Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
UN INCREDIBILE VUOTO SPAZIO-TEMPORALE PER IL LEADER DI FORZA ITALIA
La sua mano destra non sa quel che fa la sinistra.
Un versetto del Vangelo di Matteo sembra racchiudere al meglio le ultime dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi.
Questa volta non parliamo di promesse elettorali vintage (non realizzate dal 1994 in poi e non realizzabili oggi), ma di un clamoroso vuoto spazio-temporale in cui sembra essere immerso il leader di Forza Italia. Perché la storia della fine del governo Draghi è nota – ormai – a tutti. Così come i nomi dei partiti (e dei rispettivi rappresentanti parlamentari) che hanno deciso di togliere il supporto all’esecutivo guidato dal dimissionario Presidente del Consiglio. È passato meno di un mese e l’ex Cavaliere ora dice che avrebbe preferito vedere Draghi a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura.
Nella sua intervista a Libero Quotidiano, il leader di Forza Italia si è lasciato andare a questa dichiarazione: “Il governo Draghi ha fatto un buon lavoro, che io avrei preferito continuasse fino alla scadenza naturale della legislatura. Tuttavia non ha fatto miracoli, come è ovvio, anche per la presenza al suo interno di forze politiche come i Cinque Stelle che si sono messe di traverso su tutto, fino a farlo cadere. I problemi strutturali dell’Italia non sono certo risolti, la ripartenza dopo la pandemia era appena cominciata, la crisi internazionale determina nuove difficoltà. Il lavoro da fare è molto, ma noi siamo pronti”.
Certamente, Silvio Berlusconi ha ragione su un aspetto: la crisi di governo che ha portato a tutto ciò che conosciamo è partita dall’atteggiamento dei pentastellati. Ma fa sorridere come lo stesso leader di Forza Italia abbia sorvolato sul ruolo attivo del suo partito e della Lega che decisero – contestualmente – di non votare la risoluzione Casini (quella che seguiva le volontà di Draghi, ovvero il prosieguo della stessa maggioranza di governo) e, dunque, decretare la fine di quel supporto all’esecutivo.
Perché questa è la vera storia della crisi del governo, senza fare finta che sarebbe stato meglio proseguire fino alla scadenza naturale della legislatura.
(da NextQuotidiano)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
NELL’ULTIMA LEGISLATURA IL SUO TASSO DI PARTECIPAZIONE ALLE VOTAZIONI È STATO DI POCO SUPERIORE AL 21 PER CENTO
Matteo Salvini e Umberto Bossi si sentiranno al telefono a metà settimana, non appena il segretario della Lega metterà la testa sulla mappa dei collegi uninominali e dei listini proporzionali per vagliare le candidature che sono arrivate dai territori.
Ma il seggio in Parlamento per il fondatore non è mai stato in discussione, nonostante qualche brontolio. In via Bellerio lo ripetono anche in queste ore: «La candidatura per Bossi è a disposizione, tocca solo a lui decidere».
Che a Gemonio, quartier generale della famiglia Bossi, non abbiano grandi dubbi è dimostrato dal fatto che il figlio Renzo si è già recato in sede a Milano per ritirare i documenti che devono essere firmati per l’accettazione della candidatura.
Mettere una firma è ormai solo una formalità legata al colloquio telefonico che avverrà nei prossimi giorni (le liste vanno presentate il 22).
Quel che potrebbe cambiare rispetto al 2018, invece, è il ramo del Parlamento in cui dovrebbe sedere il fondatore del Carroccio. Nella legislatura appena sciolta in anticipo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Bossi ha calcato i velluti del Senato.
È stato l’unico mandato, oltre al primo (1987-1992), in cui ha tenuto fede all’appellativo che ha contraddistinto la sua carriera, quello di Senatur . Nelle altre sette legislature, infatti, è sempre stato protagonista nell’Aula della Camera. E qui potrebbe tornare per una considerazione di carattere politico. Per quanto il centrodestra sia pronosticato in largo vantaggio alle Politiche del 25 settembre, i numeri del Senato potrebbero essere meno favorevoli che alla Camera.
