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IL GENERALE PETRAEUS: “KIEV ORA PUO’ DETTARE LA STRATEGIA, GRAZIE ALLE ARMI OCCIDENTALI”

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

L’EX CAPO DELLA CIA: “POTENDO COLPIRE IN PROFONDITA’ STANNO COSTRINGENDO I RUSSI AD ARRETRARE LE BASI”

David Petraeus, generale ed ex capo della Cia, a sei mesi dall’inizio del conflitto ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, parlando dello sviluppo della guerra in Ucraina.
“Per la prima volta dall’inizio della guerra, gli ucraini ora sembrano aver preso l’iniziativa dal punto di vista strategico, usando i sistemi lanciarazzi multipli americani e altre armi fornite da alleati occidentali, con effetti devastanti: prendono di mira in modo preciso i depositi di munizioni e di carburante russi, i loro quartier generali, le aree per la riorganizzazione delle unità intorno e a est di Kherson. E, più di recente, hanno usato una varietà di sistemi per attaccare le basi”.
Se è vero che i russi hanno espugnato la roccaforte di Mariupol e preso il controllo delll’Oblast di Lugansk, “da allora – circa due mesi fa – i russi hanno conquistato assai poco terreno nel Donetsk e sono stati respinti dai sobborghi di Mykolaiv e messi sulla difensiva nella regione di Kherson, sul lato occidente del fiume Dnipro, nel sud”, ha proseguito il generale.
L’obiettivo di Kiev, ha evidenziato Petraeus, “sembra essere costringere i russi a spostare le basi logistiche, i comandi e le basi aeree molto più lontano, sul retro delle linee del fronte – o addirittura in Russia, nel caso delle piste per l’aviazione. Questo renderà molto più difficile supportare le loro forze sulla linea del fronte”.
(da agenzie)

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L’INTRAMONTABILE “MANUALE DEL BUON CANDIDATO” DI BERLUSCONI

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

TRA I CONSIGLI PRESENTI NEL KIT: NON GUARDARE IL TELEFONINO MENTRE L’ELETTORE TI PARLA, VESTITI COME SI DEVE, NON USARE ARGOMENTI DA RICCHI NELLE BORGATE E RICORDA A TUTTI CHE CALENDA NON È AFFIDABILE E FORSE PURE MEZZO COMUNISTA

Se hai l’ambizione di essere votato meglio non guardare il telefonino mentre l’elettore ti parla, conciati come si deve, non usare argomenti da ricchi nelle borgate e ricorda a tutti che Calenda non è affidabile e forse pure mezzo comunista. Scontato, ma meglio essere chiari e scriverlo per bene.
Essere in lista con Forza Italia per molti è stata un’impresa e adesso non si può sbagliare. Silvio Berlusconi, non certo da oggi, ci tiene da morire, e dà tutte le istruzioni per non fare errori. Il Cav per questa nuova avventura ha voluto riesumare un grande classico del suo repertorio: Il manuale del buon candidato, inviandolo a tutti gli aspiranti parlamentari.
La mentina in tasca stavolta viene data per scontata, la regimental forse, persino per il Cav, può risultare fuori moda, ma per il resto ci sono tutte le indicazioni su cosa dire e cosa no. Esempio: se in tv qualcuno noterà una certa vaghezza nella risposta degli esponenti azzurri alla domanda «Chi andrà a Palazzo Chigi?», si sappia che niente è causale: «Sulla futura leadership di governo è meglio soprassedere», si legge al punto 10.
Il documento contiene indicazioni molto precise, di comportamento, ma anche politiche. Dopo le norme su come concentrarsi sul territorio di competenza, arrivano le regole di base: «La campagna è brevissima per questo è necessario usare molto il concetto della “scelta di campo” (scritto in neretto). Lo scontro è tra “noi” e “loro”, la sinistra». Al punto 4 c’è la descrizione dell’avversario: «Siamo di fronte ad un’alleanza di sinistra condizionata dagli esponenti più estremi (radicali, Sinistra e Libertà…)».
Mentre «il centro è rappresentato da Forza Italia». Bisogna ricordare il «voto utile» e, aspetto interessante, «è sbagliato citare sondaggi che danno in vantaggio il centrodestra perché si allontanano gli elettori indecisi e si accredita un risultato vincente dei nostri alleati». Dopo mesi di attacchi anche molto violenti, arriva una frenata: «Evitare polemiche eccessive con i fuoriusciti da Forza Italia, ma renderne evidenti le contraddizioni».
Su Calenda e Renzi «la linea comunicativa più efficace può essere quella di descriverne la scarsa affidabilità politica e personale». Per cercare i voti non bisogna disperare: «Un elettore di sinistra o grillino non è per forza un elettore perso».
I messaggi da inviare agli elettori devono essere semplici e il modello è quasi ovvio: «Si consiglia di essere incisivi e di sfruttare anche le ripetizioni dei concetti principali (come fece ad esempio il Presidente Berlusconi durante le politiche del 2006 quando disse “Aboliremo l’Ici. Avete capito bene? Aboliremo l’Ici”». Lezioni di stile, ma anche tanta nostalgia.
(da agenzie)

