Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
LO SMARCAMENTO DI SALVINI, I DUBBI DI BERLUSCONI; TUTTI SI SENTONO REGISTI DELLA QUARTA VOTAZIONE. E DRAGHI…
È chiaro che la domanda è una sola: quale e quando sarà il “piano b”. E se Silvio Berlusconi ripete che “non c’è, c’è solo un piano a”, è anche vero che, per la prima volta, ad Arcore, hanno registrato il dubbio “perché sente che, se cade in Aula, a quel punto gli sfugge di mano”.
Forse anche perché le parole di Salvini alludono, neanche tanto implicitamente, proprio al “piano b”. In quel “la Lega farà una proposta convincente la prossima settimana” non è difficile vedere che l’attuale di proposta non è convincente.
E a poco valgono le rassicurazioni affidate agli spin e al messaggio di una “lunga e cordiale telefonata” tra i due. Anche le creature sanno che la cordialità vera si pratica, non si ostenta, e si ostenta quando c’è sospetto.
Diciamola tutta: questa storia dei numeri, da verificare in un vertice giovedì, su cui tutti sono a lavoro, è una evidente ammuina.
I numeri non ci sono, pallottoliere canta. Ammesso che riuscisse a fare il pieno, il Cavaliere è a quota 460.
Ma è il segreto di pulcinella che non saranno mai tali: “Prendi Coraggio Italia – dice uno di loro – Toti, Quagliariello, Lupi sono sicuri, ma basta che ti giri attorno e almeno dieci non lo votano”. E lo stesso vale per gli altri.
Né si respira l’aria di chissà quale mobilitazione – ambasciatori, incontri, sherpa, pontieri – attorno alla candidatura di Berlusconi: “È tutto molto casuale – racconta un partecipante all’ultimo vertice – non c’è una regia. Quelli del Pd provano a capire il piano b, e a loro volta hanno il loro, quelli del misto vogliono rassicurazioni sulla durata della legislatura, e così via”.
E qui c’è il primo intoppo, perché il mite Enrico Letta una zeppa l’ha messa. Si è capito che, con Berlusconi al Colle, si va dritti al voto, e dunque è venuta meno un’arma di persuasione sui parlamentari. Proprio quella usata dal Cavaliere per stoppare Draghi.
“Se vuoi ti sosteniamo, ma i numeri…” è quel che dirà Salvini al vertice di giovedì, sperando in un passo indietro, come scelta autonoma, che non ha la forza di chiedere apertamente: “A noi arrivano segnali che sta lavorando in tal senso”, dicono ai piani alti del Nazareno. Per fare cosa però, non è dato saperlo, anche se in parecchi, oggi, hanno visto nell’incrocio tra le parole del leader della Lega e quelle di Renzi (“il centrodestra offra una rosa”) un’apertura sul nome di Casini o di Letizia Moratti.
Ed è questa la sostanza del dubbio del Cavaliere: “Chi dà le carte se Berlusconi cade in Aula?”.
I più colti argomentano pure che, noi perfidi cronisti, la stiamo facendo troppo facile con questo gioco a somma zero su Berlusconi: anche Fanfani, sei volte presidente del Consiglio, cinque volte presidente del Senato, due volte segretario della Dc, undici volte ministro, detto “il rieccolo” quattrocento e passa voti al Quirinale non li ha mai presi, e ci ha provato più di una volta, tra un incarico e l’altro. Perché Berlusconi non può essere, anche da sconfitto, colui che, rieccolo, fa il nome giusto? Il kingmaker, parola tra le più abusate in questo Quirinale 2022.
E ci risiamo, tra “un piano a” traballante e più “piani b” confliggenti. In cui sono tutti aspiranti kingmaker della quarta votazione, non riuscendoci alla prima, alla seconda e alla terza. Salvini che vuole giocare la carta di un altro nome di centrodestra, Gianni Letta aspetta tutti al varco per Draghi.
È quello il momento in cui il calcio berlusconiano rischia quello che Giancarlo Giorgetti chiama “il contropiede”: “Lì – dice un colonnello salviniano – entrano in campo pure gli altri, cioè i due Letta, Gianni ed Enrico, Giancarlo, la pressione ambientale e può partire l’onda su Draghi”.
