Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
“IL PROSSIMO GOVERNO AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI INVESTIRE INGENTI RISORSE CON SOLDI CHE IO HO OTTENUTO IN EUROPA PER IL NOSTRO PNRR” … CONTE LO SPERNACCHIA: “NON ME LO RICORDO CON ME A BRUXELLES A TRATTARE FINO ALL’ALBA”
Silvio Berlusconi si è preso il merito di aver ottenuto i fondi del Pnrr. “Il prossimo governo avrà la possibilità di investire ingenti risorse con soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Pnrr”, ha detto il presidente di Forza Italia in un video promozionale pubblicato su Facebook in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre 2022. Berlusconi esagera, prendendosi meriti che non ha.
Nel video Berlusconi sottolinea che queste elezioni saranno diverse dalle precedenti, perché “il prossimo governo avrà la possibilità di investire ingenti risorse con soldi che io ho ottenuto in Europa per il nostro Pnrr- dice Berlusconi – Per ricostruire la nostra economia dopo i danni causati dalla pandemia. L’Italia non sarà più la stessa se il 25 settembre vinceremo noi o la sinistra. La nostra Italia crederà nel suo futuro, con tasse più basse, meno vincoli burocratici, una giustizia imparziale che tutelerà i cittadini e che si prende cura dei più deboli, dando un futuro ai nostri giovani”
Berlusconi c’entra poco o nulla con la stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il 5 maggio 2021, sotto il governo Draghi, è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Pnrr trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea dal titolo “Italia domani”, dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e nazionali.
La stesura del piano è nata sotto il governo Conte: nel settembre 2020, il Comitato interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) ha approvato una proposta di linee guida per la redazione del Pnrr che è stata poi approvata dalle Camere il 13 e 14 ottobre 2020, con un atto di indirizzo che invitava il governo a proseguire.
Nei mesi successivi ci sono stati diversi incontri tra il governo Conte e la Commissione europea, per poi arrivare il 12 gennaio 2021 una proposta di Pnrr sulla quale il Parlamento ha svolto un approfondito esame, approvandola il 31 marzo 2021.
Il Governo guidato da Mario Draghi ha poi riscritto il Piano, anche alla luce delle osservazioni di Parlamento, enti territoriali, forze politiche e parti sociali. Il 26 e 27 aprile 2021 il presidente del consiglio Draghi ha dato comunicazione a Camera e Senato sul nuovo testo del Pnrr, che a loro volta hanno approvato. Successivamente, il 30 aprile 2021 il Pnrr dell’Italia è stato ufficialmente trasmesso dal Governo alla Commissione europea.
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi non ha avuto un ruolo attivo nella stesura e nell’implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che, com’è evidente, ha riguardato i governi Conte e Draghi.
Il suo partito ha appoggiato la stesura del piano, ma come tanti altri. Ad esempio nella risoluzione del 27 aprile 2021, sia alla Camera che al Senato Forza Italia era sì tra i co-firmatari, ma insieme a una larga maggioranza di partiti, che andava da Lega a Liberi e Uguali.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
RISCHIA DI ESSERE UNA BATOSTA PER LETTA IL POTENZIALE STRAPPO CON I PARTITI DI SINISTRA
Dopo l’accordo tra il Partito Democratico e Azione e +Europa, la ricerca dell’equilibrio sul bilancino di Enrico Letta si fa sempre più complesso. Già, perché secondo le stime di YouTrend e dell’istituto di consulenza politica Cattaneo Zanetto & Co., se da un lato l’accordo con Carlo Calenda ha virtualmente scongiurato l’alta possibilità, se non la certezza, che 16 seggi uninominali sarebbero andati alla destra, lo stesso accordo ha generato malumori nel “piatto” a sinistra del bilancino dem.
I leader di Verdi e Sinistra italiana hanno annullato l’incontro previsto per oggi con il segretario del Pd, spiegando che necessitano tempo per valutare sul da farsi. Allo stesso tempo, i leader dei due partiti, Bonelli e Fratoianni, hanno trovato un’apertura da parte di Giuseppe Conte a entrare in coalizione con il M5s.