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EUROSTAT: I LAVORATORI CHE GUADAGNANO TROPPO POCO PER AVERE UN TENORE DI VITA DECENTE, SONO PASSATI IN ITALIA DAL 10,8% DEL 2020 ALL’11,7% DEL 2021

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

CHE VUOL DIRE? CHE BISOGNA ALZARE GLI STIPENDI… GLI IMPRENDITORI, INVECE DI BERCIARE CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA, PAGASSERO MEGLIO

Neanche un contratto a tempo indeterminato salva dal lavoro povero. Secondo Eurostat la percentuale dei “working poors” con un rapporto di lavoro stabile in Italia nel 2021 è passata all’8,1% del totale, dal 7,7% del 2020. Non sorprende, quindi, che la nostra quota di lavoratori dipendenti a rischio povertà sia la più alta tra i Paesi Ue, solo la Spagna ha un dato peggiore.
Considerando tutti i tipi di contratto, i lavoratori che guadagnano troppo poco per avere un tenore di vita decente, è passata in Italia dal 10,8% del 2020 all’11,7% del 2021, emerge dalle tabelle aggiornate dall’Istituto Ue di statistica. Naturalmente i working poors con contratto a termine sono molti di più (passati dal 15,4% al 21,5%): una quota simile a quella dei lavoratori part-time, considerato che quasi mai si tratta di una libera scelta.
A rischio di povertà per via degli stipendi troppo bassi sono soprattutto i giovani (15,3% della fascia di età tra i 18 e i 24 anni) e i lavoratori autonomi. Dai dati emerge che la situazione sarebbe peggiore senza gli aiuti statali, che arrivano a sostenere solo le classi di reddito più basse: le classi medie registrano così i peggioramenti maggiori.
(da la Repubblica)

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SCUOLA MATERNA OBBLIGATORIA, LA PROPOSTA DI LETTA E LA RISPOSTA DI CALENDA E CARFAGNA CHE HANNO PERSO L’OCCASIONE PER EVITARE UNA BRUTTA FIGURA

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

ECCO QUANTI BAMBINI RIGUARDA E COME FUNZIONA IN EUROPA (DOVE GIA’ ESISTE)

La proposta di Enrico Letta a favore dell’asilo obbligatorio, accolta dai fischi della platea del meeting di Rimini, ha acceso il dibattito nella politica a un mese dalle elezioni del 25 settembre.
Duro il leader di Azione Carlo Calenda: «Letta ha detto una cosa che non sta né in cielo né in terra».
La ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha commentato: «Non solo è in perfetto stile sovietico ma anche fuori dalla realtà. L’offerta di nidi e asili in molti Comuni del Sud non arriva al 15 per cento dei bambini residenti».
In realtà la proposta di Letta riguarda i bambini tra 3 e 5 anni, e non quelli di età inferiore ai 3 anni, che frequentano gli asili nido.
Oggi gli iscritti in età regolare nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie sono poco più di 1,2 milioni, l’89 per cento di tutti i bambini.
Secondo fonti dem, l’obbligo porterebbe a un’ulteriore scolarizzazione di 150 mila bambini, 96 mila dei quali nelle istituzioni statali, e all’assunzione di 8.700 insegnanti. Il costo per lo Stato sarebbe di 279 milioni all’anno.
La gratuità per le famiglie farebbe salire l’investimento a 3,6 miliardi all’anno.
Come riporta la Repubblica, in Ue a prevedere l’inizio a 3 anni sono la Francia e l’Ungheria. In Irlanda del Nord, Lussemburgo e Grecia si comincia a 4 anni, in Inghilterra, Olanda, Austria, Bulgaria e Repubblica Ceca a 5. In Estonia e Finlandia la soglia di ingresso è fissata a 7 anni.
(da agenzie9