E infatti Renzi lo ha capito, e chiede i nomi ora, perché il caos di un Parlamento imballato porta a Draghi, opinione piuttosto diffusa nel Palazzo. E il caos, di cui ci sono tutti i presupposti oggi, diventa, per default, il vero kingmaker per cui sembrano lavorare, a loro insaputa, gli aspiranti kingmaker dell’oggi.
Ma la rosa più viene chiesta più appassisce. Raccontano a corte che è ad esempio il petalo della Casellati, da quando girano certe voci, sfiorito agli occhi di Berlusconi.
E pure Gianni Letta è marcato a vista: il sole, pur di far diventare tale la sua ombra, piuttosto indica il diavolo. La somiglianza del racconto con quel che accadde un anno fa è impressionante: la politica incapace di trovare una quadra sul governo, ma allora c’era un elemento demiurgico, il capo dello Stato.
Qui la crisi investe la scelta del demiurgo.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
CALANO PD, LEGA, M5S, FORZA ITALIA
Partito Democratico ancora primo nelle intenzioni di voto degli italiani, ma in calo rispetto alla settimana precedente.
Questo il risultato dell’ultimo sondaggio politico Swg per il Tg La7, che registra anche una leggera crescita di Fratelli d’Italia, al secondo posto nella rilevazione.
Più in dettaglio, Pd al 21,6% (-0,6% in una settimana), FdI al 20% (+0,1%), Lega al 18,8% (-0,2%), M5S al 13,7% (-0,3%), Forza Italia al 7,4% (-0,4%), Azione +Europa al 4,8% (-0,9%).
Seguono quindi Sinistra Italiana al 2,6% (+0,3%), Verdi al 2,6% (+0,2%), Italia Viva al 2,4% (+0,3%), Mdp Articolo 1 al 2,3% (-0,1%), Italexit con Paragone al 1,5% (+0,4%) e infine altre liste al 2,3% (+1,2%).
Non si esprime invece il 39% degli intervistati (-4%).
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
ZAIA: “TIRA UNA BRUTTA ARIA“
Nuove minacce al governatore Massimiliano Fedriga.
Questa volta è stato accusato di «aver tradito la Lega», con riferimento al fatto di fare parte della frangia del partito a favore dei vaccini anti Covid.
«Devi morire», gli hanno scritto sul muro esterno di un supermercato a Majano (Udine).
Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri e e gli agenti della Digos. «Purtroppo, ancora una volta, rivolgo la mia solidarietà personale e istituzionale al Presidente Fedriga per le nuove minacce ricevute. Da tempo tira una brutta aria, gonfia di odio gratuito, che ormai non risparmia nessuno che rappresenti un’istituzione», ha commentato il governatore veneto, Luca Zaia.
Solo poche settimane fa, a inizio dicembre, il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome aveva ricevuto altre minacce di morte, in quel caso di matrice No vax, a causa delle quali gli era stata assegnata una scorta, che ancora continua ad accompagnarlo.
Fedriga si è sempre schierato a favore delle misure di contenimento del virus, compresa quella sul Super Green pass.
(da Open)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
CONTROLLI DI POLIZIA A TAPPETO, CHI NON SI PRESENTA ALLA VISITA FISSATA DAL GOVERNO PAGA MULTA FINO A 3.600 , ALTRO CHE LA PAGLIACCIATA ITALIANA DI 100 EURO
Il governo austriaco ha presentato il piano per introdurre l’obbligo del vaccino anti-Covid-19 a tutti i residenti sopra i 18 anni.
Soltanto due mesi fa, il cancelliere Karl Nehammer aveva annunciato che avrebbe messo in atto l’obbligo all’inizio dell’anno, e una prima bozza prevedeva che fosse esteso a tutti i maggiori di 14 anni.
Poi il passo indietro, una scelta motivata dalle preoccupazione per le sanzioni agli adolescenti e dal fatto che, secondo i funzionari, un’introduzione graduale darà alle persone più opportunità per mettersi in regola.
Saranno esentate le donne in gravidanza e le persone che per motivi medici non possono essere vaccinate compreso chi è guarito dal Covid-19 negli ultimi sei mesi. Al momento in Austria è completamente vaccinato il 71,6% degli 8,9 milioni di abitanti.