E cosa succederebbe al Pd se M5s, Verdi e Sinistra italiana dovessero riuscire a trovare un accordo? Il “campo aperto” dei dem perderebbe 14 seggi, si cui 9 alla Camera e 5 al Senato.
Secondo le stime di YouTrend, però, questi 14 seggi virtualmente perduti dalla coalizione di centrosinistra non finirebbero nelle mani di M5s-Verdi e Sinistra Italiana. Tutt’altro.
Ben 11 seggi andrebbero virtualmente alla coalizione di centrodestra, mentre solo 3 seggi verrebbero conquistati dalla coalizione M5s-Verdi e SI. Un grattacapo non da poco per il segretario dem, che nelle prossime ore dovrà dunque trovare modo di ricucire il rapporto con Fratoianni e Bonelli. Sempre che non si chiuda prima l’accordo con il MoVimento 5 Stelle.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
TIRA ARIA DI REGIME, I SOVRANISTI VOGLIONO I MEDIA GENUFLESSI
È un assaggio di quel che potrebbe capitare in Rai se il 25 settembre dovesse vincere il centrodestra: beccarsi una sospensione dal lavoro per aver fatto una battuta su Giorgia Meloni
. È quel che ora rischia Elisa Anzaldo, volto storico del Tg1, rea di aver risposto in modo scherzoso durante l’edizione mattutina dedicata alla rassegna stampa.
La battuta in studio
Ma cos’è accaduto di tanto grave? Vediamo. Ospite in studio, a commentare le notizie del giorno, c’è Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport ed ex direttore del Mattino. L’argomento è la fede calcistica della leader di Fratelli d’Italia, su cui in questi giorni pesa l’accusa di aver tradito la fede laziale ed essere passata a quella romanista.
Ebbene, interpellato sulla questione che sta appassionando i tifosi, Barbano usa l’ironia: “Se peccato è, in questo caso non è il peggior peccato di Giorgia Meloni”. La conduttrice sorride e, per chiudere l’argomento, replica usando lo stesso registro dell’ospite: “Ce ne sono tanti altri”. Non l’avesse mai fatto.
La richiesta di sospensione
Il centrodestra sale sulle barricate. E subito i parlamentari leghisti in Vigilanza, fedeli alleati della candidata alla premiership, chiedono alla Rai “l’immediata sospensione di Elisa Anzaldo dalla partecipazione ai programmi dopo lo spettacolo indecente visto stamane”.
Sono furibondi, i commissari del Carroccio: “È inaccettabile – tuonano – che un volto di primo livello quale Anzaldo, che è conduttrice del Tg1 delle 20, ovvero il principale e più seguito telegiornale dell’azienda su scala nazionale, si permetta di deridere un leader politico senza contraddittorio e durante un appuntamento informativo come la rassegna del mattino”.
Neanche l’avesse insultata, rincarano: “Un comportamento inammissibile, in sfregio a tutti i principi della par condicio, che viola qualsiasi codice deontologico e di correttezza a cui sono tenuti i giornalisti”.
Tutto per una battuta. Finito qui? Macché.
La Lega annuncia infatti una segnalazione all’Agcom perché “non è in alcun modo tollerabile che ci siano giornalisti che fanno politica sempre nella stessa direzione, invece di svolgere la propria professione in maniera limpida”.
Senza nessuna considerazione per l’autonomia giornalistica, e neppure per il sense of humor, come si evince dalle considerazioni finali. “L’informazione da parte del servizio pubblico deve sempre garantire imparzialità ed equilibrio, a maggior ragione in questo momento di campagna elettorale” e Anzaldo si è rivelata non in grado di rispettare questi principi fondamentali”.