Ecco perché sarebbe necessario poter contare sempre sulla presenza di tutti gli eletti della coalizione. Per Bossi c’è il problema delle sue condizioni fisiche ormai abbastanza compromesse.
Nell’ultima legislatura il suo tasso di partecipazione alle votazioni è stato di poco superiore al 21 per cento. Ecco perché si pensa di «dirottarlo» alla Camera, dove sulla carta il vantaggio del centrodestra dovrebbe essere marcato.
Il Senatur è stato visto a Roma in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica. Nelle scorse settimane, nei giorni della caduta del governo guidato da Mario Draghi, invece, non c’era. Ma Bossi è sempre legato a quella «Roma ladrona» che nei suoi anni d’oro era il suo bersaglio preferito. Anche se non ha condiviso la scelta di trasformare la Lega in partito nazionale
(da agenzie)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
INSIEME AI 4 VICEPRESIDENTI DENTRO ANCHE PATUANELLI, APPENDINO E TRIDICO
Oggi verranno resi noti i nomi dei 18 capilista del Movimento 5 Stelle, che saranno indicati personalmente dal leader Giuseppe Conte.
Le figure di cui si parla sono sia interne che esterne ai 5 Stelle e saranno elette quasi sicuramente, spiega la Repubblica. Dal partito non è trapelato nulla, ma è probabile che ad essere inseriti saranno i quattro vicepresidenti: Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa, Mario Turco e Alessandra Todde.
Oltre a loro, si prevede ci saranno anche il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha ceduto al corteggiamento di Conte, che da tempo la voleva candidata nelle liste.
Altre due figure forti sarebbero i capigruppo di Camera e Senato: Francesco Silvestri e Mariolina Castellone. Papabili anche Ettore Licheri e Vittoria Baldino, parlamentari uscenti. Infine, per la quota proveniente dalla società civile, potrebbero spuntare il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, Dario Vassallo, e Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia dal 2017 al febbraio 2022.
Le proteste interne sulla decisione di Conte
Sulla scelta dei nomi, però, il partito sobbolle. A molti non va giù che sia Conte ad indicare le figure senza passare attraverso consultazioni interne. Tra tutti, sono l’ex sindaca di Roma Virgina Raggi e l’ex ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli a schierarsi contro. «Vi do un consiglio, votate quelli che ritenete essere i migliori, quelli che vi possono rappresentare al meglio», ha dichiarato Toninelli. Si è anche tornato a parlare di «buffonarie»: il neologismo coniato dal padre del Movimento, Beppe Grillo, per definire le primarie del centrosinistra, con i candidati a volte posti in cima alle liste.
(da Open)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
LA RICERCA SVEDESE SULLE PERICOLOSE SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHECHE CHE HANNO RESO L’ACQUA NON POTABILE
Secondo un team di scienziati non è più sicuro bere l’acqua piovana in qualsiasi parte del pianeta. Un articolo pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology lo scorso 2 agosto sottolinea come nell’acqua piovana di tutti il mondo i livelli di PFAS, delle pericolose sostanze perfluoroalchiliche, siano troppo elevati ovunque.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Stoccolma. I composti inquinanti si sono diffusi in tutta l’atmosfera e in nessun luogo l’acqua piovana è quindi da considerarsi sicura.
Si tratta di sostanza diffuse anche negli imballaggi plastici e apparecchi elettronici, ma anche in alcuni prodotti cosmetici. Durante la produzione di questi articoli o nel loro uso quotidiano, le PFAS vengono rilasciate nell’aria.
O finiscono negli oceani una volta che questi materiali vengono gettati. In questo modo si diffondono nell’atmosfera e tornano sulla superficie terrestre nella pioggia. Vengono anche chiamate “forever chemicals” perché impiegano moltissimo tempo a decomporsi.