Il disegno di legge, che nei piani del governo deve diventare attivo con l’inizio di febbraio, “è concepito in modo tale da rispondere alla flessibilità del virus“, ha detto Nehammer ai giornalisti a Vienna. A dicembre un primo documento aveva previsto l’introduzione della misura a febbraio, e si erano considerate multe fino a 3.600 euro per chi avesse infranto la normativa. Da quella stesura al provvedimento presentato domenica 16 gennaio, gli aspetti chiave sono rimasti invariati.
Il prossimo passo è l’approvazione da parte del parlamento, in programma giovedì 20 gennaio.
Il piano per l’attuazione dell’obbligo prevede una prima fase in cui saranno le autorità a fare il primo passo, scrivendo e contattando tutte le famiglie interessate per informarli delle nuove regole.
Poi, da metà marzo, la polizia inizierà la fase di controllo con ispezioni di routine volte a verificare lo stato di vaccinazione. Chi non sarà in grado di produrre una prova di vaccinazione potrà inviarla per iscritto in un secondo momento, ma se non vorrà farlo sarà sanzionato con una multa che può arrivare a 600 euro.
Gli ultimi due passi prevedono un sollecito inviato direttamente all’interessato e, se questo ancora non dovesse funzionare, sarà lo stesso governo a prenotare un appuntamento per la vaccinazione. Se non ci si presenterà a quest’ultimo appuntamento la multa potrà raggiungere i 3.600 euro.
Una commissione composta da almeno due esperti medici e due legali riferirà al governo e al parlamento ogni tre mesi sui progressi della vaccinazione. “Senza la vaccinazione obbligatoria, rimarremo sempre indietro”, ha affermato il ministro della Salute Wolfgang Mueckstein, sottolineando che l’attuale variante Omicron non sarà l’ultima e non è chiaro quanto sia stabile l’immunità dopo un’infezione da Omicron. “Tutti gli esperti ritengono che avremo bisogno di un’immunità generale elevata nella popolazione anche il prossimo autunno”, ha continuato Mueckstein, e “con questo obbligo vaccinale riusciremo ad aumentare il tasso di vaccinazione”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
POCHI CONTROLLI, NIENTE TRASPARENZA
Chi pensava che la nascita del governo Draghi, o meglio l’arrivo dell’ex Bce a Palazzo Chigi, avrebbe cambiato le cose è rimasto deluso. Lo Stato continua a regalare la sua proprietà pubblica ai privati.
Per pigrizia, per la pavidità di una certa burocrazia, per connivenza o perché così si è sempre fatto, fatto sta che in cambio di briciole si garantiscono profitti stellari e rendite di posizione ad attori che il loro valore aggiunto lo manifestano soprattutto nelle pressioni lobbistiche.
Il sistema delle concessioni è imperfetto, ma l’Italia riesce a regolarlo nel peggiore dei modi.
La proprietà resta allo Stato che ne affida la gestione: in teoria questa serve a ripagare gli investimenti, remunerandoli in modo adeguato, ma anche a tutelare i beni e i clienti evitando abusi. Lo Stato in Italia non fa nulla per assicurarsi che questo avvenga: basti dire che trovare dati unitari su tutte le concessioni d’uso è impossibile.
Le concessioni balneari e quelle per le acque minerali e termali hanno ormai decenni, pagano canoni dello zerovirgola a fronte di fatturati di tutto rispetto e di controlli nulli.
Il governo Draghi si è ben guardato dal metterci mano e ora che il Consiglio di Stato l’ha obbligato a fare le gare, almeno per i balneari, la soluzione trovata è un tavolo tecnico a cui sono invitati solo i lobbisti di settore.
Non si tratta di punire imprese a conduzione familiare, ma di garantire utili equi evitando un danno alla collettività, visto che si tratta di beni di tutti.
Il guaio è che lo Stato per primo dà il cattivo esempio.
Basta guardare Autostrade per l’Italia. I ministri dei Trasporti e dell’Economia stanno spingendo per chiudere la ferita del Morandi facendo pagare a Cassa depositi e prestiti, in cordata con due fondi esteri, 8 miliardi ad Atlantia per prendersi il concessionario.