La reazione del Pd
Indignata la reazione del Pd. “Continua la campagna di Lega e FdI per l’epurazione preventiva dei Tg Rai: dopo la polemica di domenica contro il Tg1, oggi è il turno dell’intimidazione contro Elisa Anzaldo di cui Salvini chiede la testa in spregio a qualunque rispetto dell’autonomia giornalistica” attacca Andrea Romano, membro dem della Vigilanza. “Incapace di parlare di soluzioni per il paese, la destra di Salvini-Meloni-Berlusconi torna ad agitare il manganello contro il servizio pubblico e la sua autonomia. Uno spettacolo triste e già visto, una ragione di piú per respingerne l’autoritarismo”.
Il messaggio di Maggioni
Avvistata la bufera, la direttrice del Tg1 Monica Maggioni ha scritto alla redazione per richiamarla a una maggiore attenzione: “Carissimi, siamo nel mezzo di una campagna elettorale estremamente complessa che richiede il massimo della nostra concentrazione e professionalità. Un episodio accaduto nella Rassegna Stampa di questa mattina mi spinge a ricordare che il nostro dovere è quello di andare in onda restituendo ai nostri spettatori il senso di sobrietà e di totale equilibrio proprio del servizio pubblico. Per questa ragione dobbiamo tutti porre una attenzione ancora maggiore del consueto in tutto quello che facciamo e diciamo in onda”.
Le scuse di Anzaldo
Alla fine Anzaldo è costretta a scusarsi, anche per evitare ulteriori ritorsioni. “Mi rendo conto che una battuta venuta male, nella rassegna delle 7 del mattino, sta dando spazio a interpretazioni distorte del mio pensiero”, spiega la conduttrice. “Nella conversazione con Alessandro Barbano ho chiosato sulla metafora calcistica, ma il risultato finale è stato diverso da quello che avrei voluto. Nelle mie intenzioni parlavo ancora di calcio. Poiché il tono è stato avvertito come improprio, me ne scuso”.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
IN FRATELLI D’ITALIA CONTRO LA CANDIDATURA DI RAFFAELE FITTO SI SAREBBE SOLLEVATA LA VECCHIA GUARDIA MELONIANA
PD
Nome particolarmente pesante è quello di Susanna Camusso: l’ex segretaria della Cgil è data per certa nelle liste dei Democratici. Godranno poi della deroga alla regola dei tre mandati Piero Fassino, Francesco Boccia (forse non in Puglia, però, dove sgomitano i civici del governatore Emiliano, ma in Campania) e Walter Verini. Tornerà in parlamento Nicola Zingaretti, con un posto sicuro nel proporzionale
Nel collegio di Roma 1, invece, a rappresentare il centrosinistra dovrebbe essere confermata la sua fedelissima, Cecilia D’Elia entrata alla Camera a gennaio (vincendo le suppletive, dopo la nomina di Gualtieri a sindaco). Potrebbe figurare nella lista Pd il nome dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco: a proporlo, in Puglia, è Articolo 1, il partito guidato da Roberto Speranza.
LEGA
Nella Lega si dice che l’intenzione di Matteo Salvini sia quella di occuparsene «non prima di Ferragosto».
Il Carroccio ha un problema grosso al Nord, dove i più pessimisti calcolano che la metà degli uscenti non sarà confermata. Nonostante l’intenzione annunciata di reclutare volti nuovi attraverso la campagna «Invia il tuo curriculum», possono senz’ altro contare su una ricandidatura i capigruppo Molinari e Romeo, Simonetta Matone, consigliera comunale a Roma, e i sottosegretari come Lucia Borgonzoni e Nicola Molteni. Ma dai territori spingono, tra gli altri, Claudio Durigon, plenipotenzario di Salvini nel Lazio, e Stefano Locatelli, sindaco e responsabile enti locali per il partito.
Al Sud per i leghisti la situazione si capovolge. Se, infatti, la ripartizione per collegi tra alleati rispecchiasse a livello locale quella nazionale, gli uscenti sarebbero tranquilli: effetto dei tanti addii degli ultimi due anni (direzione FdI, perlopiù) e dello stop di Salvini agli europarlamentari che avessero intenzione di andare (o tornare) a Roma. Massimo Casanova, europarlamentare e proprietario del Papeete, smentisce di averci mai pensato.