Questi composti vengono considerati pericolosi per l’essere umano in quanto diversi studi li hanno connessi ad alcune forme di tumore, calo di fertilità e ritardi nello sviluppo per i più piccoli.
Nello studio si sottolineano diversi punti: in primis che i livelli di PFAS nell’acqua piovana abbiano di gran lunga superato quelli consigliati dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti e gli standard dell’Unione europea.
Non solo: le piogge finiscono poi per inquinare il suolo globale. E infine, la presenza di queste sostanze è scarsamente reversibile a causa della loro capacità di scorrere continuamente nell’idrosfera: per questa ragione è vitale limitarne rapidamente gli usi in modo da limitarne la diffusione.
(da Fanpage)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
BOOM DI RICHIESTE D’ASILO DALL’UCRAINA
In occasione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, è stato pubblicato, come ogni Ferragosto, il dossier sulle attività del ministero dell’Interno. Nell’ultimo anno, nel periodo che va dal primo agosto 2021 al 31 luglio 2022, i reati registrati sono stati 2.116.479.
In aumento rispetto ai 12 mesi precedenti (1.875.038), ma comunque inferiori al livello pre-pandemia, quando erano stati 2.116.479. Nell’ultimo anno si contano 319 omicidi (36 attribuibili alla criminalità organizzata), 24.644 rapine, 900mila furti. Arrestate 149.608 persone, 632.647 denunciate.
Femminicidi
Le donne sono il 39,2 per cento del totale delle vittime di omicidio volontario. Tra il primo agosto 2021 e il 31 luglio 2022, sono state uccise 125 donne, più di una ogni tre giorni, in aumento rispetto alle 108 dei 12 mesi precedenti. 108 di questi femminicidi sono stati compiuti in ambito familiare o affettivo, in particolare 68 da un partner o ex. Nell’ultimo anno, invece, sono diminuite le denunce per stalking: 15.817 a fronte delle 18.653 del periodo precedente. Contemporaneamente sono aumentati gli ammonimenti del questore, 3.100 contro 2.565, di cui oltre la metà per violenza domestica.
Immigrazione
Per quanto riguarda l’immigrazione, come era fisiologico, c’è stato un boom di ingressi dall’Ucraina. Al 31 luglio, sono stati rilasciati 149.321 permessi di protezione temporanea a cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Incremento anche delle richieste d’asilo: 2653 negli ultimi 12 mesi. A oltre 1000 persone è stata riconosciuta la protezione internazionale. Sono 14.354 i cittadini ucraini nel circuito di accoglienza, di questi 12.919 nei centri di accoglienza e 1.435 in ambito Sai (Sistema di accoglienza e integrazione).
Record di richieste d’asilo anche da parte di cittadini afghani, 5.770 persone con un aumento di quasi il 600 per cento. Negli ultimi 12 mesi è stata riconosciuta la protezione internazionale a 5.960 afghani (il dato comprende anche decisioni relative a richieste presentate precedentemente), forte aumento rispetto ai 1.407 dell’anno prima.
La percentuale di riconoscimento è del 96%. In totale 3.649 persone provenienti dell’Afghanistan rientrano nel circuito di accoglienza, di cui 1.899 nei centri e 1.750 nel Sai.
In totale, sono state presentate 129.623 richieste di cittadinanza, il 45,15% in più rispetto alle 89.304 dello stesso periodo dell’anno scorso. Ne sono state esaminate 175.912, nel 76,18% dei casi concesse: rispetto all’anno prima aumenta il numero delle concessioni 134.016 contro 70.014, e anche la percentuale di domande ammesse su quelle respinte. Negli ultimi 12 mesi sono stati rilasciati 1.735.128 permessi di soggiorno.
Sempre in tema di immigrazione, dal primo gennaio all’11 agosto sono state arrestate 137 persone individuate come scafisti, in aumento del 41,24% rispetto alle 97 dello stesso periodo dello scorso anno. Da inizio anno sono sbarcate 45.664 persone (+40,36% rispetto alle 32.533 dello stesso periodo del 2021), 6.070 sono minori non accompagnati. Al 10 agosto risultano 95.184 persone nel circuito di accoglienza, 682 in hotspot.