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SONDAGGIO DEMOPOLIS: LEGGERO CALO DI FDI E PD, LIEVE AUMENTO DEL TERZO POLO, MA LA SOSTANZA NON CAMBIA

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

FDI 24%, PD 22,6%, LEGA 14,5%, M5S 11%, FORZA ITALIA 7%. RENZI-CALENDA 5,8%, VERDI SINISTRA 3,7%… INDECISI 22%

Un Terzo Polo un po’ più “polare”, ma il duello è sempre lo stesso: quello tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico.
A un mese esatto dal voto (che si terrà il prossimo 25 settembre) l’analisi della percezione elettorale diventa un elemento imprescindibile per valutare scenari futuri e futuribili per quel che concerne la prossima guida del nostro Paese.
Secondo i sondaggi politici pubblicati oggi dall’Istituto Demopolis, il testa a testa (in meri numeri percentuali) è sempre tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta. Ma il divario tra la coalizione di centrodestra e tutte le altre forze politiche continua a crescere.
Secondo i dati raccolti dal Barometro Politico diretto da Pietro Vento, rispetto all’ultima rilevazione Fratelli d’Italia ha perso lo 0,3%, attestandosi al 24%. Resta, dunque, il primo partito nelle preferenze degli intervistati (un campione di 1.408 aventi diritto al voto). Perché anche il Partito Democratico è dato in leggero calo, fermandosi al 22,6%. Poi tutti gli altri: Lega al 14,5%, MoVimento 5 Stelle all’11%, Forza Italia al 7%, il Terzo Polo (Renzi-Calenda) al 5,8% e il tandem Sinistra Italiana – Europa Verde al 3,7%. Con questi valori, la coalizione di centrodestra toccherebbe quota 47%, mentre l’alleanza PD, Si+Verdi, Impegno Civico e +Europa si fermerebbe al 30,5%.
Ovviamente, questa fotografia evidenziata dai sondaggi politici oggi è un mero calcolo di preferenze. In realtà, la composizione della maggioranza nel nuovo Parlamento dipenderà molto dai collegi uninominali e dalle sfide interne per i singoli seggi. Insomma, si tratta di percentuali che restituiscono solo il cosiddetto “sentiment” degli elettori.
E nella rilevazione di Demopolis il dato da analizzare è quello dell’affluenza: solo il 67% degli intervistati ha detto di esser pronto al voto. Ma il 22% risulta essere ancora indeciso. Questo vuol dire che c’è buona parte della popolazione che non sembra essere intenzionata (ancora una volta) a recarsi alle urne per il voto.
(da agenzie)

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“SONO SCHIFATA, NON POSSO RIMANERE IN SILENZIO”: LA RISPOSTA DELLA CAMPIONESSA DI NUOTO SINCRONIZZATO LINDA CERRUTI AI COMMENTI SESSISTI DEI SOLITI SFIGATI, RICEVUTI PER UNA FOTO SU INSTAGRAM

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

OTTO MEDAGLIE VINTE AGLI EUROPEI CHE ONORANO L’ITALIA E UNA MASSA DI FRUSTRATI DA FOGNA A CUI SERVIREBBERO CAMPI DI RIEDUCAZIONE