Tuttavia al Sud il timore è che vengano paracadutati inamovibili provenienti da altre regioni in cui la concorrenza è maggiore. Giura di no, Salvini: «I candidati li sceglieranno i territori».
FORZA ITALIA
Anche dentro Forza Italia tocca stringersi. Francesco Paolo Sisto cerca di spuntare un posto al proporzionale. Maurizio Gasparri e Paolo Barelli dovrebbero vedersi garantito un passaporto per la conferma. Così come la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati.
Il vicepresidente del partito, Antonio Tajani, al termine della riunione di ieri ha detto: «Siamo al lavoro per un’assegnazione equilibrata dei diversi collegi». Lavoro lungo: i collegi sono più estesi, le previsioni più difficili.
FRATELLI D’ITALIA
In FdI si parla pochissimo, ma contro la candidatura dell’eurodeputato Raffaele Fitto si sarebbe sollevata la vecchia guardia meloniana. Scontati i posti blindati per i fedelissimi laziali come Paolo Trancassini e Isabella Rauti, e per i volti del partito Santanché, Rampelli, Lollobrigida.
(da il Corriere della Sera)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
PRENDEREBBE IL 35% SE FOSSE SOSTENUTA DALLA MELONI, IL 45 CON IL PD E IL 58% SE FOSSE LA CANDIDATA DI TUTTO IL CENTRODESTRA… UNA SUA LISTA VALE ALMENO IL 12%, QUASI IL DOPPIO DI “FORZA ITALIA”
Letizia Moratti contro tutti, Letizia Moratti sempre vincente. Lasciano pochi dubbi i risultati di un sondaggio Winpoll, effettuato tra il 25 e il 29 luglio su un campione di 1.700 telefonate, che certificano l’alto gradimento dell’assessore al Welfare della Lombardia in vista delle elezioni regionali della prossima primavera, il tutto senza contare l’effetto delle elezioni politiche, appuntamento fissato almeno 5 mesi prima di quello territoriale.
Ad ogni modo, dai risultati dell’indagine risulta staccato anche il presidente uscente, Attilio Fontana: per il 62% degli intervistati, infatti, quella di Moratti sarebbe una “candidatura migliore”. Sempre secondo la rilevazione, l’ex sindaco di Milano è il politico verso il quale i cittadini lombardi hanno maggiore fiducia.
Moratti ottiene il gradimento del 60% degli elettori, contro il 55% di Carlo Cottarelli, possibile candidato del centrosinistra, e il 52% del presidente uscente Attilio Fontana.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, Moratti risulta vincente in tutti gli scenari ipotizzati.
Se dovesse presentarsi sostenuta dalla sua lista civica e da Fratelli d’Italia, Moratti risulterebbe vincente con il 35% delle preferenze, contro il 33% di Cottarelli candidato per il centrosinistra e il 27% di Fontana sostenuto da Lega e Forza Italia.
Una Moratti candidata ‘centrista’ e sostenuta anche dal Partito Democratico potrebbe invece battere, seppur con un margine molto stretto, il centrodestra unito sulla candidatura di Fontana: in questo caso le preferenze dei lombardi sono al 45% per l’assessore e al 44% per il governatore.
Non ci sarebbe invece partita se Moratti fosse la candidata di tutto il centrodestra: in questo caso raggiungerebbe il 58% dei consensi, contro il 36% di Carlo Cottarelli.
Partito Democratico primo partito in Lombardia, con la Lega che resiste al secondo ponto e respinge la scalata di Fratelli d’Italia. Ma il risultato più clamoroso sarebbe quello della lista di Letizia Moratti, che raggiungerebbe quota 12%.
