le procedure per l’elezione dell’inquilino del Quirinale prevedono le prime tre votazioni con un quorum altissimo. Quel numero di voti il Cavaliere sa di non poterlo raggiungere. Se c’è una speranza, questa arriva soltanto alla quarta votazione, quando il quorum si abbassa. Ma Berlusconi deve sciogliere la riserva oggi e il suo nome verrebbe presentato da subito.
Scatenando così dal primo momento la conta dei voti e quella dei franchi tiratori. E l’ex premier rischierebbe un affossamento in Aula che sarebbe inglorioso per lui.
Per questo, racconta oggi un retroscena del Corriere della Sera, sta valutando il ritiro: «Mi prendo ancora qualche ora per decidere».
In teoria, spiega il quotidiano, se tutto andasse per il verso giusto i fatidici 505 voti necessari ci sarebbero, ma «il rischio è enorme», gli hanno spiegato gli amici di una vita. Perché «non ci sono accordi con gruppi politici, ma solo rassicurazioni da parte di singoli». Che «oggi ti dicono che ti votano, domani chissà?».
La Stampa invece fa sapere che il Cavaliere ha provato a rinviare questo momento il più possibile, fermando sul nascere anche gli incontri tra capigruppo decisi nell’ultimo vertice. L’idea originaria era di arrivare in Aula a carte coperte, una prospettiva giudicata spericolata da Lega e Fratelli d’Italia.
Perché porterebbe proprio a quel rischio-disastro sulla candidatura. E alla poca agibilità politica di eventuali altri nomi. Il quotidiano aggiunge un altro indizio che porta al passo indietro: per la prima volta Berlusconi ha accettato di parlare di candidature alternative.
Il fondatore di Forza Italia è disposto a valutare una rosa di nomi di alleati che potrebbero piacergli. Per questo l’idea è che alla fine del vertice di oggi il centrodestra potrebbe fare una proposta. In teoria per cercare un consenso vasto, ma più probabilmente per trovare un nome da spendere per le prime tre votazioni. E aprire successivamente la negoziazione con gli avversari. Il leader della Lega sta spingendo forte su Letizia Moratti e Marcello Pera.
Pera non pare raccogliere l’interesse del Cavaliere. Così come Pierferdinando Casini, che la stessa Lega non vuole includere tra le proprie opzioni. Non è convincente invece l’ipotesi di Giuliano Amato (sette anni fa il candidato di Berlusconi) né quella di Gianni Letta. Meglio, molto meglio Elisabetta Casellati. Che però non piace invece al resto del Parlamento.
In questo marasma, da segnalare però il cauto ottimismo di Fratelli d’Italia. Fonti del partito di Meloni citate dall’agenzia di stampa Ansa ricordano che mancano molti giorni e che, in ogni elezione per il Colle, le decisioni importanti si prendono solo alla fine. Per cui sarebbe un errore dare per sbarrata definitivamente la strada a favore di Mario Draghi, che è l’uomo che potrebbe sparigliare da subito.
FdI confida che Berlusconi possa anche cambiare idea, nel momento in cui si rendesse conto che sull’ex presidente della Bce è possibile chiudere.
(da agenzie)
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Gennaio 22nd, 2022 Riccardo Fucile
PER I VACCINATI IL TASSO SCENDE A 0,8
Il tasso per le persone ricoverate in terapia intensiva è 31,3 ogni 100mila per i non vaccinati mentre è 0,8 ogni 100mila per vaccinati booster, ovvero 39,1 volte superiore. Lo rende noto l’Istituto Superiore di Sanità nel report sull’andamento dell’epidemia di Covid in Italia.
Il tasso dei decessi per le persone non vaccinate è pari a 52,9 ogni 100mila. Quello dei vaccinati con ciclo completo e dose booster è 1,6. L’indice di rischio rispetto ai due valori di riferimento è 33,1.
Tra i 90 e 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una diminuzione dell’efficacia nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. Si osserva infatti un’efficacia in tutta la popolazione con ciclo completo da 91 a 120 giorni pari al 53,2%, che scende al 34,7% oltre i 120 giorni. L’efficacia, però, risale nei soggetti vaccinati con la dose aggiuntiva/booster (66,7%) a livelli simili rispetto a quelli osservati nei soggetti che hanno completato il ciclo entro 90 giorni (66,1%). Nel caso di malattia severa, l’efficacia fra vaccinati con ciclo completo da oltre 90 giorni, tra i 91 e 120 e oltre i 120 giorni si mantiene elevata, rispettivamente pari rispettivamente a 94,9%, 93,1% e 88,6%. Come nel caso delle diagnosi, l’efficacia risale nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster a un livello (97,5%).
Dall’inizio dell’epidemia al 12 gennaio, nella fascia in età scolare sotto i 19 anni, sono stati segnalati 1.698.273 nuovi casi Covid, di cui 11.573 ospedalizzazioni, 291 ricoveri in terapia intensiva e 38 deceduti. In crescita nell’ultima settimana, la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (24% vs 20% rilevato nella settimana precedente), verosimilmente per la riapertura delle scuole e la maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche. Nell’ultima settimana il 13% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 38% nella fascia d’età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni.
Rallenta la crescita del tasso di incidenza nelle fasce 12-15 e 16-19 anni, mentre risultano in aumento i casi diagnosticati per 100.000 abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni. Sebbene il dato non sia ancora da considerarsi come consolidato, nell’ultima settimana sembra rilevabile una diminuzione del tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce di età 0-19 anni.
Reinfezione: probabilità più alta nei non vaccinati
Dal 24 agosto scorso al 9 gennaio 2022 sono stati segnalati 108.886 casi di reinfezioni, pari a 2,7% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,2%) sul totale dei casi segnalati risulta stabile rispetto alla settimana precedente (3,4%). La probabilità di reifettarsi con il virus Sars-CoV-2 è più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione. Questo quanto emerge dal Report esteso dell’Istituto superiore di sanità (Iss) pubblicato oggi che integra il monitoraggio settimanale sul Covid.
(da agenzie)
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