Aveva posato davanti a una fotocamera sulla spiaggia nel Savonese per mostrare le otto medaglie vinte nel corso dei Campionati Europei di nuoto appena conclusi a Roma.
Sei argenti e due bronzi, vinti nel nuoto sincronizzato da Linda Cerruti. Celebrazioni per una carriera di grande successo, in Italia e a livello internazionale. Il mostrandosi al pubblico (su Instagram) in una delle molteplici “posizioni” tipiche della sua disciplina. E proprio quello ha scatenato il classico arrivo di commenti del tipico “maschio italico”, in grado di sessualizzare tutto.
Quella serie di commenti è stata riportata (anche se solo una parte) e denunciata sui social dalla stessa Linda Cerruti che ha voluto mandare un messaggio a tutti coloro i quali non sono riusciti a tenere a bada gli “ormoni” trasferendo quel sessismo insito nelle loro menti nei banali e volgari commenti social.
“Come ogni anno, dopo mesi e mesi di sacrifici, sveglia alle 5, allenamenti e fisioterapia fino a sera, repeat, è arrivata quella settimana in cui alzo la testa fuori dall’acqua, e respiro. Sia chiaro, non mi sto lamentando, ma sto solamente riportando la realtà quotidiana che è stata più che ripagata da una carriera piena di soddisfazioni. Due giorni fa ho condiviso una foto fatta nella spiaggia in cui vado da sempre, nel Savonese, in cui ho coltivato i primi sogni e che per me ha anche un forte valore simbolico. La foto mi ritrae in una posa artistica, tipica del mio sport, a testa in giù e in spaccata, insieme alle otto medaglie vinte in quello che è il miglior campionato europeo della mia carriera. Il post è stato ripreso da vari quotidiani. Stamattina una mia amica mi invia uno di questi post condivisi dalle testate giornalistiche sulla loro pagina Facebook, lo apro e rimango letteralmente basita nonché schifata dalle centinaia, probabilmente migliaia, di commenti fuori luogo, sessisti e volgari che lo accompagnano Qui sotto, scusandomi in anticipo con le giovani atlete che mi seguono per quanto leggeranno, ma l’alternativa è il silenzio, che è uno dei motivi per cui oggi leggiamo ancora queste cose, riporto alcuni screenshot esemplificativi della pochezza di alcune frasi a commento della foto. Dopo più di 20 anni di allenamenti e sacrifici, trovo a dir poco vergognoso e mi fa davvero male al cuore leggere quest’orda di persone fare battute che sessualizzano il mio corpo. Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare? Il minimo, nonché l’unica cosa che posso fare, è denunciare l’inopportunità di quei commenti, specchio di una società ancora troppo maschilista e molto diversa rispetto a quella in cui un domani vorrei far nascere e crescere i mie figli. Ci tengo, allo stesso tempo, a ringraziare tutte le persone che hanno preso le distanze da questi commenti, mi hanno “difesa” ed hanno apprezzato la foto per quello che è: l’immagine di un’atleta di nuoto artistico orgogliosa dei suoi risultati. È questa l’Italia che orgogliosamente rappresento portando la bandiera tricolore in giro per il mondo”.
(da NextQuotidiano)

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DEFINI’ “BOLDRACCA” LAURA BOLDRINI: GIORGIA MELONI LO CANDIDA ALLA CAMERA PER FDI

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

POI PARLA DI RISPETTO PER LE DONNE

Chissà cosa ne pensa Giorgia Meloni di chi su Facebook scrive “La Boldracca è pietosa” aggiungendo una faccina sorridente, utilizzando uno squallido neologismo per attaccare Laura Boldrini.
È quello che ha fatto nel 2018 l’allora consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Genova Alberto Campanella che, per i suoi meriti politici, ora è nelle liste di Fratelli d’Italia in Liguria, al terzo posto dell’elenco per il plurinominale alla Camera.
Siamo nel 2018: Campanella sulla sua pagina se la sta prendendo con Jennifer Aniston che gira un film a Santa Margherita. Per farlo, usa l’espediente dei messaggi su un cartello con sottofondo musicale, citando un celebre video di Bob Dylan. Una formula che qualche tempo prima aveva utilizzato anche Laura Boldrini
Proprio la doppia citazione è quella che “ispira” alcuni commentatori sui social che rivolgendosi a Campanella lo esaltano dicendogli: “Sei meglio della Boldracca coi cartelli”. Commento a cui lui risponde divertito: “La Boldracca è pietosa”.
Il caso scoppiò nel giro di poche ore, ma Campanella in un primo momento decise di non arretrare. Anzi, arrivò a vantarsi dei click fatti dal suo video. «Sono sotto attacco: mentre il mio pacifico video è diventato virale ed ha raggiunto in pochi giorni 5,4mila visualizzazioni e tanti complimenti – scrisse su Facebook – Sono preoccupato e temo un inasprirsi della contestazione Poltica che si fa sempre più calda».
In seguito provò a giustificarsi in maniera piuttosto scomposta, sostenendo di aver risposto in modo “leggero”. Definire una donna “baldracca” a quanto pare è leggero insomma.
«Ho il brutto vizio di rispondere a tutti sui social, e in questo caso forse l’ho fatto in un modo leggero, questo lo ammetto, forse avrei dovuto estrapolare quella parola dal discorso e capire meglio… è che magari scrivi mentre sei in spiaggia, non ci pensi, poi il tema del post non era neppure politico», rispose Campanella a Repubblica, interrogato sul tema – «Diciamo che per me è stata una lezione da oggi starò più attento», continuò il consigliere di Fratelli d’Italia, che dalla Boldrini fu anche querelato.
Non risulta alle cronache alcuna dichiarazione di Meloni o di altri esponenti di Fratelli d’Italia contro quella frase di Campanella.
(da agenzie)