Il Pd sarebbe quindi il partito che riscuote il maggior numero dei consensi, con il 21,3% delle preferenze. Dietro i dem la Lega che, con il 20,2%, sarebbe sopra Fratelli d’Italia, ferma al 18,6%. Ottimo risultato, poi, per un’eventuale lista in sostegno di Letizia Moratti, che riscuoterebbe il 12% dei consensi, staccando Forza Italia, ferma al 7,4%.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
LA SINDACA LO SCARICA DOPO AVER CONDANNATO IL GESTO
Alla fine ha deciso di dimettersi il capogruppo della Lega al Consiglio comunale di Riva del Garda, nel Trentino, Vittorio Ferraglio, dopo la rissa scoppiata ieri 2 agosto con un collega del Pd.
Come già mostra la foto diffusa dal consigliere dem Alessio Zanoni, durante la riunione il leghista si è alzato in piedi e ha messo le mani in faccia a Gabriele Bertoldi.
«Già settimane addietro, fuori dai lavori del consiglio comunale, il consigliere Ferraglia si era profuso in frasi “scherzose” come “se vai avanti così ti aspetto di fuori“», ha raccontato in un post su Facebook il consigliere del Pd.
Lo stesso Bertoldi sostiene che non si sia trattato di un semplice scatto d’ira. Ferraglia, infatti, avrebbe agito in quel modo «solo dopo aver constatato che l’alzarsi in piedi e il mostrare la prestanza fisica accompagnata alle minacce non bastava per farci allontanare dall’aula». Alla base della discussione c’era la pista ciclabile del Garda.
Un progetto che pesa alle casse del Comune per circa 11 milioni di euro e per il quale nei giorni scorsi il Pd all’opposizione aveva presentato varie modifiche. L’aggressione, però, è arrivata «prima ancora di ascoltare il presidente», spiega Zanoni.
Nelle scorse ora la sindaca Cristina Santi ha prima condannato il gesto di Ferraglia e poi ufficializzato la formalizzazione delle sue dimissioni.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
IL TITOLARE DEL RISTORANTE BALNEARE NON LE VOLEVA PAGARE NEANCHE LE ORE IN NERO COME LAVAPIATTI, LEI REGISTRA TUTTO E POI VA DAI CARABINIERI
Una ragazza di 25 anni è stata pestata e insultata dal datore di lavoro per aver chiesto di essere pagata per le mansioni svolte.
È questa l’accusa Beauty, una donna nigeriana di 25 anni, in Italia da cinque, che vive e lavora negli stabilimenti balneari di Soverato, località di mare in provincia di Catanzaro, principalmente come lavapiatti, per mantenere sé stessa e suo figlio di quattro anni e mezzo.
L’ultimo impiego, presso il ristorante dello stabilimento balneare Mare Nostrum, non stava andando bene per Beauty, costretta a lavorare moltissime ore e a subire un trattamento svilente da parte del titolare.
Per questo la ragazza ha deciso di cambiare lavoro dopo solo una settimana e si è recata sul posto per annunciare che non sarebbe più stata disponibile, e per chiedere di essere retribuita.
La rissa per il pagamento
Come spesso accade, le ore in cui Beauty lavorava erano molte di più di quelle accordate da contratto. Extra che secondo gli accordi avrebbero dovuto essere pagati “fuori busta”. Solo che alla richiesta il titolare non ha reagito bene. La ragazza se lo aspettava per quello ha ripreso tutto con il cellulare. «Dove sono i miei soldi?», chiede lei. «Qui non ci sono avvocati e carabinieri», risponde il datore di lavoro prima di avvicinarsi e spingerla all’improvviso. I toni si alzano e il video diventa confuso. Secondo quanto scrive la ragazza, l’uomo l’avrebbe colpita più volte, le avrebbe tirato calci e l’avrebbe presa per i capelli, oltre ad aver cercato di rompere il telefono.