Vigili del fuoco
Quasi 847mila interventi, oltre 2.300 al giorno: sono i numeri di un anno di attività dei Vigili del fuoco. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli interventi dei pompieri hanno registrato un incremento per quanto riguarda incendi o esplosioni (+36 per cento) e incendi di boschi o sterpaglie (+27 per cento).
Criminalità organizzata
Negli ultimi 12 mesi sono aumentati i sequestri di beni nelle mani della criminalità organizzata, 2,4 di euro contro 1,96 miliardi dello scorso anno. Sono stati restituiti alla comunità 2.741 beni, di cui 2.233 immobili e 229 aziende e arrestati 48 latitanti. 82 le operazioni di polizia giudiziaria nei confronti delle mafie, sono risultate nel commissariamento per infiltrazioni di 59 enti locali, 15 scioglimenti e 10 proroghe.
(da agenzie)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
CONTINUA L’ISTIGAZIONE A DELINQUERE DEL SOVRANISTA… UN SUO SOSTENITORE AVEVA FATTO IRRUZIONE ARMATA NELLA SEDE FBI DI CINCINNATI, ADESSO RIPOSA AL CIMITERO
Donald Trump non riesce ancora a digerire il blitz dei federali nella sua residenza di Mar-a-Lago, che avrebbe portato al sequestro di quindici scatoloni contenenti informazioni top secret, manoscritti, dossier legati a segreti nucleari e un report sulla Francia.
E continua ad aizzare i suoi sostenitori: «La gente è così arrabbiata per quello che sta succedendo», ha dichiarato in un’intervista esclusiva rilasciata a Fox News Digital.
L’ex presidente si è detto disponibile a fare «tutto ciò che serve» per «abbassare la temperatura nel Paese». Perché, ha minacciato, se questo non dovesse avvenire, «succederanno cose terribili». Il popolo americano «non sopporterà un’altra truffa», sostiene il Taycoon, che avrebbe provato a contattare il Dipartimento di Giustizia per offrire la sua collaborazione, ma senza aver ricevuto risposta.
Dopo l’esecuzione da parte dell’FBI del mandato di perquisizione a casa dell’ex presidente americano, il Dipartimento per la sicurezza interna e il Federal Bureau of Investigation hanno inviato un bollettino alle forze dell’ordine avvertendo di crescenti minacce.
Ieri, 14 agosto, una decina di supporter del Tycoon si sono piazzati davanti al quartier generale dell’Fbi, armati.
L’11 agosto, invece, il «patriota» Ricky Shiffer aveva provato a irrompere con un fucile nell’ufficio di Cincinnati dell’Fbi, perdendo la vita nel tentativo. Negli ultimi giorni, osserva il bollettino dell’Fbi, sui social sono aumentati gli «appelli generali» alla «guerra civile» e alla «ribellione armata».
Nell’escalation di minacce di ritorsione contro personale e strutture dell’agenzia federale, ci sarebbe anche quella di «piazzare una cosiddetta bomba sporca (radioattiva, ndr) di fronte ai quartieri generali dell’Fbi» e di «lanciare appelli per una guerra civile e una ribellione armata». A riportarlo è il Guardian, citando un membro dell’Fbi e del dipartimento per la sicurezza interna. Un clima rovente che, secondo Cnn, avrebbe costretto i federali erigere barricate e recinzioni intorno al Federal Bureau.
(da agenzie)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
LA POLITICA, I SIGNORI DELLE DISCARICHE E L’OMBRA DELLA MAFIA … LA PROCURA DI CATANIA: “IL SETTORE E’ IN MANO A SOGGETTI MAFIOSI”… 5 ANNI PERSI ANCHE CON MUSUMECI
“Non viene voglia di tornare”. È questa la frase che getta una pesante ombra sull’estate siciliana. Un commento su Airbnb che oscura il giubilo per il record di presenze sull’isola dopo due anni di pandemia: “Si preannuncia un’estate da record”, aveva esultato il presidente della regione, Nello Musumeci, a inizio stagione.