È questa la punizione per una tragedia che è costata 43 morti? A Cdp e soci il ministero dei Trasporti, con l’ok dell’Authority, assicurerà un Piano tariffario che garantirà pedaggi stellari e 16 miliardi di utili fino al 2038. “Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione”, disse Draghi al suo insediamento. Intendeva questo?
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
RADDOPPIATI I PATRIMONI DEI PIU’ RICCHI
In due anni di pandemia, i dieci uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni. C
’è stato un incremento di 15mila dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Sono passati da 700 a 1500 miliardi di dollari. Tutto questo mentre 163 milioni di persone cadevano in povertà a causa della pandemia.
È quanto emerge da “La pandemia della disuguaglianza”, il nuovo rapporto Oxfam, l’organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, e che è stato diffuso in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos che si svolgerà da remoto.
Sempre durante la pandemia, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito a una élite composta da oltre 2600 super ricchi le cui fortune, tra marzo 2020 e novembre 2021, sono aumentate di 5mila miliardi di dollari. Soltanto Jeff Bezos avrebbe potuto coprire il costo completo stimato della vaccinazione per l’intera popolazione mondiale (due dosi e booster), grazie al surplus patrimoniale relativo ai primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari).
Se i monopoli, poi, detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1000 dollari al secondo e creare cinque nuovi miliardari, meno dell’1% dei vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito dove è immunizzato il 4,81% della popolazione e dove, a causa del Covid – 19, muore circa il doppio delle persone rispetto ai Paesi ricchi.
Oxfam, nel rapporto, ha parlato anche del virus della disuguaglianza oltre che di quello della pandemia. Ogni quattro secondi, infatti, una persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere.
Se l’occupazione maschile è in crescita e dà segnali di ripresa, le donne hanno subito invece gli impatti più duri della pandemia. Per il 2021 si stimano 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019. Nel 2020 hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi, più del Pil combinato di 98 Paesi.
“Già in questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone – ha spiegato Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International – Se anche vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale”.
Bucher ha detto che se le banche centrali hanno “pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia”, gran parte di questi soldi sono andati ai miliardari “che cavalcano il boom del mercato azionario”. Ha poi aggiunto: “Alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta”.
E ha continuato: “Non solo i nostri sistemi economici ci hanno reso meno sicuri di fronte a questa pandemia, ma consentono a chi è estremamente ricco di beneficiare della crisi. Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità. Per questo servono coraggio e visione per affrancarsi da paradigmi di sviluppo che hanno mostrato il fallimento negli ultimi decenni”. Perché: “la disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche”.
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
L’OTTIMISMO DEL MINISTRO STRIDE CON IL CAOS NELLE FAMIGLIE
Dopo una sola settimana dalla ripresa, nonostante il Ministro Patrizio Bianchi non perda occasione di manifestare pubblicamente la propria soddisfazione per come stanno procedendo le cose, la scuola è nel caos: un caos normativo e organizzativo, che viene scaricato interamente sulle famiglie.
Le chat di classe sono ormai dei bollettini informali che riportano ora per ora il numero di contagiati e la tipologia di tamponi svolti; le famiglie passano ore e ore in fila a fare tamponi – facendo lo slalom tra impegni lavorativi e personali – e i docenti navigano a vista, dando indicazioni di buon senso e cercando di spiegare il mosaico di regole applicabili.
Più che ad una ripresa della scuola, stiamo assistendo a un tragico e traumatico esperimento sociale, nel quale i genitori di bambini e adolescenti devono affrontare una prova di resistenza, il cui esito finale è sempre quello: la Dad.
Perché il paradosso di questa vicenda è che nella prima settimana le classi che hanno svolto regolarmente la didattica sono pochissime.
Qualcuno potrebbe obiettare, a ragion veduta, che c’è la variante Omicron, e non si può fare niente di fronte alla sua imperiosa avanzata.
Dal punto di vista medico è un’obiezione certamente sensata, ma dal punto di vista delle regole no: per la scuola si è scelto di applicare un meccanismo – come al solito, estremamente complicato, con la distinzione delle soglie di contagiati secondo l’anzianità scolastica degli studenti – che è più rigoroso di quelle applicato per la vita quotidiana.