Come riporta il quotidiano la Repubblica, Beauty si sarebbe recata prima in ospedale, e poi dai carabinieri per la denuncia. Anche l’aggressore ha fornito alle autorità la sua versione dei fatti. Le conseguenze fisiche non sono state gravi, e la ragazza ha già ripreso a lavorare presso il nuovo datore.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
IL NOBEL PARISI: “VOTATE CHI SI BATTE PER L’AMBIENTE”
La Sisc, Società italiana per le scienze del clima, lancia un appello alla politica per le elezioni.
In una lettera aperta firmata, tra gli altri, da Carlo Barbante e Antonello Pasini del Cnr e Antonio Navarra dell’università di Bologna gli scienziati prendono spunto dalle urne prossime venture:
Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci. Ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro. Ci aspettiamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi. E una pronta azione del prossimo governo sul tema della lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti».
E all’appello aderisce anche il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. In un’intervista rilasciata a Repubblica il professore chiede agli elettori di dare il proprio voto a chi si batte per l’ambiente.
Per Parisi «i prossimi anni saranno cruciali. Più si aspetta a prendere provvedimenti, più il riscaldamento continua e diventerà difficile tornare indietro. Si potrebbe arrivare a una situazione capace di innescare enormi incendi, per esempio nelle foreste artiche del Canada o della Siberia, o in quella pluviale dell’Amazzonia, e a quel punto le emissioni di CO2 sarebbero enormi, con conseguenze che i modelli matematici attuali non sono nemmeno in grado di prevedere. È come una diga che incomincia a perdere acqua: se i buchi li tappi quando sono piccoli bene, ma se aspetti di tappare i buchi quando sono grandi fai una fatica enorme e rischi anche che la diga ti caschi addosso».
Ma il problema è che «i politici sempre più spesso hanno un orizzonte di pochi anni, quelli del loro mandato, non intraprendono azioni di lungo termine i cui risultati rischiano di essere inutili per la rielezione. E il clima è uno degli argomenti che ha pagato questa scarsa lungimiranza politica. Però è vero anche che finora gli elettori non si sono fatti molto sentire. Hanno votato anche loro in base ai propri interessi di breve periodo. Dunque la responsabilità è sia dei politici che degli elettori: se questi ultimi non fanno in modo che sia conveniente per i partiti fare una politica climatica, i politici non la attueranno certo in modo spontaneo».
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2022 Riccardo Fucile
RUDY HA SMESSO DI VERSARLE GLI ALIMENTI, VIOLANDO L’ACCORDO DI DIVORZIO… PER L’EX AVVOCATO DI TRUMP È L’ENNESIMA BATOSTA, DOPO I GUAI PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL
Non bastava la montagna di problemi legali che ha già sul groppone, ora ci si è messa pure l’ex moglie Judith. La signora ha citato in giudizio l’ex sindaco di New York Giuliani: vuole che gli versi più di un quarto di milione di dollari o che, in alternativa, vada in prigione.
Nei nuovi documenti depositati martedì presso la Corte Suprema dello Stato di New York, Judith Giuliani sostiene che Rudy abbia trattenuto i 262.000 dollari che avrebbe dovuto pagarle in base ai termini del loro accordo di divorzio
Judith accusa Rudy di doverle 140.000 dollari solo per la loro proprietà di South Lake Drive, a Palm Beach. Il condominio di lusso è stato messo sul mercato nel 2019 per 3,3 milioni di dollari. Non è stato venduto, ma Judith sostiene nei documenti che Rudy “è tenuto a pagarmi 200.000 dollari indipendentemente dal fatto che la proprietà sia stata venduta o meno” in base all’accordo di divorzio, e lei sostiene che lui le abbia dato solo 60.000 dollari.
Judith accusa Rudy di non aver “pagato la sua metà delle quote annuali di iscrizione del proprio ‘country club’”. Sostiene che nel frattempo sia stata costretta a pagargli la cauzione per un importo di 70.000 dollari. “Non ho avuto altra scelta che pagare la sua parte di quote… per rimanere in regola “, afferma nei documenti del tribunale. E vuole indietro i soldi.