Le previsioni d’altronde erano di 14 milioni di arrivi. Oltre al giubilo però, il nulla. Nessuna programmazione straordinaria per la raccolta rifiuti da parte delle amministrazioni, a fronte di una raccolta che già senza turisti è deficitaria.
E dunque ecco il danno: “Non ritorneremo”. A scriverlo sulla celebre app di case vacanza è Thierry, un turista francese, che ha soggiornato in un appartamento a Mondello, il fiore all’occhiello del capoluogo.
Il celebre borgo marinaro di Palermo, però, è letteralmente invaso dai rifiuti. Il francese è rimasto entusiasta di tutto, ma ha trovato “un grosso aspetto negativo”: “Sacchi della spazzatura e altri rifiuti nelle strade, proprio accanto alla spiaggia”. Così, se l’estate scorsa la polemica sull’accumulo di spazzatura per le strade della Sicilia era stata accesa dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, in vacanza sull’isola, quest’anno si ripete per bocca di molti altri turisti.
Thierry è infatti tutt’altro che solo, e nelle scorse settimane sono fioccate lettere di proteste di visitatori indignati, pubblicate dai giornali locali.
Le colpe di mafia e politica
Ma perché la Sicilia è così sporca? “Perché i presidenti siciliani che ci sono stati fino ad adesso hanno ritenuto di dover garantire e tutelare il privilegio di tre padroni delle tre grandi discariche private, senza investire su impianti pubblici di compostaggio”, dice Claudio Fava che da presidente della commissione Antimafia regionale ha condotto un’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Ancora più netto è stato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che all’Antimafia nazionale ha spiegato come Cosa nostra “si infiltra nella gestione e il conferimento dei rifiuti“. La procura di Catania ha aperto un’indagine – la quarta – sulla gestione delle discariche, ma nel frattempo che le questioni giudiziarie svelino le cause, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Il racconto dei viaggiatori
Le ha, di certo, notate Gabriele Sozzano, che ha scritto una delle lettere di protesta: “Ho girato la Sicilia in bicicletta per un paio di settimane – racconta al ilfattoquotidiano.it -: non c’è centimetro di strada senza immondizia. Non sono capace di fare una stima ma sono tonnellate di bottiglie di plastica, padelle, frigoriferi: si ha più l’impressione di viaggiare tra i cumuli di immondizia. Quasi tutte le aree di sosta sono delle discariche”.
Tutta l’isola invasa da rifiuti di ogni tipo, ma soprattutto il capoluogo: “Poi sono arrivato a Palermo e ho trovato l’apoteosi della sporcizia. Alloggiavamo dalle parti del Teatro Massimo. È stato davvero un dolore: è una città di una bellezza straordinaria, potente. Dentro la Cappella Palatina sono rimasto senza fiato, ci sono tantissimi monumenti che raccontano come un tempo chi governava la città si impegnasse a far vedere com’era bravo, splendente, potente. Ora chi amministra su cosa esattamente si sta impegnando, viene da chiedersi. Tutto questo provoca molta rabbia, quando sono tornato a Novara, dove vivo, ho sentito l’impulso di scrivere, perché non potevo stare zitto”.
Gli albergatori: “Danno d’immagine enorme”
Un sentimento comune a più turisti che mette nel panico gli albergatori: “Un danno d’immagine difficile da quantificare ma di sicuro per noi è drammatico”, scuote la testa Salvo Basile di Confesercenti.
Mentre Marco Mineo, presidente provinciale di Asshotel apre le braccia: “Sono anni che leggiamo lettere o commenti di questo tenore, le lamentele sulla sporcizia sono sempre le stesse da tanto tempo. Ho un albergo in via Messina Marine, per entrare e per uscire, inevitabilmente si deve passare attraverso cumuli di immondizia. Bisognava pensare a un intervento straordinario per la stagione turistica ma non è stato fatto. Possiamo di certo dare il beneficio del dubbio al neo sindaco Roberto Lagalla, perché insediatosi da troppo poco tempo, ma la sensazione è che la politica si impegni meno di quanto facciano le associazioni di commercianti”.