Per capirci, un ragazzo che ha tanti positivi in classe non può più andare a scuola, scontando una sorta di quarantena didattica, ma può beneficiare delle regole molto meno stringenti approvate con il decreto di fine anno per ogni altra attività umana: in altre parole, un ragazzo che ha troppi compagni di classe positivi non può andare a scuola, ma può uscire liberamente con gli amici, sulla base delle regole che sono state approvate per gestire la didattica e le quarantene.
Per non parlare dell’inadeguatezza di molti edifici, che dopo due anni di emergenza hanno, come unica misura di prevenzione, la finestra aperta (per carità di patria tacciamo sui banchi a rotelle, immagazzinati chissà dove).
Si è compiuto, in questo modo, l’assoluto paradosso di agevolare, con l’apertura della scuola, esattamente la situazione che si voleva evitare.
Anche il tema della diseguaglianza è rimasto in qualche modo impigliato in questa falsa partenza: la gestione di due o tre figli in questa situazione di Dad mascherata è quasi impossibile, tra tamponi continui, orari non allineati e presenze fisiche a singhiozzo, per chi non ha aiuti familiari, mentre è certamente più sostenibile per chi può avvalersi di tate, badanti o di familiari a sostegno dei mille impegni aggiuntivi creati dall’emergenza scolastica. La scuola in presenza resta un valore assoluto da preservare: ma se diventa uno slogan dietro il quale si cela il caos, genera guasti simili a quelli che vorrebbe scongiurare.
(da La Notizia)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
HA RIAPERTO LO STUDIO, MA L’INCHIESTA PER TRUFFA NON E’ CHIUSA
Guido Russo, il dentista che aveva cercato di evitare il vaccino presentandosi all’appuntamento per l’iniezione con un braccio di silicone, ha riaperto lo studio dentistico di viale Roma, a Biella.
Lo ha fatto perché l’Ordine dei medici della provincia di Biella ha revocato la sospensione disposta nei suoi confronti.
Questo non vuol dire che l’Ordine non stia comunque valutando un procedimento disciplinare nei confronti del dottor Russo, ma la sospensione era dettata esclusivamente dal fatto che il medico si fosse rifiutato di sottoporsi al vaccino, obbligatorio per la sua categoria professionale e non aveva, dunque, nulla a che vedere con il tentativo di truffa messo in atto all’hub vaccinale di via Carso a inizio dicembre.
Russo si è sottoposto al vaccino, come aveva annunciato pochi giorni dopo quell’episodio che lo ha fatto finire sui giornali di tutto il mondo.
“Sono stato costretto perché altrimenti non posso lavorare, mi avevano sospeso – aveva raccontato in un’intervista a Repubblica – Sono l’unico che lavora in famiglia, non potevo permettermelo, me lo ha detto anche mia moglie. Però la mia non è stata un’azione volontaria, era questo che volevo spiegare con il mio gesto».
Con il vaccino decade la violazione dell’obbligo imposto dal decreto legge di agosto e quindi anche la sospensione applicata dall’ordine provinciale dei medici a cui Russo è iscritto. “Lo studio è regolarmente aperto, ha bisogno di un appuntamento?” risponde al telefono la segretaria a chi, questa mattina, chiamava per avere informazioni.
Due partite ancora aperte
La questione disciplinare però non è chiusa: dopo l’episodio di dicembre l’ordine biellese aveva espresso una posizione molto dura nei confronti del medico accusandolo, con il suo gesto, di aver «offeso l’intera professione» annunciando la richiesta di un procedimento nei suoi confronti.
E non è chiusa nemmeno la vicenda giudiziaria che vede il dentista accusato di tentata truffa ai danni dello Stato. Russo si era presentato all’hub vaccinale con un busto in silicone che gli ricopriva completamente le braccia e aveva cercato di farsi iniettare il vaccino anti-covid nel braccio finto. Diversi giorni dopo, assistito dal suo legale Max Veronese, aveva poi raccontato di averlo fatto come provocazione contro l’obbligo vaccinale: «C’è un’alternativa e sono i tamponi», aveva detto il medico.
(da agenzie)
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Gennaio 17th, 2022 Riccardo Fucile
I PREZZI LI DECIDE UN PRIVATO E LO STATO NON CONTROLLA
Se vedete scritto su un listino prezzi «Tipografia del Genio Civile» cosa pensate?