Non solo: il povero Rudy, stando a quanto sostiene Judith, dovrebbe pagarle fino a 5.000 dollari al mese per una colf. Ma nei documenti la donna sostiene che dall’estate scorsa Rudy “ha effettuato pagamenti inconsistenti e sporadici nei miei confronti, compreso un assegno di 10.000 dollari nel giugno 2021 che è stato restituito per insufficienza di fondi”. Nei documenti si legge che ora Rudy deve 45.000 dollari di arretrati per l’aiuto.
Judith è sicura che Rudy possa riuscire facilmente a sborsare i 262.000 dollari. “Possiede diverse proprietà a New York City e a Palm Beach [e sembra] che abbia guadagni significativi grazie ai suoi contratti e accordi con i media”.
Secondo la documentazione, la donna chiede che lui paghi “immediatamente” con gli interessi. Per gli avvocati di Judith Rudy dovrebbe finire dietro le sbarre se non si mette in regola con i pagamenti: “La sua mancata comparizione in tribunale può comportare l’arresto immediato o la detenzione per oltraggio alla corte”, si legge nei documenti.
L’avvocato di Judith, Dror Bikel, racconta che, dopo un’estenuante battaglia per il divorzio, i termini dell’accordo erano stati concordati in modo informale tra gli ex coniugi. Judith ha chiesto il divorzio nell’aprile 2018 dopo 15 anni di matrimonio. I due hanno avuto una battaglia controversa, litigando per la loro fortuna, stimata in 30 milioni di dollari.
L’avvocato di lei all’epoca accusò Rudy di lavorare gratis come avvocato di Trump per abbassare il suo reddito e quindi diminuire gli alimenti mensili di lei, che allora si aggiravano intorno 42.000 dollari. Ma non c’erano solo i soldi in ballo. Le cose sono andate sul personale.
Judith ha accusato Rudy di aver rubato la sua vasta collezione di decorazioni natalizie di cimeli e lui l’ha accusata di aver preso i telecomandi del suo televisore e il decoder della TV via cavo per impedirgli di guardare se stesso in TV.
I due si sono accordati nel dicembre 2019. I dettagli dell’accordo non sono stati resi pubblici all’epoca. Judith ha ottenuto l’ex casa della coppia negli Hamptons, che ha recentemente venduto per 5 milioni di dollari.
Giuliani è stato anche citato in giudizio dalla Miller Gaffney Art Advisory, la società di valutazione delle opere d’arte che aveva assunto per la sua battaglia di divorzio con Judith. Nei documenti del tribunale del 2020 si affermava che Giuliani gli aveva sottratto almeno 15.000 dollari.
La carriera e la reputazione di Giuliani sembrano aver subito una sorta di caduta libera negli ultimi due anni.
La sua licenza di avvocato è stata sospesa sia a New York che nel Distretto di Columbia, deve affrontare accuse per false dichiarazioni elettorali da parte dell’Ordine degli Avvocati di Washington e Dominion Voting Systems – che ha fornito le macchine per votare alle elezioni del 2020, che secondo lui sono state truccate – gli ha fatto causa per 1,3 miliardi di dollari.
È stato anche accusato di essere stato ubriaco la sera delle elezioni, cosa che lui nega, e il mese prossimo dovrà testimoniare ad Atlanta in un grand jury speciale che indaga sulle presunte interferenze di Trump e alleati nel voto in Georgia.
L’anno scorso, gli agenti federali hanno fatto irruzione nella sua casa e nel suo ufficio nell’ambito di un’indagine per verificare se avesse chiesto a funzionari ucraini di aiutarlo a scoprire informazioni su Hunter Biden.
Recentemente ha anche affermato di essere stato aggredito da un lavoratore di ShopRite durante un comizio per la campagna governatoriale del figlio Andrew. Ma il video ha mostrato che la presunta aggressione era più che altro una pacca sulla spalla. Nel frattempo, secondo il suo avvocato, “Judith sta benissimo”. “Ha una relazione da tre anni. È felice. Tutto sta andando molto bene nella sua vita”, dice Bikel.
(da agenzie)
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