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VOGLIONO ABOLIRE IL REDDITO DI CITTADINANZA MA LA POVERTA’ AUMENTA: IL LIVELLO PIU’ ALTO DAL 1995

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

DATI EUROSTAT: COINVOLTI 12 MILIONI DI ITALIANI

L’abolizione del reddito di cittadinanza è uno dei temi caldi della campagna elettorale. L’Istat ha stimato che la misura abbia salvato dalla povertà un milione di persone.
Ma evidentemente il rischio indigenza non preoccupa gran parte degli esponenti politici.
Oggi però Eurostat (l’istituto di statistica dell’Unione europea) segnala come in Italia il tasso di rischio di povertà, ovvero la percentuale delle persone che hanno un reddito inferiore al 60% di quello medio, è salito passando dal 20% del 2020 al 20,1% del 2021, coinvolgendo 11,84 milioni di persone.
Non è difficile immaginare che con i forti rincari, a cominciare dalle bollette, registrati in questi mesi la situazione sia destinata a peggiorare ulteriormente nel 2022.
Secondo Eurostat inoltre la percentuale sale al 25,2% (14,83 milioni d persone) se si considerano anche gli individui a rischio di esclusione sociale, ovvero quelle che sono a rischio di povertà o non possono permettersi una serie di beni materiali o attività sociali o vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa.
Dato ancor più allarmante è quello secondo cui oltre un bambino italiano su quarto con meno di sei anni vive in famiglie a rischio di povertà.
Con più precisione sono il 26,7%, in aumento dal 23,8% del 2020 e il peggiore dato dal 1995. Si tratta di 667mila bambini, 7mila in più del 2020.
Il dato risente anche del fatto che si è ridotta la popolazione in questa fascia di età. Se si allarga la platea anche alle famiglie a rischio di esclusione sociale, la percentuale per gli under 6 in situazione di difficoltà sale al 31,6% dal 27% del 2020.
La percentuale dei minorenni a rischio di povertà è salita al 26% (dal 25,1% del 2020), mentre quella degli anziani è scesa al 15,6% (dal 16,8%) grazie alla tenuta delle pensioni ancora non minacciate dall’inflazione esplosa nel 2022.
In Germania il tasso di rischio di povertà degli anziani over 65 è al 19,4%, superiore sia al dato complessivo (15,8%) sia a quello dei bambini con meno di 6 anni (16,8%). Il tasso di rischio di povertà è maggiore per le donne (20,7%) anche se in calo sul 2020 rispetto a quello degli uomini (19,4%) in aumento sul 2020.
Le tabelle Eurostat mostrano come il tasso di povertà in Italia prima dei trasferimenti sociali (escluse le pensioni) sia al 28,5%, in aumento dal 25,3% del 2020.
Un segnale questo dell’importanza dei trasferimenti nella riduzione della quota delle persone in difficoltà. Se in Italia la quota di poveri si riduce grazie ai trasferimenti di 8,4 punti, in Germania si riduce di oltre 10 punti (al 15,8%) e in Spagna di 9,5 (al 21,7%).
(da agenzie)

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“CI SPARAVANO VICINO ALLE ORECCHIE PER DIVERTIRSI POI CI RIPORTAVANO IN CELLA”: UN MECCANICO UCRAINO RACCONTA LE TORTURE SUBITE DAI MILITARI RUSSI, CHE LO HANNO RINCHIUSO IN UNA CELLA DI 2 METRI PER 3 PER 10 GIORNI INSIEME AD ALTRI DETENUTI

Agosto 25th, 2022 Riccardo Fucile

“QUI CI SONO ANCORA LE TRACCE DI SANGUE LASCIATE DALLE NOSTRE TESTE QUANDO CE LE SBATTEVANO SUL MURO – IL RAGAZZO DI FIANCO A ME LO HANNO UCCISO”