Che il Genio Civile, un organo dello Stato, abbia stabilito quei prezzi!
La questione riguarda il SuperBonus al 110%: soltanto nello scorso mese di dicembre lo Stato ha autorizzato 110 milioni di euro al giorno di credito fiscale agli italiani per migliorare l’efficienza energetica delle loro abitazioni.
Dal 1° luglio 2020 sono stati spesi quasi 16,2 miliardi, e sono previsti investimenti per almeno altri 14 fino al giugno del 2023, quando l’operazione dovrebbe scadere. In media ogni condominio che ha eseguito i lavori ha investito 540 mila euro, ogni casa individuale oltre 110 mila.
Un incentivo imperdibile per rinnovare il vetusto parco immobiliare nazionale e renderlo più ecologico. E una boccata di ossigeno per produttori, imprese e progettisti.
LA MANINA CHE CAMBIA IL DECRETO
Con gli incentivi le frodi sono sempre in agguato: «Alcuni cittadini ci hanno segnalato di aver firmato le carte senza che fosse avviato alcun lavoro, altri di lavori eseguiti da società che non sono nell’edilizia ma nel settore della macellazione» ha dichiarato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, quantificando le truffe in almeno un miliardo di euro.
Per ridurle, l’Agenzia ha intensificato i controlli, mentre lo Stato ha reso più complessa la procedura di richiesta del bonus. Per incassare, l’impresa che fa i lavori deve dimostrare all’Enea di aver utilizzato materiali che garantiscono il risparmio energetico, e all’Agenzia delle Entrate di aver applicato prezzi congrui
E come si determina il prezzo congruo?
La legge 77 del luglio 2020 che ha istituito gli incentivi è molto chiara: chi progetta deve rispettare i prezzi massimi dei listini delle Regioni (non sempre aggiornati) e quelli ben più diffusi e spesso efficienti delle Camere di Commercio presenti sul territorio.
Un mese dopo, nel decreto attuativo del 6 agosto, le Camere di Commercio spariscono, e come riferimento ufficiale sui prezzi compaiono «le guide dell’edilizia edite dalla casa editrice Dei – Tipografia del Genio Civile». A luglio 2021 un’associazione di categoria chiede numi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e il segretario generale risponde così: «I parametri di riferimento sono quelli definiti dal Genio Civile». Un ente pubblico quindi.
UN PRIVATO CHE SI CHIAMA GENIO CIVILE
Il Genio Civile non esiste più dal 1972, anno in cui questa struttura del Regno — creata da Vittorio Emanuele I a inizio Ottocento per monitorare i lavori pubblici — si è dissolta.
La Dei, che con il Genio non ha mai avuto nulla a che fare, è una società privata con undici dipendenti e sede a Roma. Settant’anni fa il suo fondatore, il signor Bartoli, ebbe l’idea — lui sì geniale — di mettere nome e marchio del Genio Civile nella ragione sociale per vendere meglio i suoi prezzari e manuali per l’edilizia.
Ad equivocare infatti sono in parecchi, dai funzionari del Ministero, a quelli dell’Agenzia delle Entrate e dell’ Enea.
Nel marzo 2021, in piena operazione bonus, la Dei è stata acquisita dalla Quine, del gruppo Lswr, colosso dell’editoria tecnica guidato da Giorgio Albonetti. Lswr gestisce molti prezzari dei farmaci, pubblica riviste giuridiche, quelle delle fiere di settore, la rivista del consiglio nazionale degli ingegneri, l’organo che assevera i costi del superbonus, la rivista dell’associazione dei termotecnici (AICAR) che progettano gli impianti e asseverano i costi ai fini del bonus. I listini Dei sono dettagliatissimi. Siccome lungo lo stivale i prezzi variano, e occorre definire e monitorare 80 mila voci, uno immagina che ci lavoreranno un centinaio di esperti. Sbagliato: sono solo in 6, e qualche consulente.
IL LISTINO DI RIFERIMENTO
I listini nella loro versione elettronica permettono la compilazione automatica dei preventivi. Ovviamente la comodità ha un prezzo: fino a 3.200 euro per un abbonamento annuale.
Sul tavolo di ogni ingegnere, architetto o geometra, quello della Dei (che dichiara 10 mila clienti e fatturato raddoppiato nell’ultimo anno) è un monopolio su cui lo Stato non esercita alcun controllo.