Il turismo in ginocchio
“Ci sono i volontari che puliscono Mondello come possono. Ci diamo tutti un gran da fare e poi arriva una mazzata come questa, di cui non abbiamo alcuna responsabilità”, indica invece Alessandra Buffa, host dell’appartamento in cui ha soggiornato il turista francese.
Il suo commento sul portale ha abbassato il rating della struttura di Buffa da 5 a 4: “È stato un duro colpo, facciamo tanti sacrifici e il risultato è che dopo anni la nostra valutazione che era sempre stata altissima è peggiorata per ragioni che nulla hanno a che vedere con noi”.
Thierry aveva in effetti esordito dicendo che alloggio e accoglienza erano stati “formidables”. Che ne sarà, dunque, degli albergatori dopo un’estate con questa sfilza di critiche, si chiedono gli addetti ai lavori. E non un’estate qualunque, ma la prima dopo due anni di pandemia, che ha ritrovato il turismo internazionale.
I soldi per le mazzette nascosti in discarica
L’emergenda dell’immondizia rischia di inginocchiare un settore che dovrebbe essere cardina dell’economia siciliana. Per colpa di chi? “Degli ultimi 4 presidenti della Sicilia – ribadisce Fava -, che hanno mantenuto la centralità del sistema di conferimento in discarica: lì finisce il 65 per cento dei rifiuti di tutta l’isola, percentuale unica in Europa”.
Ma perché questo sistema non funziona? “Perché nel momento in cui per ragioni di giustizia o per intervento del Tar due di queste discariche vengono chiuse ci troviamo inevitabilmente con questi accumuli”, insiste Fava.
E continua: “Una viene chiusa perché in mezzo all’immondizia erano sepolti i bidoni di plastica. Dentro i bidoni di plastica erano conservate le mazzette che servivano a corrompere i funzionari della Regione e i funzionari dell’Arpa”.
L’ex presidente dell’Antimafia siciliana si riferisce all’operazione che nel 2020 ha portato all’arresto dei fratelli Nino e Salvatore Leonardi, i padroni di un’enorme discarica a cavallo tra le provincia di Catania e Siracusa, accusati di traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture.
Gli investigatori della Guardia di Finanza trovarono dei contenitori, nascosti sotto terra, con all’interno un milione di euro in contanti. “L’altra discarica – continua Fava – è quella di Misterbianco fermata dal Tar dopo un decennio di battaglie ambientaliste in cui si diceva che la discarica non tutela il diritto alla salute del territorio e della comunità”. L’ex presidente dell’Antimafia ricorda che l’ex Rosario Crocetta “è indagato a Caltanissetta perché l’accusa ritiene che uno dei grandi padroni delle discariche abbia contribuito illecitamente alla sua campagna elettorale. Il prezzo da pagare era che la Regione conservasse la centralità della discarica”.
La procura: “Il settore è quasi totalmente in mano alla mafia”
La politica ha gravi responsabilità anche secondo Zuccaro: “Grazie a questa politica scellerata di non scegliere determinate cose il settore delle discariche, che è un settore particolarmente redditizio, è in mano quasi per intero a soggetti collegati alla mafia direttamente o indirettamente, così come la raccolta dei rifiuti”, ha spiegato il procuratore di Catania alla commissione nazionale Antimafia lo scorso giugno. Una situazione chiara, secondo Zuccaro: “Quasi tutte le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti nella Sicilia orientale hanno un controllo diretto o indiretto dei sodalizi mafiosi. La nostra procura ha fatto tre grandi operazioni che hanno portato all’emersione di questi collegamenti, uno dei quali con il clan Santapaola“. Mentre le indagini sulle discariche della procura di Catania sono ancora in corso, la Sicilia va verso nuove elezioni: “Sono molto disilluso – sospira Mineo – ad ogni elezione sentiamo promesse che poi non si traducono in realtà”. E intanto, agli angoli delle strade, l’immondizia aumenta.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
IRRITAZIONE IN VATICANO PER IL “CREDO LAICO” DELLA LEGA: “E’ UNA FURBIZIA CHE GLI SI PUO’ RITORCERE CONTRO”
Il «credo laico» di Matteo Salvini, modello Stefano Accorsi in «Radiofreccia», non rovina la Festa dell’Assunta in Vaticano.