«Non mi piace stare qui dentro. Vi ci ho portato solo perché voglio che il mondo veda cosa hanno fatto. A noi e a questa povera città».
Poco più di 20 mila anime, a Trostyanets tutto ruota intorno alla fabbrica di cioccolato che dà lavoro alla maggior parte della popolazione.
Oblast di Sumy, uno dei più colpiti dalla guerra. A soli 40 chilometri dal confine con la Russia. È qui che i soldati di Putin sono entrati il 1° marzo.
Ed è qui, in un sotterraneo sotto la stazione che, dal 16 al 25 marzo, Sasha F. è stato detenuto e torturato dai militari di Mosca. «Sono venuti a cercarmi a casa», racconta, con il sole di fine agosto che gli tramonta dietro le spalle. «Sono un meccanico, aggiusto ogni cosa, tutti mi conoscono in città perché sono bravo a smanettare. Cosi mi hanno accusato di aver dato le loro posizioni ai nostri militari. Ed era vero, lo facevo e lo rifarei cento volte».
Sasha viene trascinato in una cella di 2 metri per 3 proprio sotto la stazione. Ed è qui che ci chiede di accompagnarlo. «Ve la mostro».
Nella stanzetta buia l’aria è ancora irrespirabile per l’odore di urina. La luce non funziona. Grazie alla torcia del cellulare Sasha illumina una serie di macchie marroni sul muro.
«Sono le tracce di sangue lasciate dalle nostre teste quando ce le sbattevano sul muro».
Sasha non sa dire con esattezza quanti erano i detenuti nella sua cella. «Ero sempre bendato, mi tenevano così in quest’ angolo». Si siede e mostra la posizione in cui è stato per nove lunghi giorni.
«Era così», chiude gli occhi. Si dondola per un po’. Poi salta in piedi. «Voglio andare via». Sasha ha bevuto. Chiede una sigaretta. Ha parlato con gli investigatori di quanto è accaduto.
«Ho già detto all’Sbu (i servizi ucraini, ndr ) e alla polizia». All’aria aperta affiorano altri ricordi. «I russi che passavano di qui erano almeno un centinaio. C’era anche una donna, lo capivo dal rumore dei passi. Lo so perché ho un buon udito, ho fatto il deejay da ragazzo proprio lì». «Lì» è un edificio a un piano, completamente distrutto, dall’altra parte della piazza.
«Un giorno ci hanno trascinato fuori, vicino a questa inferriata». Indica. «Ci sparavano vicino alle orecchie per divertirsi poi ci riportavano in cella». Il racconto si ferma. Sasha si accende un’altra sigaretta. «Il ragazzo di fianco a me lo hanno ucciso. Ha cercato di reagire e così lo hanno picchiato a morte. Lo conoscevo, ho scoperto dopo. Era un atleta, per quello forse ha cercato di usare la forza. Sentivo il suo respiro affievolirsi con il passare dei giorni. Poi è morto».
Il sole ormai è ormai tramontato. Nella officina di Sasha, tra la carta moschicida e pezzi di metallo giocano due piccoli mici rossi. «Vi presento Biba e Boba». È da loro che Sasha è tornato quando i russi se sono andati il 25 marzo. «Ero legato mani e piedi con un cavo come questo», mostra mentre si lega da solo con una spessa fascetta metallica.
«Ma piano piano sono riuscito a sfilare una mano e a liberarmi, poi ho aiutato gli altri a fare altrettanto», spiega mentre mostra ancora i segni sui polsi. Da quel giorno sono passati cinque mesi.
«La nostra città è ancora distrutta, vedete. Non c’è lavoro, hanno bombardato anche la fabbrica di cioccolato perché i russi ci tenevano dentro i mezzi militari».
Il buio ormai ha avvolto tutta Trostyanets.
«Sasha stai bene?». Una donna si affaccia nell’officina. Sul volto la preoccupazione di una madre. Sul tavolo, un paio di vasi di sottaceti. La bottiglia vuota, solo le ciotole di Biba e Boba sono piene. «Ti porto da mangiare». E per un attimo gli occhi di Sasha, prigioniero dei russi per nove giorni, la smettono di inseguire le ombre sul muro.
(da il Corriere della Sera)

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