L’editore Albonetti fa il suo mestiere, e lo fa bene: «Vengano pure a controllare, troveranno che i prezzi sono i più bassi possibili. Noi non cediamo alle pressioni delle imprese che vorrebbero aumenti continui lamentandosi per i rialzi delle materie prime. Siamo totalmente indipendenti e quindi affidabili».
Qualche potenziale conflitto di interessi in realtà c’è: i prezzari Dei ospitano pubblicità a pagamento dei costruttori, e editano la rivista dell’Ordine degli Ingegneri, che nei suoi editoriali ne difende a spada tratta «l’insostituibilità come riferimento per i lavori».
COME SI DETERMINA UN PREZZO
Secondo Luca Bertoni, presidente del Collegio degli ingegneri di Lodi, i listini Dei non espongono prezzi spropositati per le singole voci, ma è la loro struttura che permette di alzare i prezzi quando si redige un preventivo.
Un esempio: «In zona climatica “E” un serramento può costare 650/750 euro al metro. Io ho visto capitolati basati sul listino Dei che calcolavano anche 2.500 euro al metro. Come ci si arriva? Applicando alla lettera delle singole voci super dettagliate, inserendo separatamente le ore di posa in opera e così via».
Il listino Dei è autorizzato dallo Stato, e lo Stato non può contestare il prezzo finale che va a rimborsare. La legge in origine ipotizzava una procedura diversa per calmierare i costi: stabilire un prezzo massimo (ad esempio 1.000 euro al metro per i serramenti) e lasciare l’eventuale spesa in eccesso a carico del contribuente.
Vuoi isolare casa con 120 metri quadri di cappotto termico? Ti rimborso al massimo tot euro al metro quadro, in base alle misure certificate dal progettista. Nessuno in questo modo avrebbe bisogno di gonfiare i prezzi. I massimali però non sono stati messi in pratica.
I PROFESSIONISTI RINGRAZIANO
I costi sono diversi da regione a regione, da provincia a provincia. Se in Lombardia i prezzari delle Camere di Commercio sono (oltre che gratuiti) anche impeccabili, nel Centro-Sud la storia cambia.
Francesco Triolo, ex presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Messina, spiega: «Mi piacerebbe far riferimento al prezzario della Regione Sicilia, ma contiene pochissime voci, mentre quello Dei comprende ogni possibile variante e nel momento in cui lo adotti sai che lo Stato non avrà nulla da obbiettare. In un mercato sano, ai prezzari si applica sempre lo sconto: ma se l’Agenzia delle Entrate rimborsa prezzi più alti della media nessuno ha interesse a chiederlo». I professionisti — che col superbonus incassano parcelle di progettazione più alte — ringraziano: «I meccanismi di rimborso dei soldi che anticipiamo sono lenti, guadagnare di più è un modo per rifarci»
REGALATI DUE MILIARDI
Nessuno è interessato a potenziare gli uffici tecnici pubblici locali che pure avrebbero competenza e risorse per far da garanti.
Qualche professionista calcola almeno nel 10% la spesa in eccesso da parte dello Stato dovuta a un meccanismo di calcolo non calmierato. Sui 16 miliardi già spesi, se ne sarebbero già risparmiati due.
Due mesi fa il ministro della Transizione ecologica ha riportato i conti al governo: «Stiamo pagando il doppio dei valori europei perché non c’è contrattazione sui prezzi». Per ridurre i costi, la nuova legge finanziaria ha modificato la normativa: per essere congrue le spese dovranno adeguarsi «ai valori massimi stabiliti con decreto del ministro della Transizione ecologica da emanarsi entro il 9 febbraio 2022».
Il Mite ha dunque tre settimane di tempo per stabilire un tetto di spesa per ogni singola voce di intervento, dai cappotti termici alla manodopera, alle spese di progettazione. L’impresa è dura: i produttori di materie prime, le imprese costruttrici, e la maggior parte dei progettisti sono già sul piede di guerra. Il defunto Genio Civile non può controllarli, lo Stato pare non essersi accorto del decesso e i prezzi del Tariffario Dei che portano ancora il suo nome fanno davvero comodo a tutti
(da Il Corriere della Sera)
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