Ma a non pochi prelati ha dato fastidio «l’ambiguità provocata dalla scelta di titolare il manifesto programmatico con una parola dalla valenza anche religiosa e cattolica».
Vari presuli Oltretevere preferiscono non esprimere un parere «per non dare ulteriore visibilità alla strategia del segretario leghista», anche perché «non è una novità il suo uso strumentale della fede».
Scelgono l’«indifferenza» per non «regalare ulteriore pubblicità».
E poi alcuni citano le parole di papa Francesco di un paio di settimane fa, sul volo di ritorno dal viaggio in Canada, quando ha scandito che non vuole in alcun modo «immischiarsi» nelle elezioni, chiedendo soltanto «responsabilità» ai politici.
Nessun commento ufficiale né ufficioso giunge dalla Santa Sede dunque, però lo slogan «dell’atto pop di fede laica» di stampo leghista ha comunque suscitato malumori e disapprovazione tra i prelati nelle Sacre Stanze.
Al di là «dei veri obiettivi del leader della Lega, il suo manifesto può confondere la gente: la fede è una cosa troppo seria per essere utilizzata, anche solo lateralmente, in campagna elettorale».
Su questo ambito «non si deve dare neanche l’impressione di giocare sulle e con le parole – dichiara un porporato -. Né conquistare il consenso con affermazioni potenzialmente equivoche. Se c’erano buone intenzioni, è stata comunque una leggerezza da evitare; se è una strategia voluta, allora è un trucco, una furbizia che può ritorcerglisi contro».
C’è anche chi si sofferma sui dettagli del messaggio, che ha come capisaldi fisco, immigrazione e pace. Un vescovo mette «in discussione una serie di “credo” di Salvini».
Un altro monsignore sostiene che il Capitano ha detto «una cosa vera: se non si crede in qualcosa di alto non si riesce a realizzare nulla di buono. Ma sembra avere soltanto usato questa verità in chiave retorica e di propaganda».
(da agenzie)
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Agosto 15th, 2022 Riccardo Fucile
ALESSANDRA MUSSOLINI SE LA RIDE: “LA FIAMMA NEL SIMBOLO DI FDI? MAMMA MIA”
Qualcuno perfino nel suo partito ne avrebbe fatto a meno, stavolta. Tra questi, a sorpresa, Rachele Mussolini, nipote del duce e stra-votata consigliera comunale a Roma, con 6.522 preferenze personali alle elezioni dell’ottobre scorso. «Fosse per me, l’avrei tolta, la fiamma – confida a Repubblica – Capisco che per molti militanti ci sia un’affezione. Per me, sinceramente, no».
Da soldato di uno dei partiti più disciplinati dell’arco parlamentare, comunque rispetta gli ordini di scuderia: «Sono molto discreta, a Giorgia della fiamma nemmeno ne ho parlato, anche se ho il suo numero di cellulare. Capisco che la maggioranza dei militanti, anche giovani, che non hanno nulla a che fare con certi retaggi del passato, ci siano affezionati e dicano: non si tocca. I problemi degli italiani in ogni caso sono altri».
Un’altra nipote di Mussolini, Alessandra, invece si smarca dalle polemiche. Le commenta con una risata, al telefono: «La fiamma nel simbolo di FdI? Ha ha ha, mamma mia…». Clic.
(da Repubblica)
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